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Indirizzo:
Rieti (RI), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Rieti, antica capitale sabina a solo un'ora da Roma, è una città da scoprire: piena di storia, attrazioni, ottimo cibo e una natura incredibile

Rieti è l’umbilicus Italiae, ovvero il centro geografico d’Italia, ma è anche una meta turisticamente importante per la sua storia, per gli eccellenti esempi di architettura civile, militare e religiosa.

Rieti infatti ha un glorioso passato millenario, terra natale e adottiva di re, intellettuali e santi, in cui spicca tra gli altri San Francesco d’Assisi.

Dominata dalla cima del Terminillo, Rieti è valutata come l’ideale punto di partenza per ammirare le meraviglie generosamente offerte dalla Sabina, un territorio particolarmente ricco di santuari francescanifortezzecastelli e stupende oasi naturali protette.

Eccellente meta turistica, Rieti è particolarmente apprezzata per la quiete, per le bellezze del suo passaggio, come pure per l’ottima cucina.

Perla del turismo in sabina, Rieti sorge a 400 metri di altezza nella fertile valle reatina alle pendici del Monte Terminillo, sulle sponde del fiume Velino. La piana anticamente era occupata dalle acque dell'enorme Lacus Velinus; fu bonificata in età romana aprendo un varco tra il calcare accumulatosi nei secoli presso Marmore, generando così l'omonima cascata.

Di questo antico lago restano specchi d'acqua minori: il lago di Piediluco (provincia di Terni), quello di Ventina e i laghi Lungo e di Ripasottile, gli ultimi due protetti dall'omonima riserva naturale.

Rieti si trova in una zona assai ricca d'acqua: appena fuori dall'abitato si trovano le Fonti di Cottorella, che forniscono un'ottima acqua oligominerale; nel limitrofo comune di Cittaducale si trovano le sorgenti del Peschiera, che con l'omonimo acquedotto forniscono molta dell'acqua necessaria a Roma (circa 550 milioni di metri cubi l'anno); a Cotilia si trovano delle importanti terme e sorgenti di acqua solfurea. Nella parte settentrionale della valle si trovano le Sorgenti di Santa Susanna, mentre 2 km ad est della città a quota 400 m s.l.m. si trovano le Sorgenti del Cantaro.

Centro storico di Rieti visto da Colle San Mauro
Centro storico di Rieti visto da Colle San Mauro

Dove dormire a Rieti (RI) e dintorni



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Rieti | Eventi, Tradizioni e folklore

A Rieti esistono diverse manifestazioni legate alle tradizioni locali di origine più o meno antiche

  • La Processione dei Ceri è il culmine delle celebrazioni in onore di Sant'Antonio da Padova note come Giugno Antoniano, santo per il quale esiste una fortissima venerazione. Ogni anno il 12 giugno avviene l'esposizione della statua del santo, festeggiata con la Fiera di Sant'Antonio; due domeniche dopo ha luogo la processione, nella quale la statua (che con la macchina lignea supera la tonnellata di peso) percorre le strade del centro storico infiorate ed addobbate con luminarie. La processione deve il suo nome al fatto che la maggioranza dei fedeli porta grossi ceri votivi che rimangono accesi per l'intera durata della processione, regalando con il calar della sera un pittoresco spettacolo all'osservatore.
  • La fiera di Santa Barbara ha inizio con il 3 dicembre (la cosiddetta "apparsa") e finisce con il giorno seguente per festeggiare la giornata di Santa Barbara, patrona della città. In passato si svolgeva per le vie del centro storico, mentre oggi trova spazio lungo le strade del quartiere Molino della Salce. Nonostante tale spostamento abbia privato la fiera di uno sfondo esteticamente più pregiato, le strade lungo le quali si snoda, sono invase ogni anno da un'intensa folla, alla ricerca delle più svariate merci. Contemporaneamente nella zona di Foro Boario, si svolge un mercato di bestiame e attrezzature, nonché macchine, per uso agricolo
  • La Festa del Sole con il Palio della Tinozza è una manifestazione che si tiene a fine luglio e consiste in una serie di gare acquatiche nel fiume Velino ed altri eventi di contorno; ha origini recenti ma è particolarmente amata dai reatini, che vi assistono dal Ponte Romano. Le gare comprendono un duello, durante il quale i concorrenti dei vari rioni cercano di far cadere l'avversario in acqua colpendolo con una pertica, una corsa di biciclette munite di galleggianti e pale al posto delle ruote, una gara di barche fiumarole, una gara di nuoto e il Palio della Tinozza, la gara più attesa, una gara dove i concorrenti sono seduti all'interno di una tinozza (una sorta di “mezzo tino”) e si spingono con un remo. A questa tradizione si devono due dei gemellaggi allacciati dalla città di Rieti.
  • La rievocazione dei Cavalli infiocchettati, che si svolge dal 1980, si tiene la prima domenica dopo il 17 gennaio e consiste nella sfilata di cavalieri in costume storico che cavalcano cavalli addobbati, lungo un percorso che va da piazza Chiesa del Suffragio fino alla chiesa di Sant'Antonio Abate. La tradizione rievocata risale all'inizio del Novecento, quando il mestiere più diffuso nel quartiere Porta D'Arci era il carrettiere e presso la chiesa di Sant'Antonio Abate, nel giorno della ricorrenza del santo protettore degli animali, si teneva la loro benedizione.
  • La rievocazione dell'incoronazione di Carlo II D'Angiò, avvenuta nel 1289 per mano di Papa Niccolò IV nella cattedrale di Rieti, è una sfilata in costumi medievali che si tiene a fine agosto di ogni anno dal 1998 e si svolge negli stessi luoghi e con le stesse modalità riferite nella descrizione del cardinale Giacomo Stefaneschi. È preceduta dell'allestimento di spazi a tema medievale e da giochi tra i rioni della città (palio dell'anello, corsa della traglia, tiro alla fune e corsa dei somari).
  • L'usanza dei lumi dell'Ascensione oggi è andata quasi completamente perduta, ma un tempo era tradizione collocare fuori dalle finestre un lume, in occasione della Festa dell'ascensione del 31 maggio, per indicare la strada all'ascesa del Signore.
  • Rieti Danza Festival: nato nel 1991, si svolge ogni anno nel teatro Flavio Vespasiano; è suddiviso nelle sezioni classica, pas de deux, moderna-contemporanea e composizione coreografica.
  • Reate Festival: si tratta di un festival internazionale che spazia dal belcanto alla musica Jazz passando per la musica sacra ed altro. Si tiene ogni anno e la prima edizione risale al 2009. A sottolineare lo spessore della manifestazione, il concerto finale della rassegna multidisciplinare 2010, svoltosi a Rieti in piazza Cesare Battisti, è stato diffuso da Rai International in Australia, Sud Africa, America del Nord e America del Sud.
  • Rieticuorepiccante: La fiera mondiale del peperoncino si svolge nel periodo estivo nel centro cittadino.
  • Sagra dei pizzicotti alla liscianara (Luglio)
  • Festa di San Biagio (Febbraio)

Festa del Sole - Palio della Tinozza - Rieti
Festa del Sole - Palio della Tinozza - Rieti

Che cosa vedere a Rieti | Monumenti e luoghi d'interesse

Caratteristico il centro storico, posto su una leggera altura ai margini della conca reatina, protetto su un lato da una cinta muraria di origine medievale ancora ben conservata.

Via Roma, una delle più vive del centro, divide la città nei rioni medievali di San Francesco, San Rufo, della Verdura e Santa Lucia.

La città può contare sulla presenza di due santuari francescani, quello di Fonte Colombo e quello de La Foresta e sulla vicinanza con altri due, siti nei vicini comuni di Greccio e Poggio Bustone.

Molti pellegrini giungono, infatti, nella "Valle Santa" per ripercorrere, con il cammino di San Francesco d'Assisi o il cammino di San Benedetto, le gesta e i momenti della vita dei santi.

Cammino di San Benedetto da Norcia -Cascia - Monteleone di Spoleto - Leonessa - Poggio Bustone - Rieti - Rocca Sinibalda - Castel di Tora - Orvinio - Mandela - Vicovaro - Subiaco - Trevi nel Lazio - Collepardo - Casamari - Arpino - Roccasecca - Montecassino
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Rieti | Architetture religiose

Cattedrale basilica di Santa Maria Assunta
Costruita tra il 1109 e il 1225, presenta un esterno in stile romanico e un interno barocco. Il complesso comprende una cripta, la torre campanaria del 1252, il battistero (che ospita il Museo diocesano di Rieti), il portico del 1458 e diverse cappelle settecentesche, tra cui quella dedicata a Santa Barbara, progettata dal Bernini. All'interno si trovano sculture di Gian Lorenzo Bernini, Giovanni Antonio Mari, Lorenzo Ottoni, Federico di Filippo di Ubaldo da Firenze e dipinti di Antoniazzo Romano, del figlio Marcantonio Aquili, di Lorenzo Torresani, Andrea Sacchi, Giovan Francesco Romanelli, Lattanzio Niccoli e Vincenzo Manenti.
Basilica di Sant'Agostino
Innalzata a metà del XIII secolo, è una delle più importanti chiese di Rieti. La facciata, in stile romanico-gotico, è in pietra e presenta un portale di ingresso sovrastato da un timpano ed un rosone, e termina con un attico leggermente sporgente. L'interno, a navata unica, è sormontato da capriate in legno e termina in tre absidi sulle quali si aprono una finestra trifora e due bifore.
Chiesa di San Domenico
La chiesa di San Domenico fu edificata nel 1266, all'indomani della canonizzazione (avvenuta a Rieti) del fondatore dell'ordine domenicano. È stata recuperata e riaperta dopo un degrado che durava da quasi due secoli. L'interno è conseguentemente piuttosto spoglio, ma si sono salvati due affreschi di Liberato da Rieti (uno dei quali fu distaccato e spostato al Museo civico negli anni sessanta) e vi è stato costruito l'imponente organo Dom Bedos-Roubo, che misura 14 metri di altezza ed è costruito in base a due trattati del Settecento.
Convento di San Domenico (chiostro della Beata Colomba e oratorio di San Pietro martire)
Annesso alla chiesa di San Domenico si trova l'ex convento, del quale fanno parte il chiostro della Beata Colomba, adornato con lunette affrescate e un giardino all'italiana e l'oratorio di San Pietro martire, una piccola cappella che ospita un importante affresco del Giudizio Universale dei fratelli Lorenzo e Bartolomeo Torresani (1552-1554); tuttavia il convento fa parte della caserma Verdirosi e per accedervi, solo in giorni prestabiliti, è necessario un permesso.
Chiesa di San Francesco
Costruita nel 1253, affaccia sull'omonima piazza; fu la seconda chiesa ad essere dedicata al culto del santo, dopo la basilica di Assisi. Realizzata in stile romanico-gotico con una facciata a frontone molto semplice, in pietra, dotata di un portone a strombatura sovrastato da una lunetta e da un piccolo rosone. L'interno è a tre navate, con una copertura a capriate che sostituisce l'originale volta barocca che crollò durante il terremoto del 1898. Di fianco alla chiesa vera e propria è situato l'oratorio di San Bernardino e l'ex convento dotato di chiostro, sede del liceo scientifico Carlo Jucci. All'interno della chiesa ogni anno si svolgono le celebrazioni per il Giugno Antoniano e da qui parte la Processione di Sant'Antonio.

La chiesa di San Francesco incorniciata tra il fiume Velino e il Monte Terminillo
La chiesa di San Francesco incorniciata tra il fiume Velino e il Monte Terminillo

Santuari francescani della Valle Santa
Nei dintorni di Rieti si trovano i quattro santuari fondati da San Francesco d'Assisi, che danno alla piana su cui sorge Rieti il nome di Valle Santa. Nel territorio comunale reatino ricadono i santuari di Fonte Colombo e di Santa Maria della Foresta, posti in posizione isolata su due rilievi ai margini della pianura, rispettivamente nei pressi delle frazioni di Sant'Elia e Castelfranco; ad essi si aggiungono quelli di Greccio e Poggio Bustone, siti nei rispettivi comuni limitrofi. Il percorso che collega i quattro santuari è un cammino di pellegrinaggio noto e molto visitato, detto cammino di Francesco.
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Commissionata al Vignola nel 1570 e completata nel XVII secolo, fa parte di un complesso architettonico trecentesco che comprende anche un ospedale e un cimitero; l'edificio è chiuso al pubblico, abbandonato in uno stato di profondo degrado.
Chiesa di Santa Lucia
La chiesa e il convento di Santa Lucia sono stati fondati nel 1253 grazie all'interessamento del beato Angelo Tancredi. La chiesa attualmente visibile è il risultato di interventi risalenti alla prima metà del Settecento. Il convento in passato era molto importante, e vi furono monache tre nipoti del Bernini, che per questo motivo realizzò due statue e l'altare maggiore, che sono conservati nella chiesa, e forse un dipinto (più probabilmente opera di Ciro Ferri). Il convento, espropriato dopo l'unità d'Italia, ospita un polo culturale che comprende la biblioteca comunale Paroniana e una sezione del Museo civico.
Chiesa di San Rufo
La chiesa di San Rufo è collocata nella piccola piazza omonima nella quale, secondo la tradizione, è collocato il centro d'Italia (Umbilicus Italiae). La chiesa ha origini altomedievali, ma l'edificio attualmente visibile risale al 1748 ed è opera di Melchiorre Passalacqua. L'esterno è in stile neoclassico, mentre l'interno è barocco e ospita il dipinto più importante della città, L'angelo custode, oggi ritenuto opera dello Spadarino ma in passato attribuito persino al Caravaggio.
ex Chiesa di Santa Scolastica
Costruita tra il 1696 e il 1717 su progetto di Francesco Fontana, è l'unica chiesa di Rieti con pianta a croce greca; è sconsacrata e costituisce l'Auditorium Varrone.
Chiesa di San Pietro Martire
Fu costruita nel 1266 dai Padri Cistercensi. La facciata in conci di travertino delimitata da due lesene è estremamente semplice e l'elemento di maggior rilievo è il portale del 1546, opera di Giacomo da Locarno e Stefano da Como, che presenta sei colonnine in pietra (tre per lato) poggiate ognuna, su uno scudo che raffigura un busto di San Piero e che sostengono un architrave.

Questo portale in origine era collocato nella facciata dell'oratorio di San Pietro martire (chiesa di San Domenico) e fu spostato nel 1576 alla sua posizione attuale.
ex Chiesa di San Pietro Apostolo
Di origine antecedente al XII secolo, si trova in via Roma; sconsacrata, è sede di una libreria.
Convento di Sant'Antonio al Monte
Costruito alla fine del XV secolo, è collocato sul colle di San Biagio a meridione della città. La chiesa fu ampiamente ristrutturata a metà del XVII secolo.
ex Chiesa di San Giovenale e San Vincenzo Ferreri, detta Santa Maria della Scala
La chiesa, sconsacrata e nota come Auditorium dei poveri, ospita eventi culturali. Al suo interno si trova il bassorilievo Il genio della morte di Bertel Thorvaldsen, allievo del Canova, commissionato da Angelo Maria Ricci per la tomba della moglie Isabella Ricci Alfani.

Chiesa Cristiano-Ortodossa dei Santi Barbara e Giuseppe Nuovo di Patros

Moschea della Pace

Chiesa Cristiana Evangelica Missionaria Internazionale

Rieti | Architetture civili

Resti del Ponte Romano
Costruito nel III secolo a.C., il Ponte Romano era parte dell'antica consolare Via Salaria, e rappresentava il principale accesso alla città da sud, nonché il collegamento tra centro storico e quartiere Borgo. Fu demolito negli anni Trenta a causa dell'altezza insufficiente rispetto al livello del fiume, che più volte lo aveva inondato e danneggiato. I resti del ponte furono adagiati nelle acque ed emergono dal fondale del Velino, a fianco del ponte moderno costruito nel dopoguerra.
Teatro Flavio Vespasiano
Posto lungo Via Garibaldi, annualmente vi si svolge un'intensa attività teatrale. Venne costruito sul finire dell'Ottocento e l'acustica del teatro viene considerata come la migliore d'Italia e una delle migliori al mondo.

Teatro Flavio Vespasiano - Rieti
Teatro Flavio Vespasiano - Rieti

Palazzo Vescovile o Palazzo Papale
Innalzato nel 1283 in ragione della presenza a Rieti della curia papale, il Palazzo Vescovile è stato la dimora di diversi pontefici. Si trova a destra della Cattedrale, con la fiancata lungo via Cintia. La facciata romanica contiene una loggia, riportata all'aspetto originario con un restauro ad inizio novecento. Il piano terra ospita delle maestose volte a crociera gotiche a due navate, sorrette da sei pilastri; al primo piano si trova invece il salone delle udienze, che dal 2005 ospita la pinacoteca del museo diocesano.
Palazzo Comunale
È il palazzo più importante di piazza Vittorio Emanuele II ed è la sede del municipio oltre che del Museo civico. L'edificio è il risultato di molte opere di ampliamento e ristrutturazione di una struttura risalente al XIII secolo. La facciata (opera di Filippo Brioni, 1748) ha uno stile tardo barocco con due ordini di finestre, e culmina in un piccolo campanile; al pianterreno si trova un portico, sotto il quale sono presenti un busto di Giuseppe Garibaldi e uno di Vittorio Emanuele II. Sul suo fianco sinistro si erge una torre di cinque piani rivestita in travertino, innalzata nel 1940.
Palazzo Dosi Delfini
Sorge su piazza Vittorio Emanuele II ed è la sede della Sabina Universitas. La facciata, in bugnato di pietra calcarea, integra elementi del tardo barocco con alcuni elementi neoclassici. All'interno del palazzo è presente un piccolo cortile ellittico e a livello del primo piano può essere osservata una statua in bronzo di Santa Barbara.
Palazzo Vincentini (della Prefettura o del Governo)
È un palazzo rinascimentale che sorge su piazza Cesare Battisti; oggi è sede della prefettura. La sua ristrutturazione nella forma attuale iniziò nel 1589 su un progetto di attribuzione dibattuta: in passato venne attribuito al Vignola per via delle forme che lo ricordano, ma oggi si ritiene che sia opera di Giovan Domenico Bianchi.
Il lato rivolto verso la Cattedrale è munito di una splendida loggia formata da due ordini di archi, che affaccia su un giardino all'italiana da cui si gode una visuale panoramica sul lato sud della città; il giardino è pubblicamente accessibile dal 1927, quando la famiglia Vincentini cedette l'edificio alla neonata provincia reatina. All'interno, il piano terra è decorato con pitture del 1932 che raffigurano Marco Terenzio Varrone e Tito Flavio Vespasiano; al primo piano si trovano le stanze dove alloggia il Prefetto, ed è di particolare rilevanza il camino in marmi policromi risalente al Cinquecento, che riporta iscrizioni in oro.
Palazzo Vecchiarelli
È collocato lungo via Roma, con un imponente portale e un'elegante facciata tardo rinascimentale. Fu realizzato sul finire del XVI secolo su progetto di Carlo Maderno.
Palazzo Vincenti Mareri
Risalente al XIX secolo, è la residenza storica dei conti Vincenti Mareri. Il suo attuale aspetto neoclassico è opera di Giuseppe Valadier, che lo ingrandì fondendolo con i preesistenti palazzi degli Aligeri e dei Cerroni. Due portali in bugnato danno accesso alla corte interna, dove si trova un giardino all'italiana con una fontana su cui si trova una statua in terracotta di Cerere, copia di un originale romano.
Palazzo Ricci
Esempio di architettura neoclassica, ha la facciata in piazza Oberdan e il fianco in piazza Mazzini. È appartenuto alla nobile famiglia di Angelo Maria Ricci; oggi ospita uffici dell'amministrazione comunale. Il palazzo era sede di una notevole collezione di opere pittoriche prevalentemente del Seicento, il cui fiore all'occhiello era costituito dal gesso originale della Ebe di Antonio Canova attualmente conservata presso il Museo civico di Rieti.
Palazzo Potenziani Fabri
È situato in via dei Crispolti ed al suo interno ospita una serie di affreschi. Fondato nel XIII secolo, è stato posseduto prima dai Fabri e poi dai Potenziani fino 1979, quando fu sottoposto ad un impegnativo restauro, che ha permesso di riportarlo all'aspetto originario. Oggi appartiene alla Fondazione Varrone, che vi ha collocato la sua sede; per questo motivo non è sempre visitabile.
Palazzo Secenari
Risalente al XIV secolo, è situato in via Roma e si distingue per una bifora quattrocentesca.
Palazzo del Seminario
Sorto in luogo del Palazzo Pretorio e del Podestà (fine XIII secolo), venne trasformato in seminario diocesano ed inaugurato nel 1564; fu il primo seminario ad essere istituito secondo le norme del concilio di Trento, se si esclude il piccolissimo seminario di Larino. I lavori per la trasformazione dell'edificio furono diretti dal Vignola, ma gli ampliamenti dei secoli successivi rendono difficile individuare i caratteri del suo intervento.
Palazzo Crispolti
Costruito agli inizi del XVIII secolo su progetto del comasco Michele Chiesa, con una facciata ridisegnata nel 1814 da Giuseppe Subleyras. Nel 1877 fu ceduto dalla famiglia Crispolti all'allora Cassa di Risparmio di Rieti e riallestito su progetto dell'ingegnere Angelo Blasetti; da allora ospita gli uffici della sua sede centrale.
Palazzo delle Poste
Costruito nel 1934, si trova alla fine di via Garibaldi ed è opera dell'architetto Cesare Bazzani.
Sede del Comando provinciale dei Carabinieri
Collocato nel quartiere Micioccoli, l'edificio è stato realizzato nel 2003 su progetto dell'architetto Manfredi Nicoletti.

Cinta muraria di Rieti

Le mura medievali, rispettivamente lungo piazza Marconi e viale Morroni
Mura romane
La cinta muraria di epoca romana è in gran parte scomparsa, ma rimangono visibili numerose tracce, specialmente nei casi in cui edifici di epoca successiva ne hanno riutilizzato i blocchi.
Mura medievali
Risalenti al XIII secolo, sono considerate tra le più imponenti e meglio conservate del Lazio. Cingono la città per tutto il lato settentrionale, e formavano un efficace sistema difensivo insieme al fiume Velino e alle cavatelle, oggi prosciugate, del Borgo e di Fiume de' Nobili. Lungo le mura si aprono cinque porte:
  • Porta d'Arci, ad est, sulla Via Salaria per Cittaducale, L'Aquila e Ascoli Piceno;
  • Porta Conca, a nord; conserva ancora le imposte in legno del Cinquecento;
  • Porta San Giovanni, a nord, al termine di via Pennina che costituisce con via Roma l'asse nord-sud del centro storico. Murata nel XV secolo, le sue tracce sono ancora visibili e un piccolo varco permette il passaggio dei pedoni;
  • Porta Cintia, a nord-ovest, sulla strada per Terni; è andata distrutta durante la seconda guerra mondiale e al suo posto si trovano oggi due edifici di cemento armato in stile razionalista;
  • Porta Romana, a sud, oltre il fiume, sulla Via Salaria per Roma.

Mura medievali di Rieti tra porta-Conca e porta d'Arci
Mura medievali di Rieti tra porta-Conca e porta d'Arci

Vie, piazze ed archi medievali di Rieti

Piazza Vittorio Emanuele II
È la principale piazza della città. Su di essa affacciano il Palazzo Comunale e Palazzo Dosi nonché gli storici caffè Gengarelli e Quattro Stagioni. Al suo interno si trova la seicentesca fontana dei Delfini.
Via Roma
È la via principale del centro di Rieti, e ne rappresenta il cardo. La superficie stradale è sorretta dagli archi del viadotto romano del III secolo a.C., che costituiva la parte urbana dell'antica via Salaria; il viadotto è visitabile tramite il percorso guidato della Rieti sotterranea, che si snoda tra le cantine dei palazzi nobiliari che fiancheggiano la via.
Via Cintia e via Garibaldi
Via Cintia e via Garibaldi costituiscono il decumano della città; lungo di esse si trovano alcuni dei più importanti palazzi di Rieti.
Piazza San Rufo Centro d'Italia
Piazza San Rufo è una piccola piazzetta tipicamente medievale, raggiungibile da quattro stretti vicoli. Oltre ad ospitare l'omonima chiesa (descritta più in alto), in essa la tradizione individua l'esatta collocazione del centro geografico della penisola italiana (Umbilicus Italiae). Per ricordarlo sono presenti un monumento (realizzato nel 2001 e chiamato scherzosamente "la caciotta" per la sua forma circolare e bassa che ricorda una forma di formaggio) e una targa.
Arco di Bonifacio VIII o Arco del Vescovo
Scavalca via Cintia appoggiandosi al Palazzo Vescovile, fu fatto costruire da Papa Bonifacio VIII nel 1298, dopo aver assistito terrorizzato ad un terremoto che colpì la città.
Altri archi medievali
Le vie del centro storico di Rieti sono disseminate di archi medievali; tra gli altri si ricordano quelli di Santa Lucia (XIII secolo), del Seminario e di via del Forno.
Zona dei Pozzi
La zona di via dei Pozzi è caratterizzata da un tessuto urbanistico tipico della città medievale, con stretti vicoli e archi.
"Pincetto"
Il "pincetto" è una rampa che collega piazza Oberdan con via Centuroni, così chiamata per l'analogia con quella del Pincio di Roma.

Musei di Rieti

Si compone di una sezione storico-artistica, collocata a Palazzo Comunale, e di una sezione archeologica, collocata a breve distanza nell'ex monastero di Santa Lucia. Tra le principali opere conservate ci sono: una Ebe di Antonio Canova (1815), un polittico di Luca di Tommè (1370), varie opere di Antoniazzo Romano tra cui la Madonna del Latte (la più antica a lui attribuita, 1464), il trittico Crocifissione di Zanino di Pietro e varie opere dei reatini Antonio Gherardi, Carlo Cesi e Antonino Calcagnadoro (a cui è dedicata un'intera sala); nella sezione archeologica sono esposte sculture, monete, oreficeria ed oggetti di epoca preistorica, etrusca, ellenistica e romana, tra cui si ricorda un'urna a capanna dell'età del ferro proveniente dalla necropoli di Campo Reatino.
Museo diocesano dei beni ecclesiastici
È un percorso museale costituito dal Museo del Tesoro del Duomo (ospitato nel battistero della Cattedrale), un museo di suppellettili liturgiche (situato in ambienti adiacenti alla Cripta della Cattedrale), un lapidario (collocato nel vestibolo che dalla cripta conduce al Palazzo Vescovile), e dalla Pinacoteca Diocesana (allestita nel salone delle udienze del Palazzo Vescovile).

Monumenti di Rieti

Monumento nazionale alla Lira
In Piazza Cavour si trova un monumento dedicato alla lira italiana, inaugurato il 1º marzo 2003 all'indomani dell'introduzione dell'Euro. Realizzata con la fusione di 2 200 000 monete da 200 lire presso le Fonderie Caggiati di Parma, disegno di Daniela Fusco, l'opera rappresenta l'Italia turrita che sostiene una grande moneta da una Lira, mentre su uno dei tanti drappi che l'avvolgono è impressa la scritta "L'Italia per la Lira". La faccia anteriore della moneta riporta l'incisione della Lira coniata nel 1951, mentre il retro originariamente corrispondeva a quella della moneta da una lira emessa nel 1861, ma fu sostituito nel 2008 e oggi la statua tiene fra le mani una moneta con i dritti della prima e dell'ultima Lira coniata. La statua è rivolta verso il Ponte Romano, mentre su un lato scorre un piccolo rivolo d'acqua che simboleggia il fiume Velino, il simbolo della ricchezza di Rieti e della sua provincia: l'acqua. Rieti fu scelta per la collocazione del monumento per il suo valore simbolico, dato che il capoluogo sabino è storicamente riconosciuto come il centro della penisola.
Monumento ai Caduti
Il monumento ai Caduti, opera dello scultore Giuseppe Inghilleri e di Giuseppe Calcagnadoro, si trova in piazza Mazzini e rappresenta la figura della Vittoria che sostiene un eroe di guerra colpito a morte. È stato inaugurato insieme al palazzo degli studi (liceo classico/istituto magistrale) il 13 giugno 1926.

Aree naturali di Rieti

Nel territorio comunale di Rieti rientra buona parte del monte Terminillo (2216 m s.l.m.), terza vetta più alta del Lazio, che è una destinazione molto frequentata durante la stagione invernale. Migliaia di persone, provenienti da tutta la regione, sfruttano la stagione sciistica per apprezzare le bellezze della montagna, usufruendo dei numerosi alberghi presenti. Tuttavia il numero dei turisti è fortemente diminuito nel corso degli ultimi trent'anni, principalmente a causa di un'impiantistica obsoleta e invariata da decenni, e per la mancanza di collegamenti rapidi con le altre città. Le grandi folle di turisti, soprattutto romani, regolarmente presenti negli anni sessanta e settanta (tanto da far valere al Terminillo il soprannome di "Montagna di Roma"), si sono progressivamente riversate sulle vicine montagne abruzzesi, meglio attrezzate e collegate a Roma dall'autostrada A24. Oggi si sta cercando di ridare slancio alla montagna, ne è un esempio la realizzazione dell'illuminazione di un tratto delle piste da fondo il quale può così essere utilizzato anche in notturna, e dell'ammodernamento di alcuni impianti. La montagna comunque non offre attrazioni solo per gli amanti dello sci: infatti anche d'estate si presta per escursioni lungo i percorsi segnati del CAI.
Piana Reatina
La pianura dove sorge Rieti è un'area prevalentemente coltivata e ancora scarsamente antropizzata. Circondata dal Terminillo e dai monti Sabini, offre un pittoresco paesaggio composto da campi coltivati a mais o girasoli, casali rurali e corsi d'acqua. Nella bella stagione molti reatini si recano, per passeggiare o per fare sport, lungo le molte strade poderali che la percorrono o nella ciclovia della Conca Reatina.
Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile
All'interno della Piana Reatina si trova anche la riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, che dista circa 7 km dal capoluogo e si estende per 3200 ettari, divisi tra il territorio di Rieti e dei comuni limitrofi. Al suo interno si trovano il Lago Lungo e il Lago di Ripasottile, gli unici bacini d'acqua naturali rimasti dopo il prosciugamento dell'antico Lago Velino, intorno ai quali si estende una zona umida dominata dai canneti; nella riserva si possono osservare germani, gallinelle, aironi e altri uccelli migratori.
Cammino di Francesco
È il cammino di pellegrinaggio che si snoda nella Piana Reatina e ripercorre i passi di San Francesco d'Assisi nella Valle Santa toccando i quattro santuari francescani (Greccio, La Foresta, Fonte ColomboPoggio Bustone) e altri luoghi simbolo del francescanesimo. È una proposta valida sia nel campo del turismo religioso che nel campo naturalistico. Il percorso, lungo circa 80 km, è diviso in otto tappe e tocca anche il centro di Rieti. Dal 2003 è stato attrezzato con cartelli e indicazioni che permettono ai viaggiatori di orientarsi lungo il tragitto, e inoltre è stato creato un attestato chiamato “Passaporto”, conferito a tutti coloro che si sottopongono al viaggio, che documenta l'effettivo compimento del percorso, da timbrare ad ogni tappa.
Fiume Velino
Il fiume Velino attraversa la città e delimita il centro storico a sud, separandolo dal quartiere Borgo, e un tempo costituiva insieme alla cinta muraria la sua difesa naturale. Mantiene ancora oggi buona parte della limpidezza che lo ha sempre caratterizzato, tanto che persino il tratto cittadino è abitato da oche e germani reali, regolarmente visibili anche nei tratti più centrali del fiume. A Rieti sono pochi i viali lungofiume, ragion per cui le sponde del Velino hanno un aspetto "verde" e non urbanizzato. La sponda sinistra del fiume (quella meridionale) oggi è interamente seguita da un sentiero ciclopedonale, meta di coloro che amano correre all'aperto o semplicemente fare passeggiate a piedi o in bicicletta, che forma una specie di parco urbano e nel suo primo tratto è attrezzato con panchine ed attrezzi ginnici (cosiddetta "Giorlandina"). Il Velino è attraversato da sette ponti, da ovest a est: "Ponte di ferro" (stradale e ferroviario), ponte ciclopedonale del Campo Scuola, Ponte Giovanni XXIII, Ponte Romano, ponte ciclopedonale tra piazza San Francesco-piazza Cavour, e Ponte Cavallotti.
Fonte Cottorella
Le sorgenti di Fonte Cottorella si trovano circa un chilometro a sud della città; da queste fonti sgorga un'acqua oligominerale. Attorno alle sorgenti si trova un'area verde con panchine e tavoli, nonché uno stabilimento termale e un ristorante.
Colle della Foresta
Il colle della Foresta (600 metri s.l.m.) è un'altura che si trova a nord-est della città, rappresenta l'estrema propaggine meridionale dei monti Reatini, e si interpone tra i quartieri Micioccoli e Campoloniano. La sua sommità si raggiunge percorrendo per circa quattro chilometri la strada provinciale n. 7; su di esso si trova la frazione di Castelfranco e il santuario di Santa Maria della Foresta. Diversi sentieri, soprattutto nei pressi del santuario, permettono di immergersi nella fitta vegetazione che lo ricopre. Sul colle si trovano anche un ristorante e un golf club.
Colle San Mauro
Colle San Mauro (530 metri s.l.m.) è situato ad est del centro storico e a sud del quartiere Villa Reatina. Percorrendo la strada che vi conduce per 400 metri, a partire dalla centralissima Porta D'Arci, si trova una pineta attrezzata come parco urbano, con tavoli da picnic, e poche centinaia di metri più avanti un belvedere, da dove si gode di un ottimo panorama del centro storico della città. Sul colle si trovano inoltre il convento dei frati Cappuccini e la Villa Potenziani (oggi albergo). La vegetazione comprende lecci, abeti e pini d'aleppo.
Parchi cittadini
Tra i parchi pubblici comunali, il principale è il parco "vittime 6 aprile 2009" in via Liberato di Benedetto (esteso per due ettari e mezzo), dove si tiene ogni anno la Festa dello studente. Più piccoli (intorno a un ettaro) il parco "6 giugno 1944" di Campomoro, il parco "Coriandolo" di Madonna del Cuore (dove si tiene annualmente il Rieti Sport Festival) e il "Paul Harris" di Micioccoli.

Rieti | Origine del nome

Il nome della città di Rieti deriva da Reate, l'antico nome latino della città.

Una prima versione vuole che il nome derivi da Rea Silvia, madre di Romolo e Remo, fatta seppellire viva proprio a Rieti, per mano dello lo zio Amulio, furioso per il voto di castità infranto dalla nipote.

Questa interpretazione sottolinea il ruolo della città come "madre di Roma", un ruolo più volte attribuitogli dalla leggenda (il ratto delle Sabine riconduce la discendenza di gran parte del popolo romano alla stirpe Sabina), ma anche dalla storia (sono certi infatti l'influenza e i frequenti rapporti tra i Romani e i Sabini, popolo molto potente già prima della fondazione di Roma, che espresse due tra i suoi sette re).

Una seconda versione vuole che il nome di Reate derivi invece da Rea, madre di tutti gli dei e moglie di Crono.

Un'altra versione vuole che il nome derivi dalla radice greca reo (che significa "scorrere"), con evidente riferimento all'acqua, ricchezza antica del territorio reatino, e allo scomparso Lago Velino che ne ha condizionato la storia e lo sviluppo.

L'intervento pacificatore delle donne Sabine durante il Ratto delle Sabine
L'intervento pacificatore delle donne Sabine durante il Ratto delle Sabine

Rieti | La Storia

L'antica Reate sorse all'inizio dell'età del ferro, intorno al IX-VIII secolo a.C.

Probabilmente in origine le terre intorno a Rieti furono abitate dagli umbri, per essere poi conquistate dal popolo mitologico degli Aborigeni, presso i quali Rieti assunse particolare importanza dopo che vi si rifugiarono gli abitanti di Lista, e dopo ancora conquistata dai Sabini che, come suggeriscono i ritrovamenti archeologici, arrivarono fino ai territori vicini al Tevere.

I primi contatti con Roma non hanno contorni definiti, anche se è certo che tra Romani e Sabini avvenne una compenetrazione e che da un certo momento i Sabini si insediarono sul colle Quirinale, contribuendo notevolmente alla crescita ed al rafforzamento di Roma.

La leggenda del ratto delle Sabine fa risalire i rapporti tra i due popoli immediatamente dopo la fondazione di Roma, quando Romolo, in cerca di alleanze e di donne con cui popolare la città, rapì con l'inganno le donne dei Sabini scatenando la guerra fra Roma e i popoli vicini, dei quali solo i Sabini rimanevano invincibili.
La battaglia del lago Curzio fu interrotta solo quando le donne rapite si gettarono fra le armi dei contendenti, imponendo la tregua fra Romolo e Tito Tazio e la nascita di una collaborazione fra i due popoli.
Secondo una versione più prettamente storica, fu la continua ricerca di pascoli di pianura che spinse i Sabini a premere sul territorio di Roma e ad insediarsi sul Quirinale.

Ad ogni modo i Sabini, annoverati nella tribù romana dei Tities, espressero due Re di Roma (Numa PompilioeAnco Marzio) e diedero origine ad alcune tra le gens romane più antiche (Curtia, Pompilia, Marcia, Claudia, Valeria e Hostilia).

Nonostante coabitassero all'interno delle stesse mura, nel corso dei secoli rimasero forti i contrasti tra Romani e Sabini, e sono numerose le guerre ed azioni militari degli uni contro gli altri.

Dopo numerosi conflitti, la Sabina fu definitivamente assoggettata a Roma nel 290 a.C. per opera del console Manio Curio Dentato.
Ampi territori nella pianura di Reate e Amiternum furono confiscati e distribuiti ai romani; alla popolazione Sabina fu offerta la cittadinanza romana senza diritto di voto, ma già nel 268 a.C. gli fu concessa la cittadinanza romana con l'inclusione in due nuove tribù, la Quirina e la Velina.

Al console Manio Curio Dentato si deve anche la bonifica dell'antico lacus Velinus, operata facendo confluire le acque nel vicino fiume Nera e dando così vita alla cascata delle Marmore, che permise la coltivazione su un'ampia pianura fertile.

La conquista romana vide una trasformazione urbana della città, con la costruzione del Ponte Romano e del viadotto, corrispondente all'attuale via Roma, con cui la Via Salaria superava il fiume Velino e la successiva zona paludosa salendo fino al foro (attuale piazza Vittorio Emanuele II).

Nel corso del tempo molte furono le antiche famiglie sabine che ascesero al successo nella città di Roma e ne seguirono le sorti.
Tra queste va menzionata la Gens Flavia, il cui esponente più noto, l'Imperatore Tito Flavio Vespasiano, diede inizio alla costruzione del Colosseo, o "Anfiteatro Flavio", a Roma.
Viene inoltre sovente ricordato con l'appellativo "il Reatino" il poeta e scrittore romano Marco Terenzio Varrone, nato a Rieti nel 116 a.C. a cui occasionalmente si è fatto riferimento quale "padre della Romana erudizione".

Il processo di cristianizzazione del territorio reatino fu avviato da San Prosdocimo nel I secolo, mentre la diocesi di Rieti fu fondata nel V secolo.

Rieti nel Medioevo

In seguito alla caduta dell'impero romano, nel VI secolo Rieti vide l'arrivo dei Longobardi, che nel 568 avevano fatto il loro ingresso nella penisola. Barbari e pagani, ebbero ben presto a convertirsi al cristianesimo per mezzo dell'opera dei monaci benedettini della vicina Abbazia di Farfa.

Nel 592 d.C. la Sabina divenne parte del Ducato di Spoleto e Rieti fu sede di un gastaldato.

Dopo il saccheggio dei saraceni, avvenuto durante il X secolo, la città fu ricostruita.

Nel 1151 la città fu assediata, presa per fame e poi distrutta da Ruggero II il Normanno.

Divenne libero comune nel 1171 e si schierò sul fronte guelfo, sottoponendosi alla protezione papale.

Il 23 agosto 1185 si celebrò a Rieti il matrimonio fra Costanza d'Altavilla ed Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa e futuro imperatore, alla presenza della sola sposa (Enrico era trattenuto in Germania per i funerali della madre).

Il matrimonio fu ripetuto a Milano il 27 gennaio 1186; Rieti fu scelta per il valore simbolico e politico che aveva l'approvazione da parte della Chiesa nella prima città oltre i confini del Regno di Sicilia incontrata da Costanza nel percorso da Palermo a Milano, che percorreva accompagnata da un fastoso corteo di principi e baroni.

Tutto il XIII secolo fu un periodo di splendore e prosperità economica per la città di Rieti, che fu spesso eletta a sede papale: nell'arco di un secolo vi risiedettero i papi Innocenzo III (1198), Onorio III (nel 1219 e nel 1225), Gregorio IX (nel 1227, nel 1232 e nel 1234), Niccolò IV (tra il 1288 ed il 1289) e Bonifacio VIII (nel 1298).

Questo periodo di splendore coincise, del resto, con la presenza di San Francesco d'Assisi, che dimostrò di apprezzare molto i luoghi della Piana Reatina (per questo motivo nota anche come Valle Santa) e vi soggiornò più volte: la prima probabilmente nel 1209, poi una lunga permanenza nel 1223 e un'altra dall'autunno 1225 all'aprile 1226, poco prima della morte.

Durante questi soggiorni fondò i quattro santuari di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fonte Colombo ed ebbero luogo la realizzazione del primo presepe vivente, ancor oggi simbolo mondiale della cristianità, la stesura della Regola definitiva dell'ordine francescano e (probabilmente) la composizione del Cantico delle creature.

A seguito dello sdegno del popolo durante il giovedì Santo del 1228 e di successive minacce, i cittadini romani costrinsero Papa Gregorio IX a fuggire da Roma, dandogli tuttavia un salvacondotto per Rieti.

La vicenda fa capo alla questione relativa alla scomunica inflitta a Federico II di Svevia per il continuo rinvio della crociata già promessa a Papa Onorio III.

Il 13 luglio 1234, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, papa Gregorio IX canonizzò san Domenico, fondatore dell'ordine domenicano.

Il 29 maggio 1289 Carlo II d'Angiò, figlio e successore di Carlo I d'Angiò, venne incoronato nella cattedrale reatina Re di Sicilia e di Gerusalemme da Papa Nicolò IV.

Durante la cattività avignonese Rieti fu conquistata dal re di Napoli e imperversarono lotte tra guelfi e ghibellini, di cui le potenti casate romane (tra tutte quella degli Orsini) approfittarono per costituire un dominio feudale sul territorio.

Il dominio dei nobili romani fu fermato da una spedizione del cardinale Albornoz nel 1354, che precedette il definitivo rientro del Papa a Roma nel 1377.

Nel 1378 Rieti si diede in signoria a Cecco Alfani, la cui famiglia dominò fino al 1425.

Rieti nell'età moderna

Il XVI secolo si caratterizzò per l'emergere di grandi proprietari terrieri quali i Vincentini, i Vecchiarelli, i Potenziani, che, usufruendo della fertile pianura reatina ancora in corso di bonifica, diedero vita spesso ad aziende agrarie.
La Piana Reatina fu nota, nel XVIII secolo, per la quantità di guado presente nel territorio lacustre, che servì a tingere di blu le divise delle truppe napoleoniche.

Tra il 1798 e il 1799, durante la Repubblica Romana, Rieti fu capoluogo di distretto ed insieme ai distretti di Foligno e Spoleto era parte del Dipartimento del Clitunno (capoluogo Spoleto).

All'annessione dello Stato Pontificio nel Regno d'Italia da parte dell'impero napoleonico (1809), Rieti fu inserita nel Dipartimento di Roma e nel 1812 fu fatta capo di un arrondissement.

In seguito alla restaurazione, nel 1816 papa Pio VII divise lo Stato della Chiesa in 17 delegazioni, dove Rieti era capoluogo della Delegazione di Rieti (delegazione di 3ª classe, la meno importante) con sedi di governi distrettuali a Rieti e Poggio Mirteto.

Nel 1850 Pio IX accorpò le delegazioni in cinque grandi legazioni; quella di Rieti, insieme a Perugia e Spoleto, entrò a far parte della III Legazione dell'Umbria con capoluogo Perugia.

Grazie anche alla sua posizione strategica, al confine tra stato Pontificio e regno delle Due Sicilie, la città di Rieti fu molto attiva durante il risorgimento.

Il 7 marzo 1821 la battaglia di Rieti-Antrodoco, considerata la prima del risorgimento, vide la sconfitta dei carbonari di Guglielmo Pepe per opera degli austriaci guidati dal generale Johann M. Von Frimont, che ebbe il riconoscimento del titolo di Principe di Antrodoco dal Re Ferdinando I per la vittoria.

Nella breve durata della Repubblica Romana tre reatini ed un mirtense (Francesco Battistini, Giuseppe Maffei, Mario Simeoni e Ippolito Vicentini) fecero parte dell'assemblea costituente, mentre Giuseppe Garibaldi, insieme alla moglie Anita, fu a Rieti per quasi tre mesi, dal 29 gennaio al 13 aprile 1849, per presidiare i confini con il Regno delle Due Sicilie.

Il generale alloggiò nel palazzo dei marchesi Colelli e requisì il Palazzo Vescovile per adibirlo a dormitorio della sua "Legione Romana".

Alla sua ripartenza fu seguito da numerosi volontari che si unirono alla legione, tra cui i giovani reatini Michele Paolessi e Carlo Tosi che persero la vita nell'assedio di Roma.

Rieti (RI)
Rieti (RI)

L'unità d'Italia

Alla vigilia dell'unità d'Italia, gli accordi presi da Cavour sul piano internazionale avrebbero previsto la permanenza di Rieti nelle mani del pontefice, ma i reatini riuscirono ad ottenere lo scorporo del loro territorio dal Patrimonio di san Pietro, e quindi la possibilità di decidere immediatamente l'adesione al Regno d'Italia (a differenza di altri territori pontifici come Viterbo, che dovette attendere la breccia di Porta Pia per farne parte).
Di conseguenza, il 23 settembre 1860, in una Rieti tappezzata di bandiere tricolori fece ingresso l'esercito italiano, composto da due reggimenti di granatieri che accompagnavano il Regio Commissario per la Provincia di Rieti, il conte Oreste Biancoli di Bagnocavallo; il 3 e il 4 novembre si tenne una consultazione plebiscitaria che decretò l'annessione con 1963 voti a favore, 3 contrari e 4 schede nulle.
Rieti e la Sabina furono poi testimoni della campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma (1867): il 23 ottobre di quell'anno, mentre si recava a Roma con l'intenzione di liberarla, Garibaldi fu a Rieti per una seconda volta, e alla battaglia di Mentana presero parte ottanta volontari reatini, tra i quali persero la vita Pietro Boschi ed Ettore Lucandri.
Tre anni dopo, nella breccia di Porta Pia cadde il reatino Domenico Martini.

Nel Regno d'Italia la città divenne capoluogo del circondario di Rieti, che entrò a far parte della provincia di Perugia insieme a Terni ed al resto dell'Umbria; rimasero insoddisfatte le richieste di vedere riuniti i territori di Rieti e Cittaducale in una provincia della Sabina con Rieti capoluogo.

Le vicende di questo periodo portarono a profondi mutamenti socio-economici, ma il ruolo della città rimase marginale.

Alla figura di Giacinto Vincenti Mareri si deve un tentativo di rinnovamento, tramite la fondazione di un'azienda agraria aperta a nuovi tipi di colture e la fondazione della Cassa di Risparmio di Rieti nel 1846.

Degno di menzione è anche il principe Giovanni Potenziani, che seguendo l'esempio del Vincenti Mareri avviò la coltivazione della barbabietola da zucchero.

A questa pianta rimarrà legata per moto tempo la città e così la sua l'industria: nel 1873 fu inaugurato lo zuccherificio di Rieti, il primo in Italia, che dal 1887 grazie ad Emilio Maraini iniziò a produrre su scala nazionale.

Grazie agli studi di Nazareno Strampelli, all'inizio del Novecento a Rieti vennero realizzate varietà di grano ad alta produttività e resistenti a fattori ambientali ostili.

Dalla costituzione della provincia di Rieti in poi

Nel 1923 il territorio di Rieti fu scorporato dall'Umbria ed inserito nella provincia di Roma; tramite il Regio Decreto n° 1 del 2 gennaio 1927, il governo fascista istituì 17 nuove province tra cui la provincia di Rieti, unendo il territorio del circondario di Rieti a quello dell'ex circondario di Cittaducale (precedentemente parte della provincia di Aquila degli Abruzzi) allo scopo di ricreare la regione storica della Sabina.
Il ruolo di capoluogo della città fu ulteriormente rafforzato l'anno successivo, quando i comuni di Contigliano, Cantalice, Poggio Fidoni e Vazia furono soppressi e aggregati al comune di Rieti; solo nel dopoguerra i primi due torneranno ad essere comuni indipendenti.

La promozione a capoluogo di provincia permise alla città di dar vita a un processo di crescita più efficace.

Il definitivo passaggio ad un'economia di tipo industriale fu segnato dalla Supertessile, un grande stabilimento per la produzione della seta artificiale che impiegava migliaia di lavoratori (impiantato dal barone Alberto Fassini e successivamente acquisito da SNIA Viscosa).

L'arrivo della Supertessile rese Rieti uno dei maggiori centri manifatturieri del Lazio, grazie anche all'indotto che favorì l'impianto di nuove industrie (come la Montecatini) e alla di poco successiva realizzazione dell'aeroporto di Rieti (che favorì la nascita dell'industria aeronautica ORLA).

Gli avvenimenti più importanti della seconda guerra mondiale furono il bombardamento alleato del 19 novembre 1943 (nel quale rimasero seriamente danneggiati gli impianti industriali di viale Maraini, la stazione ferroviaria e l'aeroporto), l'eccidio delle Fosse Reatine avvenuto il 9 aprile 1944 e il bombardamento del quartiere Borgo del 6 giugno 1944 che causò numerose vittime e rase al suolo parte del rione.
Il 12 e il 13 giugno 1944 i tedeschi fecero saltare numerosi edifici (tra cui Porta Cintia, il ponte romano ricostruito nel 1939) e ne danneggiarono altri (l'aeroporto, lo Zuccherificio e gli altri stabilimenti industriali), saccheggiarono la città e si ritirarono.
Il 16 giugno 1944 la città venne liberata con l'ingresso dell'esercito inglese.

A partire dagli anni sessanta una spinta ulteriore verso la crescita industriale si ebbe con la nascita del nucleo industriale di Rieti-Cittaducale, grazie anche ai contributi della Cassa del Mezzogiorno.

Tuttavia in seguito, complici l'interruzione dei finanziamenti dell'ente pubblico e la mancanza di collegamenti veloci, le industrie sono andate incontro ad una crisi che dura ancor oggi.

La chiusura di molte aziende, inoltre, ha posto al centro del dibattito politico l'esigenza della bonifica e riqualificazione delle ex aree industriali (su tutte quelle dello zuccherificio e della Supertessile, ormai inglobate nel tessuto urbano per effetto dell'espansione edilizia).

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