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Velletri
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Indirizzo:
Via Goffredo Mameli, 6, 00049 Velletri RM, Italia
Descrizione:

Velletri è il paese più grande dei Castelli Romani, assolutamente da visitare, magari durante uno delle sagre e degli eventi tipici organizzanti nel borgo.

Apprezzato centro vinicolo, meta di turismo culturale e di villeggiatura, Velletri offre ai suoi visitatori interessanti percorsi turistici e escursionistici.

Il borgo di Velletri è ricco di chiese, palazzi e un circuito museale davvero interessante: nel Museo Archeologico si può ammirare il famoso Sarcofago delle Fatiche di Ercole del II secolo d.C., riccamente decorato.

Antichissima città dei Volsci (Velester, e Velitrae in latino) e già autorevole al tempo di Anco Marzio (lo storico greco Dionigi d'Alicarnasso la definisce ἐπιφανής - epiphanés), Velletri è una delle più importanti città dei Colli Albani e anticamente considerata la più "illustre" dei Castelli Romani.

Durante il Medioevo e tutto il Rinascimento Velletri era un centro culturale veramente attivo.

Nel XVII secolo iniziarono a sorgere diverse accademie letterarie, fondate da eruditi e umanisti, che si riunivano nelle sale di qualche palazzo nobiliare. Vennero fondate l'Accademia degli Affaticati, quella degli Erranti, degli Estinti, dei Gonfiatori, dei Riaccesi, dei Sollevati, e degli Innominati.

Particolare era poi l'Accademia degli Incogniti, che si riuniva nei locali del seminario vescovile.

Nel 1755 Clemente Erminio Borgia e Domenico Antonio Cardinali, entrambi velletrani, fondarono la Società letteraria Volsca Veliterna . Gli Atti di questa Società, editi alcuni anni dopo la fondazione, sono conservati nel fondo Antico della Biblioteca "Oreste Nardini" e rappresentano un'importante fonte storica e letteraria su Velletri.

Velletri era poi una delle tappe del Gran Tour d'Italia: tappa obbligata tra Roma e Napoli, attirava molti viaggiatori per le ricchezze delle sue collezioni museali e per le sue bellezze naturalistiche ed architettoniche.

Velletri
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Dove dormire a Velletri (RM) e dintorni

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Velletri | Eventi, tradizioni & Folklore

La cucina velletrana è fortemente influenzata sia dalla cucina romana che da quella laziale in genere, ed i piatti principali sono: il carciofo alla matticella; le fettuccine al bastone, gli gnocchi alla velletrana, la zuppa di cavoli con baccalà, la panzanella alla velletrana, i polli in porchetta, la zuppa di fagioli con cotiche, sempre accompagnati dal vino Velletri DOP.

Il tutto è ovviamente accompagnato da vino locale, istituito a Denominazione di Origine Controllata nel 1972, distinguibile in varie categorie, dal Velletri bianco al Velletri rosso riserva.

 

    • Festa patronale di San Clemente il 23 novembre.

 

    • Festa patronale di Santa Maria delle Grazie

 

    • La Pasquella del 5 gennaio. Si tratta di un canto augurale portato dalle diverse squadre di pasquellari alle famiglie veliterne, un augurio che copre la famiglia da quel momento all'avvento della pasqua.

 

    • Palio delle Decarcie, sfida in cui cavalieri in rappresentanza delle contrade cittadine (le Decarcie) si contendevano l’aggiudicazione del Palio. Sfilate in costumi d’epoca rinascimentale per le strade del centro storico, spettacoli di sbandieratori, giochi di strada e cene a tema sono ogni anno i protagonisti dell’evento.

 

    • La Festa dell’Uva e dei Vini – è dal 1930 che ogni anno nell’ultimo weekend di settembre si festeggia e si celebra il Vino di Qualità; atteso appuntamento per tutto il territorio veliterno e non solo, la Festa è accompagnata da musica, balli folkloristici e naturalmente degustazione di specialità enogastronomiche locali.

 

    • La Festa delle Camelie – solitamente si svolge nel terzo weekend del mese di marzo la festa dedicata a questi bellissimi fiori coltivati con grande successo nel territorio di Velletri, che possiede il microclima ed il terreno vulcanico necessari per lo sviluppo ottimale di queste piante. Presso il parco comunale, vivaisti provenienti da tutta Italia espongono piante e fiori, le strade vengono addobbate e sono presenti stands che propongono prodotti enogastronomici locali.

 

    • Sagra del Carciofo alla Matticella – nel mese di maggio si festeggia in paese una ricorrenza dedicata al celebre piatto, di tradizione centenaria, di cui è stato richiesto l’inserimento nell’elenco dei Prodotti Tradizionali, ed il riconoscimento del marchio europeo di Specialità Tradizionale Garantita. Durante le celebrazioni, alla cottura dei carciofi romaneschi su di una brace prodotta da tralci di vite raccolti in fascetti (matticelle) si accompagnano musiche, canti e degustazione del vino locale.

 

    • Sagra Di Sant'antonio Abate - Sagra Della Polenta E Dei Zampitti (Gennaio)

 

    • Estate Velletrana – durante il periodo estivo viene stilato un calendario ricco di eventi con rassegne musicali, kermesse di cabaret, incontri letterari ed attività artistiche e culturali.

       

 

Festa dell'Uva e dei Vini a Velletri
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Che cosa vedere a Velletri | Monumenti e luoghi d'interesse

 

Velletri | Architetture religiose

 

 

 

 

 

    • Basilica Cattedrale di San Clemente

 

    • Chiesa di Santa Maria del Trivio

 

    • Chiesa del Santissimo Salvatore

 

    • Chiesa di San Michele Arcangelo

 

 

    • Chiesa di Sant'Antonio da Padova

 

    • Ex Chiesa e convento di San Francesco d'Assisi

 

    • Chiesa di San Lorenzo

 

    • Chiesa dei Santissimi Pietro e Bartolomeo

 

    • Chiesa di Santa Chiara d'Assisi

 

    • Chiesa di Santa Teresa

 

    • Chiesa di Sant'Antonio Abate

 

    • Chiesa di San Crispino

 

    • Resti della chiesa della SS. Concezione detta della Coroncina

 

    • Chiesa di San Silvestro

 

    • Chiesa della Madonna della Neve

 

    • Oratorio di Santa Maria del Sangue

 

    • Chiesa della Santissima Trinità

 

    • Chiesa di Sant'Apollonia

 

    • Chiesa di San Giovanni in Plagis

 

    • Chiesa di San Giovanni Battista

 

    • Chiesa di Santa Maria dell'Orto

 

    • Chiesa di Santa Maria degli Angeli

 

    • Chiesa della Santa Croce del Monte Calvario

 

    • Chiesa di Santo Stefano

 

    • Chiesa Santa Maria del Carmine

 

    • Chiesa della Madonna del Rosario

 

    • Chiesa Regina Pacis

 

 

Velletri | Architetture civili

 

 

    • Palazzo Comunale; l'edificazione di una nuova sede per ospitare la sede dei Priori della Comunità di Velletri venne votata dal Consiglio Maggiore con delibera del 12 ottobre 1572. La prima pietra del nuovo edificio, concepito in maniera monumentale, venne posata il 26 gennaio 1575. Completato nel 1590, in realtà gli interventi sulla struttura si protrassero fino al 1720. Distrutto nel 1944, il palazzo è stato ricostruito, in seguito al conflitto mondiale, sostanzialmente fedele al progetto originario.

 

 

    • Palazzo Ginnetti; costruito dal cardinal Marzio Ginnetti alla metà del XVII secolo, era famoso per la loggia arcata del cortile interno e per il vasto parco. La sua decadenza, iniziata nel 1744 quando vi si stanziarono le truppe napoletane e Carlo III di Borbone in margine della battaglia di Velletri, è cessata con la parziale distruzione causata dai bombardamenti anglo-americani del 1944 e la sua seguente totale demolizione nel dopoguerra per far posto a due palazzi moderni. Questione che a distanza di tanti anni ancora provoca nella popolazione amarezza e dubbi. Di esso resta oggi soltanto il parco adibito a giardino pubblico col nome di Villa Ginnetti.

 

    • Palazzo Toruzzi.

 

    • Palazzo Borgia.

 

    • Palazzo Alfonsi.

 

    • Palazzetto Corsini.

 

    • Palazzo Romani.

 

    • Palazzo Filippi.

 

    • Palazzo Vescovile.

 

    • Palazzo De Bonis.

 

    • Convento di San Francesco, dopo l'unità d'Italia Caserma G. Garibaldi (oggi conosciuto come Casermaccia).

 

    • Villa Bernabei (restituita alla città nel 2011 ed utilizzata dal Comune a scopi culturali)

 

    • Torre del Trivio

 

Torre del Trivio - Velletri
Torre del Trivio - Velletri

 

Velletri | Architetture militari

 

Velletri fin dall'età volsca venne cinta di poderose mura, rase tuttavia al suolo nel 338 a.C. per punizione dopo la definitiva conquista romana e la riduzione della città allo status di colonia agraria.

 

In età antica, le mura non vennero più ricostruite.

 

Nel Medioevo, la città venne cinta di poderose mura castellane, nelle quali si aprivano originariamente otto porte: porta Furia, porta del Pontone, porta Santa Martinella (poi inglobata nel Convento del Carmine), Portella, porta Santa Lucia, porta San Giovanni in Plagis, porta Romana e porta Napoletana.

Nel XVI secolo venne riedificata e rafforzata la cerchia muraria, con la chiusura di alcune porte ed il mantenimento solo di tre varchi: porta Santa Lucia, porta Napoletana e porta Romana.

Porta Napoletana venne edificata nel 1511 da manovalanze di provenienza lombarda, ed impressiona per la sua mole e per la sua vetustà, che colpì tra gli altri Gaetano Moroni.

Nel 1596 la Congregazione del Buon Governo fece scrivere su una parete della porta l'avviso "Si paga gabella".

Questo accesso fortificato non venne smantellato nel corso del XIX secolo né in età successiva, ed è sopravvissuto pressoché incolume fino ai giorni nostri: attualmente ospita la sede locale dell'AIS (Associazione Italiana Sommelier).

Porta Romana invece ricostruita in forme monumentali nel 1573 su progetto di Jacopo Barozzi da Vignola, meglio noto come il Vignola, assieme al bastione vicino.

Tuttavia, nel corso dei lavori di ampliamento della via Appia, la porta è stata distrutta e in suo luogo venne realizzato prima il blocco di porta Romana, un posto di dogana, e poi l'attuale piazza Giuseppe Garibaldi.

Porta Napoletana - Velletri (via Appia)
Porta Napoletana - Velletri (via Appia)

Velletri | Fontane

Numerose sono le fontane pubbliche a Velletri, alcune delle quali monumentali.

Sono servite tutte dall'acquedotto comunale, realizzato nel XVII secolo dall'ingegnere Giovanni Fontana, che parte dalle selve della Faiola presso Monte Artemisio seguendo un tracciato tortuoso e un percorso ingegnoso.

L'acquedotto, distrutto nell'ultimo tratto durante i fatti bellici del 1744, venne riattivato dall'ingegner Girolamo Romani con lavori eseguiti tra il 1842 ed il 1845.

Tra le fontane vanno menzionate:

 

    • Fontana di piazza Giuseppe Garibaldi; venne realizzata al termine del lavori per l'acquedotto del Simbrivio e si trova al centro della piazza;

 

    • Fontana monumentale di Piazza Cairoli; edificata nel 1622 con progetto dell'architetto Giovanni Battista Rainaldi e manodopera dello scalpellino Pasquale Desideri. Andava a sostituirsi ad un'altra fontana, posta dal lato opposto, iniziata nel 1618 per il progetto dell'architetto Massimiliano Bruni e mai compiuta, tanto che venne rasa al suolo;

 

    • Fontana monumentale di piazza Giuseppe Mazzini; realizzata nel 1612 su un progetto dell'architetto Massimiliano Bruni e con la manodopera di Angelo Pellegrini. Interventi sostanziosi vi vennero fatti dal punto di vista architettonico nel 1623, da parte di Giovanni Battista Rainaldi, nel 1684, e nel 1755 da parte dell'architetto Nicola Giansimoni. La fontana, in travertino, raffigura scene mitologiche;

 

    • Fontana di Piazza Caduti sul Lavoro; realizzata anch'essa nel XVII secolo, prendeva originariamente nome di fonte di San Giacomo;

 

 

Velletri | Siti archeologici

Dell'antica Velitrae, città dei Volsci e poi colonia romana, restano diversi reperti, raccolti parte in sito nel Museo Civico Archeologico e nel Museo Diocesano, parte in vari musei italiani ed esteri.

In età romana esistevano a Velitrae templi pagani dedicati ad Apollo, Ercole, Marte.

Il Nibby ipotizza anche la presenza di una basilica civile, attestata da un brandello di iscrizione murata in una casa sull'attuale piazza Caduti del Lavoro.

È stata attestata l'esistenza in Velitrae di un anfiteatro romano, la cui presenza oltre che in un'iscrizione rinvenuta nel 1565 è provata da una curva nel tessuto viario nell'area adiacente al Palazzo Comunale.

Nel 1784, nell'ambito di lavori nella chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco (Area Archeologica delle Stimmate), venne rinvenuta scavando la nota lamina bronzea di Velletri, di fabbricazione volsca, e 16 lastre di rivestimento, di provenienza etrusca, appartenenti ad un tempio etrusco-italico del VI secolo a.C.

Tutto il materiale è conservato al Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

Fuori dall'abitato, nelle campagne in località San Cesareo è stato identificato il sito della Villa degli Ottavi, residenza sub-urbana della gens Ottavia e di Ottaviano Augusto, nonché unica villa romana del territorio veliterno che sia stata sottoposta a scavi metodici in occasione del bimillenario augusteo.

Nel 1930 l'archeologo Giuseppe Lugli mise in luce un battistero cristiano ricavato da un ambiente termale con condutture d'acqua e resti di un monastero medioevale.

Della grandiosa villa, costruita su tre terrazzamenti in tre diversi periodi (repubblicano, imperiale e cristiano), non rimane alcuna traccia mentre è ancora in buone condizioni la cisterna di età repubblicana.

Infatti la zona, nonostante il vincolo, è stata lottizzata per cui la cisterna è oggi inglobata in un’abitazione privata e non accessibile.

Particolarità di questa cisterna di età repubblicana a tre navate della dimensione di 15,05 x 13,20, sono i pilastri che sostengono archi ogivali a sesto molto acuto, unico esempio conosciuto della loro utilizzazione nel mondo romano.

L'ultima testimonianza della decorazione della villa era un mosaico sul quale è stato collocato un palo dell'ENEL.

L'area attualmente appartiene a privati.

Un'altra cisterna romana esiste in località Capanna Murata e prende nome di Cisterna di Centocolonne poiché sorretta da 32 pilastri disposti su quattro file.

Situata lungo il tracciato dell’Appia antica, fino al 1982 sembrava isolata nella campagna e non se ne capiva la funzione.

Quell’anno (nonostante il vincolo archeologico apposto sull’area) il terreno su cui è ubicata è stato oggetto di uno sbanco edilizio che, oltre a sfondare la volta della monumentale costruzione, ha messo in luce resti di una villa, solo in parte interessata dal successivo sondaggio di scavo promosso dalla Soprintendenza.

Ancora una cisterna romana, delle dimensioni di 25,80 x 11,60 m, è stata trovata in località Civitana, su un terrazzo artificiale di dimensioni 120 x 120 m, a ridosso dell'antica via Appia.

Velletri
Velletri

Velletri | Aree naturali

 

 

 

    • Parco di Villa Ginnetti: villa storica della città di Velletri, era l'antico giardino del distrutto Palazzo Ginnetti. L'imponente edificio della famiglia Ginnetti, che dominava l'antistante Piazza Cairoli ed era arricchito al retro dall'enorme giardino, è stato distrutto durante la seconda guerra mondiale. È rimasta soltanto l'area verde, impreziosita dal cancello monumentale della villa stessa. Ristrutturata nel 2008 è punto d'incontro dei giovani e luogo di eventi culturali, oltre ad essere museo a cielo aperto con l'esposizione di alcuni ruderi della persa villa a cavallo tra le aree verdi. Centro pulsante di eventi cittadini di prim'ordine quali la festa dell'uva e quella delle Camelie, è dotata di una vasta area pianeggiante per concerti ed iniziative.

 

    • Parco Muratori: secondo parco cittadino per estensione, si trova immerso nel centro urbano periferico e dispone di un largo parcheggio. A pochi metri è situato il distaccamento dell'Università della Tuscia di Viterbo. Anch'esso ristrutturato nel 2008, è stato dotato di una grossa area coperta al centro del parco dove hanno luogo iniziative culturali.

 

    • Giardini Comunali di via Metabo: situati in vicinanza della Basilica di S.Clemente, sono abituale ritrovo di bambini e famiglie dell'area Sud del centro cittadino. Arredati con fontane, panchine, aiuole e giochi per bambini rappresentano un'area preziosa

 

    • Giardinetti di Piazza Martiri di Pratolungo: in posizione strategica tra il corso della Repubblica e le vie interne, sono corredati da una fontana e da aiuole con panchine. Recentemente costruiti (negli anni duemila) sono punto di ritrovo abituale per molte famiglie che decidono di passare in pieno centro le proprie giornate.

 

    • Parco S.Maria dell'Orto: in posizione periferica rispetto agli altri parchi cittadini, annovera una delle più antiche fonti di acqua pubblica di Velletri. Utilizzato per feste e aperto al pubblico quotidianamente, dispone di un bar, una pista di pattinaggio pubblica e di servizi igienici. Teatro delle iniziative annuali del "Velletri blues", eventi musicali che richiamano pubblico da tutti i Castelli Romani.

 

    • Giardini Comunali del Ponte Rosso: in posizione sottostante alla via Appia, sono uno dei polmoni verdi più suggestivi della città. Da qualche anno sede dello Skate Park, rappresentano un ritrovo per i giovani del luogo e per i residenti della zona Nord di Velletri.

 

    • Villa di Viale Marconi (ex villa romana): costruita sulle rovine della vecchia villa romana che si vocifera sia appartenuta ad Ottaviano Augusto, il giardino di Viale Marconi è una delle aree verdi più imponenti della città. A due passi dalla stazione ferroviaria di Velletri nei mesi estivi ospitail "Marconi Village", appuntamento fisso dell'estate veliterna con stand e musica nell'arco di tempo da luglio a settembre. Dotata di una pista di pattinaggio pubblica.

 

    • Giardinetti di Piazzale Donatori del Sangue (o Belvedere)

 

    • Villa Comunale di Piazza Garibaldi (con busto di Giuseppe Garibaldi): area verde ad inizio corso della Repubblica, tristemente famosa per il busto in bronzo di Giuseppe Garibaldi trafugato da ignoti. Nel 2010 è stato ri-installato il monumento all'eroe dei due mondi, e la villa è stata oggetto di restyling con l'installazione di nuovi arredi urbani.

 

    • Monumento ai Caduti: situato in posizione sopraelevata, è chiuso al pubblico e visibile soltanto dall'esterno. È dotato di giardini ornamentali che fanno da contorno alle incisioni dei nomi dei caduti durante la seconda guerra mondiale. Annualmente, in occasione dell'anniversario del bombardamento su Velletri del 22 gennaio 1944, avvengono le celebrazioni di autorità e superstiti per commemorare i caduti.

 

    • Giardini del Centro Culturale Amministrativo: costruiti insieme al Centro Culturale Amministrativo, volgarmente detto "Ciammellone", sono dotati di panchine e aree verdi che abbracciano l'area della zona 167 e del quartiere S. Biagio.

 

 

I Musei di Velletri nel cinquecentesco Palazzo comunale e nel chiostro della Cattedrale di San Clemente

I Musei di Velletri (Museo Civico Archeologico Oreste Nardini, Museo Civico di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani e Museo Diocesano) recentemente costituitisi in Sistema Museale Urbano: un articolato itinerario di visita all'interno del quale si ricompongono le tappe fondamentali della storia e della cultura cittadina.

Palazzo Comunale Velletri - Musei Civici
Palazzo Comunale di Velletri - Musei Civici

Palazzo Comunale - Musei di Velletri

Ad ospitare il Museo è l'imponente Palazzo Comunale alle cui vicende sono in un certo senso collegate quelle del Museo stesso.

Iniziato nel 1575 da Giacomo della Porta su disegno del Vignola ed impostato sui resti di un edificio romano, il Palazzo ha sempre presentato in corso d'opera numerosi problemi, mai risolti del tutto, che hanno comportato restauri e consolidamenti della struttura sia prima che venisse completato, ad opera dell'architetto Filippo Barigioni nel 1720, sia dopo.

Colpito dai bombardamenti dell’ultima guerra, il Palazzo fu ricostruito secondo l’originario progetto del Vignola.

Eretto su pianta rettangolare senza cortile, presenta caratteristiche architettoniche sobrie ed eleganti ed un impianto planimetrico molto semplice; due grandi scaloni ne organizzano la suddivisione spaziale a partire dal piano rialzato, per tre piani, mentre il piano seminterrato è indipendente, con accesso dall’esterno sulla facciata retrostante.

A partire dal Dicembre 2003 sono stati annessi al Museo gli spazi adiacenti dell'ala Sud-Est del seminterrato del Palazzo Comunale: alla collezione archeologica, che occupa l'ala Sud-Ovest, si è aggiunto così nella nuova ala il secondo Museo Civico dedicato alla Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani.

Il Palazzo Comunale assieme a quello dei Conservatori e al Tempietto del Sangue delimita la piazza civica, anticamente detta” Piazza di Corte”, di impronta rinascimentale.

Museo Geopaleontologico di Velletri

Il Museo Geopaleontologico di Velletri, collocato nell'ala sud-est del Palazzo Comunale, condivide con il museo archeologico "O. Nardini" l'ampio e luminoso ingresso, la biglietteria e la sala accoglienza.

Il museo, inaugurato nel dicembre 2007, si trova nell’ala est dello storico Palazzo comunale.

Articolato in cinque sezioni (geologia, paleontologia, antropologia, preistoria e protostoria) distribuite su due piani, apre uno squarcio sul passato più remoto del territorio raccontandone la formazione, l’evoluzione e il popolamento dai primordi alla fine dell’Età del Bronzo (1000 a.C.) attraverso la ricca selezione di reperti archeologici composti di fossili, ceramiche e industria litica.

L’allestimento interattivo si avvale di filmati e scenografiche ambientazioni.

L’apparato didattico affianca ai tradizionali pannelli un percorso parallelo di lettura per i più piccoli, costituito da pannelli iconografici posizionati ad altezza di bambino in cui il Vulcano Laziale, elemento cardine nella storia del territorio, fa da mascotte-guida raccontando il percorso con immagini colorate e un linguaggio semplice e divertente.

Il percorso è articolato su due livelli (per una superficie di circa cinquecento metri quadrati) e in cinque sezioni attraverso cui è possibile seguire i principali eventi che hanno caratterizzato la storia più remota del territorio dei Colli Albani, le trasformazioni che il paesaggio, il mondo animale e vegetale hanno subito per arrivare a come oggi noi li osserviamo e li viviamo.

Rivolto ad un pubblico eterogeneo, diverso per età, lingua, formazione e cultura, questo museo utilizza vari strumenti comunicativi, affiancando ai materiali esposti e ai classici pannelli descrittivi italiano/inglese ricostruzioni, exhibits, "pannelli cassettonati", filmati e scenografiche ambientazioni.

Il Museo vuole favorire nel visitatore l’uso combinato di tutti i sensi percettivi: egli può vedere, ascoltare, e toccare, coinvolto e soprattutto incuriosito da un’ esperienza da ricordare e raccontare, che si spera susciti in lui interessi più profondi da coltivare poi in altre sedi.

Si predilige in verità il senso tattile, sia per dar modo anche ai visitatori non vedenti di effettuare un viaggio attraverso le origini del territorio, sia per lasciare a ciascuno il ricordo di un museo “sperimentato” e non “subìto”.

In un allestimento marcatamente didattico come quello proposto, che ove possibile favorisce l’interattività con il visitatore, argomenti molto complessi sono spiegati con la presentazione dei materiali paleontologici e archeologici, con un apparato esplicativo-fotografico particolarmente ricco che illustra le varie attività sul campo (ricognizioni, analisi degli affioramenti geologici, scavi archeologici e illustrazioni delle analisi di laboratorio) e con l’ausilio di uno speciale strumento didattico, l'Itinerario Bimbi, un percorso illustrato per i visitatori più giovani.

Il racconto della nascita dei Colli Albani ha inizio nella sezione dedicata alla Geologia, nell’atmosfera irreale creata dai supporti audiovisivi, con l’espediente scenico del “condotto di fuoco” che catapulta il visitatore oltre cinquecentomila anni indietro, nel bel mezzo di un’eruzione vulcanica.

Prosegue attraverso un affascinante ed articolato percorso contraddistinto da "pannelli cassettonati", dal plastico della piattaforma carbonatica (ricostruzione del territorio laziale di oltre 140 milioni di anni fa) e da quello del Vulcano Laziale.

La fossilizzazione, invece, è il primo tema affrontato nella sezione di Paleontologia, il punto di partenza per indagare più a fondo la vita del passato attraverso una ricca raccolta di fossili, un plastico con i dinosauri, i calchi delle loro impronte ed un filmato sulla nascita e l’evoluzione della vita nel territorio prima della comparsa dell’uomo.

La successiva sezione di Antropologia esamina le spinte biologiche e ambientali che hanno portato alla comparsa dell’uomo e le tappe principali della sua evoluzione.

Di grande impatto per immediatezza e forza espressiva risulta l’installazione artistica che con sei sagome in legno dipinte a mano, di grandezza naturale, illustra la variazione delle forme, della postura, e della mole del corpo, dai primati a Homo sapiens nel corso di 3 milioni di anni.

I cambiamenti che hanno caratterizzato il lungo cammino dell’uomo, dal Paleolitico inferiore al Neolitico sono rappresentati nella sezione di Preistoria, attraverso numerose testimonianze di vita quotidiana (strumenti in pietra e materiali ceramici), diversi diorami e la scenografica ricostruzione di una grotta in cui il visitatore può entrare a contatto diretto con l’ambiente e le abitudini dell’uomo del Paleolitico.

La sezione di Protostoria illustra infine, i diversi tipi di organizzazione sociale ed economica in atto nell’area dei Colli Albani, nel periodo dal Bronzo antico all’età del Ferro, presentando testimonianze materiali, la ricostruzione di un rogo funebre e l’interno di una capanna in cui è possibile entrare, interagire con i materiali esposti e assistere a brevi filmati sull'argomento.

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Storia della Collezione Geopaleontologica

Una serie di ricognizioni sistematiche svolte da ricercatori dell’Università di "Tor Vergata" e recenti ritrovamenti della Soprintendenza Archeologica per il Lazio hanno aiutato a comprendere nuovi elementi del passato del territorio dei Colli Albani fino ad oggi poco rappresentati al pubblico.

Tali aspetti (la formazione del Vulcano Laziale, i giacimenti fossiliferi, i cambiamenti climatici, la presenza umana nel Paleolitico medio, la nascita della complessità sociale e la formazione della città in epoca protostorica) non erano di certo sconosciuti, ma mancavano molti documenti materiali (oggetti, strutture, studi scientifici) e un’organica recensione che li comprendesse complessivamente.

L’assegnazione al Museo di nuovi locali, insieme alle recenti acquisizioni paleontologiche e archeologiche, nonché a una cospicua donazione di fossili lo hanno consentito determinando nel 2005 la creazione di un nuovo percorso museale.

Senza interferire con l'adiacente museo archeologico esso si muove su aspetti del sapere più problematici e lontani di quelli legati alla cultura classica, secondo due principi ispiratori: da una parte il rigore scientifico nella raccolta e nello studio dei materiali, dall’altra lo spirito didattico sempre più presente in una struttura preposta alla formazione e allo stimolo delle menti.

Oggi i Musei Civici sono costituiti da due distinti itinerari: quello archeologico nell’ala ovest che accoglie l’antica raccolta, quello di geopalentologia e preistoria nell’ala est che espone nuovi materiali e importanti raccolte della Soprintendenza Archeologica per il Lazio.

Nelle prime sezioni al piano terra sono esposti diversi minerali e la raccolta di fossili; la sezione di Preistoria accoglie invece i più recenti ritrovamenti provenienti dal versante esterno sud-occidentale della caldera del Vulcano Laziale (Genzano - Velletri), da cui provengono pietre lavorate e abbandonate dai gruppi di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico che si spostavano nel territorio in cerca di selvaggina, acqua e di ogni altra fonte possibile di sostentamento.

Una grande vetrina espone anche punte, raschiatoi e coltelli a dorso che dimostrano l'elevata abilità dell'uomo di Neanderthal, e l'industria litica di Homo sapiens.

La sezione di Protostoria espone infine materiali provenienti da alcuni insediamenti dell'età del Bronzo e, soprattutto, diversi corredi provenienti da ampie necropoli recentemente ritrovate intorno agli antichi centri che nell'età del Ferro sorgevano nell'area dei Colli Albani.

Urne a capanna, oggetti legati alla cerimonia del banchetto funebre, alla distribuzione del vino (anfore, brocche, coppe, tripodi) e alla ripartizione della carne (coltelli, spiedi, ciotole), nonché oggetti di ornamento e gioielli sono i diversi reperti delle importanti raccolte della Soprintendenza.

Percorso Museo Geopaleontologico di Velletri

La visita si configura come una emozionante immersione nel passato più remoto dell'area dei Colli Albani, dalle origini (diverse centinaia di milioni di anni fa) all’età del Ferro (IX-VII sec. a.C.).

Il percorso si articola in cinque sezioni, su due piani: al piano terra sono allestite le sale della Geologia, Paleontologia e Antropologia, a quello superiore le sezioni di Preistoria e Protostoria.

L’allestimento, che favorisce l’interattività con il visitatore, spiega fenomeni svoltisi su vasta scala e in tempi lunghissimi mediante la mostra di materiali paleontologici e archeologici, l’ausilio di riproduzioni, calchi, filmati e plastici ricostruttivi, come quello del Vulcano Laziale della sezione di Geologia e quello dei dinosauri della sala di Paleontologia.

La stessa conformazione degli ambienti a disposizione per le cinque sezioni e la conseguente organizzazione spaziale hanno determinato ingegnose soluzioni allestitive, e stimolanti ricostruzioni che aiutano la comprensione di fenomeni svoltisi su vasta scala in tempi lunghissimi.

Così la presenza di un lungo corridoio all’inizio dell’itinerario ha suggerito e portato alla creazione di un “condotto di fuoco” con le suggestioni, i suoni e le immagini tridimensionali di un’eruzione che, dalle viscere del vulcano, proietta il visitatore nelle ere più lontane delle prime sale espositive.

La realizzazione della macchina espositiva si basa su di un sistema strutturale ricorrente, formato da vetrine in cristallo di varie dimensioni, plastici e diorami eseguiti con materiali atti ad evidenziare ed esaltare le raccolte, senza però ostruire la visione d'insieme del grande ambiente che ospita il percorso.

Dal momento che l'attività vulcanica ha inciso profondamente sul paesaggio dei Colli Albani, il “viaggio” inizia proprio dal mondo dei vulcani, anche se la storia di questo territorio comincia molti milioni di anni prima, come raccontato poi nei successivi ambienti espositivi.

Museo Archeologico di Velletri

Sarcofago di Velletri o Sarcofago delle Fatiche di Ercole. Museo Archeologico Oreste Nardini
Sarcofago di Velletri o Sarcofago delle Fatiche di Ercole. Museo Archeologico Oreste Nardini

Il Museo viene inaugurato nel 1920 e, sotto la direzione dell’ingegner Oreste Nardini, Ispettore Onorario ai monumenti e agli scavi di Velletri, diviene un’istituzione viva, in continua crescita grazie alla sua costante e appassionata ricerca sia dei reperti che della relativa documentazione scientifica.

Dopo le perdite e le dispersioni dell’ultima guerra nel 1955, sotto la direzione di Ferruccio Tata Nardini, la raccolta si arricchisce di uno dei suoi reperti più preziosi: il monumentale “Sarcofago di Velletri” o "Sarcofago delle fatiche di Ercole", riacquistando nuovo prestigio.

Dopo un lungo periodo di chiusura, nel Giugno del 1982, la struttura viene riaperta con un nuovo allestimento scientifico ma, per alterne vicende, continuano a susseguirsi periodi di chiusura e riapertura finché, nel 1992, il Comune, assegnando all’istituzione museale l’organico minimo richiesto dalla Regione Lazio, assicura stabilmente la gestione e pubblica fruizione delle raccolte.

Nel 1998 viene avviato un nuovo intervento di ristrutturazione e ampliamento, finanziato dalla Regione Lazio e completato nel 2001, grazie al quale la struttura museale viene adeguata alle più recenti normative in materia di sicurezza, conservazione e valorizzazione.

Si arricchisce anche di una biblioteca specializzata, di un laboratorio di restauro, due depositi, una sala conferenze e diversi uffici, rinnovando nel contempo l’allestimento delle raccolte e i criteri espositivi.

Nel 2001, in occasione di quest’ultima riapertura, il Museo viene anche intitolato ad Oreste Nardini, vero nume tutelare delle antichità veliterne.

Il Museo è inserito nell’Organizzazione Museale Regionale e costituisce con l'altro museo civico dedicato alla Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani e con il museo Diocesano il Sistema Museale Urbano di Velletri.

Dal 2004 è stato insignito del “Marchio di Qualità” in quanto “costituisce un punto di eccellenza nell’organizzazione museale regionale”, riconoscimento che da allora gli viene riconfermato ogni anno.

Il museo presenta un allestimento distribuito su due piani, secondo un ordinamento cronologico e tematico volto alla ricomposizione del quadro storico – evolutivo (ambientale ed umano) dell’area veliterna.

Interessanti soluzioni allestitive rafforzano la leggibilità di alcune opere, come per le lastre delle S.S. Stimmate, o ne raccontano la funzione originaria, come per gli ex voto disposti a ricreare una favissa. Di grande effetto esplicativo è anche la ricostruzione di una sepoltura preistorica e quella di un colombario.

Al piano terra, il percorso espositivo sopra descritto è preceduto da due piccole sezioni che sviluppano altre due tematiche, diverse tra loro: quella della conservazione dei beni culturali e quella dedicata alle collezioni veliterne, dal sec. XVII ad oggi.

In questa seconda sezione, nel panorama generale delle diverse raccolte presenti a Velletri dal passato ad oggi (Collezione Ginnetti e Borgia, Museo Diocesano e Museo Civico), è data ampia visibilità, nell’apposito pannello, al ricchissimo e antico patrimonio artistico ancora oggi conservato al Museo Diocesano di Velletri, nell’ottica di una più completa conoscenza del patrimonio culturale della città, ma anche di una promozione congiunta dell’altra realtà museale cittadina.

Storia della collezione archeologica di Velletri

Il Museo espone tutte opere archeologiche provenienti dal territorio di Velletri e zone limitrofe.

Vanto della raccolta è senza dubbio il Sarcofago delle Fatiche di Ercole, noto anche alla letteratura archeologica internazionale con il nome di Sarcofago di Velletri. Sicuramente tra le opere più significative dell’arte romana, questo monumentale sarcofago, del II sec. d.C., è divenuto ormai, l’emblema del patrimonio archeologico della Città di Velletri.

La raccolta è costituita preminentemente da: materiali lapidei (cippi, sculture, urne funerarie, epigrafi) e materiali fittili (lastre architettoniche, votivi, instrumentum domesticum) che vanno dal periodo preistorico a quello altomedievale.

Tra le opere più rilevanti, oltre al già citato sarcofago romano, meritano particolare menzione: la Lastra dell’Orante, una lastra sepolcrale cristiana di IV secolo d.C. con scene dal Vecchio e Nuovo Testamento, e le cosiddette Terrecotte Volsche, lastre fittili di rivestimento rinvenute nel 1910 nell’area delle S.S. Stimmate.

Il primo nucleo collezionistico del museo proviene dalla località “Fosso del Metabo” e risale agli anni 1881. Di anno in anno, la collezione si arricchì in seguito a vari ritrovamenti, donazioni e acquisti da parte del Comune e, nel 1920, sotto la direzione dell’Ing. Oreste Nardini, Ispettore Onorario ai Monumenti e agli Scavi di Velletri, il museo venne inaugurato e si trasformò presto in una realtà viva, in costante crescita.

L’ultima guerra causò gravi perdite e danneggiamenti anche alla collezione, che riacquistò importanza e prestigio solo nel 1955, grazie al ritrovamento dello straordinario sarcofago in marmo pario del II secolo d. C. con la raffigurazione delle fatiche di Ercole.

Nel 1980 la Soprintendenza Archeologica per il Lazio recuperò a Velletri, in località “Civitana”, un altro grande sarcofago romano della seconda metà del III sec. d.C., oggi esposto al Museo nella Sala Sarcofagi.

Ancora una volta donazioni e nuove acquisizioni arricchiscono nel 2003 le raccolte.

Estremamente interessante per la storia del territorio è la donazione Pellegrini, un nucleo di centosettanta frammenti di lastre “Campana” provenienti dalla località di Madonna degli Angeli, dove la tradizione colloca la Villa degli Ottavi in cui il futuro imperatore Cesare Ottaviano Augusto trascorse l’infanzia.

Percorso del Museo Archeologico di Velletri

Il percorso espositivo si snoda su due piani (il pianterreno e la zona soppalcata), in dodici sezioni e nella luce artificiale di vetrine e faretti che, nella completa oscutità delle sale (tinte in azzurro al piano terra e in ocra al piano sovrastante), pone in risalto le opere e conferisce agli ambienti una nota scenografica.

Ha come chiave di lettura l'origine collezionistica della raccolta e la nascita del museo nel periodo post-unitario, epoca in cui gli Ispettori Onorari svolsero gratuitamente un ruolo chiave per la tutela del territorio nazionale.

Emerge l'attività dei tre Ispettori Onorari che operarono a Velletri e, in particolare, di Oreste Nardini a cui è intitolato il Museo.

Esiste un duplice itinerario didattico.

Il primo, rivolto a un pubblico adulto, è costituito da pannelli bilingui in cui sia i caratteri, sia la veste grafica, sia le citazioni testuali poste in apertura a ciascuno di essi rimandano allo stesso periodo storico e ai giornali deell'epoca, riportando fedelmente notizie , scoperte e commenti dell'archeologia locale del tempo.

Il secondo, ideato per i bambini, propone gli stessi temi in maniera più semplice e accattivante, con illustrazioni, giochi e quesiti che stimolano l'attenzione e la curiosità.

L'abbattimento delle barriere architettoniche rende il Museo accessibile a tutti sia al piano terra che a quello soppalcato.

VelletriVelletri (RM) 8

 

La storia di Velletri è ricca e molto antica; notizie sulla cittadina risalgono al periodo dei Volsci.

L’antica Velitrae subì l’influenza degli Etruschi, come risulta dalle numerose terrecotte e da iscrizioni lasciate sul territori.

Dopo aver combattuto contro Roma, venne sottomessa nel 338 a.C. da Furio Camillo, il quale ne fece abbattere le mura, ricostruite solo nell’ VIII secolo a difesa dei Saraceni.

Velletri fu dunque municipium romano e combatté contro Pirro ed Annibale.

Poi visse un periodo di splendore e tranquillità, fin quando la pax romana venne interrotta dai Goti di Alarico con l’invasione del 410.

Divenuta nei secoli dimora di campagna di aristocratici ed imperatori, diede i natali alla Gens Octavia, da cui discende l’Imperatore Ottaviano Augusto.

Secondo la tradizione la sua cristianizzazione si ebbe grazie ad un religioso che poi nell’ 88 divenne Papa con il nome di Clemente I e che per tale motivo è oggi patrono della città.

Nel corso degli anni la cittadina acquistò sempre più importanza, intrattenendo ottimi rapporti con lo Stato Pontificio.

Nel 1088 il conclave di Terracina elesse Papa Oddone di Lagery, Vescovo di Velletri, che prese il nome di Urbano II e promosse la Prima Crociata.

Nel corso del XIII secolo Velletri fu amministrata in forma di Repubblica.

Nel 1298 papa Bonifacio VIII, che prima di divenire Papa era stato Podestà di Velletri, liberò la città da ogni soggezione alla Provincia Pontificia di Campagna e Marittima, rendendo di fatto la città praticamente indipendente.

Nel 1408 venne conquistata da Ladislao I D’Angiò, re di Napoli, che però conservò l’indipendenza della cittadina.

Nel Cinquecento entrò a far parte del patrimonio ecclesiastico. In quegli stessi anni (nel 1514) Raffaello, in visita a Velletri, dipinse la Madonna della Seggiola, ispirato da una giovane del luogo.

Nel 1527 venne saccheggiata dai Lanzichenecchi, reduci dal celebre Sacco di Roma.

Dopo questo episodio, si può considerare cessato il periodo dell’indipendenza politica di Velletri: nel 1559 infatti il Papa impose a Velletri il governo anche civile del Cardinale Vescovo, il primo dei quali fu Giovanni Pietro Carafa, poi papa Paolo IV.

Nel 1744 venne combattuta nella cittadina la celebre e distruttiva battaglia di Velletri: gli austriaci di Maria Teresa di Asburgo, ed i borbonici del re Carlo di Borbone, si scontrarono sul suolo castellano, con la vittoria dell’esercito napoletano.

Le tracce del combattimento rimasero a lungo sul territorio, gli edifici bombardati e le innumerevoli vittime segnarono aspramente la storia del paese.

Nel 1798, il Generale Michele Pezza, detto Fra Diavolo, con le sue bande di rivoltosi si alleò con gli abitanti di Velletri contro i francesi. Velletri proclamò la Repubblica.

Nel 1849 ebbe luogo nel territorio velletrano una storica battaglia campale: le truppe della Repubblica Romana comandate da Garibaldi affrontarono e sconfissero Ferdinando II di Borbone, che tentava di avvicinarsi a Roma.

Qualche anno dopo, lo stesso Generale, richiese la cittadinanza velletrana ed il figlio Menotti Garibaldi vi si stabilì ricoprendo cariche amministrative.

Nel 1866 Pio IX inaugurò la ferrovia Roma-Velletri, la terza linea ferroviaria dello Stato Pontificio e una delle prime in Italia.

Questo giovò non poco alla crescita della cittadina, anche dopo il passaggio al Regno d’Italia del settembre 1870 e l’accorpamento alla Provincia di Roma.

Nel 1885 sorse il primo istituto bancario in senso moderno, la Cassa di Risparmio di Velletri; nel 1882 si tenne a Velletri una Fiera Enologica e in quegli stessi anni nasceva la nota Cantina Sperimentale.

Nel 1913 arrivarono a Velletri le Tramvie dei Castelli Romani, che collegavano la cittadina direttamente a Roma e agli altri Castelli Romani e che rimasero in funzione, su questa tratta, fino al 1953.

Il secondo conflitto mondiale segnò la distruzione di gran parte della cittadina che, posizionata sulla direttrice che conduceva le truppe alleate da Anzio a Roma, venne duramente bombardata.

Nel 2005, per la quattordicesima volta, è salito al soglio pontificio un Vescovo della diocesi di Velletri: il Cardinale Joseph Ratzinger, divenuto Papa con il nome di Benedetto XVI.

Per approfondire:

L’antica cittadella laziale, grazie alla riscoperta dei monumenti del suo florido passato, venne a costituire, tra XVII e XVIII secolo, un centro di studi antiquari d’eccellenza: Velletri antiquaria d’eccellenza

Una città complicata, complessa, intricata, posta a circa 350 metri su un colle di formazione lavica a forma di scudo: esito di una storia che si è dipanata nel tempo facendo di questi luoghi, alternativamente, centro di poteri e spazi di abbandono e di distruzione, incrocio di popolazioni e di conflitti; una città, in cui risiedono attualmente più di 50 mila abitanti, su un territorio di circa 113 kmq che molti ritengono improprio considerare come uno dei castelli romani: Velletri complicata, complessa, intricata

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