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L'Auditorium Parco della Musica è un complesso multifunzionale di Roma progettato da Renzo Piano e realizzato per ospitare eventi musicali e culturali di varie tipologie.
L'Auditorium Parco della Musica si trova tra i quartieri Parioli e Flaminio, precisamente al Villaggio Olimpico.
Fu inaugurato il 21 aprile 2002 con l'apertura della Sala Sinopoli; il 21 dicembre dello stesso anno fu poi aperto il resto del complesso e inaugurata la Sala Grande (intitolata a Santa Cecilia), con un concerto dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Myung-Whun Chung.
Nel 2020, a seguito di una mozione del comune di Roma, viene proposta l'intitolazione dell'Auditorium ad Ennio Morricone.
Auditorium Parco della Musica | Descrizione
Si sviluppa su un'area di 55000 m² nel quartiere Parioli, tra la Villa Glori, la collina dei Parioli e il Villaggio Olimpico, ed è stato progettato dall'architetto italiano Renzo Piano.
Oltre alle tre sale da concerto la struttura comprende anche il Teatro Studio, tre diversi studi di registrazione, e il foyer (che in realtà è l'atrio comune alle sale).
Sono stati aperti un bar, un bar-caffetteria e (con accesso anche alla strada) un bar-ristorante e una grande libreria.
Il complesso ospita anche gli uffici della Fondazione Musica per Roma, che gestisce la struttura, e dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della quale è sede principale.
L'Auditorium è infatti dal 2003 la sede stabile della Stagione Concertistica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia - che ospita all'interno della struttura anche la propria Bibliomediateca e il Museo degli Strumenti Musicali - e della programmazione della Fondazione Musica per Roma, che comprende eventi multidisciplinari, concerti di musica rock, pop, jazz, contemporanea, lirica, elettronica e etnica, rassegne di teatro, danza, circo, letteratura e poesia, mostre, incontri con gli autori, festival di scienze e del libro e le stagioni delle quattro orchestre residenti dedicate al jazz, alla musica contemporanea e alla musica popolare.
Dal 2006, l'auditorium ospita anche la Festa del Cinema di Roma.
Nel corso del 2016, all'interno dell'Auditorium Parco della Musica, sono stati effettuati dalla sola Fondazione Musica per Roma 608 eventi, esclusi gli appuntamenti di natura congressuale, per un incasso di 9.702.260 euro (+3% rispetto al 2015, record storico per l'Auditorium Parco della Musica).
Sempre nel 2016, sono stati 287.109 i biglietti venduti I frequentatori totali del Parco della Musica nel 2014 sono stati calcolati in più di 2 milioni, confermandolo come prima struttura culturale europea per numero di visitatori e come seconda al mondo dopo il Lincoln Center di New York.
Dove dormire in zona Auditorium Parco della Musica
Auditorium Parco della Musica | L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è una delle più antiche istituzioni musicali al mondo.
Inizialmente creata come congregazione di musici, nel corso dei secoli è divenuta una Accademia internazionalmente acclamata per la sua importanza, con un corpo accademico costituito da 70 membri effettivi e 30 onorari, nel quale figurano i maggiori musicisti italiani e stranieri, ed un'Orchestra e un Coro sinfonici noti e apprezzati in tutto il mondo.
All'attività concertistica si affiancano un'attività di promozione della cultura e del patrimonio musicale e una tradizione didattica di altissimo livello con corsi di perfezionamento tenuti dai migliori solisti.
Dal 1998 è diventata Fondazione. L'attuale Presidente-Sovrintendente è Michele dall'Ongaro, il Direttore Musicale Antonio Pappano.
Auditorium Parco della Musica | La Fondazione Musica per Roma
La Fondazione Musica per Roma, con sede negli uffici dell'auditorium, è attualmente diretta dalla giornalista Claudia Mazzola (Presidente) e Daniele Pitteri (Amministratore delegato).
Nasce il 19 luglio 2004, cambiando la ragione sociale originaria di Società per azioni con la quale venne istituita nel 1999. Giuridicamente si tratta della prima trasformazione di una Spa in Fondazione consentita dalla riforma del nuovo diritto societario.
I soci fondatori sono il Comune di Roma, che ha conferito in concessione d'uso per 99 anni l'immobile Auditorium alla Fondazione, la Camera di Commercio, la Provincia di Roma e la Regione Lazio.
Auditorium Parco della Musica | Le sale
Le tre sale sono esternamente formate da una base in mattone e dalla sala vera e propria, rivestita esternamente con listelli in piombo. Le sale sono state così battezzate:
- Sala Santa Cecilia, in onore della patrona della musica, con 2756 posti a sedere;
- Sala Sinopoli, in onore al direttore d'orchestra Giuseppe Sinopoli, con 1133 posti;
- Sala Petrassi (già Sala Settecento), in onore al compositore contemporaneo Goffredo Petrassi, con 673 posti;
- Teatro Studio Borgna, in onore al assessore Gianni Borgna, con 308 posti.
A queste si aggiunge la cavea di 3000 posti, intitolata a Luciano Berio.
Auditorium Parco della Musica | Sala Santa Cecilia
Posta nel punto di maggior impatto visivo dal parcheggio della struttura, la Sala Santa Cecilia è la più grande delle tre, ma anche quella acusticamente più difficile da gestire.
È caratterizzata dalla vastità del palco e dall'innovativa soluzione per la copertura del soffitto, formato da 26 gusci in legno di ciliegio americano, ciascuno con una superficie media di 180 m².
L'intera sala assume funzione di vera e propria cassa armonica. Attorno al palco, compresa la parte posteriore, si sviluppa una galleria con ulteriori posti a sedere, forse non favoriti acusticamente.
Questa sala, espressamente progettata per la musica classica ma utilizzata anche per ospitare altri tipi di eventi, ha caratteristiche di riverberazione uniche in Italia, con un tempo di ritorno di 2,2 secondi per le dimensioni assolutamente fuori dal comune della struttura, e per l'effetto dei già citati gusci lignei che fungono da specchio acustico.
L'effetto prodotto consiste nella netta sensazione che l'intensità sonora diminuisca solo fino alla decima fila, oltre la quale sembra mantenersi costante.
Le motivazioni alla base di una simile scelta progettuale sono insite nella destinazione d'uso della sala che nelle intenzioni sarebbe dovuta essere impiegata unicamente per la musica classica, nella quale la sola pressione sonora a disposizione per raggiungere a un volume soddisfacente gli oltre 2.700 posti è quella fornita dallo strumento, da qui la necessità di centellinare ogni singolo metro di superficie per "far suonare" opportunamente la sala.
Auditorium Parco della Musica | Sala Sinopoli
Auditorium Parco della Musica | Sala Petrassi
La più piccola delle sale da concerto dell'auditorium di Roma è stata intitolata al maestro Goffredo Petrassi dopo la sua morte nel 2003.
All'epoca dell'inaugurazione era ancora nominata genericamente Sala Settecento dal numero di posti a sedere.
Appare verosimile che l'intenzione di dedicargli una delle sale dell'auditorium fosse già da tempo nell'animo degli amministratori capitolini.
Il maestro Petrassi, nonostante l'età avanzata, volle assistere all'inaugurazione, ed ebbe l'onore della prima assoluta nella Sala Sinopoli dell'Ouverture da Concerto per Orchestra da lui composta nel 1931.
Il repertorio a cui si dedica la Sala Petrassi è principalmente costituito da musica lirica, musica jazz, spettacoli di teatro, di danza, e proiezione di film.
Per assecondare le necessità teatrali è stata realizzata l'apposita fossa d'orchestra, oltre alle pareti laterali del palco semoventi, che permettono di ridurre le dimensioni del palco e ricavare spazio ai lati per l'ingresso in scena degli attori.
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Auditorium Parco della Musica | Biglietteria
Di mattina l’orario di apertura viene anticipato alle ore 10 per la vendita dei soli eventi programmati alle ore 11, ad esempio di Domenica.
Sempre consigliabile l'acquisto dei biglietti online per assicurarsi il proprio posto e non rimanere delusi. Di seguito il sito ufficiale per acquistarli:
Auditorium Parco della Musica | Infoline 0680241281
Call Center Zètema (Comune di Roma)
060608
Dall'estero
+39 0260060900
L'Auditorium Parco della Musica é a 1,5 km dal centro di Roma (Piazza di Spagna) ed é raggiungibile con i seguenti mezzi pubblici
Autobus
- 910, Capolinea Termini/Piazza Mancini
- 53, Capolinea Piazza Mancini/Largo Chigi
- 982, Capolinea V.le XVII Olimpiade/Stazione Quattro Venti
- 168, Capolinea L.go Maresciallo Diaz/Stazione Tiburtina
Tram
- 2, Capolinea P.le Flaminio/Piazza Mancini
Metropolitana
- Metro A fermata Flaminio poi tram 2 oppure Ferrovia Roma-Nord, fermata piazza Euclide.
Museo degli Strumenti Musicali (MUSA) | Auditorium Parco della Musica
Nella galleria espositiva sono visibili circa 130 strumenti e una cinquantina di accessori di liuteria ospitati nel laboratorio a vista dove lavorano i liutai responsabili della conservazione della collezione.
Il Museo degli strumenti musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia possiede una delle principali raccolte italiane. La collezione comprende più di cinquecento pezzi tra strumenti, accessori, oggetti e cimeli che testimoniano diverse culture musicali: cinque secoli di storia fra Europa, Asia e Africa, musica colta – antica e moderna – musiche popolari italiane, musiche etniche extraeuropee.
Il percorso del Museo degli Strumenti Musicali (MUSA) si snoda dagli strumenti a corde, a pizzico e ad arco, ai fiati, alle arpe, lire e salteri, fino agli strumenti a tastiera.
Il nucleo più importante della raccolta è rappresentato dagli strumenti della tradizione liutaria italiana dal XVII al XX secolo. Fra di essi spiccano – per qualità della fattura e importanza storica – il violino di Antonio Stradivari del 1690 detto “il Toscano”, costruito per il Granprincipe Ferdinando de’ Medici.
Vi è poi la viola di David Tecchler, liutaio di origine tedesca che lavorò a Roma nella prima metà del Settecento, costruendo alcuni tra i migliori strumenti di quel periodo.
È opera sua anche uno dei mandolini parte della collezione privata di strumenti della regina Margherita di Savoia, da lei lasciata in eredità all'Accademia.
Di particolare interesse sono anche alcuni esemplari di mandoloni romani ad opera di Gaspar Ferrari che ne è stato l’ideatore.
Uno strumento molto popolare nella Roma del XVIII secolo, ma ancora poco noto.
La collezione è ulteriormente arricchita dal prezioso lascito di Margherita di Savoia costituito dalla sua raccolta privata di strumenti a pizzico.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore nella conoscenza dei pezzi più preziosi e significativi della collezione.
Il dipanarsi di forme, materiali e colori nell’accostamento degli strumenti permette di cogliere appieno le somiglianze tecniche e strutturali di oggetti che appartengono a mondi musicali anche molto diversi tra loro.
In una visione multiculturale, le tradizioni si fondono senza perdere la propria identità, al contrario emergono e si distinguono attraverso il continuo e ravvicinato confronto.
Grazie anche all’ausilio di sistemi audiovisivi e postazioni multimediali e interattive, l’esposizione offre l’opportunità di approfondire la conoscenza della musica da diversi punti di vista.
Il museo organizza, inoltre, una nutrita serie di attività: visite guidate; laboratori educativi per bambini e adulti, scuole e privati; concerti a tema; conferenze e seminari, mostre.
Ingresso gratuito.
Si informa che in occasione di particolari eventi gli spazi espositivi potrebbero essere non accessibili al pubblico.
Museo Aristaios | Auditorium Parco della Musica "Ennio Morricone"
L'11 dicembre 2012 infatti la collezione Sinopoli è diventata Museo Aristaios.
La Sala del Peduncolo, uno spazio di oltre 300 mq all’interno dell' Auditorium Parco della Musica, accoglie ora in modo permanente le 161 opere acquistate dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo dagli eredi del Maestro Giuseppe Sinopoli, appassionato collezionista, archeologo oltre che medico e direttore d'orchestra.
Le opere esposte, importanti reperti di natura archeologica, si estendono da un periodo che va dalla ceramica minoica del 3200 a.C. ad opere d’arte provenienti dalla Magna Grecia del 300 a.C., testimoni di varie fasi di passaggio che hanno determinato la nascita e lo sviluppo delle diverse culture.
In esposizione al Museo Aristaios, in grandi teche trasparenti, esemplari della produzione minoica, micenea, geometrica, corinzia, laconica, greco - orientale, attica a figure nere e rosse, italiota a figure rosse e produzioni ceramiche indigene della Daunia (Apulia).
Inoltre, anche un vaso in marmo di produzione cicladica (3200-2700 a.C.), vasellame in bronzo etrusco e magno-greco e una serie cospicua di statuette prevalentemente votive, raffiguranti divinità e devoti, ma anche animali.
Di qualità eccezionale i reperti riferibili alla produzione attica: sono presenti opere dei principali pittori a figure nere, tra cui Lydos, il Pittore di Lysippides, esponenti della cerchia di Nikostenes, e dei pittori attici a figure rosse, come il Pittore di Syleus e di Eretria.
Tra i reperti del Museo Aristaios si distinguono, fra gli altri, alcuni pezzi insoliti come un cubo di terracotta dipinta a lati concavi di incerta destinazione d’uso, forse un gioco per bambini o una brocchetta di impasto con beccuccio, forse da identificare con un poppatoio.
Aristeo (in greco antico: Ἀρισταῖος, Aristàios) è un personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo e della principessa Cirene, il cui padre era il re dei Lapiti Ipseo (in altre versioni è figlio di Cliene).
Il suo mito è sviluppato nelle Georgiche di Virgilio.
Lo scrittore latino del III secolo Gaio Giulio Solino narra nella sua opera De Mirabilibus Mundi che l'eroe greco, giunto in Sardegna dalla Beozia, fondò l'antica Caralis, l'odierna Cagliari.
Aristeo venne onorato come un dio in molte località della Grecia per aver insegnato agli uomini l'apicoltura, la produzione del formaggio e la pastorizia.
Particolare onore aveva in Sicilia, dov'era una delle divinità campestri, con una statua eretta a Siracusa nel tempio di Bacco.
Venne talvolta assimilato al dio Pan.
Il culto di Aristeo era diffuso anche presso le popolazioni nuragiche della Sardegna, ciò lo dimostra una statuina raffigurante il dio rinvenuta a Dule, nel territorio di Oliena.
È considerato il fondatore della città di Cagliari quando giunse in Sardegna dalla Beozia, come narra lo scrittore latino Gaio Giulio Solino.
Aristeo introdusse in Sardegna l'arte di far il formaggio, l'olio, e il modo di allevare le api per averne il miele e la cera; riappacificò le popolazioni indigene in lotta fra di loro e fondò appunto la città di Caralis, sulla quale in seguito regnò.
Secondo Sallustio e Pausania, Aristeo venne accompagnato in Sardegna da Dedalo, malgrado l'evidente anacronismo.
Dedalo sarebbe l'artefice delle imponenti opere dedalee (i Nuraghi) presenti sull'isola.