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Cantalice
Antico Lago Velino - Cantalice
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CantaliceAntico Lago Velino - CantaliceCantaliceCantaliceCantaliceCantalice
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Indirizzo:
02014 Cantalice RI Cantalice (RI), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Cantalice è un caratteristico borgo arroccato sulle pendici dei Monti Reatini, a circa un'ora e mezza da Roma, con una spettacolare vista su tre laghi: il Lago Lungo, il Lago di Ripasottile e il Lago di Ventina.

Il centro di Cantalice appare isolato ed inespugnabile grazie alla scabrosità del colle dove sorge il paese ed alle case serrate tra loro fino al punto più alto dominato dal Torre del Cassero.

All’interno di Cantalice meritano una visita le caratteristiche vie del borgo antico e le chiese di San Felice, della Madonna della Misericordia e di Santa Maria del Popolo.

A circa due chilometri dal borgo antico si trova il Santuario di San Felice all’Acqua, che sorge proprio dove il primo Santo dell’ordine dei Cappuccini compì il celebre Miracolo dell'acqua, fatta sgorgare in una calda giornata estiva battendo per terra con un bastone.

Nel suo territorio si trova la Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile dove un percorso naturalistico intorno ai laghi connette alcune cascine su palafitte per l'avvistamento e la fotografia della fauna lacustre presente sulle rive dei laghi.

Da Cantalice partono molti sentieri e suggestivi percorsi naturalistici che conducono anche fino al Terminillo e a Leonessa.

Il paesaggio della riserva naturale è caratterizzato da numerosi corsi d'acqua incluso il fiume Velino con le sue acque trasparenti ricche di trote fario facilmente visibili dalla riva.

Lungo il sentiero della riserva naturale si incontrano boschi palustri, canneti e la diffusissima ninfea bianca o gialla che circonda tutto il perimetro dei laghi.

Cantalice sorge proprio lungo il percorso del Cammino di Francesco, che da Cantalice permette di visitare a piedi o in mountain bike i quattro Santuari Francescani della Valle Santa Reatina (Greccio, Fonte Colombo, Santa Maria della Foresta e Poggio Bustone), bellezze naturali come il Faggio di San Francesco e le Sorgenti di Santa Susanna a Rivodutri, oltre a suggestive aree archeologiche come i resti della Villa di Quinto Assio a Colli sul Velino, l’Eremo di San Michele Arcangelo a Morro Reatino, il Borgo di Contigliano e la città di Rieti.

D'estate a Cantalice si festeggia ogni fine settimane (per lo più feste religiose e concerti) e l'evento clou di fine estate è la tipica sagra delle strengozze, un piatto semplice e genuino a base di acqua, farina, pomodoro e aglio.

Cantalice (RI)
Cantalice (RI)

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Che cosa vedere a Cantalice | Monumenti e luoghi d'interesse

Il borgo medievale arroccato su una collina, si divide in due parti:

  • Cantalice Superiore, comprendente il centro storico
  • Cantalice Inferiore, costituita dalla parte moderna del paese

Cantalice | Architetture religiose

Chiesa di San Felice da Cantalice

L'antico paese medievale è sovrastato dalla Chiesa di San Felice da Cantalice realizzata direttamente sull'area dove sorgeva l'antica casa del santo.

Di stile barocco, mostra una pianta a croce latina con raffigurazioni dei miracoli attribuiti al Santo nella sua cupola.

Un organo a canne del '700 è visibile all'interno.

Chiesa di Santa Maria

Circa a metà del percorso la scalinata che attraversa il paese si apre su una piccola piazza nei pressi della chiesa di Santa Maria costruita per sancire l'unione delle antiche rocche che costituirono il Castello di Cantalice.

Caratteristico il suo antico portale datato del 1548.

Sulla sinistra della chiesa si può ammirare un antico portico.

San Felice da Cantalice
San Felice da Cantalice

Cantalice | Architetture civili

Borgo medievale

L'antico borgo medievale è tagliato da una caratteristica scalinata che lo percorre tutto.

Al di sopra domina la cima del Terminillo.

Il borgo culmina nella torre difensiva e nell'imponente chiesa di San Felice.

La scalinata di Cantalice dalla cima sino alla piazza di Cantalice inferiore è fatta di case in pietra, scale, fontane e piccole chiesette o icone di culto.

Lo spazio ristretto dei vicoli è in netto contrasto con gli improvvisi spazi aperti che si possono godere affacciandosi da un muro o da una delle antiche porte di accesso del paese.

Palazzo Ramacogi

Antico palazzo, sopra al portone d'ingresso è possibile notare lo stemma della Famiglia Ramacogi, raffigurante una sorta di scudo con una rosa nella sua sommità.

Nella facciata esterna del Palazzo Ramacogi, è presente una loggia cinquecentesca a cinque arcate.

Cantalice | Aree naturali

  • Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile;
  • Da Cantalice partono molti percorsi naturalistici che inerpicandosi lungo sentieri o sterrate abbracciano tutta la catena di montagne circostanti il Terminillo sino ad arrivare a Leonessa. Terreno ideale per gli amanti della mountain bike, permette di effettuare un percorso di 47 km su un dislivello di oltre 1600 metri attraverso il passo del Lupo tra boschi e panorami notevoli.
  • Il paese è inserito anche all'interno dell'itinerario noto come Cammino di Francesco che porta al Santuario di Greccio e che ripercorre, lungo i suoi 80 km, i luoghi più suggestivi della valle reatina attraversando il paese.

Cantalice (RI)
Cantalice (RI)

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L'estensione dell'antico lago Velino - visto da CantaliceL'estensione dell'antico lago Velino - visto da Cantalice

Cantalice | La Storia

I laghi che si possono osservare dal borgo di Cantalice rappresentano ciò che oggi rimane dell'antico Lago Velino, che nel periodo pliocenico ricopriva tutta la valle da Rieti a Piediluco alimentato da numerose sorgenti sotterranee e dai ghiacci del massiccio del Terminillo.

Nel periodo romano, attorno all'anno 272 a.C. fu scavato un canale di drenaggio (noto come "Cava Curiana") che permise lo svuotamento del lago Velino con la bonifica dell'intero territorio alluvionale originando in tale tratto il corso del fiume Velino che prima alimentava il lago e la cascata delle Marmore.

La prima citazione di Cantalice risale al 1081.

L‘origine del paese si fa dunque risalire all’epoca tarda romana, in seguito a numerose invasioni da parte dei saraceni.

L'abitato del nucleo storico di Cantalice sembra essere sorto intorno al XII secolo dalla fusione del Castello di Rocca di Sopra, della piccola Rocca della Valle e della Rocca di Sotto, elementi urbanistici disposti, come bene esprimono i nomi, lungo il declivio collinare che scende fino alle propaggini della Piana Reatina.

L’insediamento era articolato nella rocca, di cui oggi resta la torre con cisterna interna, più volte risistemata come dimostra la forma in parte cilindrica, in parte rettangolare, che dominava dal ripido sperone l’accesso alla montagne e il villaggio che si era formato a poco a poco, ai piedi della struttura fortificata.

Nel 774, con l'estensione dell'autorità di Carlo Magno sull'Italia, la Sabina rappresentò una frontiera lineare "Terminatio Confinorum" tra il Ducato Longobardo ed il nascente Stato Pontificio.

Questa separazione perdurò tra il IX ed il XII secolo dividendo la Sabina in due componenti, "romana" e "reatina".

Nel 1200, dopo l'annessione della Diocesi di Rieti allo Stato Pontificio, la Sabina tornò ad unificarsi lasciando però alcuni territori nord-orientali al Regno normanno-svevo e poi a quello Angioino.

Nel 1216 il confine cambiò nuovamente attraversando il gruppo di monti reatini tra Leonessa e Cantalice, che furono assegnate al Regno Angioino.

In virtù di questo nuovo confine, Re Carlo II di Napoli, preoccupato per la sua vulnerabilità, ordinò nel 1302 la fondazione di Cittaducale, visti anche i problemi già in essere tra Cantalice e Rieti.

I conflitti di Cantalice con Rieti continuarono per secoli toccando l'apice nel 1557, quando i reatini assaltarono violentemente il paese che resistette e ricacciò i nemici.

A seguito di tale episodio, Cantalice si fregiò del motto “Fortis Cantalica Fides” tuttora associato allo stemma civico, composto da un'aquila ad ali aperte su una torre fiancheggiata da un leone ed un leccio.

Con il XVII secolo iniziava per Cantalice un periodo di decadenza che culminava nel 1655 con le lotte intestine tra famiglie Cantaliciane (Lancia, Tafani, Marritto, Carbuglia).

Lo scompiglio generale aumentava per le continue incursioni delle bande di briganti che si andavano diffondendo nel territorio perché si pagasse loro e non al regio tesoriere il fisco.

Una di queste bande fu guidata da Giuliano Micheli.

Nel 1761, si estinse la linea maschile della famiglia Farnese; con la morte del duca Antonio i beni passarono ad Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V di Spagna e, subito dopo, con l’ascesa al trono delle due Sicilie di suo figlio Carlo III, fu ridisegnato l’assetto giurisdizionale del regno.

Già nel 1716, Cantalice aveva avuto l’autorizzazione a scindersi dal governo di Cittaducale e a nominare un proprio governatore.

Questo processo di sviluppo economico e sociale ebbe il suo coronamento con la concessione del titolo di città.

Passata la parentesi del periodo Farnese, un periodo di benessere si ebbe dopo il ritorno nel regno di Napoli.

Dopo i fatti di marzo 1821 e la sconfitta di Pepe, ricomparvero i briganti.

Il colera negli anni ’40 comportò dannose conseguenze e i nuovi confini tra Stato Pontificio e Regno delle due Sicilie spezzava l’unità territoriale di Cantalice.

Cantaliciani figurarono sia nelle truppe garibaldine quanto nell’esercito regolare.

Cantalice | Origine del nome del paese

L’accesso medievale al paese di Cantalice avveniva attraverso due strade, una che costeggiava le dorsali delle montagne a nord congiungendo il centro abitato al paese di Leonessa e un'altra meno impervia che salendo dalla piana di Rieti e da Cittaducale si inerpicava lungo i pendii sino ad arrivare alla attuale Cantalice Superiore.

La storia di Cantalice e il suo stesso nome sono da sempre legati ai termini "leccio" o "quercia".

Il nome Cantalice deriva dalla contrazione di due termini, uno greco e l’altro latino, cata ed ilex (presso il leccio).

Leggenda narra infatti che un leccio sia nato improvvisamente dalle fessure di una roccia proprio dietro la sacrestia all'interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie in Cantalice.

Da alcune ricerche storiche molto frammentate, sembrerebbe che tale roccia, ritenuta miracolosa per propiziare la fecondità, fu rimossa dalla sua originale posizione intorno al 1200 per ordine di Papa Innocenzo III, preoccupato dalla devozione definita "troppo pagana" verso questa pietra.

Segretamente custodita per alcuni secoli, alcune fonti indicano che riapparve improvvisamente intorno al 1610 incastonata in un muro.

Qui è rimasta per ben 4 secoli dimenticata dalla tradizione popolare riuscendo a superare anche i restauri che nel 1952 trasformarono questa rudimentale fonte in fontana "Scentella" (visibile lungo la strada tra Cantalice inferiore e Cantalice superiore) ampliandola anche con la costruzione di una vasca rettangolare laterale utilizzata come lavatoio dalle genti del paese.

In quel restauro la pietra venne asportata dal muro a secco di pietre che circondava la sorgente e re-incastonata nuovamente vicino alla fontana, dove è tuttora visibile sul lato destro.

Lo testimonia anche il fatto che il punto di ingresso nel territorio di Cantalice già nel medioevo era segnato da due grandi querce posizionate nei pressi dell’attuale abitato di Vazia.

Di questo confine compaiono numerose tracce storiche nei vari secoli.

Non ultima è la testimonianza presente in uno scritto del Procuratore inviato dal Vicario Generale d’Abruzzo in occasione del Terremoto del 1703 che colpì tutta la zona del reatino arrivando sino a Tivoli.

Qui si legge testualmente “Lungo il sentiero che sale verso [...], superato il passo delle due querce si scorgono vistosi danni, e benché una casa sola sia diroccata da’ fondamenti si contano però dentro l’incasato quarantatré edifìcii inabitabili, ed il restante è risarcibile, ma non senza grandissima spesa [...]".

Da alcune ricerche sulle poche tracce cartografiche esistenti si evidenziano due aspetti interessanti.

Il primo riguarda il vecchio sentiero, che è rimasto praticamente ancora attivo e fiancheggia la strada asfaltata che da Vazia sale verso Cantalice.

In alcuni tratti coincide con quello asfaltato, in altri attraversa la zona boschiva e le colline come una scorciatoia che permette di raggiungere il paese attraverso un percorso più breve di quello attuale.

Percorso che tutt'oggi viene utilizzato da chi si sposta a piedi.

Ma la cosa ancora più sorprendente è il fatto che ancora oggi esista il Passo delle due Querce.

Questo portale d'ingresso a Cantalice è tuttora visibile sul lato destro della strada asfaltata, poco prima del termine del rettilineo, che all’altezza del Km 1 sale da Vazia verso Cantalice in prossimità della segnaletica di benvenuto.

Poco prima si possono vedere due grandi querce secolari, la prima che lambisce la strada asfaltata, che rappresentano tuttora il portale d’ingresso al paese .

 

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