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Terminillo - Pian de' Valli
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Terminillo - Pian de' Valli
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Indirizzo:
Pian De' Valli, 39, 02100 Pian De' Valli RI Terminillo, Montagna vicino Roma, Vicino Roma
Descrizione:

Il Terminillo (2217 m s.l.m.), simbolo della Sabina ad un paio d'ore dalla Capitale, è la montagna più amata e frequentata dai romani.

Con i suoi 2217 metri di altezza, il Terminillo è la vetta più alta dei Monti Reatini.

Nell’immediato Dopoguerra diventa la località delle vacanze invernali per la nobiltà della capitale e si trasforma presto nella stazione sciistica in cui tutti i Romani si riversano durante i weekend.

Le stagioni invernali al Terminillo negli ultimi anni faticano a decollare, complice l’esposizione del massiccio, spesso soggetto ai caldi venti di scirocco che sciolgono rapidamente la neve che cade, se cade!

Infatti, anche i mutamenti climatici hanno generato una riduzione importante dell’innevamento, accorciando la stagione sciistica a poche settimane e mettendo in seria crisi la sopravvivenza della stazione invernale di Pian de’ Valli.

Noto anticamente come Monte Gurgure e Mons Tetricus, è uno dei simboli più noti della Sabina, presenza paesaggistica costante lungo la via consolare Salaria, la cosiddetta Via del Sale.

La catena montuosa ha notevole valore per la sua biodiversità rappresentata da habitat, specie animali e vegetali di interesse comunitario.

Il Terminillo è molto conosciuto per le due stazioni sciistiche frequentate soprattutto dagli abitanti della Capitale, per questo è anche chiamato la montagna di Roma, e dagli abitanti delle zone limitrofe, in particolare Terni, Perugia e Viterbo.

Molto importante e degna di nota è la famosa funivia del Terminillo, che ancora oggi è in funzione sia nella stagione invernale, che in quella estiva e che per decenni è stata ed è ancora oggi, il simbolo storico di Pian de’ Valli.

Gli skipass sono acquistabili presso le biglietterie Funivia e Campo Togo.

Sul Terminillo non ci sono sorgenti fluviali significative., ma solo ruscelli che si formano nelle stagioni intermedie (autunno e primavera) nelle valli impervie del massiccio in concomitanza con le stagioni più piovose o con lo scioglimento delle nevi.

La natura carsica del terreno e del sottosuolo fa si che l'acqua filtri più facilmente in profondità fino alle falde acquifere alimentando, assieme ai restanti Monti Reatini, le sorgenti del Peschiera poste più a valle. L'intero gruppo fa comunque parte del bacino idrografico del fiume Velino.

Dal punto di vista sportivo, oltre alle attività invernali che ospita, fin dagli anni trenta del XX secolo è saltuariamente utilizzato come traguardo delle tappe ciclistiche di montagna del Giro d'Italia ed altre manifestazioni sportive.

Il Terminillo è la montagna di Roma anche perchè, a differenza delle altre cime oltre i 2000 metri dell'Appennino centrale, è spesso visibile da Roma, specie nelle limpide giornate invernali, nelle quali appare l'intera montagna innevata.

Grazie alle strade molto più larghe delle normali vie di montagna appenniniche, Terminillo è spesso meta di raduni motociclistici e automobilistici, in particolare nei mesi estivi, quando la strada panoramica che collega Pian de’ Valli al paese di Leonessa torna completamente percorribile.

Pian de’ Valli ospita il maggior numero di attività ricettive e commerciali (barristorantialberghi e negozi) che operano sul monte Terminillo e la stazione di partenza degli impianti di risalita si trova a pochi passi dal centro.

Il Terminillo visto da sud ovest
Il Terminillo visto da sud ovest

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Che cosa vedere sul Terminillo (RI)

Il Terminillo è molto conosciuto per le due stazioni sciistiche: una in località Pian de' Valli (1640 m s.l.m.), l'altra posta sul versante opposto settentrionale (Campo Stella), frequentate soprattutto dagli abitanti della Capitale, in ragione di cui esso è anche chiamato la montagna di Roma, e dagli abitanti delle zone limitrofe, in particolare Terni, Perugia e Viterbo.

Sul Terminillo, che appartiene amministrativamente alla provincia di Rieti, ci sono poi molti borghi decisamente suggestivi e particolari da visitare, ideali per staccare la spina dal caos delle città e per godere a pieno della natura che li circonda: CantaliceLeonessa, Micigliano, Poggio BustoneAntrodocoCittaducaleRivodutri, Posta e Morro Reatino.

Sul Terminillo sono attivi due rifugi, gestiti dal Club Alpino Italiano di Rieti:

Altro da vedere sul Terminillo:

  • Chiesa del Cuore Immacolato di Maria e di San Francesco a Pian de' Valli

  • Vicino la vetta del Terminillo, a Micigliano, si trova l'antica Abbazia benedettina dei Santi Quirico e Giulitta (X secolo) oggi utilizzata per eventi e matrimoni.
  • Piste da Fondo Cinque Confini (20km), un'oasi nel centro-sud Italia per gli amanti dello sci di fondo, l’unica con un anello ben illuminato per emozionanti sciate notturne, l’unica con un efficiente impianto di innevamento artificiale, con personale esperto ed attrezzature all’avanguardia per la battitura delle piste.

  • Sentiero Jules Verne - Sentiero Planetario del Monte Terminillo– con i suoi 7,7 km di lunghezza (2 ore e 45 minuti ) – è il Sentiero Planetario più lungo d’Europa, un percorso in cui la scienza e il trekking si uniscono.Si parte dal Residence Tre Faggi e si arriva al Rifugio Angelo Sebastiani.Alla partenza dovrai immedesimarti nel fotone che dal Sole raggiunge Plutone, toccando in totale 10 piazzole che rappresentano il Sole e quelli che erano i 9 pianeti del classico sistema solare.Le piazzole, poste a distanze proporzionali a quelle reali dell’universo, danno l’esatta percezione di un viaggio nel sistema solare, trattandosi di una riproduzione in scala perfetta.Lungo il percorso troverai alcuni pensieri di viaggio di Jules Verne a tema scientifico, filosofico e letterario, motivo di riflessione e approfondimento sulla condizione dell’uomo, sull’universo, sul progresso e sulle frontiere della conoscenza.
  • Squirrels Park - parco avventura per bambini

Il borgo pedemontano di Leonessa (Terminillo - 969 metri)
Il borgo pedemontano di Leonessa (Terminillo - 969 metri)

Terminillo (RI) | La Storia

Terminillo nell'antichità

Il monte Terminillo era ben conosciuto già nell'antichità: Virgilio lo citò nell'Eneide parlando delle sue «tetricae horrentes rupes» (spaventose rupi di Tetrico); Marco Terenzio Varrone descrisse i «gurgures alti montes» (alti monti Gurguri) e l'usanza di condurvi il bestiame per il pascolo.
In epoca romana, il suo ghiaccio veniva usato come frigorifero per la conservazione dei cibi.
All'inizio del Settecento, Loreto Mattei riferisce che il nome dialettale della montagna era monte Urulu, probabile deformazione del latino Gurgures.
Nelle carte geografiche dello Stato Pontificio era indicato con il toponimo di monte Gurgure.
Solo all'inizio dell'Ottocento si iniziò ad affermare sugli atlanti il toponimo Terminillo (diffuso fin dal Cinquecento tra gli autoctoni), che deve la sua origine al fatto che la montagna segnasse il confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli e il termine dei rispettivi territori.

Fin dall'antichità, le popolazioni pedemontane frequentavano la montagna e avevano familiarità con i sentieri che permettevano di salirvi, sfruttandola in prevalenza per la caccia, il pascolo, l'uso civico di legnatico da parte di contadini, boscaioli e carbonai, nonché per la raccolta di neve e ghiaccio, che veniva rivenduto nelle città per conservare gli alimenti.

Alcuni ruderi e resti di terrazzamenti a Pian de' Rosce fanno pensare che alcune zone fossero un tempo coltivate; sembra inoltre che gli abitanti dei paesi posti alle estremità opposte della montagna avessero l'abitudine di incontrarsi sul Terminillo per fare mercato (da questo deriverebbe il nome campus forum poi diventato Campoforogna).

Tuttavia la montagna non era stabilmente abitata e non era sede di insediamenti umani permanenti, fatta eccezione per modesti ricoveri di pastori.

Per lungo tempo, dal medioevo fino al secolo scorso, il massiccio montuoso e gran parte dei paesi pedemontani (esclusi Poggio BustoneRivodutri e Morro Reatino) appartenevano al Regno di Napoli e facevano capo alla provincia dell'Aquila in Abruzzo; al contrario, Rieti faceva parte dello Stato Pontificio, facendo capo alla provincia di Perugia in Umbria.

Il confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio passava proprio sul monte Terminillo.

Solo nel 1927, con l'istituzione della provincia di Rieti, il Terminillo entrò a far parte del Lazio.

I pionieri dell'esplorazione del Terminillo

Alla fine dell'Ottocento, con la diffusione dell'alpinismo, iniziarono le prime ascese alla vetta e l'esplorazione sistematica della montagna.
I primi esploratori partivano dal paese di Lisciano (a quota 610 metri) oppure da Leonessa (970 metri), gli ultimi luoghi di ciascun versante raggiungibili tramite strada carrozzabile, e proseguivano a piedi o a dorso di mulo lungo il sentiero che conduceva al "campo base" di Pian de' Valli (attuale sentiero CAI n. 409), a quota 1600 metri.
Il viaggiatore tedesco Ferdinand Gregorovius scrisse di «valli eccezionalmente pittoresche» percorse da «torrenti spumeggianti»; l'alpinista Enrico Abbate, autore di una tra le prime guide dell'Appenino, parlò di una montagna «imponente e con creste scoscese», capaci d'inverno di ricordare le emozioni di «una difficile salita alpina».

Fu proprio in tale periodo che si iniziò a intuire il potenziale turistico del Terminillo: nel 1882 Abbate osservava che «se il paese di Leonessa fosse in Svizzera, questi luoghi subirebbero grandi trasformazioni.

Il paese si rimodernerebbe, sorgerebbero alberghi, comode diligenze percorrerebbero ampie strade trasportando continuamente touristes».

Nel 1873 venne fondata la sezione di Roma del Club Alpino Italiano che nel 1903 fece costruire il rifugio Umberto I (attuale rifugio Massimo Rinaldi) a quota 2108 metri.

La presenza del rifugio, che per la prima volta offriva un punto di ristoro a scalatori ed escursionisti, favorì l'arrivo di più visitatori, che iniziarono a divenire sempre più numerosi.

Fu così che nel 1923 nacque la sezione reatina del CAI, e nel 1930 venne eretto un secondo rifugio, la capanna Trebiani.

Il nome del Terminillo era ormai diventato noto tra gli esponenti dell'aristocrazia romana: nel solo inverno 1931, la capanna Trebiani ospitò ben 1300 gitanti.

Terminillo (RI) 3
Il Rifugio Angelo Sebastiani, con alle spalle la cima del Terminillo

La nascita della stazione sciistica del Terminillo

Negli anni trenta il governo fascista realizzò sul monte Terminillo un imponente progetto di valorizzazione turistica, che portò la montagna a diventare una vera e propria stazione sciistica con moderne infrastrutture di accesso e di ricettività; pubblicizzata e propagandata come la "montagna di Roma", in breve divenne un punto di riferimento per l'intera Italia centrale e in particolare per l'alta borghesia romana.

Determinante per il Terminillo fu il ruolo di Benito Mussolini, "scopritore" del suo potenziale turistico: secondo Maria Scicolone, l'intuizione gli sarebbe venuta durante un viaggio in aereo da Forlì a Roma, nel quale avrebbe chiesto al comandante Biseo che montagna fosse quella che stavano sorvolando.

In realtà alla realizzazione del progetto contribuirono diverse personalità.

La necessità di facilitare l'accesso alla montagna si era affermata innanzitutto tra gli alpinisti e i montanari del luogo, visto il consistente numero di visitatori che già si registrava e che cresceva di anno in anno.
Inoltre, già da diversi anni, spingevano per lo sfruttamento turistico del Terminillo anche le autorità cittadine di Rieti, nell'ottica di ampliare la platea dei turisti e garantire alla città un maggiore sviluppo economico: tra questi, il podestà Alberto Mario Marcucci, il principe Ludovico Potenziani e il vescovo Massimo Rinaldi (grande appassionato di montagna, soprannominato "il vescovo scarpone").
Il principale artefice della valorizzazione turistica del Terminillo fu Angelo Manaresi, gerarca fascista che aveva notevole influenza su Mussolini, presidente nazionale del CAI nonché comandante del 10º Reggimento alpini e sottosegretario alla Guerra.
Il 24 maggio 1932, nel corso di un comizio tenuto a Rieti nell'anniversario della vittoria, Manaresi promise ai montanari reatini reduci della Grande Guerra di salire con loro fino alla vetta del Terminillo.
L'escursione ebbe luogo il 21 dicembre; Manaresi rimase profondamente colpito dalla bellezza del luogo, e promise di sottoporre a Mussolini il progetto per realizzarvi una stazione turistica.

Il progetto non ebbe difficoltà ad essere accolto, perché era funzionale a dare applicazione a diversi principi dell'ideologia fascista, come la politica di valorizzazione delle realtà rurali e quella di promozione dell'attività sportiva.

Infine, l'iniziativa soddisfaceva le esigenze della borghesia romana che, con la diffusione dell'abitudine alla "gita fuori porta", aspirava a disporre nelle vicinanze di luoghi adatti a trascorrere la villeggiatura.

Così, dopo la realizzazione della Via del Mare e la creazione degli stabilimenti balneari di Ostia (la "spiaggia di Roma"), il governo fascista si proponeva di individuare un luogo non troppo lontano dalla capitale dove realizzare un polo per la pratica degli sport invernali (la "montagna di Roma"), in grado di competere con i più celebrati centri alpini (troppo distanti per essere raggiunti dall'Italia centrale).

A tale scopo vennero prese in considerazione le località di Campocatino, nel frusinate, e di Monte Zappi, ma alla fine la scelta ricadde sul Terminillo.

Nel gennaio del 1933, poco dopo la visita di Manaresi, lo stesso Mussolini si recò sulla montagna, compiendo l'ascesa a dorso di mulo insieme a moglie e figli; anche lui si disse «impressionato dalla bellezza del massiccio montuoso».
Fu così che il progetto prese il via: nello stesso mese di gennaio 1933, Mussolini ordinò al podestà di Rieti, Marcucci, la costruzione di un'ampia strada che da Lisciano si arrampicasse sul Terminillo: la Via Terminillese (statale 4 bis).
Il primo tronco (fino a Pian de' Rosce) fu inaugurato già nel dicembre del 1933 e la parte rimanente venne completata nel 1935. La strada si diramava dalla Via Salaria e fu progettata con criteri ingegneristici moderni, per rendere l'ascesa degli automezzi più agevole possibile.
La sua costruzione fu fortemente enfatizzata dalla propaganda del regime: al suo termine (Campoforogna) fu eretto un cippo a memoria dei "martiri della rivoluzione fascista", mentre al suo inizio (Lisciano) fu posta una colonna di granito con l'iscrizione: "Con questa strada / da Benito Mussolini / fu rivelata a Roma / la sua montagna"

Terminillo - Pian de' Valli
Terminillo - Pian de' Valli

Il turismo "elitario" borghese del Terminillo (1935-1960)

Con la realizzazione della strada, in breve tempo sorsero numerose strutture ricettive: nel 1936 viene aperto il primo albergo, il Savoia, seguito nel 1939 dal Roma.

Grazie all'azione del principe Ludovico Potenziani, la stazione si dotò ben presto anche di impianti di risalita: nel 1934 fu costituita la Società Anonima Funivie del Terminillo (spin-off dell'industria bellica Società Romana Costruzioni Meccaniche di cui Potenziani era presidente), che progettò di costruire tre funivie sul Terminillo (Pian de Valli-Terminilluccio, Campoforogna-Terminilluccio, e Terminilluccio-Terminilletto), per un investimento totale di quattro milioni di lire.
Di queste fu infine realizzata solo la prima, che venne inaugurata il 26 gennaio 1938 alla presenza di importanti autorità civili e religiose, ed è tutt'ora funzionante; inoltre nel gennaio del 1940 la società mise in funzione una sciovia sulla pista delle Carbonaie, tra i primi impianti di quel tipo ad essere realizzati in Italia.
Il villaggio venne inoltre dotato di edifici civili e religiosi quali il governatorato, la caserma della Guardia Forestale, e una piccola chiesetta (realizzata dall'Associazione Nazionale Alpini nel 1940).
Dopo la prima visita del gennaio 1933, Mussolini tornò più volte sulla montagna: negli anni seguenti il dittatore cominciò a compiere frequenti gite sul Terminillo, durante le quali alloggiava in un appartamento che gli veniva appositamente riservato nell'hotel Roma, gite che gli permettevano di praticare attività sportive (alle quali si dedicava assiduamente, anche se con scarsi risultati), e anche di incontrare Clara Petacci lontano da occhi indiscreti.

Le visite di Mussolini, però, non erano solo momenti di piacere.

In quegli anni, infatti, il Terminillo divenne un importante strumento di propaganda del regime: nel 1937, il presidente del CAI Manaresi scrisse che, per la causa delle montagne, «due giorni trascorsi da Mussolini sul monte Terminillo sono più preziosi di cento discorsi, risme di saggi e folle di comitati».

Mussolini, infatti, si faceva spesso fotografare sulla neve per promuovere la pratica sportiva e il turismo montano; nelle foto veniva ritratto con gli sci o sullo slittino, a volte addirittura a torso nudo.

In realtà, secondo le testimonianze degli istruttori che lo assistevano, il duce non era un abile sciatore e nelle sue visite si limitava a fare qualche passo con gli sci ai piedi.

La pubblicizzazione delle visite di Mussolini portò una grande fama al Terminillo, che divenne in pochi anni una meta ambita da molti personaggi in vista: tra gli altri, decisero di costruirsi una villa sul Terminillo l'ex re dell'Afghanistan Amānullāh Khān, il principe e cameriere segreto del Papa Francesco Chigi della Rovere, il colonnello Mario de Bernardi e l'avvocato penalista Bruno Cassinelli.

Ad aumentare la fama del Terminillo contribuì anche il giro d'Italia: a partire dal 1936 e per quattro anni consecutivi, la scalata del Terminillo entrò a far parte della corsa rosa divenendo una delle tappe "clou".

Per l'occasione fu introdotta per la prima volta la modalità della corsa a cronometro.

Durante la seconda guerra mondiale il Terminillo non subì particolari danni (fatta eccezione per l'accidentale distruzione del rifugio Umberto I); nelle sue strutture alberghiere si rifugiarono molte famiglie altolocate, in fuga dai bombardamenti delle città, e furono istituiti sanatori per curare i feriti di guerra.

Al termine delle ostilità, la montagna tornò ad essere un luogo di villeggiatura ambito dalla borghesia romana: tra gli anni quaranta e cinquanta, infatti, il Terminillo divenne un punto di ritrovo della "Roma bene" e fu teatro di molti eventi mondani della dolce vita dell'epoca: fu frequentato abitualmente da esponenti del mondo politico (ad esempio Togliatti e Nilde Iotti o il presidente del consiglio Pella), da nobili e aristocratici (come i duchi Parodi Delfino e l'ex re Faruq I d'Egitto), nonché da famosi attori e registi cinematografici (come Anita Ekberg, Gino Cervi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Jean Sorel, Gina Lollobrigida, Bice Valori, Paolo Panelli, Antonello Falqui, Luciano Enner, Giuliano Gemma, Raf Vallone, Massimo Girotti, Rossana Podestà, Eleonora Rossi Drago, Bruno Modugno, Carla Del Poggio, Anna Maria Ferrero, Marina Vlady Versois, Tina Pica, Luigi Zampa ed Eduardo De Filippo).

Questo portò la montagna a divenire teatro per diversi avvenimenti di gossip e di cronaca rosa: ad esempio il matrimonio di Gina Lollobrigida con Milko Skofic, nel 1949, la morte della figlia di Eduardo De Filippo, nel 1960, l'incidente aereo del 1955 nel quale perse la vita l'attrice ed ex Miss Italia Marcella Mariani e l'incontro tra Vittorio Gassman e la futura seconda moglie Diletta; il Terminillo divenne inoltre location fissa per molti film di Cinecittà.

Proseguirono inoltre i lavori di attrezzaggio della stazione sciistica già iniziati prima della guerra; nel 1949 cominciò l'edificazione di un'imponente Chiesa dedicata a San Francesco, a dominio della Valle Santa (completata nel 1964).

Negli anni cinquanta venne costruita sul versante nord una seconda strada di accesso al Terminillo (la strada provinciale 10 Leonessa-Campoforogna) e nel 1958 venne realizzato dalla cassa per il Mezzogiorno un vero e proprio acquedotto a servizio della stazione sciistica (che assicurava l'approvvigionamento idrico tramite lo sfruttamento di tre sorgenti poste sul monte di Cambio e imponenti impianti di sollevamento).

Pian de Valli - Terminillo paese
Pian de Valli - Terminillo paese

Il turismo di massa al Terminillo (1960-1980)

Nel corso degli anni sessanta il Terminillo conobbe una decisa mutazione nella clientela che lo frequentava, che divenne molto più numerosa e massiccia, ma di estrazione decisamente più popolare.
Infatti, grazie al boom economico che interessò tutta l'Italia, ampie fasce della popolazione furono messe nella condizione di potersi permettere le vacanze sul Terminillo che prima erano un lusso per pochi; d'altro canto il miglioramento delle vie di comunicazione, e in particolare la massiccia costruzione di autostrade come l'Autosole, rese maggiormente accessibili anche dal Centro Italia le stazioni sciistiche alpine come Cortina, Saint Moritz e Courmayeur, che l'alta borghesia iniziò a preferire e a considerare più chic ed esclusive.

Il Terminillo pertanto conobbe un nuovo tipo di turismo, meno esclusivo e più di massa, e raggiunse l'apice dello sviluppo e delle presenze turistiche; dagli anni cinquanta agli anni settanta fu la località sciistica di riferimento per tutto il Centro Italia.

Per soddisfare l'accresciuta domanda, nacquero in quegli anni un gran numero di nuove strutture ricettive e decine di abitazioni residenziali private: «nei sogni della borghesia romana "videoregistratore e pantofole", oltre alla villetta a Fregene, c'è l'appartamento al Terminillo».

Questa grande espansione urbanistica è oggi valutata negativamente, perché considerata eccessiva, speculativa, ambientalmente impattante e architettonicamente inadatta al contesto montano.

Furono notevolmente ampliate anche le piste da sci, con la realizzazione (sia da parte della Società Funivie che da parte di privati) di nove ulteriori impianti di risalita.

Seggiovia dismessa sul Monte Terminilletto (a sinistra)
Seggiovia dismessa sul Monte Terminilletto (a sinistra)

Il declino e i tentativi di rilancio del Terminillo (1980-2010)

Dagli anni ottanta in poi, le presenze turistiche sul Terminillo hanno subìto un forte calo, che ha portato tutta la montagna ad un progressivo declino.
Le ragioni di tale crisi sono da ricercare principalmente nella sempre più forte concorrenza delle stazioni sciistiche abruzzesi che in tale periodo divennero meglio gestite ed attrezzate e che, pur essendo più distanti da Roma, in seguito alla costruzione dell'autostrada A24 (1970) divennero più facili da raggiungere rispetto al Terminillo, servito dalla sola statale Salaria.
Inoltre alla crisi contribuirono anche l'irrazionale gestione degli impianti esistenti e soprattutto la diminuzione delle precipitazioni nevose.

Con la prima flessione delle presenze, alla metà degli anni settanta, emerse la necessità di rilanciare il Terminillo, in particolare realizzando impianti di innevamento artificiale, sfruttando maggiormente il versante leonessano (orientato a nord e quindi soggetto a nevicate maggiori e più durature) e collegandolo al versante reatino con un impianto di risalita (allo scopo di unificare le due stazioni sciistiche di Pian de' Valli e Campostella).

I primi progetti erano particolarmente consistenti ed ambiziosi: il primo fu elaborato nel 1974 dall'ente provinciale per il turismo di Rieti e prevedeva di quadruplicare gli impianti e di triplicare le piste.

Da allora se ne sono succeduti molti altri, seguiti tuttavia da scarsi esiti: infatti la nascente sensibilità ambientalista (contraria all'ulteriore sfruttamento sciistico della montagna a scapito della qualità ambientale) e la litigiosità dell'ambiente politico e imprenditoriale locale, impedirono la realizzazione di investimenti atti a rinnovare, modernizzare ed ampliare gli impianti; al contrario, le strutture a servizio dei turisti arrivarono addirittura a ridursi, dal momento che molti impianti, giunti a scadenza trentennale naturale, non furono sostituiti e dovettero essere dismessi per mancanza di manutenzione, lasciando i loro ruderi alle intemperie.

Tutt'oggi i resti dei vecchi impianti sono ben visibili per esempio sul Monte Terminilletto (pista Conetto) oppure in zona Rialto ed anche verso il Comune di Cantalice (pista Cardito Nord).

Il calo dell'affluenza ebbe inoltre la conseguenza di rendere progressivamente sovrabbondanti le strutture alberghiere esistenti, molte delle quali sono state chiuse e riconvertite in condomini o residences.

Il monte Terminilletto e il Rifugio Massimo Rinaldi sulla sua cima
Il monte Terminilletto e il Rifugio Massimo Rinaldi sulla sua cima

Terminillo | Progetto TSM (2010-oggi)

Su spinta della provincia di Rieti, nel 2009 la regione Lazio (giunta Marrazzo) approvò una spesa di 20 milioni di euro per rinnovare e aumentare le strutture sciistiche del Terminillo, fondi stanziati dalla giunta Polverini nel dicembre 2012.
Il progetto di rilancio, denomonato T.S.M. (Terminillo Stazione Montana), venne elaborato dai comuni del comprensorio insieme alla provincia di Rieti, dopo una lunga e faticosa ricerca di un accordo tra gli stessi, e presentato al pubblico il 27 dicembre 2014, con previsione di apertura dei cantieri entro il 2015.
Prevedeva sia l'ammodernamento degli impianti che la realizzazione di nuovi percorsi paesaggistici e nuovi rifugi, nonché l'unione del versante ovest con quello leonessano (est).

Tuttavia il progetto non ottenne l'approvazione della regione Lazio: infatti, nel settembre del 2015, i tecnici regionali lo bocciarono in fase di valutazione di impatto ambientale, costringendo i proponenti ad apportare delle modifiche al fine di ridurre l'impatto sulla montagna.

Dopo un lungo contraddittorio tra Regione e Comuni, che portò a una forte riduzione degli interventi previsti, nell'aprile del 2017 il progetto rivisitato venne sottoposto alla regione Lazio.
Tuttavia, nel marzo del 2018 anche questo fu bocciato, per via dell'impatto ambientale considerato ancora eccessivo.
Pertanto i proponenti hanno avviato una nuova revisione del progetto, apportando le modifiche richieste per ridurre ulteriormente l'impatto ambientale, e nel giugno del 2019 lo hanno sottoposto per la terza volta al giudizio della regione Lazio.
Dopo oltre 10 anni dallo stanziamento, il progetto di rilancio non vede ancora la sua realizzazione.
Soltanto il Comune di Leonessa, dal 2009 in poi, è riuscito a rinnovare l'intera impiantistica esistente, accordandosi in anticipo con le imprese appaltatrici.

Nel dicembre 2020 la Regione Lazio ha approvato in via definitiva il progetto TSM, compreso il collegamento sciistico tra i due versanti.

Ma nel maggio 2021 il Ministero dell'Ambiente ha sollevato ulteriori questioni ambientali, in realtà mai poste in passato a Regioni come Abruzzo o Trentino Alto Adige, quando investirono centinaia di milioni di euro per realizzare seggiovie, ovovie e funivie.

Peraltro la provincia di Rieti, sempre nel mese di maggio, ritenne facilmente superabili le questioni poste dal Ministero.

Vedremo in futuro cosa aspetta al Terminillo

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