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- Terminillo (RI)
Il Terminillo (2217 m s.l.m.), simbolo della Sabina ad un paio d'ore dalla Capitale, è la montagna più amata e frequentata dai romani.
Con i suoi 2217 metri di altezza, il Terminillo è la vetta più alta dei Monti Reatini.
Nell’immediato Dopoguerra diventa la località delle vacanze invernali per la nobiltà della capitale e si trasforma presto nella stazione sciistica in cui tutti i Romani si riversano durante i weekend.
Le stagioni invernali al Terminillo negli ultimi anni faticano a decollare, complice l’esposizione del massiccio, spesso soggetto ai caldi venti di scirocco che sciolgono rapidamente la neve che cade, se cade!
Infatti, anche i mutamenti climatici hanno generato una riduzione importante dell’innevamento, accorciando la stagione sciistica a poche settimane e mettendo in seria crisi la sopravvivenza della stazione invernale di Pian de’ Valli.
Noto anticamente come Monte Gurgure e Mons Tetricus, è uno dei simboli più noti della Sabina, presenza paesaggistica costante lungo la via consolare Salaria, la cosiddetta Via del Sale.
La catena montuosa ha notevole valore per la sua biodiversità rappresentata da habitat, specie animali e vegetali di interesse comunitario.
Il Terminillo è molto conosciuto per le due stazioni sciistiche frequentate soprattutto dagli abitanti della Capitale, per questo è anche chiamato la montagna di Roma, e dagli abitanti delle zone limitrofe, in particolare Terni, Perugia e Viterbo.
Molto importante e degna di nota è la famosa funivia del Terminillo, che ancora oggi è in funzione sia nella stagione invernale, che in quella estiva e che per decenni è stata ed è ancora oggi, il simbolo storico di Pian de’ Valli.
Gli skipass sono acquistabili presso le biglietterie Funivia e Campo Togo.
Sul Terminillo non ci sono sorgenti fluviali significative., ma solo ruscelli che si formano nelle stagioni intermedie (autunno e primavera) nelle valli impervie del massiccio in concomitanza con le stagioni più piovose o con lo scioglimento delle nevi.
La natura carsica del terreno e del sottosuolo fa si che l'acqua filtri più facilmente in profondità fino alle falde acquifere alimentando, assieme ai restanti Monti Reatini, le sorgenti del Peschiera poste più a valle. L'intero gruppo fa comunque parte del bacino idrografico del fiume Velino.
Dal punto di vista sportivo, oltre alle attività invernali che ospita, fin dagli anni trenta del XX secolo è saltuariamente utilizzato come traguardo delle tappe ciclistiche di montagna del Giro d'Italia ed altre manifestazioni sportive.
Il Terminillo è la montagna di Roma anche perchè, a differenza delle altre cime oltre i 2000 metri dell'Appennino centrale, è spesso visibile da Roma, specie nelle limpide giornate invernali, nelle quali appare l'intera montagna innevata.
Grazie alle strade molto più larghe delle normali vie di montagna appenniniche, Terminillo è spesso meta di raduni motociclistici e automobilistici, in particolare nei mesi estivi, quando la strada panoramica che collega Pian de’ Valli al paese di Leonessa torna completamente percorribile.
Pian de’ Valli ospita il maggior numero di attività ricettive e commerciali (bar, ristoranti, alberghi e negozi) che operano sul monte Terminillo e la stazione di partenza degli impianti di risalita si trova a pochi passi dal centro.
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Che cosa vedere sul Terminillo (RI)
Il Terminillo è molto conosciuto per le due stazioni sciistiche: una in località Pian de' Valli (1640 m s.l.m.), l'altra posta sul versante opposto settentrionale (Campo Stella), frequentate soprattutto dagli abitanti della Capitale, in ragione di cui esso è anche chiamato la montagna di Roma, e dagli abitanti delle zone limitrofe, in particolare Terni, Perugia e Viterbo.
Sul Terminillo, che appartiene amministrativamente alla provincia di Rieti, ci sono poi molti borghi decisamente suggestivi e particolari da visitare, ideali per staccare la spina dal caos delle città e per godere a pieno della natura che li circonda: Cantalice, Leonessa, Micigliano, Poggio Bustone, Antrodoco, Cittaducale, Rivodutri, Posta e Morro Reatino.
Sul Terminillo sono attivi due rifugi, gestiti dal Club Alpino Italiano di Rieti:
- Il Rifugio Angelo Sebastiani, nei pressi della Sella di Leonessa, a 1820 m
- Il Rifugio Massimo Rinaldi, sulla cima del Monte Terminilletto, a 2108 m
Altro da vedere sul Terminillo:
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Chiesa del Cuore Immacolato di Maria e di San Francesco a Pian de' Valli
- Vicino la vetta del Terminillo, a Micigliano, si trova l'antica Abbazia benedettina dei Santi Quirico e Giulitta (X secolo) oggi utilizzata per eventi e matrimoni.
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Piste da Fondo Cinque Confini (20km), un'oasi nel centro-sud Italia per gli amanti dello sci di fondo, l’unica con un anello ben illuminato per emozionanti sciate notturne, l’unica con un efficiente impianto di innevamento artificiale, con personale esperto ed attrezzature all’avanguardia per la battitura delle piste.
- Sentiero Jules Verne - Sentiero Planetario del Monte Terminillo– con i suoi 7,7 km di lunghezza (2 ore e 45 minuti ) – è il Sentiero Planetario più lungo d’Europa, un percorso in cui la scienza e il trekking si uniscono.Si parte dal Residence Tre Faggi e si arriva al Rifugio Angelo Sebastiani.Alla partenza dovrai immedesimarti nel fotone che dal Sole raggiunge Plutone, toccando in totale 10 piazzole che rappresentano il Sole e quelli che erano i 9 pianeti del classico sistema solare.Le piazzole, poste a distanze proporzionali a quelle reali dell’universo, danno l’esatta percezione di un viaggio nel sistema solare, trattandosi di una riproduzione in scala perfetta.Lungo il percorso troverai alcuni pensieri di viaggio di Jules Verne a tema scientifico, filosofico e letterario, motivo di riflessione e approfondimento sulla condizione dell’uomo, sull’universo, sul progresso e sulle frontiere della conoscenza.
- Squirrels Park - parco avventura per bambini
Terminillo (RI) | La Storia
Terminillo nell'antichità
Fin dall'antichità, le popolazioni pedemontane frequentavano la montagna e avevano familiarità con i sentieri che permettevano di salirvi, sfruttandola in prevalenza per la caccia, il pascolo, l'uso civico di legnatico da parte di contadini, boscaioli e carbonai, nonché per la raccolta di neve e ghiaccio, che veniva rivenduto nelle città per conservare gli alimenti.
Alcuni ruderi e resti di terrazzamenti a Pian de' Rosce fanno pensare che alcune zone fossero un tempo coltivate; sembra inoltre che gli abitanti dei paesi posti alle estremità opposte della montagna avessero l'abitudine di incontrarsi sul Terminillo per fare mercato (da questo deriverebbe il nome campus forum poi diventato Campoforogna).
Tuttavia la montagna non era stabilmente abitata e non era sede di insediamenti umani permanenti, fatta eccezione per modesti ricoveri di pastori.
Per lungo tempo, dal medioevo fino al secolo scorso, il massiccio montuoso e gran parte dei paesi pedemontani (esclusi Poggio Bustone, Rivodutri e Morro Reatino) appartenevano al Regno di Napoli e facevano capo alla provincia dell'Aquila in Abruzzo; al contrario, Rieti faceva parte dello Stato Pontificio, facendo capo alla provincia di Perugia in Umbria.
Il confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio passava proprio sul monte Terminillo.
Solo nel 1927, con l'istituzione della provincia di Rieti, il Terminillo entrò a far parte del Lazio.
I pionieri dell'esplorazione del Terminillo
Fu proprio in tale periodo che si iniziò a intuire il potenziale turistico del Terminillo: nel 1882 Abbate osservava che «se il paese di Leonessa fosse in Svizzera, questi luoghi subirebbero grandi trasformazioni.
Il paese si rimodernerebbe, sorgerebbero alberghi, comode diligenze percorrerebbero ampie strade trasportando continuamente touristes».
Nel 1873 venne fondata la sezione di Roma del Club Alpino Italiano che nel 1903 fece costruire il rifugio Umberto I (attuale rifugio Massimo Rinaldi) a quota 2108 metri.
La presenza del rifugio, che per la prima volta offriva un punto di ristoro a scalatori ed escursionisti, favorì l'arrivo di più visitatori, che iniziarono a divenire sempre più numerosi.
Fu così che nel 1923 nacque la sezione reatina del CAI, e nel 1930 venne eretto un secondo rifugio, la capanna Trebiani.
Il nome del Terminillo era ormai diventato noto tra gli esponenti dell'aristocrazia romana: nel solo inverno 1931, la capanna Trebiani ospitò ben 1300 gitanti.
La nascita della stazione sciistica del Terminillo
Negli anni trenta il governo fascista realizzò sul monte Terminillo un imponente progetto di valorizzazione turistica, che portò la montagna a diventare una vera e propria stazione sciistica con moderne infrastrutture di accesso e di ricettività; pubblicizzata e propagandata come la "montagna di Roma", in breve divenne un punto di riferimento per l'intera Italia centrale e in particolare per l'alta borghesia romana.
Determinante per il Terminillo fu il ruolo di Benito Mussolini, "scopritore" del suo potenziale turistico: secondo Maria Scicolone, l'intuizione gli sarebbe venuta durante un viaggio in aereo da Forlì a Roma, nel quale avrebbe chiesto al comandante Biseo che montagna fosse quella che stavano sorvolando.
In realtà alla realizzazione del progetto contribuirono diverse personalità.
Il progetto non ebbe difficoltà ad essere accolto, perché era funzionale a dare applicazione a diversi principi dell'ideologia fascista, come la politica di valorizzazione delle realtà rurali e quella di promozione dell'attività sportiva.
Infine, l'iniziativa soddisfaceva le esigenze della borghesia romana che, con la diffusione dell'abitudine alla "gita fuori porta", aspirava a disporre nelle vicinanze di luoghi adatti a trascorrere la villeggiatura.
Così, dopo la realizzazione della Via del Mare e la creazione degli stabilimenti balneari di Ostia (la "spiaggia di Roma"), il governo fascista si proponeva di individuare un luogo non troppo lontano dalla capitale dove realizzare un polo per la pratica degli sport invernali (la "montagna di Roma"), in grado di competere con i più celebrati centri alpini (troppo distanti per essere raggiunti dall'Italia centrale).
A tale scopo vennero prese in considerazione le località di Campocatino, nel frusinate, e di Monte Zappi, ma alla fine la scelta ricadde sul Terminillo.
Il turismo "elitario" borghese del Terminillo (1935-1960)
Con la realizzazione della strada, in breve tempo sorsero numerose strutture ricettive: nel 1936 viene aperto il primo albergo, il Savoia, seguito nel 1939 dal Roma.
Le visite di Mussolini, però, non erano solo momenti di piacere.
In quegli anni, infatti, il Terminillo divenne un importante strumento di propaganda del regime: nel 1937, il presidente del CAI Manaresi scrisse che, per la causa delle montagne, «due giorni trascorsi da Mussolini sul monte Terminillo sono più preziosi di cento discorsi, risme di saggi e folle di comitati».
Mussolini, infatti, si faceva spesso fotografare sulla neve per promuovere la pratica sportiva e il turismo montano; nelle foto veniva ritratto con gli sci o sullo slittino, a volte addirittura a torso nudo.
In realtà, secondo le testimonianze degli istruttori che lo assistevano, il duce non era un abile sciatore e nelle sue visite si limitava a fare qualche passo con gli sci ai piedi.
La pubblicizzazione delle visite di Mussolini portò una grande fama al Terminillo, che divenne in pochi anni una meta ambita da molti personaggi in vista: tra gli altri, decisero di costruirsi una villa sul Terminillo l'ex re dell'Afghanistan Amānullāh Khān, il principe e cameriere segreto del Papa Francesco Chigi della Rovere, il colonnello Mario de Bernardi e l'avvocato penalista Bruno Cassinelli.
Ad aumentare la fama del Terminillo contribuì anche il giro d'Italia: a partire dal 1936 e per quattro anni consecutivi, la scalata del Terminillo entrò a far parte della corsa rosa divenendo una delle tappe "clou".
Per l'occasione fu introdotta per la prima volta la modalità della corsa a cronometro.
Durante la seconda guerra mondiale il Terminillo non subì particolari danni (fatta eccezione per l'accidentale distruzione del rifugio Umberto I); nelle sue strutture alberghiere si rifugiarono molte famiglie altolocate, in fuga dai bombardamenti delle città, e furono istituiti sanatori per curare i feriti di guerra.
Questo portò la montagna a divenire teatro per diversi avvenimenti di gossip e di cronaca rosa: ad esempio il matrimonio di Gina Lollobrigida con Milko Skofic, nel 1949, la morte della figlia di Eduardo De Filippo, nel 1960, l'incidente aereo del 1955 nel quale perse la vita l'attrice ed ex Miss Italia Marcella Mariani e l'incontro tra Vittorio Gassman e la futura seconda moglie Diletta; il Terminillo divenne inoltre location fissa per molti film di Cinecittà.
Proseguirono inoltre i lavori di attrezzaggio della stazione sciistica già iniziati prima della guerra; nel 1949 cominciò l'edificazione di un'imponente Chiesa dedicata a San Francesco, a dominio della Valle Santa (completata nel 1964).
Negli anni cinquanta venne costruita sul versante nord una seconda strada di accesso al Terminillo (la strada provinciale 10 Leonessa-Campoforogna) e nel 1958 venne realizzato dalla cassa per il Mezzogiorno un vero e proprio acquedotto a servizio della stazione sciistica (che assicurava l'approvvigionamento idrico tramite lo sfruttamento di tre sorgenti poste sul monte di Cambio e imponenti impianti di sollevamento).
Il turismo di massa al Terminillo (1960-1980)
Il Terminillo pertanto conobbe un nuovo tipo di turismo, meno esclusivo e più di massa, e raggiunse l'apice dello sviluppo e delle presenze turistiche; dagli anni cinquanta agli anni settanta fu la località sciistica di riferimento per tutto il Centro Italia.
Per soddisfare l'accresciuta domanda, nacquero in quegli anni un gran numero di nuove strutture ricettive e decine di abitazioni residenziali private: «nei sogni della borghesia romana "videoregistratore e pantofole", oltre alla villetta a Fregene, c'è l'appartamento al Terminillo».
Questa grande espansione urbanistica è oggi valutata negativamente, perché considerata eccessiva, speculativa, ambientalmente impattante e architettonicamente inadatta al contesto montano.
Furono notevolmente ampliate anche le piste da sci, con la realizzazione (sia da parte della Società Funivie che da parte di privati) di nove ulteriori impianti di risalita.
Il declino e i tentativi di rilancio del Terminillo (1980-2010)
Con la prima flessione delle presenze, alla metà degli anni settanta, emerse la necessità di rilanciare il Terminillo, in particolare realizzando impianti di innevamento artificiale, sfruttando maggiormente il versante leonessano (orientato a nord e quindi soggetto a nevicate maggiori e più durature) e collegandolo al versante reatino con un impianto di risalita (allo scopo di unificare le due stazioni sciistiche di Pian de' Valli e Campostella).
I primi progetti erano particolarmente consistenti ed ambiziosi: il primo fu elaborato nel 1974 dall'ente provinciale per il turismo di Rieti e prevedeva di quadruplicare gli impianti e di triplicare le piste.
Da allora se ne sono succeduti molti altri, seguiti tuttavia da scarsi esiti: infatti la nascente sensibilità ambientalista (contraria all'ulteriore sfruttamento sciistico della montagna a scapito della qualità ambientale) e la litigiosità dell'ambiente politico e imprenditoriale locale, impedirono la realizzazione di investimenti atti a rinnovare, modernizzare ed ampliare gli impianti; al contrario, le strutture a servizio dei turisti arrivarono addirittura a ridursi, dal momento che molti impianti, giunti a scadenza trentennale naturale, non furono sostituiti e dovettero essere dismessi per mancanza di manutenzione, lasciando i loro ruderi alle intemperie.
Tutt'oggi i resti dei vecchi impianti sono ben visibili per esempio sul Monte Terminilletto (pista Conetto) oppure in zona Rialto ed anche verso il Comune di Cantalice (pista Cardito Nord).
Il calo dell'affluenza ebbe inoltre la conseguenza di rendere progressivamente sovrabbondanti le strutture alberghiere esistenti, molte delle quali sono state chiuse e riconvertite in condomini o residences.
Terminillo | Progetto TSM (2010-oggi)
Tuttavia il progetto non ottenne l'approvazione della regione Lazio: infatti, nel settembre del 2015, i tecnici regionali lo bocciarono in fase di valutazione di impatto ambientale, costringendo i proponenti ad apportare delle modifiche al fine di ridurre l'impatto sulla montagna.
Nel dicembre 2020 la Regione Lazio ha approvato in via definitiva il progetto TSM, compreso il collegamento sciistico tra i due versanti.
Ma nel maggio 2021 il Ministero dell'Ambiente ha sollevato ulteriori questioni ambientali, in realtà mai poste in passato a Regioni come Abruzzo o Trentino Alto Adige, quando investirono centinaia di milioni di euro per realizzare seggiovie, ovovie e funivie.
Peraltro la provincia di Rieti, sempre nel mese di maggio, ritenne facilmente superabili le questioni poste dal Ministero.
Vedremo in futuro cosa aspetta al Terminillo