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Rovine di Camerata Vecchia
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Indirizzo:
00020 Camerata Nuova RM Camerata Nuova (RM), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

La città fantasma di Camerata Vecchia sono degli antichi ruderi abbandonati da quasi due secoli alla natura quasi incontaminata che circonda l'attuale Camerata Nuova

Avete mai visitato le rovine di Camerata Vecchia? Si trovano a circa un'ora da Roma e raggiungerle è un'esperienza incredibile.

Una città fantasma fatta di antiche case scavate nella roccia, chiese, strade e ancora altre case in pietra costruite nei territori impervi dei monti Simbruini, tra i fitti boschi che si sviluppano proprio di fronte il Monte Livata.

Le rovine di Camerata Vecchia si situano su uno sperone di roccia a un’altitudine di 1200 metri sul livello del mare, in una posizione dominante rispetto alla Piana del Cavaliere.

Raggiungibili oggi attraverso diversi sentieri che partono da Camerata Nuova, un piccolo borghetto di circa 400 anime, le rovine garantiscono ai visitatori bei paesaggi naturali e un’esperienza del tutto originale.

Dopo quasi due secoli quel che resta di quella comunità resta li protetto dalla vegetazione, ed è raggiungibile solo dai sentieri (indicati) ripuliti da volontari e dai guardiani del più famoso parco naturale dei Monti Simbruini.

Alcuni di questi sentieri sono anche parzialmente carrabili, con mezzi fuoristrada ovviamente, o a piedi.

Attenzione, se pensate di andare a visitare Camerata Vecchia d'estate, rischiate di ritrovare la maggior parte dei ruderi invasi dalle piante: è consigliabile quindi organizzare la vostra gita in primavera o in autunno, indossare delle scarpe da trekking e portando con voi delle borracce piene di acqua perchè, come già accennato, non troverete nessuna fontana tra quei boschi.

Rovine di Camerata Vecchia
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Rovine di Camerata Vecchia
Rovine di Camerata Vecchia

Rovine di Camerata Vecchia | Descrizione

Situata a 1220 metri d’altezza, la costa rocciosa dove sorgono le rovine di Camerata Vecchia domina a sud il profondo solco di Fosso Fioio.

A nordovest, invece, si trova il grande piano carsico di Camposecco.

Visitando questi luoghi si resta affascinati dalla vista delle antiche mura.

Al contempo, però, si può rimanere confusi nel sapere che solo un secolo e mezzo fa lì viveva gente, artigiani, contadini e pastori, costretta ad abbandonare precipitosamente il paese natio e portare con sé solo poche cose.

Per ricominciare di nuovo, per poter vivere ancora…

Per il resto i percorsi non sono poi così duri da affrontare, e vi troverete qualche panorama mozzafiato e - se siete fortunati - dovreste riuscire facilmente ad avvistare qualche falco o una poiana.

Per anni oggetto di campi internazionali di studio e recupero, quei perimetri di case e chiese dell'antico borgo (se così si può chiamare) di Camerata Vecchia aspettano ancora la realizzazione di un progetto che sappia custodirli e valorizzarli come meritano.

Nel frattempo le fragili pietre continuano a mantenere viva la memoria del quotidiano eroismo della gente di montagna, raccontandone silenziosamente la fatica, l’abnegazione e la sofferenza.

Quello che si può osservare di Camerata Vecchia sono i ruderi delle mura di cinta, sparsi qua e là nella cerchia del nucleo abitato, l’arco di sostegno della Chiesa di San Salvatore e alcune case nei presi della chiesa.

L’origine del nome risale alla natura delle case del vecchio paese; molte di queste infatti erano parzialmente scavate nella roccia e prendevano il nome di “camerae”.

Altre abitazioni erano interamente costruite in pietra ed erano adagiate sui fianchi scoscesi della rupe che caratterizzava tutto l’antico borgo.

Le ultime ricerche hanno portato alla luce i resti di un tempietto di cui abbiamo solo alcune notizie frammentarie e spesso discordanti tra loro.

La visita del sito di Camerata Vecchia richiede comunque un po’ di attenzione soprattutto per la natura del terreno su cui sono adagiate le rovine.
Non essendoci un itinerario di visita delineato, per osservare le varie strutture, dai resti delle mura alle varie abitazioni, ci si dovrà districare tra speroni rocciosi e terrazzamenti, non sempre facili da raggiungere.

Rovine di Camerata Vecchia
Rovine di Camerata Vecchia

Rovine di Camerata Vecchia | Storia

Abitata fino ai primi dell'800 Camerata Vecchia si nasconde a 1200 metri tra i boschi e i picchi sopra la valle dell'Aniene per un motivo ben preciso: nel IX secolo i saraceni mettevano a ferro e fuoco tutte quelle terre - ben distanti da Roma - prive di mura fortificate e proprio le loro continue incursioni spinsero diversi gruppi di abitanti della vallata a riunirsi in piccole comunità ben nascoste e arroccate in quei luoghi impervi, facili da difendere, ma veramente difficili da abitare.

Parliamo infatti di un'area lontana da ogni confort già a quel tempo conquistato dalla maggior parte degli altri borghi e cittadine, con certezza infatti Camerata Vecchia era l'unico centro abitato dei Monti Simbruini a non disporre di sorgenti d'acqua nelle vicinanze, ne tanto meno di acquedotti o qualsiasi sistema di approvvigionamento idrico  esistenti da secoli in tutto il centro Italia.

Passato il periodo delle invasioni, dopo l'anno mille per intenderci, come se non bastasse l'infausto passato, Camerata Vecchia si ritrova a far parte dei territori di proprietà di diversi signori che acquistavano e rivendevano quelle terre senza andare a sviluppare quei servizi necessari per il benessere di una comunità.

Prima "governati"  dall'Abbazia di Montecassino, gli abitanti di Camerata Vecchia furono inglobati Conti dei Marsi e poi dall'Abbazia di Cassino prima di tornare ai Marsi, in una situazione socio-politico-culturale sempre più instabile.

I primi cenni storici su Camerata sono datati 955 quando era in pieno svolgimento il processo dell’incastellamento che coinvolse tutti i paesi della Valle dell’Aniene e non solo.

Da alcuni documenti si evince che intorno alla metà del X secolo l’abate di Montecassino diede in enfiteusi la Chiesa di San Salvatore a Rainaldo, il Conte dei Marsi.

Per un periodo abbastanza lungo i Conti dei Marsi dominarono su gran parte del territorio Carseolano annettendo man mano varie terre fino ai margini dei possedimenti della potente Abbazia di Subiaco.

In seguito, alcune contrade nei dintorni di Camerata vennero cedute all’abbazia sublacense e questa le diede poi in usufrutto agli stessi Conti dei Marsi insieme a Camerata. Le notizie sulle vicende di Camerata Vecchia nel periodo medievale sono molto scarse.
Quello che si sa di sicuro è che il borgo passò di mano in mano a varie famiglie dello Stato della Chiesa.

Ci vollero secoli per "stabilizzare" quel territorio perennemente al confine tra il "Regno di Napoli" e lo Stato Pontificio, meta naturale di briganti in cerca di luoghi isolati dove nascondersi e dove poter depredare gli indifesi abitanti di Camerata Vecchia, nonchè i mercanti e i viaggiatori di passaggio nella Valle sottostante.

Non solo: il suo comprensorio era poi oggetto di periodiche contese sui confini dei due regni e dei comuni limitrofi.

Sarà il fuoco a risolvere tutti i problemi di Camerata Vecchia: il 9 gennaio del 1859 da un caminetto mal custodito prende avvio un incendio che in breve tempo si propaga per il bosco e di conseguenza in tutte le case li nascoste.

Difficile da raggiungere e priva della quantità di acqua necessaria a smorzare un incendio di quelle dimensioni, Camerata Vecchia viene completamente distrutta.

Gli sfollati, per lo più donne, vecchi e bambini (gli uomini svernavano nell’Agro Romano per questioni di transumanza), sono costretti a vivere in condizioni di fortuna.

Almeno fino a quando le risorse messe a disposizione dallo Stato Pontificio e da papa Pio IX in persona non producono i frutti sperati: il 20 settembre 1868 viene inaugurata (400 metri più a valle) Camerata Nuova.

Rovine di Camerata Vecchia
Rovine di Camerata Vecchia

Le “Arche” di Camerata

Un’antica tradizione presente a Camerata Nuova è la costruzione delle “arche”, caratteristiche cassapanche utilizzate per contenere vivande, indumenti e attrezzi da lavoro.

Gli abili artigiani che le costruiscono sono chiamati arcari e per poterle realizzare utilizzano legno di faggio, molto abbondante nei dintorni del paese.

Le arche sono costruite senza l’ausilio di viti o chiodi ma solamente incastrando listelli di legno, spesso intarsiati, che danno ad ogni opera un loro caratteristico aspetto.

Questi particolari contenitori, che potevano essere smontati e rimontati in breve tempo, furono molto utili alla popolazione, quando nel 1859 Camerata venne distrutta dall’incendio.

Nei pressi delle rovine di Camerata Vecchia sono stati trovati frammenti di legno appartenenti ad alcune arche datate agli inizi del XIX secolo.

Grazie ad alcuni scritti si sa che l’utilizzo delle arche risale al 1780.

Da recenti studi, però, si è appreso che questa tradizione avrebbe un’origine molto più antica.

Rovine di Camerata Vecchia
Rovine di Camerata Vecchia

Come raggiungere Camerata Vecchia

Da Subiaco o dal casello autostradale Carsoli-Oricola (A24) si raggiunge Camerata Nuova.

Giunti in paese, si apre sulla destra, una piazzetta dove si può parcheggiare.

Sulla destra della piazzetta si stacca la stradina che conduce a Camposecco.

Dopo aver camminato per circa 200 metri su questa stradina, si incontra, sulla sinistra, la sterrata che percorre il Fosso Fioio.

Oltrepassato il bivio (ignorando la sterrata che porta a Fosso Foio) si prosegue sulla principale e, dopo altri 100 metri si incontra, sempre sulla sinistra, un’altra sterrata con indicazione “Madonna delle Grazie”.

Si gira così a sinistra, si supera il ponte sul Fosso Luisa e, all’altezza di un tornante, si prende una mulattiera che si stacca sulla destra.

Questa mulattiera costeggia per un tratto il fossato e va ad intercettare un sentiero che sale in diagonale.

Si volta quindi a sinistra, si risale la costa boscosa a monte del Fosso Luisa, e si giunge, intorno a quota 1170, ad un bivio a “T”.

Voltando a sinistra (a destra si arriva in pochi minuti alla Chiesa della Madonna delle Grazie) si arriverà in breve a toccare le antiche rovine di Camerata Vecchia.

Il tempo di percorrenza è di circa 1 ora.

Interessanti località vicine: Filettino (stazione sciistica di Campo Staffi), Fiuggi (con le sue acque curative), Subiaco (Monasteri benedettini e Stazione sciistica di Livata), Guarcino e la stazione sciistica di Campocatino, Vallepietra, Trevi nel Lazio

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