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Rivodutri (RI)
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Indirizzo:
Rivodutri (RI), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Il piccolo borgo di Rivodutri, a poco più di un'ora da Roma, è un grazioso paesino di montagna che con i suoi 560 metri di altezza domina la Piana di Rieti e la Valle Santa di San Francesco

Rivodutri è un piccolo paese immerso nei famosi boschi della Sabina noto per l'amena posizione geografica sulle falde occidentali del gruppo del Terminillo, nel verde della provincia di Rieti a pochi kilometri da Morro Reatino, Poggio Bustone, Labro, Cantalice, Colli sul Velino, Greccio, Contigliano con il borgo fantasma di Reopasto e, pochi kilometri dopo, il borgo abbandonato di Rocchettine.

Numerosi sentieri solcano il pittoresco territorio di Rivodutri...

Percorrendo un particolare sentiero si raggiunge il Faggio di San Francesco, un enorme faggio dalla forma inconsueta, leggenda vuole che abbia riparato il Santo da un temporale (anche se, benché vetusto, è improbabile che abbia otto secoli).

Notevole il settecentesco Santuario della Madonna della Valle.

Parte del territorio appartiene alla Riserva naturale del Lago Lungo e di Ripasottile.

Qui a  Rivodutri poi si trova una misteriosa porta monumentale eretta tra XVI e XVII sec., decorata con sculture e incisioni esoteriche mai interpretate presenta una serie di simbolismi che rimandano a radici cristiane, alla cabala e alla tradizione orfico-pitagorica.

La maggior parte dei simboli esprime il mistero della trasmutazione dei metalli in oro e, in senso allegorico, della psiche e dei rapporti tra corpo e anima nell’uomo (Professori V.Leoni, M.Sampalmieri , L.Vannozzi).

La lettura dell’Arco parte in basso a destra, verso l’alto; presentando subito quattro rette (con la scritta QUID HOC FORTIUS) che partono da un punto centrale: lo stato da cui parte ogni cosa (acqua, aria, terra e fuoco).

Si prosegue, poi, con diversi simbolismi, fino ad arrivare, in posizione apicale, alla figura dell’Ermafrodito, un REX e una REGINA uniti da una stessa corona e, subito sotto, nella chiave di volta, al cuore fiammeggiante di Cristo, simbolo universale dell’amore.

I simboli poi continuano, e spiccano, tra gli altri: il pentacolo, la palma e Mercurio.

Questo Arco alchemico si erge davanti quello che era il grande Palazzo Camiciotti di Rivodutri, crollato per il terremoto del 31 Dicembre 1948.

Rivodutri immersa nel verde
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Dove dormire a Rivodutri (RI) e dintorni



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Rivodutri (RI) | Eventi, tradizioni & Folklore

  • Il primo week end di Agosto si svolge la Sagra della Trota Biologica, dedicata alla Trota ed al Gambero di Fiume,nella zona antistante le Sorgenti di Santa Susanna, dove potrete ammirare un caratteristico mulino ad acqua e una piccola colonia di cigni.
  • Festa di San Michele Arcangelo (patrono del paese)
  • Il Lunedì si svolge il mercato settimanale di Rivodutri
  • Ogni anno si allestisce un presepe subacqueo della Sorgente di Santa Susanna
  • Festa della Madonna del Buon Consiglio (10-15 Agosto)
  • Festa in onore della Madonna Delle Grazie (Agosto/Settembre)
  • Festa di Santa Susanna nella frazione di Piedicolle (Agosto)
  • La proloco del paese organizza molte escursioni e passeggiate nel verde della zona

Sorgenti di Santa Susanna e Mulino di Rivodutri
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Che cosa vedere a Rivodutri (RI) | Monumenti e luoghi d'interesse

Rivodutri conserva per gran parte il suo aspetto antico, con edifici del Quattrocento e del Cinquecento.

Chiesa di San Michele Arcangelo
Nella parrocchiale di San Michele Arcangelo, patrono del paese, si trova una pregevole tela settecentesca raffigurante “Gesù crocifisso, con San Giovanni, Maria Addolorata e la Maddalena”.
Chiesa della Madonna della Valle
Altra chiesa molto amata, meta di pellegrinaggi, è quella della Madonna della Valle, eretta nel luogo in cui, nel 1652, la Vergine apparve a tale Alessio Damiani.
Si tentò quindi di trasferire nella chiesa del paese l’immagine della Madonna che però, miracolosamente, fu rinvenuta nella chiesa originaria (l’episodio si verificò varie volte).
Nacque allora l’idea di trasportare altrove, insieme all’immagine, l’intero scoglio sul quale era comparsa la Madonna e di costruire sullo stesso l’attuale santuario settecentesco (1728).

Cepparo di Rivodutri - Chiesa di San Francesco al faggio (1999)

Piccola chiesetta in pietra di recente costruzione. Nel 2002 sono state collocate all’interno quattordici formelle in ceramica con il Cantico delle Creature e un pannello grande, sempre in ceramica, con la figura di San Francesco, opere del pittore Franco Bellardi.

Chiesa di Santa Susanna (1600)

Chiesa dell'Immacolata nella frazione di Piedicolle (anni 70) contiene 8 grandi tele (cm. 250×200) eseguite dal pittore Franco Bellardi nel 2004.

Chiesa del cimitero

Porta alchemica di Rivodutri
Porta alchemica di Rivodutri

Porta alchemica di Rivodutri

La porta alchemica, collocata in via Umberto I, è un monumentale arco secentesco decorato con bassorilievi esoterici, la cui simbologia è però diversa quella della più nota Porta Alchemica di Roma.
L'arco oggi dà accesso a un piccolo giardino, ma in passato costituiva l'accesso principale di un palazzo oggi non più esistente (palazzo Camiciotti).
Uno studio recente, svolto da Franco Lelli, colloca il manufatto nella seconda metà del 1700 e lo vuole destinato a ornare l'ingresso della casa di una coppia di giovani sposi.
La simbologia rimanda a temi cattolici, biblici, mitologici, cristologici ed alchemici, ma solo, questi ultimi, nella misura dettata dal periodo storico della sua realizzazione.
Il richiamo "alchemico" sta tutto nella forza dell'amore, capace di trasformare magicamente, esotericamente i soggetti che si amano.
I due volti che sovrastano l'Arco sono riconducibili a Dioniso e Arianna, espressione del legame di Cristo e la Chiesa, confermati dalla sottostante indicazione "UNA (CARO?)" una sola carne, come ricorda la lettera di S.Paolo Apostolo agli Efesini, diretta ai doveri di moglie e marito. (Franco Lelli, L'Arco di Rivodutri e L'Amore Alchemico, Amarganta, Rieti, 2018)

Rivodutri (RI) | Aree naturali

Sorgenti di Santa Susanna di Rivodutri
All'interno del territorio comunale (nei pressi della frazione Piedicolle) si trova la sorgente di Santa Susanna, dalla straordinaria portata di 5000 litri al secondo che la rende una delle più grandi d'Europa.
Nella sorgente, in periodo natalizio, viene allestito un presepe subacqueo.
In corrispondenza della sorgente si trova un giardino botanico attrezzato con panchine e parco giochi e un laghetto popolato dai cigni.
Dalla sorgente hanno origine il fiume Santa Susanna (che, dopo aver alimentato un antico mulino, si getta nel lago di Ripasottile) e il canale di Santa Susanna (che sfocia direttamente nel fiume Velino).
Le acque di questi due corsi d'acqua sono ricche di pesci d'acqua dolce come la trota, che costituisce una delle principali specialità gastronomiche locali.
Riserva parziale naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile
Parte del territorio comunale è compreso all'interno di una riserva naturale di cui fanno parte le già citate sorgenti di Santa Susanna, ma anche i laghi Lungo e Ripasottile.
All'interno della riserva si trova una zona umida circondata dai canneti, che fornisce riparo a numerose specie di uccelli migratori, e ha mantenuto un ambiente simile a quello precedente alla bonifica della Piana Reatina.
Cammino di Francesco e Faggio di San Francesco a Rivodutri
All'interno del comune, il principale luogo legato al passaggio di San Francesco d'Assisi è un maestoso albero di faggio, di forma e dimensioni straordinarie, detto "faggio di San Francesco".
L'albero, ormai secolare, si trova in un bosco situato sulle pendici del monte Fausola (nei pressi della frazione Cepparo) ed è annoverato tra i monumenti naturali della regione Lazio.
La sua particolare fisionomia è causata da una rarissima mutazione genetica, ad oggi riscontrata solo in altri due esemplari in tutto il pianeta.
Leggenda vuole che l'albero abbia piegato i suoi rami e assunto questa forma per preparare un comodo giaciglio a San Francesco, che vi trovò riparo durante un temporale.
Accanto all'albero si trova inoltre un sasso con l'impronta che, sempre secondo la leggenda, sarebbe stata lasciata nel momento in cui, male apostrofato da un maniscalco che gli chiedeva il pagamento per la ferratura del suo asino, il santo scese dalla groppa e ordinò alla bestia di restituire i ferri.
Il faggio e gli altri luoghi francescani della Piana Reatina sono collegati dal Cammino di Francesco, un percorso immerso nella natura, meta di turisti e pellegrini.

Cascata delle Marmore

A circa mezzora di auto da Rivodutri si trova la magnifica cascata delle Marmore

Faggio di San Francesco a Rivodutri (RI)
Faggio di San Francesco a Rivodutri (RI)

Rivodutri (RI) | La Storia

Presso le sorgenti di Santa Susanna è venuto alla luce un importante abitato perilacustre del Bronzo recente (XII secolo a.C.), posto a ridosso della strada.

I reperti protostorici furono rinvenuti nel 1928 in occasione di alcuni interventi di bonifica, durante i quali tornarono alla luce trecento frammenti fittili pertinenti a vasellame domestico da stoccaggio (dolia), da cucina (olle e fornelli), da mensa (tazze e ciotole), tutti reperti che bene si inquadrano in un contesto abitativo.

Interessante il rinvenimento di alcuni tronchi di legno fossilizzati paralleli al fiume e pertinenti ad un villaggio palafitticolo perilacustre.

Comparvero anche le tracce di alcune opere di bonifica (tra cui dei canali artificiali). Stando agli indizi di combustione il sito venne devastato da un incendio, forse già nella prima età del Ferro.

Questo insediamento, rimasto anonimo da sempre, è stato identificato recentemente nell’antica Carsula, città degli Aborigeni, che secondo Dionigi di Alicarnasso sorgeva lungo la Via Curia (corrispondente grossomodo alla Ternana), 14 km dopo Rieti.

Questo insediamento si estendeva verso sud fino ad occupare anche le rive del vicino Lago Lungo, dove è stato rinvenuto un altro villaggio perilacustre, connesso in qualche modo al precedente e frequentato ininterrottamente dal Bronzo antico al Bronzo finale.

La costruzione del canale di Santa Susanna è per lo più attribuita al periodo romano.

La tipologia di opere e i resti di ponti di età romana nelle vicinanze fanno pensare, per lo più, al periodo della bonifica curiana (Manio Curio Dentato 330 a.C. - 270 a.C.) che, rivelando nuove fertili terre, facilitò la nascita di forti interessi economici in queste zone a nord dell’altopiano reatino, zone all’epoca paludose e soggette a disastrose alluvioni.

Borgo di Rivodutri (RI)
Borgo di Rivodutri (RI)

Rivodutri nel Medioevo

Il territorio di Rivodutri, come tutta la Piana Reatina, nel corso del Duecento fu frequentato da San Francesco d'Assisi.

Due episodi della sua vita sono rimasti legati al paese: uno è quello del temporale che lo avrebbe sorpreso mentre meditava monte Fausola, occasione in cui il santo trovò riparo sotto un albero di faggio, che avrebbe piegato i propri rami per coprirlo meglio; l'altro è quello dell'asino che, su ordine del santo, si sarebbe tolto i ferri, per restituirli a un maniscalco che chiedeva di essere pagato per averli forniti.

Le prime notizie del castrum medievale risalgono al 1375, quando Rivodutri divenne una roccaforte dei guelfi reatini, espulsi dai ghibellini per controversie circa l’opportunità (o meno) di allearsi con la lega capeggiata dal comune di Firenze contro il papa.

I guelfi di Rieti, d’intesa con alcune famiglie di Rivodutri, cacciarono dal paese le persone meno fidate e fecero della rocca una base di guerra contro i reatini, in accordo con i cantaliciani ed i civitesi.

Quando i ghibellini ammorbidirono le loro posizioni in seno alla lega antipapale, il comune di Rieti riconquistò Rivodutri, annettendolo ai domini dello Stato Pontificio, nei cui confini rimarrà fino al 1870, a differenza di Cantalice e Cittaducale. condannando a gravi pene i ribelli.

Gli abitanti del castrum che erano stati spogliati dai loro beni furono costretti a chiedere l’esonero dal pagamento dei tributi.

In seguito il paese serbò sempre fede ai reatini, partecipando alle lotte che questi sostennero contro Cantalice, Lugnano e Civita.

Rivodutri, 1944: cronaca di una giornata nera

All'alba di venerdì 31 marzo 1944 giunge, nella frazione posta ai piedi del paese, un distaccamento tedesco composto di due carri armati e di un centinaio di uomini.

Nella falsa convinzione che il paese fosse, se non il covo, almeno un rifugio preferito di partigiani, i tedeschi incominciano a sparare col cannoncino nell’intento di snidarli.

Dal momento che nessuno risponde ai colpi, si accontentano di perquisire le singole case di quella frazione, iniziando poi la salita a Rivodutri.

Nell'ascesa al paese incontrano un anziano contadino che, alla vista improvvisa di tale spiegamento di forze, cerca invano di cambiare strada.

Freddato immediatamente a colpi di moschetto e lasciato sul selciato, i tedeschi continuano la salita ricominciando a sparare alla cieca per snidare eventuali ribelli.

Due tiri di cannone in via Umberto I colpiscono e diroccano una casa fiancheggiante la strada ed una donna resta uccisa nel proprio letto.

Intanto nel paese, dal parapetto del Caffiero, due giovanotti sparano alcuni colpi di fucile senza colpire alcuno.

I tedeschi al sentire quei colpi si convincono maggiormente che in paese sia presente un forte nucleo di ribelli e cominciano a sparare sul serio contro le case prospicienti la pianura.

Molte vengono colpite, danneggiate ed incendiate. Alcuni colpi giungono (forse volutamente) sul campanile e la campana maggiore viene spaccata.

In poco tempo entrano in borgo i due carri armati e gli uomini, mentre sulle circostanti colline reparti di tedeschi armati prendono posizione, ponendo il paese in stato di assedio.

Allarmatissimo per quanto succede, il parroco scende in chiesa e decide di mettere in salvo il SSmo Sacramento.

Intanto, sul tetto e sulle mura battono i proiettili, che lo costringono in breve tempo ad uscire sulla piazza.

Subito i soldati entrarono nelle case e ne cacciarono gli abitanti, che, radunati come bestie sulla via, vennero spinti sulla piazza del Comune.

L’aspetto degli assalitori era così scuro e deciso che tutti fummo convinti che ci avrebbero fucilati in massa.[…]

Qualche istante dopo arriva un contrordine.

Parroco e podestà vengono lasciati liberi.

Intanto i soldati e i graduati procedono al rastrellamento del restante del paese e, con tale pretesto, in assenza degli abitanti, fanno man bassa su quanto loro capita sotto mano.

Molte case vengono spogliate completamente, altre gravemente danneggiate ed altre incendiate.

Anche la chiesa della SS Annunziata, da quanto emerge dalle successive denunce del parroco, viene "minutamente perquisita".

Il comandante dà ordine di radunare tutti gli abitanti nella chiesa parrocchiale, che viene poi circondata e munita interamente di soldati armati di mitragliatrici.

Dal mattino alle sette fino alle sei di sera tutti quei poveri cristiani rimasero nella casa di Dio con lo spavento della morte. Verso le sedici si permise alle madri e alle donne di uscire e di portare a casa i bambini e si ritennero gli uomini, che, controllati uno per uno, furono accantonati in una sessantina destinati ad essere deportati. Quello strazio divenne un urlo solo e disperato, quando quei disgraziati, fatti salire sopra un camion, vennero allontanati dal paese che restò immerso nella più nera desolazione.[…]

Bilancio della giornata: nove morti e sessantasette deportati per funzioni di lavoro coatto.

 

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