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- Antuni – città fantasma (RI)
Antuni era un borgo stupendo che nel 1939 dominava il nuovo Lago artificiale del Turano, ma presto diventò un borgo fantasma, abbandonato dopo i bombardamenti della grande guerra.
Dal ponte che attraversa il Lago del Turano, di fronte al centro storico di Castel di Tora, il paesaggio è sovrastato a destra da un brullo monte a forma conica che si specchia nel Lago, dal quale è quasi completamente circondato, sulla cui cima si trova il piccolo Borgo fantasma di Antuni.
Fiorente dall’anno mille fino alle distruzioni dell’ultima guerra che ne provocarono il completo abbandono lasciando Antuni per quasi mezzo secolo come una vera e propria "città fantasma" a poco più di un'ora da Roma.
Negli anni recenti si sono intrapresi restauri, inquadrati in un importante progetto di recupero.
La zona fa parte del pittoresco Parco Regionale dei Monti Cervia e Navegna ed il vicino paese di Castel di Tora (sormontato dal suo poderoso Castello) è segnalato da diverse Guide Turistiche nazionali come uno dei borghi storici più caratteristici d' Italia.
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Antuni si ergeva arroccato sul colle al centro del Lago del Turano, il borgo è stato abbandonato in seguito a un errore fatale entrato nella storia.
Siamo nella Media Sabina, lungo la valle del Turano, nel Nord Est del Lazio, nel comune di Castel di Tora, classificato come uno dei borghi più belli d'Italia.
Castel di Tora e la sua frazione di Antuni: questi due borghi a guardia della gola del fiume Turano sono accomunati da vicende storiche abbastanza simili.
Castrum Antoni (che venne poi chiamato Antuni) e Castelvecchio (che dopo l’Unità d’Italia - per il problema delle omonimie - cambiò nome in Castel di Tora) sorsero intorno all’anno mille per il fenomeno (comune a tutti i borghi del centro Italia) dell’incastellamento degli abitati per difesa dalle incursioni saracene e per il migliore controllo dei passi strategici.
Questo era infatti luogo di passaggio obbligato dal territorio abruzzese alla piana reatina; il Lago artificiale del Turano a quei tempi non c’era, essendo stato creato con la diga e la centrale idroelettrica nel 1939.
Da antichi documenti risulta che nel 1092 l’Abbazia di Farfa venne in possesso di Castelvecchio e di Castrum Antoni, avuti in dono dai Guidoneschi, signori della zona di origine longobarda.
Successivamente il luogo passò ai Brancaleoni e poi molte famiglie si succedettero nella sua proprietà (Cesarini, Mattei, Lante, Gentili).
Nell’800 il Borgo di Antuni fu dei Principi del Drago finchè nel 1992 passò in proprietà al Comune di Castel di Tora.
Intanto, nel 1944, il borgo era stato bombardato dagli aerei alleati.
Si dice che questo avvenne per errore, essendo il sottostante ponte il vero obiettivo (si tenga presente che per questi presunti errori, dovuti all'altissima quota da cui erano sganciate le bombe, fu distrutta inutilmente mezza Italia).
I danni furono gravissimi e la popolazione finì con l’abbandonare definitivamente Antuni che divenne una vera e propria "città fantasma".
Antuni - Oggi
Dagli anni ’50 Antuni divenne completamente disabitato, e da lì per quattro decadi cadde vittima dell’incuria.
Fu ai primi degli anni novanta che il Comune di Castel di Tora favorì l’insediamento di una comunità - Incontro (Don Pierino Gelmini) nel semidistrutto Palazzo Del Drago (che un tempo contava ben 365 finestre), oggetto poi di un notevole restauro (che, però, ne ha mutato i connotati).
Antuni si presenta arroccata sulla cima del monte-penisola del Lago artificiale del Turano, sovrastata dal poderoso palazzo baronale, conserva i resti delle antiche case e di una cappella, l’antica mulattiera che conduceva al centro del borgo e la torretta; in parte sono ancora visibili le opere di fortificazione medievali dai cui spalti si gode un panorama ineguagliabile su tutta l’area circostante ed in particolare sul Lago e sulle Gole del Turano.
Lì vicino, sul colle, sorge l’antico Eremo di San Salvatore su una parete a picco sul lago.
Nel futuro di Antuni è prevista una rinascita del borgo basata su progetti di turismo culturale-sociale; ma forse questo luogo (che sarà – inoltre - raggiungibile con una comoda strada) perderà gran parte del suo solitario e misterioso fascino (come avvenuto per altri luoghi, snaturati dall’entusiasmo di restauratori ed amministratori assegnatari di più o meno consistenti finanziamenti ministeriali o europei).
Parte delle antiche mura, del Palazzo del Drago e di diversi edifici storici sono stati recuperati e oggi si possono visitare (esternamente). Sono ben visibili ancora pozzi antichi, piazze, giardini e persino un labirinto. Addentrandosi per circa un chilometro a partire da Antuni si giunge inoltre al suggestivo Eremo di San Salvatore, che con la sua posizione domina incontrastato il lago: si trova su uno sperone roccioso a picco sulle acque.
Come specifica Camminando con, associazione che si occupa di organizzare le visite al borgo fantasma, occorre percorrere 1,5 chilometri in salita, su strada sterrata, per raggiungere Antuni, e altrettanti per arrivare all’eremo. Non un’impresa certo, ma è un’escursione che si consiglia di fare solo a persone in buona forma fisica (il dislivello è di 130 metri).
Nelle vicinanze del Lago del Turano e dei borghi di borghi di Antuni e Castel di Tora si segnalano, oltre al Lago del Salto (nei cui pressi si trova la rocca di Petrella Salto, testimone del parricidio di Beatrice Cenci), il Castello di Rocca Sinibalda e l'ex Abbazia di San Salvatore Maggiore (Concerviano); non tanto lontana è Rieti (Quartiere Medioevale e resti romani) che è l'epicentro della Valle Santa Reatina (famosi Santuari-Conventi Francescani).
Da scoprire è la Riserva Naturale del Monte Navegna e del Monte Cervia.
In questa, nonostante non sia molto estesa, si possono ammirare ambienti veramente selvaggi.
Questi sono costituiti da canaloni, boschi di faggio, praterie in quota, gole incise come la spettacolare Vallone dell’Obito, torrenti e una ricca e preziosa fauna e flora.