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Indirizzo:
Orte (VT), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Orte è un antico borgo della Tuscia sorto sulle sponde del Tevere, a circa un'ora di auto da Roma

Orte si trova a soli 24 km da Viterbo ed è forse il più importante snodo ferroviario e autostradale a nord della Capitale, crocevia nord-sud ed est-ovest del centro Italia.

Il borgo di Orte sovrasta la Valle del Tevere e si sviluppa su una caratteristica pianta ellittica, adattata alla forma del colle: le case periferiche si impiantano direttamente sul ciglio delle pareti a picco che appaiono perforate a varie altezze da antiche abitazioni scavate nella roccia tufacea.

Orte offre, anche al visitatore frettoloso, un centro storico ricco di memoria, che rivela ancora i lustri del passato e che conserva una notevole quantità di opere d'arte, in una cornice verde e suggestiva, poco corrotta nonostante l'intenso pulsare di vita.

Tutto questo non si trova ad Orte per caso.

Una storia millenaria ha prodotto e custodito gelosamente un tale patrimonio.

Se volete girare un po' l'area di Orte potreste andare a visitare Bassano in Teverina o il vecchio Borgo di Chia Vecchia, un borgo fantasma a Soriano nel Cimino riscoperto da Pier Paolo Pasolini negli anni 60 che, a sua volta, era frazione del misterioso comune di Bomarzo fino al 1942, San Martino al Cimino sul lago di Vico o il Monumento Naturale Oasi WWF Pian Sant'Angelo o il meraviglioso Castello Ruspoli a Vignanello.

Sempre nell'area troviamo: Torri in Sabina, la località Rocchette i ruderi della città morta Rocchettine, Casperia, Roccantica, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Contigliano, Bocchignano, Civita Castellana, Civitella San Paolo, Orte, Toffia, Torri in Sabina, Fara in Sabina, l'Abbazia di Farfa e Rieti.

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Orte | Tradizioni e folclore

  • Processione del Cristo Morto

Si svolge ogni Venerdì Santo, ed è una delle più antiche d'Italia nel suo genere.

Risalente probabilmente agli inizi del Duecento ha conservato intatta la sua forma originaria, un corteo mesto e devoto che accompagna Cristo alla sepoltura.

La processione vede la partecipazione delle nove Confraternite attuali (oggi riunite in un unico ente):

  1. Sant' Antonio Abate
  2. Santa Maria delle Grazie
  3. Madonna del Santissimo Rifugio dei Peccatori
  4. San Pietro
  5. Santissima Trinità
  6. Misericordia
  7. Santissimo Rosario (confraternita femminile)
  8. Santissimo Sacramento
  9. Santa Croce

La più antica di esse è quella di Santa Croce, si hanno testimonianze della sua presenza in Orte fin dal 1159.

Alla processione partecipano circa 500 confratelli. Le confraternite sfilano in ordine di antichità nelle loro divise caratteristiche.

La partenza avviene dalla chiesa di Santa Croce.

Nella piazza principale della città, la processione fa sosta.

I confratelli, disposti a forma di cuore, dopo un pensiero spirituale del Vescovo intonano alcuni versetti del "miserere".

Dopo aver percorso le vie del centro storico, fuori dalla chiesa di Sant'Agostino, i confratelli dedicano a Maria il canto dello Stabat Mater.

Il rito si chiude con lo spezzare il pane del venerdì Santo, in segno di fraternità, nella vicina chiesa di Santa Croce.

Un tempo la classe contadina credeva che se le candele che ornavano la bara e l'addolorata arrivassero in piazza tutte accese erano un buon presagio di un raccolto abbondante.

  • Festa patronale di Sant'Egidio

Come nell'antichità, ancor oggi è particolarmente solenne la grande processione che si svolge la sera del 31 agosto, vigilia della festa.

Anticamente vi partecipavano tutte le magistrature cittadine e le sedici corporazioni delle arti.

Attualmente la processione con l'immagine di Sant'Egidio, capolavoro di scultura quattrocentesca attribuita a Saturnino Gatti, si snoda per le vie del centro storico sorretta dai confratelli della compagnia di Santa Croce e preceduta da rappresentanze delle 7 contrade che vedono il loro gonfalone essere benedetto dal Vescovo al termine della processione.

Con questo atto inizia l'Ottava di Sant'Egidio.

Il Santo è celebrato come patrono di Orte dal 1501, così come riportato nel libro degli statuti.

Ma la devozione verso di lui era assai più antica, infatti sappiamo che nel 1327 la Confraternita di Santa Croce lo adottò come proprio protettore.

  • Ottava di Sant'Egidio

È una festa di antica tradizione, resa solenne da Papa Bonifacio IX nel 1396 con la concessione delle stesse indulgenze della Porziuncola di Assisi, viene menzionata anche negli antichi statuti comunali.

In quei giorni vengono rievocati giochi, musica, eventi della vita medievale.

Il tutto corredato da mostre di ogni genere e cibi genuini che si possono gustare nelle tipiche taverne di contrada.

L'ultimo giorno (coincidente sempre nella seconda domenica di settembre) si svolge il Palio.

Un sontuoso corteo storico accompagna gli arceri sulla piazza principale per la disputa "dell'Anello d'Argento".

La sera chiude la festa lo spettacolo degli sbandieratori.

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Che cosa vedere a Orte

Orte | Fontana Ipogea

Scavata in epoca romana, è il terminale dell'antico acquedotto, il condotto del quale si potrebbe far risalire al periodo etrusco.

Per secoli unica fonte di approvvigionamento e deposito idrico pubblico della città.

Da notare i segni lasciati sulle pietre del vascone dalle brocche delle donne che per secoli hanno fatto la fila per attingere acqua.

Sanzioni severe erano previste per chiunque l'avesse sporcata.

Un custode, incaricato dai Priori, era tenuto a pulirla e tenere le chiavi della porta che a nessuno era lecito aprire all'infuori di lui.

L'antica fontana è stata sistemata nelle forme attuali nel primo seicento.

Orte | Acquedotto Rinascimentale

Faceva affluire l'acqua delle sorgenti sulla collina delle Grazie alla fontana sotterranea della piazza.

Le forme attuali sono il frutto di lavori di ristrutturazione del sec. XVI, che colmano l'Arco di Porticata (passaggio voltato dell' antica via Amerina)

Orte | Piazza della Libertà (centro storico)

Antica “Platea Sancte Marie”, Piazza di Santa Maria, dopo l'unità d'Italia divenne Piazza Vittorio Emanuele, da sempre cuore della città.

Luogo d'incontro tra la vita religiosa e quella civile, simbolo della città che prospera solo nel duplice impegno verso Dio e verso il Popolo.

Resti archeologici testimoniano la presenza del foro in epoca romana.

Vi sfociano le sette strade provenienti dalle sette contrade cittadine; sul punto d'accesso le catene: al loro posto già nel 1400 avevano funzione di carattere giuridico.

Orte | Seripola Porto Fluviale sul Tevere

Importanti testimonianze archeologiche di un porto fluviale sul Tevere, l'antico CASTELLUM AMERINUM vennero alla luce nel 1962 durante i lavori di costruzione dell'Autostrada del Sole.

La frequentazione del luogo risale al periodo preistorico mentre il porto visse ininterrottamente dal I sec. a.C. fino al XII-XIII sec. d.C., divenendo dal 1000 dipendenza farfense, sulla collina che domina il porto sono visibili i resti delle torri del castello di Castiglioni.

Orte | Terme

Il complesso termale, che utilizza acque sulfuree naturali che sgorgano a 30°, è aperto da maggio a settembre.

Le due grandi piscine, l'ampio parco attrezzato ricco di querce e conifere, fanno di questo luogo un'oasi di relax e divertimenti.

Orte | Casa di Giuda

Ristrutturato radicalmente pochi anni or sono, ha conservato la tipica architettura del suo portico medievale, che si ritrova spesso in altri edifici del centro storico.

Nel medioevo apparteneva ad un traditore della comunità, al quale vennero confiscati i beni. Di qui il nome.

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Orte | Chiese

Fondata nel IX sec., nell'aspetto attuale, dalle forme barocche e luminose, è il frutto dell'ultima ristrutturazione del 1721 su progetto degli architetti Castrachini e Bizzacchero.
I lavori della facciata iniziarono nel 1898 e terminarono nel 1901.
Altri lavori l'avevano trasformata e ingrandita nella prima metà del trecento e nella seconda metà del cinquecento.
Pregevole l'organo settecentesco costruito con parti di un precedente strumento cinquecentesco.
Notevoli il coro ligneo, il seicentesco altare monumentale (nel quale si conservano le Reliquie dei Santi Martiri Compatroni), e la pala d'altare di Giuseppe Bottani del 1752 che raffigura la Madonna in gloria con gli otto Santi Martiri.
Padre Geremia come superiore del Convento di San Bernardino, inizia l'apostolato presso la "borgata" Orte Scalo e concepisce l'idea di costruire una Chiesa spaziosa e ben presto il suo sogno prende corpo, aiutato dai parrocchiani di ogni ceto e provenienza.
Dal 1931 al 1954 anno dell'ultimazione e consacrazione della Chiesa concretizza la realizzazione di un Tempio possente, in stile neogotico, ed ispira con il suo dinamismo e fede incrollabile, la ricostruzione di Orte Scalo dopo la distruzione materiale e morale delle guerra.
A completamento della Chiesa associa la costruzione della Casa Parrocchiale.
Quando la chiesa di San Pietro alla Rocca fu demolita, si decise di ricostruirla nel luogo dove si trova attualmente.
Questa risale alla prima metà del sec. XV ha subito importanti ristrutturazioni nel 1731.
Delle due lapidi conservate in questa chiesa, una è la memoria del vescovo Leone (VIII-IX sec.) e l'altra è la pietra tombale della famiglia Leoncini.
Al canonico Lando Leoncini si deve, agli inizi del XVII secolo, la stesura della storia di Orte (inedita).
D'origine romanica (1253) ha subito profonde modifiche nel 1757.
È appartenuta all'Ospedale romano di Santo Spirito in Saxia del quale si conserva il simbolo, la croce di Lorena, sopra il portale d'ingresso.
Fino al 1613 quest'ordine gestì una Precettoria situata nei locali adiacenti.
Anticamente la chiesa, di stile romanico, era dedicata a Sant'Angelo.
L'edificio attuale costruito nel 1695, a navata unica, presenta forme barocche evidenti nell'ampio sipario che si apre sull'altare maggiore.
Pregevoli le tele conservate all'interno, notevole la pala d'altare raffigurante la “Madonna della Misericordia”.
Accanto alla chiesa il convento nel quale i Francescani si trasferirono nel 1259.
Nell'elegante e ampio chiostro è visibile il pozzo.
Questa chiesa è il risultato dell'accorpamento di tre edifici sacri sorti in epoche differenti: la chiesa di Santa Croce, l'oratorio di Sant'Egidio e la chiesa di Sant'Agostino.
La presenza dei frati agostiniani dentro la città è documentata nel 1278.
La chiesa che vediamo oggi era già in funzione nel 1335, quella di Santa Croce è la più antica del complesso, alla quale era annesso l'Ospedale dei Convalescenti.
Il campanile era in origine la torretta della porta d'ingresso della residenza del comune (conserva lo stemma).
Notevole è il chiostro dell'ex-convento.
All'interno della chiesa si possono ammirare tracce d'affreschi rinascimentali, un prezioso Crocefisso ligneo del XV sec. e la pala d'altare della Madonna del Rosario opera del XVI sec. del pittore Giorgio da Orte.
La chiesa e il monastero, intitolati a Santa Maria di Loreto, furono edificati nel 1641 sull'area dell'Ospedale dei Raccomandati per volere delle sorelle Roberteschi, ultime superstiti di quest'antica e gloriosa famiglia.
ll monastero rimase in vita 174 anni fino al tempo di Napoleone.
Oggi la chiesa ospita la statua della Madonna di Pompei alla quale gli ortani guardano con molta devozione.
La piccola chiesina bianca si trova di fronte alla città.
La collina (il Collis Hortanus nell' XI secolo e la Civita Deserta nel XV) luogo santificato in passato dalla presenza d'eremiti, ospitò San Bernardino che dimorò in una delle sue grotte nel 1426.
Scavata nel tufo conserva all'interno affreschi del XIV e XV secolo.
Il Santuario che vediamo oggi, databile al 1521, è sorto su una piccola cappella già esistente nel 1159.
Il monastero fu edificato nel 1579 dai padri Gerolimini.
Passò al Seminario Ortano per poi essere affidato definitivamente nel 1957 alle Monache Benedettine.
Rinomata la produzione, curata da questa Comunità, di prodotti d'erboristeria.

Nella campagna di Orte (8 km), posizionati su un altopiano, immersi in una zona faunistica e archeologica, sono la chiesa ed il castello di Bagnolo.

Fondato intorno alla metà dell' XI sec., viene ceduto nel 1081 al monastero romano di S. Silvestro in Capite, che lo possiede sino al 1800.

Tracce d'affreschi del XVI sec. sono visibili all'interno della chiesa.

Eretta a parrocchia con il titolo che oggi mantiene nel 1688, la chiesa conserva una bellissima statua in legno d'ulivo della Madonna di Loreto ivi collocata in questo periodo.

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Orte | Palazzi Antichi

Fatto costruire agli inizi del '700 dal Cardinale ortano Ferdinando Nuzzi, Prefetto dell'Annona e Vescovo di Orvieto, su progetto dell'architetto Carlo Fontana.
Dopo l'Unità d'Italia divenne sede municipale e fu accorpato all'antica residenza comunale.
Nell'androne sono esposti reperti marmorei classici e altomedievali di provenienza locale.
Al primo piano sono presenti alcune sale affrescate.

Tra queste di particolare interesse è l'attuale Aula Consigliare.

In una sala adiacente si possono ammirare due pregevoli tele del XVII secolo.
Il palazzo che si affaccia sulla piazza principale della città è attestato già nel 1295.
Pochi anni prima l’originaria residenza del comune, in Piazza Sant’Agostino, lasciò il posto all’abitazione dei frati agostiniani.
Sulla facciata sono posti tre stemmi: a destra quello di Papa Clemente VII Medici (1528), a sinistra quello di Paolo III Farnese (1535).
Al centro, sul vecchio portale ingresso, l’antico stemma della Città di Orte.
La scalinata, che consentiva l’ingresso da questo lato, fu demolita nel 1846.
Sorto nei primi anni del XVII secolo, accanto all' area occupata dalla chiesa di San Giovanni in Fonte (antico battistero) nasce come Palazzo del Podestà. È in questo momento che la piazza inizia ad assumere l'aspetto che presenta oggi.
Le attuali linee rinascimentali sono frutto di un'importante ristrutturazione eseguita a cavallo tra '400 e '500.
Il nucleo primitivo è costituito da una torre originaria del XII secolo.
È sede dell'Ente Ottava Medievale, centro culturale e biblioteca specializzata.
Dalle linee severe ed eleganti è stato costruito tra il 1598 ed il 1602 dal ramo ortano degli Alberti.
Sorto sulle rovine della rocca è uno dei cinque palazzi che lasciarono in Orte.
Al piano nobile un'elegante sala presenta cicli d'affreschi del XVII - XVIII secolo.
Dalle forme severe, dietro l'imponente portale, sormontato da un grande stemma della casata, cela un'elegante scala a chiocciola attribuita al Vignola.
A sinistra della piazza cominciavano i portici popolati dalle botteghe d'artigiani e notai, il “cuore” pulsante della vita economica comunale.
Sorretti da robuste colonne e capitelli romanici si prolungavano su tutta l'attuale Via Gramsci.
Il palazzo, esistente già nel 1305, ha conservato le eleganti linee architettoniche.

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Orte | Musei

Museo Diocesano e d'Arte Sacra (Ex Chiesa di San Silvestro)

La raccolta diocesana, anche se costituita da un nucleo non vasto, presenta opere di notevole qualità ed interesse.
Numerose le tavole a fondo oro dei secoli XII - XVI di scuola altolaziale, umbra e senese, tele, argenteria e paramenti sacri.

D'eccezionale importanza il prezioso frammento di mosaico della “Madonna bizantina” (VIII sec.), proveniente dall'Oratorio di Giovanni VII (705-707) nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

Il museo ha sede presso la chiesa romanica di San Silvestro ubicata in una piccola e caratteristica piazza nel centro dell'abitato.
La costruzione, a navata unica, risale alla metà del sec. XI.
La torre campanaria, del tipo romano-laziale, è databile alla metà del sec. XII.
La campana originaria è conservata all'interno del museo.

Museo delle Confraternite

Il Museo delle Confraternite Riunite di Orte, realizzato all'interno della grande sacrestia della chiesa di Santa Croce, originariamente ospedale, conserva la più bella suppellettile delle Confraternite ortane.
Gli oggetti devozionali esposti sono utilizzati il Venerdì Santo per la “Processione del Cristo Morto”.
Tra tutte le opere spiccano la “bara” del 1626, il basamento processionale dell'Addolorata, il crocione bianco alto e slanciato appartenente alla Confraternita di Santa Croce, i due lampioni settecenteschi della Confraternita della SS. Trinità e una tavola cinquecentesca raffigurante Sant'Egidio Abate

Museo Civico Comunale

Il Museo Civico Archeologico, allestito nell'antica chiesa di Sant'Antonio, custodisce ed espone reperti rinvenuti negli scavi eseguiti ad Orte e nell'ambito del territorio comunale dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale.
È articolato in tre sezioni: Etrusca (dalla fine del VI agli inizi del III sec a.C.), Romana (dalla media Repubblica al Tardo Impero) ed Alto Medioevo (dal VI all'XI secolo).

Orte | Porte Storiche

Porta del Vascellaro (Ex Chiesa di San Gregorio)

La porta prende il nome dal vicino quartiere, che in età romana e medievale ospitava numerose botteghe di vasai.
In bella vista è uno stemma papale.
Al suo fianco sorge la piccola ex-chiesa di San Gregorio, che conserva all'interno affreschi della seconda metà del sec. XV.
Infissi sui muri della chiesa, e in alcuni edifici limitrofi, si possono individuare frammenti di decorazioni del periodo longobardo.

Porta Franca

Una delle poche tracce che rimangono oggi dell'antica rocca.
Sporgente sotto il muraglione di Palazzo Alberti era in epoca medievale uno dei punti d'accesso alla città.

Porta di San Cesareo

È così chiamata perché sorta nei pressi di una chiesa, dedicata a questo santo, esistente nel 1337 ma già scomparsa alla fine del sec. XVI.
La costruzione di questa porta iniziò nel 1449, nel quadro delle opere di fortificazione della città dopo che nel 1431, alla morte di Martino V, gli ortani distrussero la Rocca ormai divenuta luogo di tirannia.
Una prima porta, abbattuta appena dopo il 1870, era sormontata dagli stemmi d'Eugenio IV e di Niccolò V e completava la struttura che oggi si vede.

Orte | Le Contrade

Contrada di San Gregorio, Contrada Porcini, Contrada Sant'Angelo, Contrada di San Giovenale, Contrada Olivola, Contrada di San Biagio, Contrada di San Sebastiano

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Orte Sotterranea

Orte è un abitato che vanta una continuità di vita dalla fine dell’età del Bronzo (XII sec. a.C.) ai tempi odierni.

All’interno della rupe che lo accoglie, nel corso di quasi 2500 anni di vita ininterrotta, sono state ricavate la rete di rifornimento idrico (cunicoli, cisterne, pozzi) e di evacuazione delle acque reflue, i magazzini, i depositi, le cantine, le stalle, le colombaie, alcuni vani di abitazione, i laboratori artigianali (per la lavorazione di lana e canapa), i lavatoi, le fontane, i triclini estivi, i vivai e i luoghi di delizie di giardini privati.

In un unico itinerario, sospeso tra storia e mistero, oggi sono riuniti i luoghi di maggior richiamo turistico ed un servizio guide può condurre il visitatore alla scoperta di questi monumenti del sottosuolo urbano.

Per info e prenotazioni (a cura dell'Ass. Culturale Veramente Orte)
Cell. 348.7672750
E-mail: [email protected]

Orte | La Storia

Di antiche origini, Orte (Horta, Hortae, di etimologia incerta) è probabilmente una delle città che costituivano la federazione Etrusca.

Orte è sorta poco distante dall'antica zona termale detta Capannelle (così chiamata per i capanni costruiti sopra le pozze, presenti fino alla costruzione della Piscina, oggi Terme di Orte) e dalle solfatare del Fosso della Penna che hanno aiutato lo sviluppo demografico dell'area sin dall'antichità.

Orte infatti è ricca di sorgenti naturali, che hanno costituito in passato un'importante risorsa pubblica. Ne riportiamo un parziale elenco:

  • Fontana Antica: sita sull'altipiano di Castel Bagnolo, è la principale fonte di approvvigionamento del pubblico acquedotto
  • Acqua del Galletto
  • Fonte Zelli: sorgente naturale in località Zelli, sulla strada Vasanellese. Sgorga da un filone permeabile che attraversa i banchi di travertino. Dichiarata non potabile già negli anni ottanta.
  • Acqua della Breccia: sorgente di notevole portata, sita in località La Breccia (così detta per la presenza della cava di brecciolino, tuttora attiva). Dichiarata non potabile negli anni 2000.
  • Fonte di Buci: quasi a ridosso del Tevere, nei pressi del Mattatoio Comunale.
  • Fonte dell'Acqua Acetosa: presso l'antica chiesa di San Lorenzo. Consta di due sorgenti principali: la prima, a due canne, leggermente frizzante; la seconda, a minore portata, ferrosa e frizzante. Sono state potabili fino agli anni ottanta. L'antropizzazione del territorio circostante ne ha compromesso seriamente la potabilità.

Gli Etruschi l'hanno abitata dal VI secolo, lasciando nelle necropoli corredi ora conservati nei Musei Vaticani.

Orte, situata appena a monte della confluenza del Nera nel Tevere, già importante porto fluviale ("Ex Tuscis frumentum Tiberi venit: eo sustentata est plebs", Livio, Lib. II), diviene centro vitale della rete di comunicazione stradale romana con la costruzione della Via Amerina, nel 241-240 a.C., a seguito della presa di Falerii e la stabilizzazione del dominio romano a nord di Veio.

Virgilio canta nell'Eneide l'intervento delle hortinae classes (flotte o eserciti ortani) contro Enea.

Roma, che ha qui, nelle due battaglie del lago Vadimone (309 e 283 a. C.) lo scontro decisivo con gli Etruschi, la eleva a municipio agli inizi del I secolo a. C.

Il territorio è disseminato di ville e fattorie, che beneficiano del transito per Orte della Via Amerina (sotto l'Arco di Porticata) e dell'importante porto fluviale del Castellum Amerinum (Seripola), potenziato in età agustea.

L'affermarsi del Cristianesimo, con l'elevazione a sede vescovile agli inizi del VII secolo, e l'aggiunta di fortificazioni ad opera dei Bizantini, sono alcuni dei segni che si colgono, nell'Alto Medioevo, della crescita di Orte in ambito tiberino.

Dopo essere stata a lungo contesa dai Longobardi, per assicurarsi il controllo delle strade principali di collegamento tra Roma e Ravenna, conosce un ulteriore sviluppo nella metà del IX secolo, con la fondazione di una seconda cattedrale (poi S. Maria Assunta) ed il potenziamento delle mura.

Occupata dagli Arabi e riconquistata nel 914, intensifica nel X ed XI secolo il proprio controllo sul fiume, contendendone il primato ad Amelia, a Narni e all'abbazia di Farfa.

Qui comincia il periodo più florido della città, che accresce la sua superficie con lo sviluppo di borghi suburbani ed ingloba intorno al 1150 il ponte sul fiume.

Nel 1330 conta 5.000 abitanti, rispetto a Roma che ne ha 35.000 mentre Siena, Pisa e Lucca si fermano a 20.000.

Il periodo di maggior ricchezza per la città fu infatti il tardo Medioevo, nel quale essa seppe conquistare notevole autonomia e indipendenza.

I secoli che vanno fino al XV, non a caso, sono quelli che ci hanno lasciato il maggior numero di opere d'arte.

L'accentramento del potere pontificio, le lotte interne, le epidemie ne hanno ridotto nei secoli successivi l'estensione, con l'abbandono dei borghi, e affievolito le risorse; situazione aggravata dal crollo del ponte sul Tevere nel 1524 e dalla costruzione, alla fine del ‘500, di un nuovo ponte lungo la Via Flaminia (Ponte Felice) che ha privilegiato quest'ultimo percorso.

Occorrerà anche considerare il periodo di profonda instabilità politica che si aprì in Italia dopo la morte di Lorenzo De Medici.

La comunità invocava San Cesareo diacono e martire contro le inondazioni del fiume e gli annegamenti (il santo, condannato ad essere annegato nel mare di Terracina, a Roma era invocato soprattutto contro le inondazioni del Tevere); infatti, ad Orte esisteva una chiesa dedicata al santo (scomparsa nel '500) e la Porta di San Cesareo - ancora esistente - che consentiva il collegamento tra il centro urbano ed il Tevere.

La scelta di Sisto V di privilegiare l'asse viario della Flaminia, con la costruzione di Ponte Felice sotto la rocca di Borghetto nel 1589 fu la più grave sconfitta politica della città, a scongiurare la quale non bastò l'influenza delle nobili famiglie ortane.

Il ponte non fu più ricostruito, stante il flagello della peste, che aveva già fiaccato la città nel 1486, e le continue alluvioni che segnarono il XVI secolo.

Da allora iniziò un periodo di lenta ma profonda decadenza, che culminò con la graduale perdita dello status di sede episcopale a favore di Civita Castellana (anche se, fino al riordino delle diocesi avvenuto nel XX secolo, che sancì il definitivo passaggio della sede a Civita Castellana, i vescovi alternarono i soggiorni nelle due sedi, continuando a firmarsi "Episcopus Hortanae et Castellanae Ecclesiae").

La Diocesi di Orte rimane oggi una sede vescovile titolare, mentre la Cattedrale di Santa Maria Assunta conserva lo status di concattedrale della Diocesi di Civita Castellana.

Ciò nonostante Orte è rimasta una delle città principali del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, già nel ‘600 sede di Governatorato per un territorio esteso quanto quello Diocesano.

La recessione economica tra i secoli XVI e XVIII ha portato con sé l'aumento del latifondo e della pastorizia e l'incremento dell'arte della lana, con l'ascesa sociale di alcune famiglie, che hanno lasciato importanti palazzi nel centro storico.

La costruzione della ferrovia pontificia, nel 1864, ha dato inizio alla ripresa, con quella funzione che avevano svolto in precedenza il Tevere e la Via Amerina.

È sorta così una borgata intorno alla stazione ferroviaria che ha svolto un ruolo sempre crescente nel contesto territoriale, nonostante le grandi distruzioni del 2° conflitto mondiale e lo stesso capoluogo si è nuovamente esteso, quasi a rioccupare gli spazi della massima espansione medioevale.

In tempi più recenti l'Autostrada del Sole e la superstrada Civitavecchia-Orte-Cesena le hanno restituito, accrescendolo, quel ruolo di crocevia privilegiato che già un tempo si era così ben identificato con la città.

 

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