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Palestrina (RM)
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Santuario della Fortuna Primigenia
Santuario della Fortuna Primigenia
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Indirizzo:
Palestrina (RM), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Palestrina, a pochi chilometri dal G.R.A. di Roma, è una cittadina fuori dal tempo ricca di tradizioni e di mistero

A Palestrina, ai Castelli romani, passato e presente convivono da millenni grazie alla convivenza dei più antichi e importanti monumenti e reperti della provincia di Roma inglobati con la cittadina.

L’abitato principale è costituito da un grande borgo di impronta medioevale abbastanza ben conservato e di rilevante importanza archeologico-monumentale.

Il numero delle testimonianze sia romane (prima fra tutte il Tempio della Fortuna Primigenia) che medioevali e barocche (Chiese e Palazzi storici) fanno di Palestrina un centro di grande richiamo turistico-culturale.

Palestrina è nota per essere l'antica Preneste del Santuario della Dea Fortuna Primigenia, della villa imperiale che ha restituito l'Antinoo Braschi, del martire Agapito, di Giovanni Pierluigi principe della musica e luogo dove nacque l'ancor più nota tecnica di ricamo che dalla cittadina prende il nome: il ''Punto Palestrina''; è la città feudo delle famiglie Colonna e Barberini e 'la piccola città' dove soggiornarono i fratelli Thomas e Heinrich Mann, è la Palestrina dei bombardamenti del 1944, che riscopre tra le macerie le sue radici antiche.

Il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina è ospitato nello storico palazzo Colonna Barberini (dove pure si trova la Cappella di Santa Rosalia) e custodisce la gran parte dei reperti archeologici trovati in città, sia quelli di recentissima acquisizione che quelli storici della collezione barberiniana prenestina.

Il pezzo forte della raccolta museale è senza dubbio il famoso 'mosaico del Nilo'. Soffermarsi davanti a questo capolavoro di arte e tecnica risalente alla fine del II sec. a.C non ha prezzo: solo questo varrebbe una visita a Palestrina!

La vera sorpresa, però, è riservata a chi si concede il tempo di passeggiare nelle 16 sale che compongono il Museo Archeologico Prenestino, tra statue e rilievi, altari ed ex voto, ciste e mosaici.

Usciti dal museo, si visita la splendida area archeologica all'aperto con i resti delle strutture architettoniche e degli imponenti terrazzamenti dell'antico Santuario della Fortuna Primigenia.

Si scendono scale e rampe monumentali e ci si sofferma sulla Terrazza degli emicicli.

Il Museo archeologico nazionale di Palestrina, oltre ad essere un contenitore artistico per le collezioni, un museo di se stesso per il valore rivestito dal Palazzo Barberini, si propone anche come una istituzione aperta.

È  spesso il centro promotore di attività didattiche con le scuole, ospita conferenze sul tema archeologico e storico artistico, è la sede suggestiva per concerti di musica classica e polifonica.

L'allestimento museale, che risale al 1998, si presenta in modo accattivante, ordinato secondo criteri didattici e cronologici e, finisce per diventare un veicolo di comunicazione forte fra gli ordinatori e il pubblico.

Interessanti località vicine: Subiaco (tra i borghi più belli d'Italia), Filettino (stazione sciistica di Campo Staffi), Fiuggi (con le sue acque curative), Trevi nel Lazio , Guarcino e la stazione sciistica di Campocatino, Vallepietra, le rovine di Camerata Vecchia (borgo fantasma), Carpineto Romano, Artena e il Lago di Giulianello, Cori (LT), Genazzano, il Bosco di Paliano, AnagniFerentino, Fumone, Alatri, Guarcino, Collepardo, Vico nel Lazio, ...

Museo Archeologico Nazionale di Palestrina
Vista dal Museo Archeologico Nazionale di Palestrina

Dove dormire a Palestrina e dintorni



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Palestrina | Tradizioni & folklore

Palestrina è un paese con una lunga storia di tradizioni ed eventi culturali; molti eventi folkloristici sono legati alle celebrazione di vari santi e figure religiose cattoliche. Le principali manifestazioni sono

  • 18 agosto - Palio e Festa in onore di Sant'Agapito, Patrono della Città.

È la festa più importante della Città e si svolge solitamente dal 17 al 19 agosto di ogni anno.

Le varie celebrazioni religiose vanno di pari passo con lo svolgimento del Palio di Sant'Agapito (in dialetto "Lo palio") ovvero una contesa tra i quattro rioni storici della città che, attraverso varie gare, si contendono il "Palio" (ovvero uno stendardo che riporta una raffigurazione del santo creata ogni anno da un'artista).

I quattro rioni rappresentano quattro zone della città che viene divisa in fasce orizzontali: Porta San Cesareo (che rappresenta la parte alta della città), Porta San Biagio (che rappresenta la fascia ricompresa tra la parte alta e quella centrale della città), Porta San Giacomo (che rappresenta la parte centrale ed il centro storico della città) e Porta Sana Martino (che rappresenta la parte bassa della città).

Le porte si sfidano in sei giochi: il tiro alla funeil tiro con l'arcoil gioco della palla (gioco simile al calcio fiorentino), la corsa della conca (corsa con recipienti per l'acqua pieni di liquido posti in equilibrio sulla testa), il fuso (durante il quale 4 concorrenti donne, una per quartiere, devono filare una certa quantità di lana, in tempo prestabilito) e, il più importante ed atteso, la giostra della scifa (gioco di abilità nel quale un cavaliere al galoppo, deve riuscire ad infilare una lancia di legno in un cerchio di metallo posto sotto il fondo di un recipiente di legno rotondo chiamato "scifa", sospeso in aria).

  • 17 gennaio - Festa in onore di Sant'Antonio Abate, protettore degli animali.

È un'altra festa molto sentita in città, di antica tradizione, che riporta al passato ed della comunità prenestina ovvero la lavorazione della terra e l'allevamento di bestiame.

Fulcro della festa sono i "mulattieri", che nel passato avevano il compito di trasportare merci utilizzando i muli che permettevano di arrivare anche in luoghi difficilmente raggiungibili, i "carrettieri", coloro che con l’ausilio dei arri, trainati da animali, trasportavano le merci verso Roma e i "Bovari" che, oggi come allora allevano il bestiame.

I rappresentanti delle tre associazioni sono protagonisti sia delle solennità religiose (come la benedizione dei loro animali e automezzi) che degli eventi folkloristici (come lo scambio delle bandiere e dei fiocchi tra gli associati). Particolarmente caratteristica è la sfilata degli animali, abbelliti con ornamenti e fiori dai proprietari, che vengono portati presso la Chiesa di sant'Antonio Abate per ricevere la benedizione.

  • 19 marzo - Il Focaraccio di San Giuseppe, durante il quale vengono accesi grandi falò su cui è stata posta un'effigie del santo
  • Festival del Giglietto e Ghiottonerie dei Monti Prenestini (Agosto)
Il giglietto è un tipico biscotto locale a forma di giglio, ha origine nell'esilio in Francia della famiglia Barberini. I cuochi della corte Barberini cercarono di riprodurre nei biscotti la forma del giglio di San Luigi dello stemma araldico francese. A questo tipo di dolce è dedicata una sagra che si svolge nella prima settimana di agosto.
  • Gnocchetti a co' de soreca

Letteralmente, "Gnocchetti a coda di topo", piatto dell'antica tradizione prenestina, composto di semplici ingredienti, a base di farina.

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Che cosa vedere a Palestrina | Monumenti e luoghi d'interesse

Palestrina - Santuario della Fortuna Primigemia
Palestrina - Santuario della Fortuna Primigemia

Palestrina | Siti archeologici

  • Complesso monumentale Villa di Adriano presso il cimitero comunale.
  • Foro civile di Preneste: n corrispondenza dell'attuale Piazza Regina Margherita e sotto la Chiesa di S. Agapito si trovano vistosi resti del foro con Basilica (e parte di un primitivo tempio etrusco-italico) Area Sacra, Antro delle Sorti, Erario Romano (nomi tradizionali di ambienti legati al foro cittadino di epoca repubblicana, ritenuti in passato parte del santuario)
  • Il santuario oracolare della Fortuna Primigenia costituisce una grandiosa realizzazione architettonica databile verso la fine del II secolo a.C., anche se l'origine del luogo di culto risale a epoca più antica.

Il tempio si articola in una serie di terrazze artificiali disposte sul pendio roccioso.

Sulla "terrazza degli emicicli", davanti all'esedra di destra, si conserva un pozzo che è stato identificato con quello in cui, secondo Cicerone, il nobile prenestino Numerio Sufficio avrebbe rinvenuto le sorti, ovvero delle tavolette di legno da cui si traevano auspici per il futuro.

Presumibilmente gli oracoli venivano redatti all'interno dello stesso pozzo da una probabile figura femminile che si manteneva però nell'ombra.

All'interno del pozzo si calava un fanciullo che, appena ricevuti i responsi, consegnava le tavolette a coloro che avevano posto le domande e che avevano fornito un degno contributo.

La tipologia del santuario su terrazze artificiali è comune in età ellenistica in Italia centrale.

Un esempio è a Monte Rinaldo, nell'area archeologica La Cuma.

  • Necropoli di Muracciola-Torresina, è una necropoli scoperta nel 2008 in località Muracciola -Torresina.
  • Necropoli della Colombella

Palestrina | Architetture religiose

  • Basilica Cattedrale di Sant'Agapito martire
  • Chiesa di Santa Rosalia
  • Chiesa e convento di San Francesco
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate e convento carmelitano
  • Chiesa di Santa Croce e Monastero delle clarisse
  • Chiesa di Santa Lucia
  • Chiesa di Santa Maria in villa
  • Chiesa di Santa Maria dell'Aquila
  • Chiesa di San Giovanni Battista
  • Chiesa di Sant'Egidio
  • Chiesa di San Girolamo
  • Palazzo Vescovile
  • Chiesa di Santo Stefano alla Portella
  • Chiesa della Madonna del Trullo
  • Chiesa di San Pietro in basso
  • Chiesa della Santissima Annunziata
  • Chiesa della Sacra Famiglia
  • Chiesa della Madonna delle Grazie
  • Chiesa di San Giovanni Paolo II
  • Chiesa della Madonna del Ristoro

Santuario della Fortuna Primigenia
Santuario della Fortuna Primigenia - Palestrina

Architetture civili

  • Palazzo Colonna Barberini, costruito alla sommità del Tempio della Fortuna, la sua facciata segue l'esedra circolare del Tempio stesso; varie volte distrutto, quello di oggi è frutto del restauro del '600 ed ospita il Museo Archeologico.
  • Casa di Giovanni Pierluigi da Palestrina, compositore organista, il più importante esponente della scuola romana del XVI secolo e della polifonia rinascimentale.
  • Palazzo Verzetti
  • Casino di caccia Triangolo Barberini. Strana costruzione di metà '600 dell'arch. F.R. Contini (molto caro ai Barberini); a pianta triangolare, carico di simboli, l'edificio e le dipendenze seguono una rigorosa geometria.
  • Villa Torresina

Palazzo Colonna Barberini sopra il Santuario della Fortuna Primigenia
Palazzo Colonna Barberini sopra il Santuario della Fortuna Primigenia - Palestrina

Altro da vedere a Palestrina

  • Santuario della Mentorella (a 10 km da Palestrina)
  • Cerchia Muraria Fortificata di Palestrina composta da mura (poligonali) del V a.C. poi del II a.C. quindi medioevali
  • Porta del Sole (XVII sec.)
  • Porta San Cesareo dedicata a san Cesario, diacono e martire di Terracina (al quale era dedicata un'antica chiesa, oggi scomparsa)
  • Porta San Martino
  • Porta delle Monachelle
  • Statua di Giovanni Pierluigi da Palestrina dello scultore Arnaldo Zocchi
  • Monumento ai Caduti dello scultore Vincenzo Parisi con corona in bronzo dello scultore prenestino Francesco Coccia
  • Fontana del Pupazzo
  • Fontana del Borgo
  • Fonte Ceciliana
  • Parco Barberini
  • Parco Giacomo Matteotti
  • Ex Mattatoio Comunale
  • Museo della Resistenza e degli 11 Martiri
  • Rione degli Scacciati,  il più antico di Palestrina, in alto, alle spalle del Palazzo Colonna; il nome evoca il rifugio degli scampati all'assalto di quel sant'uomo del Cardinale Vitelleschi nel 1437.

Palestrina vista dal Santuario della Fortuna Primigemia
Palestrina vista dal Santuario della Fortuna Primigemia

Palestrina | La Storia

Palestrina | Età antica

L'attuale Palestrina sorge sull'antica Praeneste, città latina celeberrima in età antica per il Santuario della Fortuna Primigenia, santuario dedicato alla dea Fortuna Primigenia e che gli studi più recenti datano agli ultimi decenni del II secolo a.C.

I primi reperti archeologici attestanti l'occupazione del sito e relativi a sepolture cosiddette principesche (Tomba Barberini e Tomba Bernardini), risalgono all'inizio dell'VIII secolo a.C., alla vigilia della fioritura che investì la città in età orientalizzante (VIII-VII secolo a.C.).

Numerose sono le leggende che narrano la sua fondazione.

Diverse tradizioni annotano come fondatore Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, oppure l'eroe eponimo Prenesto (in greco Πραινεστός), figlio del re Latino e nipote di Ulisse.

Catone, Varrone, Virgilio e Solino, invece, legano la città alla figura di Ceculo, creduto figlio del dio Vulcano e ritrovato in fasce presso alcuni fuochi che gli avrebbero occultato la vista.

La città venne conquistata da Roma con i suoi alleati della Lega Latina, dopo aver opposto strenua resistenza durante la quale aveva stabilito un'alleanza con i Galli in funzione anti romana.

La sua posizione strategica, dominante la Valle del Sacco, grazie anche a imponenti opere di fortificazione, un passaggio obbligato nei collegamenti tra il Lazio e l'Italia meridionale, ne favorì la fioritura, attestata dalla costruzione di un foro e dalla monumentalizzazione del santuario oracolare dedicato alla Fortuna Primigenia, datati entrambi alla fine del II secolo a.C.

Il santuario si colloca tra i capolavori dell'architettura romana di epoca repubblicana, influenzato, nella scenografica disposizione a terrazze, da realizzazioni ellenistiche, ma realizzato traendo partito dalla tecnica costruttiva del cementizio.

Nel 39 d.C. l'imperatore Romano Caligola in onore della Dea Fortuna venerata nella città Praeneste fondò due legioni la legio XXII Primigenia e la legio XV Primigenia

Nel 90 a.C. i cittadini di Palestrina ottennero la cittadinanza romana.

Nell'82 a.C., durante la guerra civile, la città parteggiò per Gaio Mario il giovane, che qui morì.

Lucio Cornelio Silla, in quell'occasione, ne sterminò tutti i cittadini maschi e vi installò una colonia militare.

Le iscrizioni testimoniano l'avvicendamento nelle occorrenze epigrafiche dei gentilizi prenestini.

Fu uno dei luoghi di villeggiatura preferiti dall'imperatore Augusto, insieme alle coste e le isole della Campania, oltre alle città vicine a Roma, come Lanuvium e Tibur.

Mosaico del Nilo - Palestrina (RM) - Santuario della Fortuna Primigenia - II sec a.C.
Mosaico del Nilo - Palestrina (RM) - Santuario della Fortuna Primigenia - II sec a.C.

Palestrina | Età medievale

A partire dal IV secolo si ha notizia di vescovi prenestini divenendo poi sede suburbicaria, con patrono sant'Agapito martire.

Tra i suoi vescovi si contano ben cinque cardinali divenuti in seguito papi.
Concessa per tre generazioni da papa Giovanni XIII a favore della congiunta senatrice Stefania nel 970, la città passò per matrimonio della sua discendente, la contessa Imilia, nel XII secolo ai Conti di Tuscolo e da questi, intorno alla seconda metà dell'XI secolo ai Colonna che contrastarono la restituzione della città alla Santa sede, consolidandone progressivamente il dominio e divenendo a seguito della concessione di papa Onorio II, principale possedimento storico della famiglia.

Rimase così coinvolta nelle lotte dei Colonna contro il papato, subendo disastrose conseguenze quali quella della primavera del 1299 per opera di Bonifacio VIII in cui fu rasa al suolo e nuovamente distrutta dalle fondamenta dal cardinale Giovanni Maria Vitelleschi nel 1436 (o 1437) a causa dell'opposizione dei Colonna a Eugenio IV.

Nel 1449 la città veniva restituita ai Colonna da Niccolò V con l'espresso divieto di ricostruirvi la fortezza che tuttavia venne riedificata nel 1482.

Palestrina | Età moderna

Nel XVI secolo diede i natali al compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Pervenuta per divisione nel secolo XIV al ramo dei Colonna di Sciarra, la città fu eretta in principato con privilegio di Pio V nel 1571 conferito a Giulio Cesare Colonna, venne successivamente ceduta dal figlio di costui Francesco ai Barberini, che la tennero per circa un secolo fino alla loro estinzione quando tornò ai Colonna in persona di Giulio Cesare Colonna di Sciarra, V principe di Carbognano i cui discendenti dovettero assumere, secondo i patti matrimoniali, il cognome Barberini, tenendola fino al termine della feudalità.

Palestrina | Età contemporanea

A partire dalla fine del XIX secolo, a causa di una carestia che colpì le popolazioni di montagna, un gruppo di agricoltori di Capranica Prenestina si trasferì in un territorio appartenente al comune di Palestrina, territorio che prese la denominazione di Carchitti (attuale frazione di Palestrina), dedicandosi alla coltivazione delle fragole.

Durante il Risorgimento, nel 1849, il tenente Luigi Cucelli si distinse a Palestrina accompagnando la ritirata di Garibaldi da Roma, avvenuta dopo la caduta della Repubblica Romana.

Nel 1944 il centro storico venne distrutto dai bombardamenti, ma proprio la distruzione delle costruzioni che vi si erano insediate dopo l'abbandono, permise di rimettere in luce l'antico santuario repubblicano.
Notevole fu, e resta ancora oggi, l'attività archeologica di riscoperta.

Il 28 maggio del 1944 dei soldati tedeschi stavano rubando del pollame nel podere di Agapito Pinci in località Vigesimo.

Minacciato dai soldati, Agapito si rivolse ad un gruppo di partigiani che operavano poco lontano a Colle Francolino.

Del gruppo facevano parte anche Carla Capponi e Rosario Bentivegna, quest’ultimo al comando delle formazioni partigiane dei Monti Prenestini.

Il reparto partigiano intervenne e si scontrò con i nazisti e un soldato tedesco rimase ucciso.

Subito dopo lo scontro partì la rappresaglia da parte di un altro gruppo di soldati tedeschi di passaggio che, irrompendo nel casale dei Pinci, prelevò undici persone, tra cui tutta la famiglia Pinci.

Gli undici sequestrati credettero di essere stati selezionati per un lavoro sulla strada provinciale di Valmontone per poi tornare a casa in serata ma, poco dopo essersi avviati, vennero fucilati nei pressi della casa.

I loro nomi erano Carlo Pinci, Mario Pinci, Umberta Pinci, Corrado Pinci, Viviana Pinci, Agapito Pinci, Genesio Pinci, Alvaro Scaramella, Giuseppe Lupi, Giulio Lulli ed Elena Ilardi.

Il comando nazista ammise che si era trattato di rappresaglia non autorizzata, ma non restituì i corpi, che furono seppelliti nel cimitero cittadino solo due giorni dopo l’arrivo degli Alleati.

Memoria dell’ignobile strage è conservata presso il Museo della Resistenza e degli 11 Martiri in via Pedemontana.

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