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- Bosco di Paliano (FR)
Il Bosco di Paliano si estende su una superficie di circa 30 ettari di querce secolari a Paliano, in provincia di Frosinone, vicino Colleferro.
All'interno del Bosco di Paliano 5 km di comodi sentieri battuti da vivere a piedi, in bicicletta e a cavallo, ombreggiati e accessibili a tutti, una grande area pic-nic attrezzata con 20 barbecue a disposizione, tante attività e opportunità di svago per tutte le età, da svolgere in un’area verde di 30 ettari.
Per sostenere l’iniziativa Plastic free si può acquistare la borraccia del Bosco di Paliano e riempirla all’occorrenza nel punto ristoro.
Per i fumatori sono disponibili i posaceneri portatili da richiedere all’ingresso.
Vengono forniti sacchetti per i rifiuti da gettare a casa e le palette per gli amici a quattro zampe.
Nel Bosco di Paliano tutto è studiato con cura per un mondo libero dalla plastica e dai rifiuti e per dimenticare ogni sorta di tecnologia, riscoprendo l’equilibrio di se stesso e il rispetto dell’altro.
Il bosco di Paliano è un luogo magico dedicato allo svago nella natura, nel profondo rispetto della stessa, all’insegna dell’eco-sostenibilità e della green economy: un luogo dove ritrovare il contatto con la natura, con i suoi silenzi e i suoi suoni leggeri.
Il parco "Bosco di Paliano" non è aperto tutto l'anno e c'è da pagare un piccolo biglietto di ingresso* (o un abbonamento annuale) per usufruirne, con tutti i servizi annessi.
*Per persone diversamente abili l’ingresso è gratuito.
Possono usufruire di un parcheggio riservato, un bagno adeguato e possono muoversi liberamente su strade carrabili che non presentano barriere architettoniche.
Indicativamente il Bosco di Paliano è aperto da Maggio a metà Giugno solo nei weekend, così come da metà Settembre a fine Ottobre, mentre d'estate è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00
Nel Bosco di Paliano è presente:
- un punto ristoro (aperto nei fine settimana) dove acquistare prodotti biologici locali;
- una grande area pic-nic attrezzata con 20 barbecue a disposizione (L’uso dei tavoli e del BBQ è incluso nel biglietto di ingresso, ma se vuoi la certezza di avere un posto è meglio prenotarlo - puoi acquistare la carbonella in loco)
- il Parco Avventura per i bambini, dove il sabato e la domenica possono giocare insieme ad animatori;
- un campo di calcetto;
- una zona amache (che si possono noleggiare all’ingresso e poi attaccare sugli alberi scelti)
- diversi percorsi per biciclette, che si possono affittare in loco, così come i quad elettrici
- un' area dedicata all’ippica.
Ti consigliamo di verificare tutte le info e gli orari sul sito ufficiale prima di recartici: www.ilboscodipaliano.it
Il Bosco di Paliano è un'area attrezzata e privata facente parte della Riserva Naturale de La Selva di Paliano, una più vasta area di 413 ettari nata e ideata il secolo scorso come parco-natura grazie al principe Antonello Ruffo di Calabria, oggi diventata Monumento Naturale Selva di Paliano e Mola di Piscoli nel 2011.
Nelle vicinanze molti posti meritano sicuramente una visita, come Artena e il Lago di Giulianello, Cori (LT), Genazzano, Carpineto Romano, Anagni, Fiuggi, Ferentino, Fumone, Alatri, Guarcino, Collepardo, Vico nel Lazio, Trevi nel Lazio...
Dove dormire nei pressi del Bosco di Paliano (FR)
Bosco di Paliano | La Storia
Il Bosco di Paliano viene acquistato da Augusto Gazelli dei Conti di Rossana intorno al 1920 insieme a tutta la proprietà La Selva, a cui dà il nome.
E’ il dono di nozze per la figlia Luisa con il Principe Fulco Ruffo di Calabria, Asso dell’aviazione nella I Guerra mondiale e Medaglia d’Oro al VM. Testimone di nozze è Gabriele D’Annunzio.
Durante la II Guerra mondiale, La Selva, e con essa il Bosco, è teatro di bombardamenti e quartier generale tedesco.
Si possono scorgere ancora oggi alcune buche scavate dalle bombe, e molti ordigni inesplosi sono stati rinvenuti negli anni.
Fino agli anni ’70 il bosco è di tipo ceduo e viene sfruttato per la legna, poi si trasforma in alto fusto.
Sempre negli anni ’70, il Bosco, popolato da cinghiali, diventa terreno di caccia e ripopolamento, fino al divieto subentrato negli anni ’80, quando Antonello Ruffo di Calabria, figlio di Fulco, inizia i lavori per la realizzazione di 5 km di sentieri all’interno dell’area.
Già nel 1974 istituisce il Parco Uccelli, attrezzato di bar, ristoranti, vivaio giardino, piste per cavalli e biciclette, giochi, vivevano circa duecento specie di uccelli, provenienti da tutto il mondo, alcune rare o in via d'estinzione.
Il Parco era meta di artisti e architetti, da ogni parte del mondo, che nel bosco di Paliano trovavano il luogo ideale dove far 'vivere' le loro idee, in un rapporto ti totale assonanza uomo-ambiente.
Nel 2011, con D.P.R.L. 3 novembre n. 361 viene istituito Il monumento naturale “Selva di Paliano e Mola di Piscoli” di cui il Bosco fa parte.
Ha un’estensione di circa 413 ettari ricadente all’interno del Comune di Paliano (Fr).
La zona si trova a una quota di circa 250 m s.l.m. su terreni di origine vulcanica derivati da tufi Pleistocenici.
Il 27 giugno del 2020 il Bosco di Paliano viene aperto al pubblico per la prima volta.
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Bosco di Paliano | Flora
Il Bosco di Paliano è costituito prevalentemente da cerri e da aceri campestri.
Vi si trova qualche pianta di orniello. Il fitto sotto bosco è ricco di pungitopo, una pianta protetta.
In autunno il terreno si ricopre di ciclamini, orchidee selvatiche, e molteplici varietà di funghi.
In febbraio spuntano bellissimi crochi.
Marzo è il trionfo dell’anemone nemorosa.
Bosco di Paliano | Fauna
Nel Bosco di Paliano si possono vedere il gufo comune, il nibbio bruno, la poiana, la civetta, l’istrice, la tartaruga, il riccio, il tasso, il cinghiale, il toporagno, il biacco, la vipera e il ramarro.
Tra gli insetti più particolari il cerambice della quercia e lo scarabeo rinoceronte.
Fino al 1979 si poteva avvistare l’ululone, ma da allora la sua presenza non è più stata documentata.
Molte altre specie animali e vegetali sono ancora da scoprire!
Bosco di Paliano | Cosa vedere a Paliano
- Collegiata di Sant'Andrea: Fu costruita nel XVI secolo, per volere dei Colonna , su un edificio preesistente dedicato al Patrono, con una cripta privata per la famiglia committente.
La Chiesa venne ampliata e trasformata in un seicentesco pantheon da Filippo I, con la realizzazione della Cappella Ducale, in collegamento con l'adiacente Palazzo e della Cappella di Zancati.
Tra il 1644 e il 1666, durante l'epoca del Cardinale Girolamo, l'edificio subì, anche se nel rispetto e nella valorizzazione del preesistente, una completa rielaborazione progettuale ad opera dell'architetto Antonio Del Grande.
Nel corso dei secoli successivi, soprattutto negli anni '30 del '900, la Chiesa è stata oggetto di numerosi interventi di rifacimento, che ne hanno alterato in parte l'aspetto originale.
L'interno a pianta basilicale, diviso in tre navate, conserva tuttavia alcune interessanti opere d'arte che coprono un periodo che va dalla prima metà del '600 alla fine del '700.
Al centro dell'abside in alto, sovrastante il coro ligneo, vi è lo straordinario dipinto ovale con il Martirio di S. Andrea, opera di Tommaso Conca (1734-1822), nipote del più famoso Sebastiano.
L'opera fu commissionata, nel 1789, dal prevosto dell'epoca, un certo Trovalusci.
Nell'ultimo altare della navata sinistra la tela Gesù bambino appare a S. Antonio da Padova, a S. Antonio Abate e a S. Francesco di Paola, opera di Stefano Pozzi (1699-1768) uno degli artisti privilegiati dai Colonna.
Lungo la navata destra si può ammirare Il martirio di S. Caterina di Alessandria di Nicolò Riccolini (1678-1763).
Il dipinto fu commissionato nel 1760, in occasione dei festeggiamenti per la nascita di Filippo III Colonna.
Nella cappella della navata destra è collocato un affresco con l'immagine della Madonna di Zancati, rinvenuto l'8 settembre del 1630 nella chiesa del diruto Castello di Zancati.
L'opera è stata attribuita, di recente, al pittore Petrus (un monaco o converso benedettino) artista di formazione tardogotica di scuola marchigiana, attivo nell'area di Subiaco nella seconda metà del '400.
Le lunette laterali, sotto il lucernario della Cappella di Zancati, accolgono due dipinti raffiguranti La fuga in Egitto e Il Sogno di Giuseppe, attribuiti al pittore reatino Vincenzo Manenti (1600-1674).
Nel secondo altare della navata destra, è collocata una tela che la tradizione orale attribuisce al Caravaggio.
Si tratta del Noli me tangere, opera di pittore ignoto della metà del XVII secolo, forse allievo del Guercino.
Degni di nota anche il terzo altare della navata destra, dedicato alla Confraternita del Gonfalone, realizzato con pregevoli marmi e con la bella figura del crocifisso ligneo risalente al XVII secolo, e la copertura della navata centrale , con soffitto di legno decorato con pitture a finto rilievo, opera di gusto barocco.
E' del 1727 l'installazione del pregevole organo, opera di Cesare Catarinozzi di Affile, posto sul ballatoio, nella contro-parete della facciata principale.
- Fortezza Colonna (Castellaccio): sorge su un colle tufaceo fortificato già in tempi antichi.
Nel periodo compreso tra il 1554 e il 1559, Marcantonio Colonna avvia una serie di lavori di adeguamento della rocca di Paliano, organizzando intorno alla torre: baluardi idonei alle artiglierie, fossati, mura, ponti levatoi e terrapieni.
Addossati alle vecchie mura medioevali vengono realizzati dei terrapieni rinforzati con bastioni a “coda di nibbio” capaci di resistere ai colpi delle artiglierie, secondo un progetto tradizionalmente attribuito al senese Giovanni Sallustio Peruzzi.
Le vicende architettoniche si protrassero fino ai primi anni Settanta del Cinquecento e, una volta concluse le strutture principali, per volontà dello stesso Marcantonio, tornato vincitore dalla Battaglia di Lepanto (1571), furono decorati alcuni ambienti interni del nuovo edificio fortificato con un ciclo di affreschi che raffigurano il suo trionfale ingresso in Roma, dopo l'impresa.
Attribuiti, per anni, a Federico Zuccari o alla sua scuola e, più tardi, a Pablo de Céspedes, solo di recente, agli affreschi della Sala del Capitano, dei due camerini attigui e della Loggia coperta, è stata data una attribuzione certa.
Il personaggio che svolse un ruolo fondamentale nella realizzazione dell'intero ciclo, al quale Marcantonio affidò la responsabilità del progetto, fu il senese Tiburzio Spannocchi (1541-1606), finora noto agli studi soltanto per la sua attività di architetto militare, prima al servizio dello stesso Marcantonio, e poi presso la corte spagnola.
La documentazione raccolta attesta la partecipazione dello Spannocchi, all'impresa decorativa nel 1575, nella veste inedita di direttore del cantiere pittorico, affiancato da Paolo Veneziano di Tagliacozzo.
Nel 1844 la Fortezza di Paliano venne ceduta dai Colonna alla senta Sede che, dopo alcuni lavori di adattamento, la adibì a casa penale.
Dal dopoguerra la struttura è stata carcere mandamentale e sanatorio e, alla fine degli anni '70 è stata trasformata in istituto penitenziario.
Attualmente il suo aspetto esteriore è quasi integro, mentre all'interno sono tante le modifiche attuate dal 1844 in poi.
E' possibile visitare le sale affrescate durante le giornate dedicate.
- Chiesa di S. Anna: edificata nel XVIII secolo come ampliamento di un edificio preesistente, e conosciuta come Santa Maria della Neve (o santa Maria Nova) e poi Santa Maria della Frusta, era l'antica sede della Confraternita del Gonfalone, che gestiva l'annesso ospedale (l'attuale Centro Sociale Anziani).
Nel 1772 vi fu costituita la Congregazione delle Pie Consorelle di S. Anna, da cui prese il nome.
Elevata a parrocchia nel 1791 fu completamente ricostruita e ampliata nel 1938.
Conserva nell'altare maggiore una tela di Andrea Sacchi (1599-1661) raffigurante S. Anna, Maria bambina e S. Gioacchino.
- Palestra comunale: realizzata negli anni '70 su progetto di Massimiliano Fuksas, è l'opera che per la prima volta gli valse l'attenzione internazionale con la pubblicazione sulla nota rivista francese Architecture d'Aujourd'hui.