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Vico nel Lazio (FR)
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Vico nel Lazio (FR) Vico nel Lazio (FR), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Il borgo di Vico nel Lazio racchiuso tra antiche mura e alte torri è un raro esempio di borgo medievale in pietra ancora intatto, unico nel Lazio a solo un'ora dal G.R.A. di Roma

Vico nel Lazio, arroccata su un rilievo calcareo a 721 metri, ai piedi del monte Monna della catena appenninica dei Monti Ernici, è un raro e tipico esempio di borgo medievale fortificato, monumento architettonico singolare in cui una matassa di stradine che si incrociano ripetutamente come in un labirinto, così costruite per difendersi dal vento, e un vistoso emblema della perdita dell’orientamento, un modo cioè per proteggersi dagli invasori, e case a schiera fresche d’estate e calde d’inverno.

Su un tracciato ovale di 300 metri di asse maggiore e 250 metri circa di asse minore, si registrano mura castellane in pietra calcarea insormontabili, costituite da blocchi di pietra di una regolarità e bellezza incomparabili, intervallate da 25 torri quadrate con merlatura guelfa e tre porte di ingresso, due con arco a sesto acuto e una a tutto sesto, ben conservate e visitabili.

La cinta fortificata ripete l'assetto di un accampamento romano con le porte orientate ai punti cardinali: inizia a svilupparsi intorno all'XI secolo e, probabilmente, nel XIII secolo, il possente sistema difensivo viene ad assumere l'aspetto maestoso di oggi.

Vico nel Lazio è un borgo ricco di fascino e di storia, in posizione panoramica sulle sottostanti valli del Cosa e del Sacco, e presenta ancora intatta la cinta muraria medievale del IX° secolo, originalissima, anzi unica nel Lazio, che richiama alla mente quella del castello toscano di Monteriggioni e della nota città francese di Carcassonne.

Soprattutto nelle torri delle porte, la pietra è tagliata alla perfezione sì da formare cubi e parallelepipedi, che disposti su strati orizzontali, sono tenuti insieme da un sottilissimo strato di malta.

Un centro storico che merita di essere apprezzato facendo una piacevole passeggiata fra i suoi vicoli ricchi di storia perchè nessun altro borgo, come Vico nel Lazio, ha conservato così intatta la struttura urbanistica medioevale e davvero qui si respira un'atmosfera che riporta al passato.

Al centro del borgo le due chiese principali, la romanica Santa Maria e la collegiata di S. Michele Arcangelo, con bella facciata in pietra.

Il paese conserva l'atmosfera del passato poiché la struttura urbana di Vico nel Lazio si mantiene quasi inalterata, ad esempio, ci si può incamminare nella fitta rete delle viuzze retrostanti la chiesa di S. Michele per giungere al duecentesco Palazzo del Governatore.

Già residenza del Governatore che nelle terre dei Colonna (e poi dei Tolomei) amministrava il primo grado della giustizia civile, è stato sede del Comune fino al 2000, oggi è sede di un museo.

L'edificio è da attribuirsi al XIII secolo: ha graziose bifore con colonne centrali lavorate artisticamente, un misurato senso delle forme ne fanno un gioiello architettonico.

Un'altra costruzione interessante è la piccola Caserma della gendarmeria pontificia, costruita a fianco di Porta a Monte.

Fa parte integrante dell'antico sistema difensivo, cioè non è elemento addossato alle mura, ma costituisce un tutt'uno con le mura stesse, alla stregua di una torre; peraltro coeva alle stesse mura.

Diventa quindi un elemento costruito con l'intento di proteggere e rendere più difficile la conquista della porta di accesso al castrum.

Vico nel Lazio (FR)
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Dove dormire a Vico nel Lazio (FR) e dintorni



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Vico nel Lazio (FR) | Eventi, Tradizioni & Folklore

Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come l'arte del legno, finalizzata al settore dell'arredamento ed alla produzione di mobili in stile.

  • S. Antonio Abate….a gennaio - Durante la Messa e la processione, benedizione e distribuzione della tradizionale “pagnottella di S.Antonio
  • 1Maggio alla madonna del campo - Sagra degli gnocchi al sugo di pecora, fave e pecorino, musica tradizionale , in uno scenario mozzafiato ai piedi del Monte Monna
  • Infiorata del Corpus Domini - Tutte le stradine e le piazze del centro storico vengono decorate con fiori e piante di stagione
  • Festa di Santa Barbara - penultima settimana di giugno con festeggiamenti religiosi, manifestazioni musicali, incontri enogastronomici
  • Vico Horse Festival - Tre giornate con passeggiate a cavallo, a contatto con la natura e le bellezze storico-naturali dei Monti Ernici e dei Comuni di Vico nel Lazio e Collepardo
  • Fiera di S. Pio - 11 luglio - La fiera ha inizio fin dalle prime luci dell’alba per protrarsi fino a tarda serata
  • Festa di Santa Maria Goretti - 1° fine settimana di luglio - In Località Pitocco, festeggiamenti religiosi, manifestazioni musicali, incontri enogastronomici
  • Premio VICO “AMO LA MIA TERRA” Riconoscimento a personalità che danno ed hanno dato lustro e fatto conoscere Vico nel Lazio al di fuori dei confini regionali e nazionali.
  • Festa di San Giorgio - ultima domenica di luglio - in onore del santo patrono
  • Festa del Ritorno e Sagra Gnocchi al sugo di Pecora - 10/11 agosto - Festa in onore degli emigranti del luogo che ritornano in paese
  • Sagra della Bruschetta - penultimo fine settimana di agosto
  • Festa di San Rocco - 14/16 agosto - Degustazione delle ricette tipiche locali in piazza su appositi tavoli preparati a cura del comitato di S. Rocco. Il tutto è accompagnato da vino locale e musica tradizionale
  • Festa della Madonna Addolorata - 1°domenica di settembre - alle manifestazioni religiose si unisce la tradizionale Sagra degli gnocchetti alla montanara presso Piazza San Martino
  • Sagra del Coniglio - 2ª domenica di settembre - Il coniglio cotto nel forno locale viene portato nel piazzale della chiesa della Madonna della Concordia, depositato sugli appositi bracieri per mantenerlo caldo e distribuito alla gente con un panino e vino locale, il tutto allietato da musica tradizionale.
  • Sagra delle Sagne e Fagioli - 1ª domenica di ottobre - La sagna e fagioli viene preparata, cotta e distribuita nella Piazza di S.Maria. Il tutto è accompagnato da vino locale, canti, balli e musica tradizionale
  • Sagra della Polenta - 30 dicembre - A cura della Pro Loco, ad opera di sapienti donne, viene preparata e distribuita la polenta. Il tutto accompagnato da vino locale, musica, canti e balli.

Vico nel Lazio (FR)
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Che cosa vedere a Vico nel Lazio (FR) | Monumenti e luoghi d'interesse

Vico nel Lazio (FR) | Architetture religiose

  • La chiesa romanica di Santa Maria risalente al XIII secolo e dedicata alla Madonna del Rosario con cripta
    La Chiesa di Santa Maria è tra le più antiche e suggestive di Vico, con il suo caratteristico campanile a vela, è menzionata in documenti ufficiali nel 1302, ma la Cripta e parte della originaria costruzione romana sono la testimonianza che sia d’epoca anteriore.Realizzata a navata unica, viene scandita da due arcate a sesto acuto trasversali e da un bellissimo arco riecheggiante i consimili nella Cattedrale di Anagni.Sulle pareti si notano interessanti affreschi di scuola romana del XIII secolo (da notare quelli raffiguranti S. Caterina e San Giovanni Battista).Prezioso è l’altare romanico che vi si conserva così come la Cripta sottostante anch’essa affrescata.
  • la Chiesa collegiata di San Michele Arcangelo del 1200, restaurata nel 1800, che è anche la chiesa principale dal quale l'ultima domenica di luglio esce e viene portata per le vie del borgo la statua a mezzo busto del santo patrono Giorgio Martire, accompagnata dalle confraternite del paese.
    Originariamente in stile romanico, la chiesa di S. Michele Arcangelo di Vico nel Lazio ha subito nel corso dei secoli numerosi rifacimenti.
    La facciata presenta ancora caratteri stilistici romanici ed è affiancata da una torre campanaria a pianta quadrata detta “dei Presbiteri”, nella quale sono visibili una meridiana circolare, un orologio e una scultura romanica raffigurante il busto di un leone.
    Il pezzo di maggior pregio artistico, qui conservato, è costituito da un mosaico del XII sec. proveniente dalla Basilica di S. Maria Maggiore di Roma, qui grazie a monsignor Nardini, conclavista del cardinale Colonna, che lo fece trasferire tra il 1740-’50, in seguito alle grandi trasformazioni apportate alla basilica romana.
    Sull’altare vi sono i candelabri in pietra risalenti all’epoca barbarica, mentre ai lati vi sono due colonnine tortili cosmatesche.
    Nella parete sovrastante, si trova un dipinto della fine del XVI sec. raffigurante La Trinità.Esso è stato attribuito al Cavalier d’Arpino, maestro del Caravaggio.Di bella fattura è anche un Crocifisso in madreperla intarsiata e il busto bronzeo di S. Giorgio, protettore di Vico.
  • Chiesa di San Giorgio (patrono) raffigurato dai vari artisti come un soldato a cavallo nell’atto di uccidere il drago, simbolo
    del male.
    Ai Vicalotti questo Santo è particolarmente caro per aver salvato il paese dai bombardamenti.
    Questi ultimi avvennero ad opera di aerei inglesi, ma le bombe caddero nella disabitata collina di S. Nicola, a circa 200 m. a nord del paese.
    Oggi sono in molti a ricordare l’evento miracoloso, ma in pochi a rispettare il digiuno e l’astinenza.
    La comunità di Vico nel Lazio ha posto da secoli S. Giorgio a protezione della sua incolumità fisica e a difesa della sua fede cristiana, erigendo in suo onore una chiesa sita a circa 100 m. a nord-est della zona esterna rispetto alla cinta muraria.
    Tale chiesa, a base rettangolare, ad una sola navata, con copertura a capanna, sostenuta da capriate in legno; è stata costruita in epoca imprecisata, ma sicuramente prima del XV secolo, in quanto la stessa viene citata negli Statuti di Vico nel Lazio.
  • Santuario Madonna del Campo santuario esterno al paese (a 762 metri di altitudine) del XV-XVI secolo con prezioso affresco della Trinità.
  • Chiesa del Madonna del Carmine (Madonnella) o della Trinità fuori le mura nei pressi di Porta Orticelli con dipinto madonna sull'altare e della Santissima Trinità
  • Chiesa di Sant'Antonio abate chiesa rurale isolata ad unica navata con affreschi sull'altare.
  • Madonna della Concordia a 2 km dal paese (sulla strada che da Pitocco conduce a Vico), con un maestoso altare stile barocco e vari quadri ad olio pregevoli

Vico nel Lazio (FR) - Chiesa collegiata di San Michele Arcangelo (1200 d.C.)
Vico nel Lazio (FR) - Chiesa collegiata di San Michele Arcangelo (1200 d.C.)

Vico nel Lazio (FR) | Architetture civili

  • Palazzo del governatore, anticamente dimora dei Colonna (prima) e dei Tolomei (dopo) ed edificato nel XIII secolo.

Vico nel Lazio (FR) | Architetture militari

  • Cinta muraria, intatta, che racchiude il borgo medievale rimasto immutato.
    La cinta muraria dell'XI secolo, interamente costruita in pietra locale, cinge l'intero paese ed è dotata di tre porte: Porta Orticelli, Porta Guarcino (nel quale è possibile ammirare antichi affreschi) e la Porta a Monte dov'è incastonata una pietra con scritto:"Nerva Imperante", ciò fa pensare che vi fosse una cinta muraria preesistente di origine romana del quale rimane solamente l'arco di Sant'Andrea (verso Porta Guarcino).
  • Le Torrette. A Vico nel Lazio esistono due torri strategiche molto antiche: una alle pendici del monte Monna, e al limite del bosco Moretta nell'area dell'oppio, l'altra vicino al fiume Cosa, in contrada La Villa, quasi sulla linea di confine con il territorio del comune di Guarcino.
    La prima è nata a 855 m.s.l. da dove si scorge l'intera campagna che fu degli ernici, fino ai piedi dei monti Lepini.
    L'altra costruita a difesa della valle del Cosa, non lontana dal ponte romano su Fiume e a protezione delle antiche vie romane Prenestina e Sublacense.

Vico nel Lazio (FR)
Vico nel Lazio (FR) mura e torrione

Vico nel Lazio (FR) | Aree Naturali

Vico nel Lazio (FR) | La Storia

Vico nel Lazio sembra ancora oggi vigilare la verde Valle del Cosa, i boschi di faggio, di querce e di carpini delle montagne appartenute ai leggendari Ernici, costruttori di mura ciclopiche, le cui origini sono avvolte nel mistero quanto quelle degli Etruschi.

Il poeta Virgilio racconta che gli Ernici erano bravissimi a lanciare frecce, che andavano in guerra con il piede sinistro nudo e il destro coperto da un calzare chiamato "pero" e che erano tiratori infallibili, miravano e colpivano con precisione i bersagli, lanciando le frecce con il piede destro avanti e il sinistro dietro.
Alcuni storici sostengono che provenissero dalle lontane terre dell'Asia minore, altri invece, ritengono che appartenessero alla grande famiglia delle popolazioni Osco-Sabelliche, fra le quali c'erano i Sabini, i Marsi ed altri popoli italici, tanto che lo stesso Festo afferma che il nome "Ernici"
derivi dalla parola Herne che i Marsi usavano per indicare i sassi.
Fra le poche notizie che gli antichi ci tramandarono attorno al popolo ernico vi è quella dataci da Ovidio secondo la quale presso di loro il mese di marzo sarebbe stato il sesto, quindi per gli ernici l'anno cominciava nel mese di ottobre, come per gli Spartani e per i Fenici.

Tale affermazione avvalora la tesi dei sostenitori dell'origine semitica di molti popoli italiani, fra cui quello ernico.

Poco si conosce delle sue origini di Vico nel Lazio, ma il borgo, così come oggi ci appare inizia a formarsi intorno all’XI secolo, forse su un tracciato di un castrum romano, cingendosi verso il XIII secolo di un possente sistema difensivo, fortificato da venticinque torri e rag­giungendo la massima espansione entro il XIV secolo.

Vico nel Lazio (FR) | Epoca pre-Romana

Vico nel Lazio situato dirimpetto alla Castellania di Fumone è uno dei castelli minori che, come quelli di Guarcino e di Collepardo, fecero parte, insieme ad altri, del territorio della Chiesa nel Lazio meridionale.

Tra i castelli ora nominati, il più caratteristico di questa parte della regione, percorsa dal piccolo fiume Cosa, affluente del Sacco (l'antico Trero) è senza dubbio quello di Vico nel Lazio.

Il paese infatti esternamente è chiuso da una cerchia di mura merlate ancora intatte, mentre all'interno conserva una caratteristica struttura medievale.

Non è stato possibile, almeno fino ad oggi, collocare in epoca storica le origini prime di Vico nel Lazio, mancando fonti certe.

I primi documenti cui possiamo prestare fede risalgono agli inizi del sec. XI d.C.

È interessante perciò inquadrare il periodo storico precedente di tutta la zona che lo circonda, nella quale Vico ebbe con ogni probabilità una funzione strategico-difensiva.

In epoca storica gli Ernici abitarono nella zona collinosa che da Costantino in poi prese il nome di Terra di Campagna.

Vico nel Lazio (FR) |Epoca Romana

L'origine dei centri abitati è certamente anteriore al III sec. a.C. e a testimonianza dell'occupazione romana di questa regione abbiamo le possenti fortificazioni urbane (la data della loro costruzione, ancora oggetto di studio si fa oscillare tra il VI e il III sec. a.C.).

Uno studio particolare di Giuseppe Lugli su tale argomento ha portato alla conclusione che solo alcuni tratti di mura si possono datare al V sec. mentre la maggior parte di questi si devono attribuire al IV sec. a.C. (non senza rifacimenti nei secoli successivi).

Vico nel Lazio (FR)
Vico nel Lazio (FR)

Vico nel Lazio (FR) |Medioevo, Rinascimento ed Epoca Moderna

Nel VII e VIII sec. la Chiesa, sebbene possedesse estesi territori, non aveva ancora un suo proprio Stato, un vero e proprio dominio temporale, nonostante avesse acquisito, non ufficialmente, un ruolo di preminenza, nei confronti dell'impero di Oriente.

Il potere temporale assunse una configurazione giuridica e politica con le donazioni di Liutprando, Pipino il Breve, Carlo Magno e Lotario (nella donazione di Pipino il Breve del 755 era compresa la zona nella quale oggi sorge Vico nel Lazio).

Da un atto di pubblica donazione e da documenti che attestano la presenza di cittadini di Vico nel Lazio come testimoni a patti fra comuni sappiamo chela città  nel sec. XI aveva un'amministrazione autonoma.

Il Falco ci dà notizia di numerosi conflitti territoriali tra Alatri e Vico nel Lazio, avvenuti tra la fine del XIII sec. e la metà del XVI sec.

Citiamo ad esempio quello del 1282-83, nel quale intervenne come intermediario lo stesso Papa Martino IV tramite il Rettore, Andrea Spiliati, essendo nel Lazio dominio della Chiesa; ricordiamo ancora la formazione, nel 1366, di una Lega tra le città di Alatri, Ferentino, Veroli, e i castelli di Frosinone, Monte S. Giovanni, Bauco, Torrice, Ripi, Guarcino, Collepardo, Trivigliano, Paliano e Serrone contro le costituzioni egidiane che limitavano troppo l'autonomia dei comuni.

In questa regione il sistema feudale si sviluppò con la sostituzione graduale del patrimonio ecclesiastico su quello imperiale.

Così man mano si formarono le signorie familiari controllate dalle Castellanie della Chiesa e dai Comuni.

L'aristocrazia locale, formatasi in seguito alle concessioni e donazioni da parte della Chiesa, viveva nei propri castelli o entro le mura cittadine appoggiando i comuni.

La signoria dei Colonna è quella che governò Vico nel Lazio dal 1427 per concessione del Papa Martino V (Oddone Colonna) fino alla metà del XVII secolo.

I Colonna esercitavano la loro autorità con la nomina di un governatore.

Il 31 ottobre 1536, con l'approvazione di Marcantonio Colonna, venne pubblicato lo Statuto di Vico nel Lazio.

Una copia dell'originale in latino, trascritta a mano con data del 1725, è attualmente conservata nell'Archivio della Certosa di Trisulti.

Lo statuto di Vico, come tutti gli altri dello Stato Pontificio (ad eccezione di quelli riguardanti il corso delle acque, il pascolo, la coltivazione del territorio e i danni arrecati) fu abolito nel 1816 dal papa Pio VII.

Nella seconda metà del XVII secolo Marino, Vico e Giuliano, possedimenti dei Colonna tornarono alle dirette dipendenze della Chiesa.

Infatti Vico nel Lazio alla fine del XVII sec. faceva parte di una delle cinque Castellanie della Chiesa, quella di Paliano, e tale situazione restò immutata fino al 1870.

Le Castellanie erano proprietà esclusiva della Chiesa.

Escluse da ogni dominio feudale di carattere familiare erano concesse in enfiteusi per tre o quattro generazioni a famiglie che garantissero 3 fedeltà e ubbidienza; oppure erano concesse a titolo di custodia e di assoluto riconoscimento di vassallaggio alla Sede Apostolica.

Durante il Risorgimento l'immobilità sociale, causata dalla diffusione del latifondo, l'arretratezza dell'agricoltura e l'imposizione di forti tasse ai contadini, proprietari di un pezzo di terra, crearono nel Lazio meridionale un grave squilibrio nei rapporti sociali.

Le calamità naturali e le carestie, che si susseguirono con frequenza, causarono i fenomeni del brigantaggio e del contrabbando, favoriti anche dalla conformazione del territorio.

Vico nel Lazio non rimase estraneo a questi avvenimenti. Dopo il 1870, con la fine dello Stato Pontificio, Vico nel Lazio entrò a far parte del Regno d'Italia.

Durante la prima guerra mondiale anche Vico nel Lazio diede il suo contributo di vite umane alla patria.

L'ultimo conflitto mondiale vide la Ciociaria teatro di dolorosi avvenimenti.

Il fronte di Cassino aveva le retrovie in questa zona e così anche Vico fu occupato dai tedeschi, che vi insediarono un loro quartiere generale con funzioni di sussistenza.

Il paese assistette alla ritirata delle truppe tedesche dal fronte di Cassino che, attraverso la Valle del Cosa, si riversavano verso il nord.

A ricordo di tutti i suoi valorosi caduti è stato innalzato un monumento a fianco della Porta a Monte (oggi Porta XXIV Maggio).

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