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Fara in Sabina (RI)
Ruderi Abbazia di S. Martino - Fara in Sabina (RI)
Fara in Sabina (RI)
Ruderi Abbazia di S. Martino - Fara in Sabina (RI)
Fara in Sabina (RI)
Ruderi Abbazia di S. Martino - Fara in Sabina (RI)
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Contact Information
Indirizzo:
Via Santa Maria in Castello 02032 Fara In Sabina RI Fara in Sabina (RI), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Fara in Sabina, nel reatino, è uno dei più famosi borghi da visitare vicino Roma, conosciuto nella storia grazie alla magnifica Abbazia di Farfa

Fara In Sabina sorge a 482 metri di altezza sul livello del mare, è localizzato nella "parte nord-ovest" del Monte degli Elci.

Fara in Sabina è tappa del Cammino di Francesco, percorso di interesse religioso e naturalistico che, dalla Valle Santa Reatina, conduce il camminatore all’Abbazia di Farfa per poi salire al borgo farese.

Il territorio di Fara in Sabina è inoltre ricco di pittoreschi scorci paesaggistici, dati dalla diffusa presenza di oliveti, e proprio l’olio della Sabina ha ottenuto ormai da anni il marchio DOP per la sua originale qualità.

Percorrendo i vicoli si può ancora respirare ed ammirare l’antica atmosfera medievale di Fara in Sabina e la sua ricchezza risiede proprio in un territorio composto da tanti borghi dal passato autonomo, ma che oggi formano un percorso unico che si sviluppa tra storia, arte, natura ed enogastronomia.

Il panorama circostante è un paradiso incantato di boschi secolari e villaggi, rocche, abbazie e monasteri separati da fiumi e torrenti, tante ville e casali abbandonati la cui vista porta immediatamente alla memoria la storia della zona, per secoli cruciale avamposto della chiesa, dei suoi santi e dei suoi condottieri, ma anche di briganti, discendenti di quei Sabini che erano nemici di Roma alle sue origini.

Il museo civico di Fara in Sabina racconta la storia del territorio dalla preistoria alla romanizzazione avvenuta nel 290 a.C. ad opera del condottiero romano di origini sabine Manio Curio Dentato.

Nel museo sono raccolti principalmente i reperti provenienti dagli scavi condotti, a partire dagli anni ’70 del novecento nei due siti maggiormente significativi dell’evoluzione storica del territorio comunale e più in generale della Sabina Tiberina: l’insediamento dei Sabini sulla riva sinistra della media valle del Tevere con la fondazione di Cures, capitale storica della Sabina

Fara in Sabina (RI)
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Fara in Sabina | Eventi e Folklore

L'estate a Fara in Sabina troverete il noto Fara Music Festival, tra le realtà musicali legate al mondo del jazz più interessanti del panorama internazionale (per gli interessati, anche una interessante summer school) e la festa del patrono, Sant'Antonino  di Pamiers - il 2 settembre.

Nella splendida cornice dell’Abbazia Benedettina di Santa Maria in Farfa (RI), si svolge ogni prima Domenica del mese dall’alba al tramonto, l’ormai consueto appuntamento con il mercatino di Antiquariato, Artigianato, Modernariato e Collezionismo Vintage, con stand espositivi riservati a professionisti del settore, ma anche a hobbysti che intendono promuovere e valorizzare le proprie creazioni.

Fara in Sabina (RI)
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Che cosa vedere a Fara in Sabina | Monumenti e luoghi d'interesse

Fara in Sabina (RI) | Architetture religiose

  • La celebre Abbazia di Farfa.
  • Collegiata di Sant'Antonio del XVI secolo
  • Chiesa di San Giacomo del 1619
  • Chiesa di Santa Chiara del 1643, oggi sconsacrata e sala di cerimonie municipale.
  • Monastero Clarisse Eremite, costruito nel XVII secolo sulle rovine del castello, tuttora convento di clausura.

Fara in Sabina (RI)

Abbazia di Farfa
Abbazia di Farfa

Fara in Sabina (RI) | Architetture civili

  • Palazzo Orsini del XV secolo
  • Museo Archeologico del Palazzo Baronale - Palazzo Brancaleoni in piazza del Duomo
  • Palazzo Farnese del 1585
  • Palazzo Foschi, poi Manfredi, del XV secolo
  • Palazzo Castellani, poi Brancaleoni, oggi sede del Museo civico
  • Deposito del grano e monte di pietà (XV secolo), oggi sede della Biblioteca comunale
  • Cisterna di piazza del Duomo, costruita dai Farnese nel 1588.

Fara in Sabina (RI) | Aree naturali

Riserva naturale di Nazzano Tevere - Farfa
Riserva naturale di Nazzano Tevere - Farfa

Fara in Sabina (RI) | Siti archeologici

Ruderi Abbazia di S. Martino - Fara in Sabina (RI)
Ruderi Abbazia di S. Martino - Fara in Sabina (RI)

Sempre nell'area troviamo: Torri in Sabina, la località Rocchette i ruderi della città morta Rocchettine, Casperia, Roccantica, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Contigliano, Bocchignano, Civita Castellana, Civitella San Paolo, Orte, Toffia, Torri in Sabina, Fara in Sabina, l'Abbazia di Farfa e Rieti.

Altre interessanti località vicine sono Cittaducale, Antrodoco (centro storico), Borgo Velino, Cantalice, la stazione sciistica del Terminillo e Leonessa.

Fara in Sabina (RI) | La Storia

L'area del comune fu popolata già in epoca preistorica (sono stati rinvenuti resti del Paleolitico medio e dell'età del bronzo medio, recente e finale).

Di fronte il colle di Fara sorge l’altura di Monte San Martino, abitata in epoca protostorica da un esteso ed articolato insediamento risalente all’età del Bronzo finale (la maggior parte del materiale è venuto alla luce presso le pendici orientali del monte, in località Quattro Venti).

Le ricerche hanno evidenziato la presenza di alcune opere di terrazzamento con recinti di mura realizzati in pietrame a secco, di cui si ipotizzò in alcuni casi una datazione ad epoca protostorica.

È stato possibile ricostruire l’andamento di almeno tre cinte murarie, irregolarmente ellissoidali, che seguivano le curve di livello.

Oggi questo abitato protostorico è stato identificato con Mefula, antica città mitologica degli Aborigeni della zona, che secondo Dionigi di Alicarnasso sorgeva ad appena 5 km di distanza da Suna (Toffia).

Dionigi riferisce inoltre della presenza di mura, unico caso a riguardo del popolo aborigeno, un dato che trova conferma dall’effettiva presenza sul monte di murature a secco attribuibili ad epoca protostorica (peraltro rare in questo periodo).

L’insediamento aborigeno di Mefula scompare già durante la prima età del Ferro (forse in relazione alla contemporanea nascita dei centri sabini in pianura, come la vicina Cures).

Tra il IX secolo a.C. e il VI secolo a.C. nella località di Santa Maria in Arci si era stabilito un insediamento sabino, identificato con la città di Cures, che continuò a vivere in età romana (resti di terme e di un piccolo teatro e necropoli).

Il territorio era sfruttato dal punto di vista agricolo con una fitta rete di ville, costruite su terrazzamenti in opera poligonale nel II secolo a.C. e in opera quasi reticolata nel I secolo a.C. ("villa di Grotte di Torri" e ancora di Fonteluna, di Mirteto, di Cagnani e di San Lorenzo a Canneto, di Sant'Andrea e di San Pietro presso Borgo Salario, di Grottaglie, di Piano San Giovanni, di Grotta Scura, di Monte San Martino, di Fonte Vecchia).

Le origini dell'attuale abitato sembrano risalire ad epoca longobarda, alla fine del VI secolo, come sembra indicare il toponimo, derivante dal termine longobardo fara, con il significato di "clan familiare"; oppure alla devozione sempre longobarda a Santa Fara.

Il castello è attestato dal 1006 e dal 1050 fu sotto il controllo dell'Abbazia di Farfa.

A partire dal XII secolo si afferma un’aristocrazia locale che costruisce case e torri ancora presenti nel tessuto urbanistico della città.

Nel rinascimento le famiglie nobili che avevano incarichi presso l’abbazia farfense, ristrutturano nel borgo le vecchie costruzioni in eleganti palazzetti modificando la struttura urbanistica.

A questo periodo risale la costruzione delle mura urbane e delle due porte di accesso.

Attraversando Porta Romana e salendo per le strette vie, si incontrano sontuosi palazzi nobiliari (Palazzo Orsini, Palazzo Manfredi, Palazzo Martini), fino ad arrivare in piazza del Duomo, fulcro del borgo, dove spicca la Torre Campanaria con accanto la Cisterna ad edicola; di fronte si staglia l’austera mole del quattrocentesco Palazzo Brancaleoni, attuale sede del Museo Civico Archeologico; chiude la piazza, come la quinta di un palcoscenico, la Collegiata di S. Antonino, conosciuto come Duomo di Fara, della scuola del Vignola.

Fu quindi feudo degli Orsini.

Dal 1400 è divenuto sede dell'abate commendatario di Farfa e si sono succedute le varie famiglie proprio a partire dagli Orsini fino alla famiglia Barberini, con il cardinale Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII, che nel 1678 ha fondato, con sede nell'antico castello, il monastero delle Clarisse Eremite.

Nel 1867 fu toccata con la frazione di Coltodino dalla Campagna garibaldina dell'Agro Romano per la liberazione di Roma.

Giuseppe Garibaldi dopo la sconfitta di Mentana raggiunse con i suoi Volontari la stazione ferroviaria di Passo Corese in comune di Fara dove partì in direzione del nord.

Sempre da Fara sulla riva del Tevere partì con alcune barche la sfortunata spedizione dei Fratelli Cairoli conclusa tragicamente a Villa Glori.

Testimonianze della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma (1867) sono conservate nel Museo nazionale di Mentana.

Il 10 dicembre 1920 la frazione di Canneto Sabino fu teatro di un eccidio, il più cruento, quanto a numero di morti del cosiddetto Biennio rosso.

Durante una manifestazione organizzata dai braccianti nel tentativo di ottenere migliori condizioni di lavoro un gruppo di Carabinieri ne uccise 11 in località Colle San Lorenzo.

Fara in Sabina (RI)
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