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Rocca di Papa, appena fuori Roma, è la regina dei Castelli Romani intorno al Lago Albano con dei panorami superbi, tanta storia, ottimo cibo e un borgo tutto da scoprire
Rocca di Papa, chiamato semplicemente "'A Rocca" dei Castelli Romani, è un borgo medievale ricco di leggende e con una storia assai più antica.
Con i suoi scorci panoramici mozzafiato e le case aggrappate alla roccia in un intricato labirinto di vicoli e antichi palazzi, Rocca di Papa è certamente un borgo vicino Roma da visitare ogni qual volta si possa.
Se il moderno abitato, dominato dal belvedere della Fortezza, nasce solo nel Medioevo a circa 680 metri di altezza s.l.m., il territorio rocchigiano era già abitato dal X sec. a.C.
Il Monte Cavo infatti era per i latini la montagna sacra, Mons Albanus, sulla cui vetta sorgeva il tempio di Giove Laziale, e alcuni storici suppongono che sulla sponda orientale del Lago di Albano, in buona parte ricadente in territorio rocchigiano, sorgesse la leggendaria capitale latina di Alba Longa.
All’altezza della fortezza ci sono i Campi di Annibale (dal nome dal celebre condottiero che si accampò qui durante la Seconda Guerra Punica), da dove si intercetta il basolato dell’antica Via Sacra.
Percorrendo quest’ultima in salita per breve tratto, si giunge ad un punto panoramico denominato l’Occhialone, che ti consente di ammirare i due laghi affiancati e il mare sullo sfondo.
Per gli appassionati della vita "all'aria aperta" consigliamo di visitare i Pratoni del Vivaro: una distesa infinita di verde frequentata dai romani per gite fuori porta e picnic, dove sono concentrate tante strutture per l’equitazione fra cui un grande centro federale.
Dove dormire a Rocca di Papa (RM) e dintorni
Rocca di Papa | Eventi, Tradizioni & Folklore
La gastronomia di Rocca di Papa è caratterizzata da prodotti tipici delle zone interne come le castagne ed i funghi porcini.
Altri piatti montani sono le fettuccine ai funghi porcini, la polenta con salsicce, la minestra di "gialloni" (fagioli borlotti) con la santoreggia, il baccalà "in guazzetto" (ammollito per cinque giorni), la "coratella" (l'intestino dell'abbacchio) con le fave e la pizza ripiena.
Alle castagne è dedicata dal 1979 una sagra, principale evento profano del paese assieme alla Contea della Birra, manifestazione dedicata appunto alla birra dove è possibile gustare anche una particolare birra al retrogusto di castagna.
Altri prodotti caratteristici dei Castelli Romani sono la porchetta, le "coppiette" ed il vino bianco.
A Rocca di Papa, come nei paesi circostanti e soprattutto ad Ariccia, regina del fenomeno, esistono ancora le tradizionali "fraschette" tanto frequentate dai visitatori.
- Sagra delle Castagne: inaugurata nel 1979, si tiene in genere la terza domenica di ottobre. Durante la sagra ci sono concerti di paese, stand di prodotti tipici, ma soprattutto gli stand delle caldarroste, le tipiche castagne cotte su delle enormi padelle bucate messe sul fuoco e quelli dei funghi porcini che vengono serviti con la polenta. In questa occasione veniva anche organizzato, dal 1998 e per un decennio circa, uno dei più importanti tornei di scacchi d'Italia
- Sagra del fagiolo Regina
- Festa di Sant'Antonio abate
- La Mangialonga – Camminenno e magnenno si tiene a giugno e consiste in una marcia non competitiva tra i boschi e i siti archeologici di Rocca di Papa con soste durante le quali degustare i prodotti della gastronomia locale. La prima edizione (fine anni novanta) fu un evento a cui parteciparono più di 600 persone; dalla prima edizione l'evento richiama sempre più persone provenienti principalmente dai vicini paesi o dalla città di Roma.
- Festa del Sacro Cuore
- Festa patronale di Santa Maria Assunta 15 Agosto
- Festa della Madonna del Tufo, domenica successiva a Ferragosto.
- Festa della Madonna della Speranza
- Festa della Madonna della Pietà, terzo sabato di settembre.
- Contea della Birra: si tiene la seconda settimana di settembre, ispirata all'Oktoberfest di Monaco di Baviera, durante la quale vengono organizzati mercatini dell'artigianato locale e stand per la vendita della birra
- Festa del Patrono San Carlo Borromeo – Nonostante la festività cada il 4 novembre, durante la prima settimana di luglio la cittadinanza è impegnata nelle celebrazioni del Santo protettore di Rocca di Papa, come deciso nell’Ottocento per non far coincidere le celebrazioni con il periodo della Vendemmia; per l’occasione vengono organizzati concerti, giochi popolari, mercatini e spettacoli pirotecnici
- Festa della Ciambella degli Sposi – Si tiene ogni anno nel mese di settembre per celebrare la tradizione del matrimonio e il prodotto tipico roccheggiano, la Ciambella degli Sposi, un dolce che viene preparato proprio in occasione delle nozze
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Che cosa vedere a Rocca di Papa | Monumenti e luoghi d'interesse
Rocca di Papa | Architetture religiose
- Chiesa di Santa Maria Assunta (Duomo), arcipretale e parrocchiale, venne commissionata dal feudatario cardinale Girolamo Colonna e progettata dall'architetto Antonio Del Grande. I lavori terminarono nel 1754, ma l'edificio crollò rovinosamente già nel 1814. La ricostruzione ricominciò nel 1817, dietro interessamento del cardinale vescovo della sede suburbicaria di Frascati Bartolomeo Pacca e con un contributo economico di papa Pio VII, e i nuovi lavori terminarono nel 1827: il nuovo progetto fu opera degli architetti Domenico Palmucci e Pietro Bracci. Al suo interno è conservata la tela dell'Assunzione della Vergine di Corrado Giaquinto.
- Chiesa del Santissimo Crocifisso, è una piccola costruzione che si trova poco distante sia dalla parrocchiale sia dalla località dei Campi d'Annibale, e conserva al suo interno alcune opere dell'artista tedesco Theodor Wilhelm Achtermann, di cui si ritrovano lavori anche nella chiesa della Trinità dei Monti a Roma. Dopo un lungo periodo di decadenza, fu sottoposta a restauri, terminati nel 1994. Sulla facciata lunga è stata collocata una statua di Padre Pio da Pietrelcina.
- Chiesa del Sacro Cuore, inaugurata nel 1998, raccoglie i fedeli dei Campi d'Annibale. Concepita con un'architettura moderna, presenta una facciata monocuspidale, con un richiamo al gotico; l'interno è semplice, e decorato dalle vetrate verticali del lato lungo. Di fronte alla chiesa è stata posta una statua di papa Giovanni Paolo II, che più volte fece visita nel paese.
- Santuario della Madonna del Tufo, edificato in memoria di un miracoloso intervento della Madonna attorno a un'immagine sacra dipinta sul tufo, risulta come già esistente (e soggetto alla giurisdizione della parrocchiale di Santa Maria Assunta) nel 1592. La facciata venne edificata nel 1792 per interessamento del principe Andrea Doria-Pamphilj, mentre nel 1810 il santuario venne ampliato e venne rifatto il presbiterio, grazie ad elemosine dei fedeli della comunità rocchigiana. Nel 1830 papa Pio VIII dotò il santuario di un altare privilegiato. L'edificio attuale risale al 1931, mentre alcuni interventi conservativi sono stati compiuti nei primi anni 2000.
- Chiesa e convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, nacquero come eremo nell'XI secolo, e nel 1237 fu affidato ai monaci cisterciensi dell'abbazia delle Tre Fontane a Roma, che ne fecero il loro luogo di villeggiatura estiva assieme all'altra loro proprietà di Nemi. Nel 1244 il convento fu reso autonomo e dotato di ingenti proprietà nell'area del lago Albano, tra cui il romitorio di Sant'Angelo in Lacu. All'inizio del Trecento tuttavia il convento era in crisi, fu istituito in commenda e finì semi-abbandonato: nel 1449 fu assegnato ai frati minori osservanti che vi rimasero fino al 1629, quando nel convento entrarono i frati minori conventuali o riformati. Grandi restauri furono eseguiti al convento da papa Alessandro VII nel 1662 e soprattutto dal cardinale portoghese Josè Maria de Fonseca de Evora nel 1735-1738, che volendo fare del convento la sede dell'ambasciata portoghese a Roma non si risparmiò nelle spese, modificando in stile tardo barocco l'originaria architettura gotica del complesso. Il convento si salvò dalla chiusura in forza delle leggi eversive delle proprietà ecclesiastiche emanate dopo l'annessione del Lazio al Regno d'Italia nel 1870 solo appellandosi alla protezione del Regno del Portogallo: il complesso fu così una zona extra-territoriale portoghese dal 1880 fino alla data della rivoluzione portoghese del 1910. I frati furono così cacciati ed il convento venduto a privati nel 1915. Dal 1920 è di proprietà del Venerable English College di Roma.
Architetture civili
- Palazzo Comunale, venne edificato negli anni trenta del Novecento sulla strada principale, corso della Costituente, come sede degli uffici comunali e delle scuole.
- Villa del Cardinale, costruita nel 1629 dal cardinale Girolamo Colonna, feudatario di Marino e Rocca di Papa, presso il convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, la villa è oggi adibita a ristorante ed albergo. L'edificio, probabilmente costruito su una preesistente struttura di avvistamento medioevale, sorge in posizione panoramica sul Lago Albano.
Architetture militari
- Fortezza pontificia - La prima menzione di un luogo fortificato a Rocca di Papa coincide con la prima menzione del paese stesso, avvenuta in una lettera di papa Lucio III datata al 1181, nella quale si rivendicava la sovranità pontificia sulla "Roccam de Papa" occupata dai tuscolani. La fortezza, collocata nel punto più alto del centro abitato, a 753 m s.l.m., pare sia stata restaurata durante il pontificato di papa Paolo III. Nell'Ottocento, venne utilizzata come luogo di esperimenti da Guglielmo Marconi e Michele Stefano De Rossi. Durante i primi anni duemila sono stati avviati importanti lavori archeologici sul sito, che hanno portato alla riscoperta delle fondamenta della fortezza e gli scavi sono stati aperti al pubblico.
Strade e piazze
- Piazza della Repubblica, piazza principale del paese chiamata anche piazza Margherita per via della vecchia denominazione durante l'epoca monarchica. Il restauro, radicale e di impronta rinnovativa, è stato completato nel 2003.
- Piazza Giuseppe Garibaldi, la piazza principale del centro storico, di architettura semplice. Viene anche detta piazza dell'Erba, in virtù dell'usanza di svolgervi il mercato ortofrutticolo.
- Piazza di Vittorio, La piazza principale dei Campi d'Annibale, di architettura moderna in quanto restaurata pochi anni addietro. Al centro di questa, durante il restauro, è stata posta una fontana con giochi d'acqua.
- Piazza Vecchia, (piazza XX Settembre), Antico centro del castello, conserva la forma originale assunta nel XIV secolo, durante la dominazione di Ludovico il Bavaro.
- Il quartiere Bavarese si addensa sotto la Fortezza. Originato dalle abitazioni costruite dai soldati bavaresi di Ludovico il Bavaro nel 1328, conserva ancora oggi un aspetto rustico medioevale.
Fontane
- La Barcaccia, sita in piazza Garibaldi, fontana che per la sua forma vagamente rassomigliante a una barca ha preso questo nome, opera seicentesca, attribuita a Gian Lorenzo Bernini, attivo in quel periodo specialmente a Castel Gandolfo, e costituita di un unico blocco di pietra tufacea
- Piazza della Repubblica, Al centro di piazza della Repubblica, che ha subito un completo restauro nel 2003, si erge una fontana del XIX secolo.
- Piazza Vecchia, In piazza XX Settembre vi è una fontana antica, con vasca unica rettangolare in pietra tufacea, e che rappresenta la storia del Quartiere Bavarese, in quanto fu costruita all'interno dell'antico castello, ed era luogo di ritrovo per i pochi paesani che abitavano il quartiere, circa 600 anni fa.
- Fontane gemelle, in piazza della Repubblica e ai Campi d'Annibale.
La salita/discesa tra Ariccia e Rocca di Papa
Tra Ariccia e Rocca di Papa, la strada provinciale al chilometro 1 provenendo dalla via dei Laghi (41°44′05″N 12°41′30″E), è oggetto di un interessante fenomeno.
Il tratto di strada in questione, di breve lunghezza, è infatti una discesa che appare tuttavia una salita: l'apparenza di salita è infatti smentita, ad esempio, osservando rotolare un oggetto.
Scientificamente, si è spiegato questo fenomeno con l'affermazione che nel piano della strada c'è un breve tratto in piano tra due discese, e ciò provocherebbe l'effetto ottico di una salita in mancanza di una linea di orizzonte chiaramente definibile.
Il caso ha suscitato l'interesse del CICAP e di tanti curiosi a vario titolo, ed ogni analisi ha dato responso più o meno ambiguo a favore dell'anomalia gravitazionale o dell'illusione ottica.
Si è anche ipotizzato che il fenomeno sarebbe dovuto alla presenza proprio sotto la strada di un misterioso, quanto inesistente, passaggio sotterraneo tra il lago Albano ed il lago di Nemi, che sarebbe stato scavato in età romana.
Siti archeologici
I reperti archeologici più antichi rinvenuti nel territorio di Rocca di Papa consistono in alcune tombe preistoriche datate attorno al VII secolo a.C., presso San Lorenzo Vecchio.
Più o meno a questa epoca sono riconducibili i rinvenimenti - collegati alla mitica Alba Longa - effettuati tra la località di Palazzolo e la località di Tofelli in comune di Ariccia, risalenti al periodo laziale II B (830 a.C. - 770 a.C.).
Tra Ottocento e Novecento sono stati effettuati scavi archeologici a più riprese (1876, 1912, 1914 1929) sulla vetta di Monte Cavo, per individuare i resti del tempio di Giove Laziale.
Gli unici risultati ottenuti da questi scavi furono il rinvenimento di alcune tarde tombe a cappuccina sulla pendice sud dell'altura, e il rinvenimento di una struttura complessa sulla sommità del monte, probabilmente un'abitazione o comunque un edificio non religioso: ad ogni modo, non fu rinvenuta traccia del tempio.
In compenso, la "via Sacra di Monte Cavo" di accesso al tempio è molto ben conservata: la carreggiata, fiancheggiata da marciapiedi in peperino, è larga 2.55 metri.
La strada partiva dalla via Appia Antica presso Aricia e, passando per Palazzolo - in un complesso residenziale di Monte Gentile ne restano alcuni tratti - saliva alla sommità di Monte Cavo.
Proprio a Palazzolo, presso il convento di Santa Maria ad Nives, si trova un importante monumento sepolcrale rupestre scavato nel peperino per circa 40 metri di larghezza.
La cella interna è grande 2.60 x 2.26 metri, e i bassorilievi raffigurano un trionfo consolare: i fasci littori vennero utilizzati dall'archeologo Giacomo Boni come modello per i fasci utilizzati come simbolo dal Partito Nazionale Fascista.
Rocca di Papa | Aree naturali
A Villa Barattolo, in località Villini, presso il centro storico di Rocca di Papa, ha sede il Parco regionale dei Castelli Romani.
La villa, di costruzione liberty, si estende su circa 1000 metri quadrati in tre piani, ed è stata acquisita dall'Ente Parco nel 1989 assieme ai 7500 metri quadrati di giardino annesso.
Oggi ospita il quartier generale dell'Ente Parco, assieme a percorsi didattici sul Parco.
La vetta di Monte Cavo assieme alle sponde del lago Albano, sono considerate dal Parco regionale dei Castelli Romani zone in cui la flora originaria dei Colli Albani - rappresentata dal cosiddetto bosco Q.T.A., querce, tigli ed Aceri - è resistita all'avanzare del castagno, introdotto per ragioni economiche tra Cinquecento e Seicento e che oggi popola l'80% del territorio del Parco.
Il Boschetto delle Faete, creato per i più piccoli, è un percorso di 7 km completamente immerso nel bosco con partenza e ritorno alla piazza alta di Rocca di Papa, a circa mezzora dal G.R.A. di Roma.
I Pratoni del Vivaro sono area di pregio paesaggistico, sede del Centro Equestre Federale e di famosi raduni-concorsi ippici internazionali.
La via Sacra è un'antica strada che sale tra i boschi fino alla vetta del Monte Cavo, dove era un tempo il Tempio di Giove dei Latini.
Il Parco Astronomico Livio Gratton, gestito dall'ATA (Associazione Tuscolana di Astronomia), è un piccolo osservatorio ben attrezzato, aperto al pubblico, dedicato al fondatore dell'astrofisica italiana.
Rocca di Papa | Origine del Nome
La prima menzione del toponimo attuale del paese - in lingua latina Roccam de Papa - risale al 1181, durante il pontificato di papa Lucio III, il quale rivendicava la sovranità pontificia sul castello.
Il toponimo "Rocca di Papa" lascerebbe supporre che la fortificazione medioevale attorno a cui si sviluppò l'abitato abbia avuto a che fare direttamente almeno con un papa.
Carlo Bartolomeo Piazza ipotizza che la rocca sia stata fondata da un Papa, mentre Athanasius Kircher è del parere che il toponimo derivi "a captivitate cuiusdam Pontificis", dalla prigionia di qualche papa nella rocca.
Gaetano Moroni invece ipotizza come probabile l'ipotesi che papa Celestino III, mentre i cittadini romani distruggevano Tusculum, concesse sicuro rifugio ai tuscolani presso questa rocca.
Il Moroni ricorda pure che è opinione di alcuni che il paese si chiami così perché la Fortezza Pontificia fu restaurata sotto il pontificato di papa Paolo III.
Sempre il Moroni ipotizza che "Papa" altro non sia che la corruzione italiana del latino "Fabia" (attraverso le storpiature "Fapia" e "Papia"): difatti Gaio Plinio Secondo nella Naturalis historia menziona, fra le popolazioni del Lazio sue contemporanee, anche i "Fabienses in monte Albano".
Rocca di Papa | La Storia
Secondo alcuni studiosi, l'antica Alba Longa, leggendaria capitale latina fondata da Ascanio figlio di Enea, sarebbe stata collocata lungo il versante orientale del Lago Albano, in territorio di Rocca di Papa, proprio ai piedi di Monte Cavo.
Tale ipotesi sarebbe confermata, secondo lo studioso locale Girolamo Torquati, dalla presenza in località Prato della Corte, ai confini col Comune di Marino, del Locus Ferentinus, luogo d'adunanza della Lega Latina identificato col foro di Alba Longa.
Sicuramente, sulla sommità dell'attuale Monte Cavo, allora denominato Mons Albanus, sorgeva il tempio di Iuppiter Latialis, Giove Laziale, che era il santuario confederale della Lega Latina nonché uno dei più importanti del Latium vetus: al santuario terminavano, in età romana, le ovationes, cioè le versioni minori dei trionfi, che si snodavano lungo la Via Sacra.
Inoltre, alle pendici meridionali di Monte Cavo, sorgeva probabilmente l'abitato latino di Cabum.
Durante la seconda guerra punica, il condottiero cartaginese Annibale marciò su Roma (circostanza da cui il noto detto "Hannibal ad portas", per indicare un'incombenza) accampandosi a meno di venti miglia dall'Urbe, in una località ai piedi di monte Cavo, denominata ancora oggi Campi d'Annibale.
Da questa postazione, Annibale assediò anche la vicina Tusculum, senza però riuscire ad espugnare la cittadella latina.
La vicenda, non del tutto chiara (si ritiene infatti che il nome "Campi d'Annibale" derivi dalla famiglia degli Annibaldi proprietaria del feudo e non già dal nome del condottiero cartaginense) fu ampiamente descritta da Antonio Nibby in una sua opera del 1819.
Rocca di Papa nel Medioevo
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, il territorio rocchigiano diventò probabilmente una proprietà della Chiesa cattolica, come la maggior parte dei territori circostanti, che furono organizzati tra l'VIII ed il IX secolo in "patrimonia" e "massae".
In seguito, a partire dal X secolo, l'intera area dei Colli Albani e dei Monti Prenestini entrò nell'orbita della potente famiglia baronale romana dei Conti di Tuscolo: questa famiglia, che aveva la propria roccaforte nella vicina Tusculum, esercitò il proprio strapotere su Roma tra il 999 ed il 1179 attraverso il malcostume del "papato di famiglia".
Ad ogni modo, è probabile che furono essi i primi a fortificare la nascente Rocca di Papa, come già fecero anche a Marino e Nemi.
La prima menzione del paese risale al 1181 (o secondo altri al 1183), durante il pontificato di papa Lucio III, quando questo papa occupò militarmente il castello togliendolo alla proprietà del Comune di Roma (cui era pervenuto per vie misteriose) ed incamerandolo ai beni della Camera Apostolica.
Nel Chronicon Sublacense, la cronaca anonima del monastero benedettino del Sacro Speco di Subiaco, Rocca di Papa viene nuovamente citata nel 1090: nel passo si parla di un matrimonio tra le due figlie di Agapito dei Conti di Tuscolo e due esponenti della nuova nobiltà romana di estrazione borghese, Oddone Frangipane ed Annibaldo Annibaldi. Come dote, una figlia portò ai Frangipane i feudi di Marino, Rocca di Papa e Monte Compatri, l'altra invece diede agli Annibaldi i feudi di Rocca Priora, Monte Porzio Catone e Molara.
A tutti gli effetti comunque questa informazione potrebbe essere falsa ed il passo del Chronicon interpolato successivamente, almeno secondo l'illustre opinione dello storico Giuseppe Tomassetti, allo scopo di dare una validità legale a un'occupazione indebita dei predetti feudi eseguita manu militari dai Frangipane e dagli Annibaldi dopo la decadenza dei Conti di Tuscolo e la distruzione della loro roccaforte (1191).
Nel 1235 la Camera Apostolica concesse al Comune di Roma il feudo di Rocca di Papa, in pegno di 5 000 provisini: tuttavia già negli anni cinquanta del Duecento il castello passò tra le proprietà del cardinale Riccardo Annibaldi, che ne risulta signore nel 1266 e certamente nel 1272.
Il cardinale Annibaldi si adoperò per consolidare i dominii della propria famiglia sui Colli Albani, acquisendo diversi castelli dislocati lungo la Valle Latina come il Borghetto di Grottaferrata, Molara, "Gerusalemme", e sul lago Albano Malaffitto, acquistato nel 1277.
L'anno 1328 viene ricordato per l'assedio dell'imperatore Ludovico il Bavaro, le cui tracce rimangono tuttora nei colori del gonfalone cittadino (bianco e azzurro).
All'epoca dell'inizio dello Scisma d'Occidente (1378-1417) Rocca di Papa risulta appartenere agli Orsini, mentre nel 1391 e nel 1411 sono gli Annibaldi a tornare in possesso del feudo.
Nel 1427 tuttavia la proprietà del castello viene acquistata dai Colonna, che spalleggiati da papa Martino V (al secolo Oddone Colonna) estenderanno il proprio dominio sui Colli Albani acquistando Marino (1419), Frascati (1422), Genzano di Roma e Nemi (1425), Molara (1427), e facendosi concedere la commenda dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata (1428).
Rocca di Papa | La dominazione dei Colonna
Dopo la morte del capofamiglia Giordano Colonna, papa Martino V prese decisamente in mano il governo della famiglia Colonna ed il 1º febbraio 1427 emanò la bolla pontificia "Etsi Prudens", con la quale spartiva una trentina di feudi laziali ed abruzzesi tra i nipoti Antonio, Prospero ed Odoardo Colonna e dichiarava un'altra dozzina di feudi pro indiviso (Capranica, Cave, Ciciliano, Genazzano, Olevano Romano, Palestrina, Pisoniano, Rocca di Cave, San Vito Romano e Serrone).
Rocca di Papa fu assegnata a Prospero Colonna, assieme ad Ardea, Frascati, Molara, Monte Compatri e Marino.
In seguito, i Colonna dovettero affrontare un logorante scontro con il neoeletto papa Eugenio IV, e tra alterne vicende nel 1436 subirono una dura sconfitta (segnata dalla selvaggia distruzione di Palestrina ad opera del gonfaloniere pontificio cardinale Giovanni Maria Vitelleschi) che comportò l'esilio ed il sequestro dei feudi colonnesi, acquisiti dalla Camera Apostolica fino alla morte di Eugenio IV nel 1448, quando papa Niccolò V riconfermò ai Colonna tutti i loro diritti, beni e privilegi nello Stato Pontificio.
Sia durante la guerra combattuta tra papa Sisto IV e Ferdinando I di Napoli (1482-1485) che durante quella combattuta tra lo stesso sovrano partenopeo e papa Innocenzo VIII (1485-1486) i Colonna e gli Orsini si scontrarono ferocemente, ed i secondi tentarono di assaltare Rocca di Papa per occuparla senza riuscirci.
Anche durante la "guerra per il sale" combattuta tra i Colonna e papa Paolo III (1539) il motivo del contendere fu la proprietà di Rocca di Papa, alla fine occupata dall'esercito pontificio e tolta ai Colonna fino al 1549, quando Ascanio I Colonna se ne riappropriò approfittando della morte di Paolo IV. Una nuova occupazione fu subita dal feudo nel 1556, durante la guerra tra papa Paolo IV e la Spagna, poiché i Colonna si erano schierati ancora contro il papa.
A partire dal 1559 iniziò un lungo periodo di pace per i Colli Albani: il feudo fu governato fino al 1584 da Marcantonio II Colonna, l'ammiraglio pontificio vincitore della battaglia di Lepanto del 1571.
Egli emanò il nuovo statuto del feudo (i "Capitolati della Terra di Rocca di Papa") nel 1571, a seguire di quelli concessi a Marino nel 1566.
Nel 1596, quando vennero valutati i possedimenti dell'eredità di Marcantonio Colonna, i feudi di Marino e Rocca di Papa uniti valevano 472 727 scudi pontifici.
Il cardinal Girolamo Colonna nel 1638 si fece erigere una villa in prossimità del convento di Santa Maria ad Nives di Palazzolo, nota come "villa del Cardinale"; inoltre fu lui a finanziare la costruzione della Collegiata di Santa Maria Assunta, progettata da Antonio Del Grande.
Il 26 agosto 1806 un grave terremoto causò vittime e numerosi feriti in ambito cittadino così come nella vicina Genzano.
Nel 1807, durante l'occupazione francese dello Stato Pontificio, Rocca di Papa si costituì cantone.
Il 30 aprile 1855 i cittadini di Rocca di Papa, stanchi della dominazione dello Stato Pontificio e della famiglia Colonna, insorsero e sancirono la nascita di un'effimera Repubblica di Rocca di Papa, la cui durata non è chiara.
A Rocca di Papa risiedette il rivoluzionario Leonida Montanari, giustiziato insieme al suo compagno Angelo Targhini da Mastro Titta poiché ritenuti colpevoli di omicidio e cospirazione.
Rocca di Papa | Età contemporanea
Il 14 luglio 1869 fu eseguita nella piazza di Rocca di Papa la penultima condanna a morte decisa da papa Pio IX.
Non fu però Mastro Titta ad eseguirla, bensì il suo successore Vincenzo Calducci, che giustiziò tale Francesco Martini.
Durante gli ultimi anni dell'Ottocento ed i primi decenni del Novecento la città ospitò personaggi del cinema mondiale e della cultura; in passato fu anche meta di viaggi di scrittori come Johann Wolfgang von Goethe e Hans Christian Andersen.
Nell'antico edificio della Colonia, ora demolito, negli anni venti del XX secolo venne installato uno dei primi ascensori elettrici europei.
Su quella che veniva anticamente chiamata "La Fortezza" (il rifugio di papa Eugenio III) nel 1889 fu costruito l'Osservatorio Geodinamico Reale, che dal 1922 al 1935 ospitò gli esperimenti scientifici sulle trasmissioni radiofoniche di Guglielmo Marconi.
Il fascismo fece la sua comparsa ai Castelli Romani il 27 aprile 1921, quando alcuni squadristi fecero un giro di propaganda che toccò Frascati, Marino ed Albano Laziale.
Benché a Rocca di Papa ci furono ben presto fascisti locali, la maggioranza della popolazione non digerì facilmente il fascismo: nel settembre 1922 il popolo reagì in malo modo alle violenze esercitate da una ventina di fascisti romani ai danni dei socialisti e dei popolari, e nel mese successivo i fascisti risposero con un'incursione di massa nel paese per intimidire popolari e socialisti.
Già il 3 ottobre 1922, dunque prima della marcia su Roma (28 ottobre) i comunque scarsi fascisti rocchigiani chiesero le dimissioni dell'amministrazione comunale popolare, rassegnate dopo numerose intimidazioni ad assessori e consiglieri solo il 1º novembre, quando ormai la violenza squadrista si era impadronita anche dei comuni di Albano Laziale ed Ariccia e minacciava costantemente le altre amministrazioni, di lì ad un anno tutte costrette alle dimissioni.
Si aprì dunque nel fascio rocchigiano una lotta tra la "vecchia guardia" e i nuovi arrivati, tutti transfughi dal Partito Socialista Italiano (come Luigi Sciamplicotti) o dal Partito Popolare Italiano (come Filippo Santovetti).
Nel 1930 fu costruito l'ultimo nucleo urbano del paese, denominato Ribelli, in quanto teatro di furti e rapine ad opera dei farabutti del tempo, detti proprio ribelli.
Durante l'epoca fascista Benito Mussolini fu più volte ospite nella cittadina.
Nel corso del secondo conflitto mondiale, il paese fu duramente colpito da tre bombardamenti, che danneggiarono molte case e ridussero in macerie la chiesa parrocchiale, oltre a provocare la morte di circa 70 persone.
L'ex-presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana democristiano Alcide De Gasperi nel 1953 prese in affitto una villa in territorio rocchigiano, lungo la strada statale 217 Via dei Laghi: il Comune di Rocca di Papa si offrì di fornire l'allacciamento idrico gratuitamente all'ex-presidente, ma egli con una lettera declinò l'offerta sostenendo di dover contribuire anch'egli al mantenimento del suo nuovo comune di residenza.
Il 10 e 11 dicembre 2001 si tenne nella cittadina l'assemblea costituente che sancì la nascita del partito de Democrazia è Libertà - La Margherita.
Il 10 giugno 2019 una fuga di gas provoca un'esplosione all'interno della sede comunale, il cui edificio è collegato ad una scuola dell'infanzia.
Il bilancio è di 16 feriti, di cui almeno 3 in condizioni critiche e l'esplosione inoltre provoca il crollo di una piccola parte della facciata del palazzo.
Due feriti, il delegato ai servizi cimiteriali Vincenzo Eleuteri e il sindaco Emanuele Crestini, moriranno rispettivamente il 16 e il 20 giugno successivo per la gravità delle ferite riportate.