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- Capo di Bove (RM)
Capo di Bove è un sito archeologico sulla via Appia Antica, alla periferia di Roma, che contiene le terme di una vasta proprietà terriera appartenuta nel II secolo probabilmente ad Erode Attico e a sua moglie Annia Regilla.
Secondo altri Capo di Bove sarebbe stato il bagno di un collegium o di una qualche corporazione associativa con finalità cultuali o funerarie che aveva interessi nella zona.
Capo di Bove
Precedentemente di proprietà della Chiesa, la proprietà che si trova al nº 222 sulla via Appia Antica, è stata acquisita dal governo italiano nel 2002.
Alla fine dello stesso anno iniziarono gli scavi che riguardarono una superficie complessiva di circa 1400 mq nonché le ricerche d’archivio.
Fecero poi seguito i lavori sui due edifici, il minore destinato ad accogliere il pubblico, la villa vera e propria ristrutturata per ospitare il Centro di Documentazione dell’Appia Antica e l’Archivio di Antonio Cederna, donato dalla famiglia allo Stato.
L'area delle terme ha probabilmente mantenuto un uso agricolo fino al secondo dopoguerra momento in cui è avvenuta la trasformazione del casale in struttura residenziale.
L'origine del nome dato al sito risale al Medioevo, quando la zona faceva parte della tenuta di Capo di Bove, (toponimo derivato dalle decorazioni con festoni di fiori e frutta che ornano il fregio sulla sommità del sepolcro di Cecilia Metella).
La tenuta venne acquistata nel 1302 dal cardinale Francesco Caetani, nipote di Papa Bonifacio VIII, insieme al casale di Capo di Vacca presso il quale costruì un castrum a ridosso del mausoleo di Cecilia Metella.
Nel XVII secolo l'area era di proprietà dell'Ospedale del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum, mentre nel XIX secolo fu sotto il controllo del monastero presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura.
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Capo di Bove | Le Terme
Gli scavi, che possono essere visitati tutti i giorni gratuitamente, hanno rivelato dei bagni termali risalenti alla metà del II secolo.
Questi bagni sono stati utilizzati almeno fino al IV secolo e sono stati quasi certamente ad uso privato.
Iscrizioni greche trovate nel sito ci ricordano le origini greche di Erode Attico.
Sono presenti diversi mosaici ben conservati e l'alta qualità dei materiali da costruzione utilizzati suggeriscono un ambiente molto elegante con le solite camere che si trovano nelle terme romane, vale a dire un calidarium (bagno caldo), un tepidarium (bagno tiepido) e un frigidarium (bagno freddo).
L'acqua necessaria al suo funzionamento era fornita da due grandi cisterne.
Capo di Bove |Il casale
Il sito comprende anche un casale, costruito sulla cisterna romana, trasformato dal precedente proprietario, tra il 1943 e il 1945, in una villa, e infine acquisito nel 2002 dal Ministero dei Beni Culturali.
L'edificio incorpora numerose rovine romane nelle pareti, compresi pezzi di tubi dei bagni che sono murati in alcune delle finestre, è sede del punto informativo dell'area archeologica, di esposizioni ed eventi culturali e, dal 2008, dell'Archivio Antonio Cederna.
La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, dopo la donazione degli eredi, ha in deposito, presso la sede di Capo di Bove, l’archivio di Antonio Cederna (Milano, 27 ottobre 1921 - Ponte Valtellina, 27 agosto 1996) giornalista, intellettuale, saggista, politico e difensore instancabile
del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.
Il fondo si compone di materiali che coprono un arco cronologico che va dagli anni Quaranta agli anni Novanta del Novecento:
- circa 1500 unità archivistiche ordinate in fascicoli e buste contenenti:
corrispondenza ufficiale e personale,
appunti manoscritti,
prime stesure di pubblicazioni,
materiale a stampa di vario genere,
documentazione di lavoro, articoli etc.;
- il materiale riguarda:
argomenti di tutela paesaggistica,
speculazione edilizia,
battaglie ambientalistiche,
legislazione su temi storico-artistici-ambientali;
mappe e planimetrie;
collezione fotografica;
documentazione cartacea e fotografica di Cederna.
E’ anche conservata la biblioteca di Antonio Cederna composta da circa 4.000 volumi di diverso argomento (archeologia, storia di Roma, Storia dell’Arte, urbanistica, architettura, ambiente, legislazione sulla salvaguardia di beni storico-artistici e paesaggistici).
L’Archivio è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante ai sensi degli artt. 13 e 14 del d. lgs. 42/2004.
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