- Home »
- Parco dell’Appia Antica
Il territorio del Parco regionale dell’Appia antica è un "cuneo verde" tra il centro di Roma e i vicini Colli Albani.
Il parco dell'Appia Antica rappresenta il residuo più importante dell'Agro Romano dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico. Il Parco Regionale dell'Appia Antica è il parco urbano più grande d'Europa ed è un'area naturale protetta di circa 4 580 ettari istituita nel 1988 dalla Regione Lazio all'interno dei territori comunali di Roma, Ciampino e Marino.
Area del Parco regionale dell’Appia antica
Il territorio del Parco è rimasto al 95% di proprietà privata: il 40% appartiene ancora alle antiche tenute dell'aristocrazia romana, il 25% a società, il 21% a piccoli proprietari, il 10% a enti religiosi.
L'area pubblica comprende un 2% di demanio comunale, un altro 2% di demanio storico-artistico, e anche l'1% di demanio militare.
Il Parco regionale dell’Appia antica comprende la via Appia Antica e le sue adiacenze per un tratto di 16 chilometri (compresa la Villa dei Quintili), la valle della Caffarella (200 hm²), le aree archeologiche degli Acquedotti (240 hm²), di Tor Fiscale e delle tombe della via Latina, la Tenuta di Tor Marancia (220 hm²)e quella della Farnesiana (180 hm²).
I confini sono a nord le Mura aureliane, a ovest la via Ardeatina e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli, a est i quartieri Appio-Latino e Appio Claudio e la via Appia Nuova, mentre a sud il Parco arriva ai moderni centri abitati di Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Dal 2013 il presidente dell'ente è Mario Tozzi, geologo e membro del Consiglio scientifico del WWF.
Per la tutela archeologica, monumentale e paesaggistica l'area è soggetta anche al Parco archeologico dell’Appia Antica, la cui autonomia speciale è stata ripristinata nel febbraio 2020 dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Acquista qui al miglior prezzo i migliori tour offerti dai tour operator ufficiali tramite Viator, il servizio offerto dalla TripAdvisor.
A tua disposizione le migliori guide turistiche e accompagnatori turistici autorizzati di Roma e dintorni
Aiuta l’industria del turismo e l’economia italiana a ripartire!
Acquista qui al miglior prezzo i migliori tour offerti dai tour operator ufficiali tramite Viator, il servizio offerto dalla TripAdvisor.
A tua disposizione le migliori guide turistiche e accompagnatori turistici autorizzati di Roma e dintorni
Aiuta l’industria del turismo e l’economia italiana a ripartire!
Parco regionale dell’Appia antica | Parco della Caffarella
Una parte del Parco Regionale dell'Appia Antica è occupata dal Parco della Caffarella o Valle della Caffarella.
La valle consiste in una splendida area di circa 200 ettari, dove sono concentrate straordinarie qualità archeologiche e paesaggistiche, situata tra via Latina e via Appia Antica.
Si estende dalle Mura Aureliane fino a via dell'Almone, è una delle più grandi aree verdi urbane d’Europa.
Storia della Caffarella
Dalle fonti storiche sembra che in epoca romana il territorio appartenesse a Erode Attico, oratore e politico ateniese vissuto a Roma nel II sec. d.C., in quanto la moglie, Annia Regilla, portò in dote il fondo che si estendeva tra II e il III miglio della via Appia.
Erode Attico fece realizzare un’enorme villa le cui fondazioni sono state ritrovate qualche anno fa, all’interno di una proprietà privata, e sono state portate alla luce insieme a delle vasche appartenenti a diversi ambienti termali privati della villa, mosaici, statue.
Alla morte di Annia, nel 160 circa, Erode venne accusato di averla uccisa.
Ritenuto innocente, dedicò la proprietà, in memoria della moglie, alle divinità dell’oltretomba, dando il nome di Pago Triopio
Ai Musei Capitolini è visibile un’iscrizione, collocata originariamente all'ingresso del fondo, che riporta la frase in latino e in greco: "Annia Regilla, moglie di Erode Attico, luce della casa, alla quale appartennero questi beni."
Relativi a questo ampio complesso sono: il Ninfeo di Egeria, il Tempio del Dio Redicolo, il Tempio di Cerere e Faustina (Sant’Urbano).
Il nome attuale del Parco della Caffarella deriva dalla famiglia Caffarelli, proprietaria del fondo, indicativamente, dal 1500 fino al 1800, quando venne ceduto alla famiglia Pallavicini.
Si susseguono diversi passaggi di proprietà e frazionamenti del territorio, intorno al 1930, lungo via Latina, via Mondaini, via di Vigna Fabbri e via dei Cessati Spiriti.
Nel XVI secolo tutta la zona, limitrofa all’attuale via, era detta “delli Spiriti” a causa di rumori e furti notturni che nessuno, nel tempo, era riuscito a individuare, si attribuì, quindi, la responsabilità agli spiriti che infestavano la valle.
La leggenda sopravvisse fino al XIX secolo quando, per cacciare tali 'spiriti', venne collocata una statuetta della Vergine Maria sulla facciata di un edificio dove si trovava un’osteria.
La fine dei furti comportò il detto che gli spiriti fossero “cessati”, l'osteria prese il nome di "Osteria dei Cessati Spiriti" e la zona, e successivamente la via, prese il nome di “cessati spiriti”.
Si cominciarono a costruire delle baracche, in quanto numerosi abitanti del centro di Roma rimasero senza abitazione a causa della demolizione di edifici necessaria per la realizzazione di nuove strade e nuove costruzioni.
Nel 1946 il Comune diede formalmente il nome di Borghetto di via Latina all’insieme di baracche e casette costruite abusivamente, tra il 1960 e il 1970 l’insediamento aumenterà di dimensione e verrà demolito nel 1981.
Parco regionale dell’Appia antica | Parco degli Acquedotti
Il Parco degli Acquedotti si estende per circa 240 ettari tra il quartiere Appio Claudio, via delle Capannelle e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli.
Il nome del parco deriva dagli imponenti resti del sistema di 6 degli 11 acquedotti che resero celebre la città di Roma: Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia, Claudio e Anio Novus (sovrapposti). A questi si aggiunge l’ acquedotto Felice (sovrapposto allo Iulia), che fu costruito in epoca rinascimentale dal papato e tutt’ora impiegato per l’ irrigazione. In passato l’area era nota come Roma Vecchia, dal nome dell’omonimo casale ivi presente.
La zona, destinata a verde pubblico dal piano regolatore del 1965, negli anni settanta fu espropriata e liberata dalle baracche, i cosiddetti “borghetti” che si addossavano all’acquedotto Felice. Sebbene la sovrintendenza provvide ai restauri, tutto rimase piuttosto abbandonato e nuove costruzioni abusive sorsero di continuo nell’area.
Nel 1986, di fronte allo stato di degrado dell’area e al rischio di speculazione edilizia, alcuni cittadini crearono il Comitato per la salvaguardia del Parco degli Acquedotti e di Roma Vecchia.
Grazie anche all’appoggio di alcuni intellettuali, come Lorenzo Quilici, il comitato riuscì nel 1988 a far inserire l’area degli Acquedotti nel Parco regionale dell’Appia antica.
Gli ultimi interventi di miglioramento realizzati sono l’eliminazione dei vecchi orti abusivi, il ripristino idrico e paesaggistico della marrana dell’Acqua Mariana e il collegamento ciclo-pedonale con l’area di Tor Fiscale.
Il parco degli Acquedotti è ricco di vegetazione arborea, in particolare i pini.
Comprende anche un laghetto che sgorga dall'acquedotto Felice e che dà vita a un corso d'acqua e a una cascata che ricalcano l'antica marrana dell'Acqua Mariana.
La vista dal parco degli Acquedotti spazia verso i Castelli Romani e i quartieri limitrofi, ma subisce il frequente passaggio a bassa quota di aerei in fase di atterraggio al vicino aeroporto di Ciampino.
È meta frequente di visitatori e amatori, che possono godere di estesi percorsi in terra battuta per jogging e mountain bike, oltre agli impianti sportivi privati esistenti sull'area dedicati a calcio, calcetto, tennis, rugby e golf.
Nel parco degli Acquedotti si svolgono ancora attività agricole e di allevamento.
Nel parco degli Acquedotti si trova la chiesa parrocchiale di San Policarpo
Nell'area del parco degli Acquedotti sono presenti numerosi resti archeologici:
- Acquedotti Claudio e Anio Novus, su arcate sovrapposte, entrambi iniziati da Caligola nel 38 e terminati da Claudio nel 52
- Acquedotto Felice, costruito da papa Sisto V tra il 1585 e il 1590, distruggendo parte dell'acquedotto Marcio, di cui sono oggi visibili pochi resti
- Campo Barbarico, terreno compreso tra la doppia intersezione degli acquedotti Claudio e Marcio, utilizzato nel 539 dal re dei Goti Vitige che assediava Roma
- Casale del Sellaretto, antica casa cantoniera lungo la ferrovia Roma-Ceprano del 1862
- Casale di Roma Vecchia, databile al XIII secolo
- Marrana dell'Acqua Mariana, fosso artificiale realizzato da papa Callisto II nel 1122
- Tomba dei Cento Scalini
- Tor Fiscale, torre medievale che sfrutta l'incrocio tra le arcate degli acquedotti Claudio e Marcio
- Via Latina, che attraversava l'area e di cui rimane un tratto di basolato
- Villa dei Sette Bassi, la seconda più estesa del suburbio romano, attribuita a un console o un prefetto di nome Settimio Basso
- Villa delle Vignacce, attribuita a Quinto Servilio Pudente, con cisterna annessa