- Home »
- Albano Laziale (RM)
Albano Laziale è uno dei più importanti comuni dei Castelli Romani e il centro più animato commercialmente
Albano Laziale, con i suoi circa 40000 abitanti è uno dei più grandi centri abitati dei castelli romani, comprendendo anche due popolose frazioni come Cecchina e Pavona.
La vicinanza della città di Albano con Roma (il territorio comunale confina con quello di Castel Gandolfo, Ariccia e il lago Albano) rappresenta un'opportunità per l'affluenza turistica.
Albano Laziale possiede notevoli potenzialità turistiche, che sono state incentivate negli ultimi anni, come il circuito archeologico dei Castra Albana e le bellezze naturalistiche del Colle dei Cappuccini e delle sponde del Lago Albano.
Una scrofa bianca che appare in sogno ad Enea per indicargli il luogo dove dovrà nascere la capitale del popolo latino.
Affonda le radici nella leggenda la storia della nascita di Albano Laziale, nel mito che vede Enea approdare sulle coste romane, sposarsi e dare vita alla principessa albana Rea Silvia, madre dei gemelli Romolo e Remo.
Una leggenda narrata anche da Virgilio nell'Eneide e che disegna un filo rosso che unisce Albano a Roma, filo che raddoppia il suo spessore se si guarda anche al monumento degli Orazi e dei Curiazi, in ricordo della sfida tra romani e albani che portò alla definitiva supremazia della capitale sulle città della Lega latina.
La scrofa bianca, accompagnata dalla scritta Mater Urbis, campeggia ancora oggi sullo stemma della città, per ricordarne le sue origini leggendarie come madre di Roma, in quanto, ormai numerosi studi e ritrovamenti archeologici, confermano che il nome della città di Albano derivi direttamente dall'antica Alba Longa.
I Romani stessi hanno sempre chiamato Albanum l'area dove sorge l'attuale Albano Laziale e Ager Albanus il territorio circostante poiché vi riconoscevano il luogo ove sorgeva l'antica città di Alba, madre di Roma.
Dove dormire ad Albano Laziale (RM) e dintorni
Acquista qui al miglior prezzo i migliori tour offerti dai tour operator ufficiali tramite Viator, il servizio offerto dalla TripAdvisor.
A tua disposizione le migliori guide turistiche e accompagnatori turistici autorizzati di Roma e dintorni ad accompagnarti nella zona di Albano e del lago di Castel Gandolfo.
Aiuta l’industria del turismo e l’economia italiana a ripartire!
Albano Laziale | Tradizioni e folclore
- Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come la lavorazione e l'arte del ferro e quella orafa.
- Bajocco Festival – seconda settimana di settembre Festival Artisti di strada – spettacoli gratuiti all’aperto in uno scenario millenario
- Anfiteatro Festival – concerti e spettacoli teatrali in agosto, nello scenario suggestivo dell’ Anfiteatro Severiano
- Mercatino dell’antiquariato – la seconda domenica del mese, le vie del centro si riempiono di bancarelle ricche di oggetti di antiquariato, artigianato e curiosità.
- Festa patronale di san Pancrazio: ricorre il 12 maggio, ed è solennemente ricordata con una processione per le strade cittadine ed una fiera.
- Festa della Madonna del Rosario: papa Pio V, per solennizzare la vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), istituì come festa nazionale dello Stato della Chiesa la festa della Madonna del Rosario, che ancor oggi continua ad essere solennizzata ad Albano il 7 ottobre di ogni anno.
- Festa della Madonna della Rotonda: la prima domenica di agosto la comunità albanense solennizza la festa di Santa Maria della Rotonda ricordando il salvataggio della città dall'epidemia di colera del 1867, avvenuto - dice il popolo - per intercessione proprio della Madonna della Ritonna - in dialetto albanense -
- Festa di San Francesco d'Assisi: tradizionale festa albanense, in passato era attesa soprattutto per la fiera di animali che si teneva presso il "Campo Boario", vicino all'attuale stazione ferroviaria.
- Festa della Madonna del Carmelo: storica festa introdotta presumibilmente dai padri Carmelitani che si installarono nel Seicento presso la Chiesa di Santa Maria della Stella.
- Arrivo delle Minenti: ovvero l'arrivo delle popolane di Trastevere, che terminavano ad Albano un pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Divino Amore il primo lunedì dopo la Pentecoste, abbigliate in costumi tradizionali. La ricorrenza, viva fino ai primi anni sessanta, ormai si svolge solo di rado.
Cosa vedere ad Albano Laziale | Monumenti e luoghi d'interesse
- Museo Archeologico - viale Risorgimento, 3
- Museo Seconda Legione Partica - Via Volontari del Sangue, 11-13
Albano Laziale | Architetture religiose
- Duomo
- Basilica Cattedrale di San Pancrazio
- Chiesa di San Pietro Apostolo
- Chiesa e convento di San Paolo o di San Gaspare del Bufalo
- Chiesa e convento di Santa Maria della Stella
- Chiesa e convento di San Bonaventura
- Santuario di Santa Maria della Rotonda
- Chiesa di San Filippo Neri
Fino al 1687, i defunti delle parrocchie trovavano sepoltura sotto al pavimento della Basilica Cattedrale di San Pancrazio.
In seguito ai primi lavori di riammodernamento della chiesa, il cardinale vescovo Flavio Chigi ordinò di realizzare un cimitero a ridosso della chiesa, con affaccio su Piazza Pia: quando infine nel 1826 al posto del cimitero si realizzò la terza navata della Cattedrale, il cimitero venne trasferito in un terreno in prossimità della Chiesa di Santa Maria della Stella, consacrato ufficialmente nel 1833.
Con l'apertura. nel secondo dopoguerra, del nuovo Cimitero Comunale in un terreno posto ai confini con il comune di Castel Gandolfo, il vecchio cimitero della Stella è diventata Cimitero Storico Comunale.
Albano Laziale | Architetture civili
- Palazzo Savelli; edificato nel XIII secolo dalla famiglia Savelli, l'edificio nacque come fortificazione. Di questa originaria funzione sono testimonianza le torri quadrangolari visibili su corso Giacomo Matteotti. Il palazzo, dopo l'acquisizione di Albano da parte della Camera Apostolica nel 1697, divenne residenza del Governatore pontificio, e ospitò varie personalità importanti. Venne realizzato il portico sul fronte principale e venne collegato tramite un cavalcavia al Palazzo Camerale, oggi sede di alcuni uffici comunali, su via Cavour. Divenuto nel 1870 sede del Municipio, furono eseguiti restauri negli anni trenta e nel primo decennio del XXI secolo.
- Palazzo Lercari o Palazzo Vescovile; edificato nel 1727 dal cardinal Nicolò Maria Lercaro per ospitare papa Benedetto XIII, fu concesso in seguito Ecclesiae ac Episcopis Albanensibus, "alla Chiesa e ai vescovi di Albano". Notevole il portale d'ingresso nell'atrio e la cappella interna. Dal 1759 ospita il Vescovado e gli uffici curiali.
- Palazzo Campano; edificato nel 1465 dal vescovo e letterato Giannantonio Campano (1429-1477) sull'attuale via del Collegio Nazareno, è stato uno dei primi palazzi patrizi costruito in Albano.
- Palazzo Rospigliosi; edificato nel 1667 dalla famiglia Rospigliosi, ospita dagli anni trenta i PP. Giuseppini dell'Istituto Leonardo Murialdo. Vi è annesso un giardino.
- Palazzo Pamphilj o Palazzo del Collegio Nazareno; edificato nel 1655 dal cardinal Vincenzo Maculani, fu acquistato in seguito da Camillo Francesco Maria Pamphilj, a cui si devono i restauri e l'aspetto attuale. Nel 1764 venne acquisito dal Collegio Nazareno di Roma, retto dai PP. Scolopi.
- Palazzo Paolucci; edificato nel XVII secolo dal cardinale Fabrizio Paolucci, prospetta su via Cairoli, presso piazza Pia.
- Palazzo Poniatowskj; edificato nel XIX secolo dal principe Amedeo Poniatowskj, grande proprietario terriero nonché proprietario all'epoca del Lago Albano, su corso Matteotti.
- Villa Doria-Pamphilj; edificata nel XVIII secolo dal cardinale Fabrizio Paolucci, fu in seguito acquisita dalla famiglia Doria. La palazzina della villa, prospettante sulla via Appia, venne rasa al suolo nel 1951 a causa dei danni subiti nei bombardamenti anglo-americani, ed al suo posto venne aperta l'attuale piazza Mazzini. La villa è oggi un parco pubblico, conosciuto come 'a Villa, una delle aree verdi più importanti del territorio. Al centro dell'area verde ci sono i ruderi di una villa romana attribuita a Gneo Pompeo Magno.
- Villa Corsini; edificata alla metà del XVIII secolo lungo la via Appia verso Ariccia dalla famiglia Corsini, venne anche chiamata locanda reale per via dei molti ospiti illustri che ha ospitato: tra gli altri Maria Luisa di Borbone-Spagna, Carlo IV di Spagna, Carlo Emanuele IV di Savoia e Giuseppe Garibaldi. Oggi è sede della direzione generale della ASL RMH.
- Villa Altieri; edificata nel XVIII secolo dal cardinal Lorenzo Altieri su un antico casale, posta proprio all'ingresso di Albano provenendo da Roma, lungo la via Appia. Ospitò papa Pio VI, fatto ricordato da una lapide latina appostavi dal principe Emilio Altieri, dove per prosopopea viene fatta parlare la villa stessa.
- Villa Ferrajoli; edificata a partire dal 1845 dalla famiglia Ferrajoli su un preesistente casino appartenente alla famiglia Benucci, è composta da tre palazzine, di cui quella centrale, neoclassica, ospita il Museo Civico di Albano. Dal 1948 la villa è pubblica, mentre la palazzina ha assunto l'attuale funzione dopo essere stata sede dell'Istituto Professionale di Stato Nicola Garrone.
- Villa Venosa-Boncompagni; edificata nel 1857 dalla famiglia Boncompagni, prospetta anch'essa su via Appia e accoglie un grande parco monumentale. Nella villa soggiornò spesso Margherita di Savoia.
Albano Laziale | Architetture militari
- Mura e porte di Albano. La fortificazione del centro storico di Albano è stata oggi quasi integralmente smantellata, a partire dalla fine del XVIII secolo con l'allargamento della via Appia. All'epoca della guerra gotica (535-553) Albano era un oppidulum, dunque un piccolo abitato fortificato. Presumibilmente, le fortificazioni subirono le alterne vicende delle varie distruzioni e delle successive ricostruzioni della città. Il complesso originariamente fortificato di palazzo Savelli risalirebbe al XIII secolo. Nella cerchia muraria si aprivano alcune porte di cui ci è stata tramandata memoria:
- Porta Romana o Porta di San Rocco; situata su via Appia in direzione di Roma, affiancata dalla palazzina Doria e dalla chiesa di San Rocco, l'aspetto definitivo le venne dato nel XVIII secolo. Tutti gli ornamenti, gli stemmi e la lapide posti sulla porta sono ora nell'atrio di Palazzo Savelli. La porta infatti è stata rasa al suolo nel 1908 insieme alla vicina chiesa per allargare la via Appia e far passare la linea tramviaria Roma-Genzano di Roma delle Tramvie dei Castelli Romani.
- Porta San Paolo; situata in piazza San Paolo, vicino alla Chiesa di San Paolo, è l'unica porta sopravvissuta della vecchia cerchia.
- Porta dei Cappuccini; situata sull'attuale via San Francesco d'Assisi, era un arco sovrastante la strada per il Convento dei Padri Cappuccini. Venne rasa al suolo nel XIX secolo con l'allargamento della strada, che prese nome di via dell'Anfiteatro.
- Castel Savello; fortificazione situata su un'altura nella campagna verso Pavona, fu uno dei primi castelli della famiglia Savelli, edificato nell'Alto Medioevo. Raso al suolo dal cardinale Giovanni Maria Vitelleschi nel 1436, il castello si iniziò a spopolare vista la scarsità d'acqua e fu del tutto abbandonato nel XVIII secolo. Il complesso fortificato era dotato anche di una chiesa, Santa Maria in Porta Coeli.
Numerose sono poi le torrette o i casali fortificati dislocati su alture della campagna fra Pavona e Cecchina:
- Tor Paluzzi; possedimento dei monaci della Chiesa di San Paolo in Albano, fu concessa ad un certo "Paluzzo" da papa Clemente X. Oggi denomina una zona urbanistica di Cecchina.
- Torraccia o Torre di Cancelliera; edificata su ruderi romani al settimo chilometro della via Nettunense, appartenne alla famiglia Cancelliera, ai Savelli ed ai Chigi. È oggi in parte inclusa nel territorio di Ariccia.
- Tor di Sbarra o Tor di Montagnano; chiamata anticamente anche turris Gandulphorum ed edificata nel Medioevo come punto difensivo verso le incursioni provenienti dal mar Tirreno, appartenne a diverse famiglie nobiliari romane fra cui gli Altieri e i Boncompagni.
Albano Laziale | Fontane e monumenti
- Fontana delle Tartarughe
- Fontana del Mascherone
- Fontanella del Re
- Monumento ai Caduti
Albano Laziale | Siti archeologici
Il "circuito archeologico dei Castra Albana" contiene una delle più imponenti concentrazioni di ruderi romani fuori Roma nell'area dei Castelli Romani, e ha suscitato in ogni epoca l'interesse di molti studiosi. È composto fondamentalmente da alcuni monumenti principali, risalenti in genere all'epoca severiana:
- Santuario di Santa Maria della Rotonda; eretto probabilmente come ninfeo della Villa di Domiziano a Castel Gandolfo, venne inglobato in seguito nel complesso dei Castra Albana da Settimio Severo e divenne infine, attorno al VII secolo, un santuario cristiano. Simile al Pantheon di Roma ridotto in scala, è oggi perfettamente conservato dopo i restauri degli anni trenta che hanno cancellato le modificazioni barocche.
- Porta Pretoria; ingresso principale ai Castra Albana, rivolta verso la via Appia, oggi prospiciente Palazzo Savelli e il Corso di Sopra. È una monumentale costruzione in peperino, fino al 1944 inglobata nei palazzi civili adiacenti e liberata dal bombardamento statunitense.
- Terme di Cellomaio; attribuite all'imperatore Caracalla, che le avrebbe erette subito dopo aver fatto uccidere il fratello Geta come donativo per placare gli animi dei soldati. Al loro interno è sorto un pittoresco e suggestivo borgo medioevale, con la Chiesa di San Pietro. Durante il Medioevo, fino all'età moderna, si credette fossero i resti di un favoloso Palazzo di Ascanio, appartenente al complesso degli edifici di Alba Longa. L'antico edificio, trasformato nel periodo medievale in roccaforte e successivamente occupato da civili abitazioni, oggi si può ammirare quasi nella sua totalità.
- Anfiteatro Severiano; l'anfiteatro di Albano è l'unico rinvenuto nei Castelli Romani: appartenente o addirittura preesistente ai Castra Albana, forse vi si effettuarono anche dei martirii di cristiani, come si potrebbe evincere da due piccole cappelline cristiane dipinte ricavate nei loculi dei vomitoria. In età medioevale divenne, forse, una fortezza.
- Catacombe di San Senatore; originariamente cave di pozzolana sulla via Appia, divennero nel II secolo luogo di sepoltura dei cristiani, e dell'albanense san Senatore martire. Nel XVII secolo vi sorse sopra la Chiesa di Santa Maria della Stella con attiguo convento di carmelitani. Sono in parte ancora inesplorate.
- Cisternoni; è uno dei simboli di Albano, un'enorme cisterna di cinque navate grande 20x30 m circa. Sottostante il complesso del Seminario annesso alla Chiesa di San Paolo, raccoglievano le acque di tre acquedotti provenienti da Malafitto e da Palazzolo. Sono stati in funzione (e sarebbero oggi ancora perfettamente funzionanti), dopo l'età romana, dal XVII secolo al 1880 per rifornire le civili abitazioni, e in seguito per l'irrigazione.
- Sepolcro degli Orazi e dei Curiazi; attribuito agli Orazi ed ai Curiazi, protagonisti della leggendaria battaglia tra Roma ed Alba Longa, oppure ad Arunte figlio di Porsenna, morto nella battaglia di Aricia (509 a.C.), da altri addirittura a Gneo Pompeo Magno, è un complesso misterioso, copia in miniatura del sepolcro di Porsenna a Chiusi, posto sull'antico tracciato della via Appia verso Ariccia.
- Sepolcro di Gneo Pompeo Magno; posto sulla Strada statale 7 Via Appia prima dell'ingresso ad Albano provenendo da Roma, è un alto sepolcro comunemente identificato con un plausibile sepolcro di Gneo Pompeo Magno.
- Villa di Gneo Pompeo Magno; villa romana attribuita al condottiero romano, situata al centro dell'area di verde pubblico di Villa Doria-Pamphilj.
- Villa romana ai cavallacci
Albano Laziale | Aree naturali
Il verde pubblico urbano presente all'interno del centro storico e, in maniera minore anche nei centri abitati di Cecchina e Pavona, rende Albano uno dei comuni più verdi dei Castelli Romani.
Soprattutto, al centro storico si segnala la presenza della vasta area verde del parco pubblico di Villa Doria-Pamphilj, e della pineta di Colle dei Cappuccini.
Una piccola parte del territorio comunale di Albano Laziale è inclusa nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani, ente di tutela ambientale regionale istituito nel 1984 dalla Regione Lazio nell'area dei Colli Albani. In origine, l'intero territorio comunale era situato all'interno del parco (legge regionale nº 2 del 13 gennaio 1984), ma già il 28 settembre 1984 le aree assegnate al parco furono drasticamente ridotte, per ovvi motivi legati all'espansione edilizia futura dei centri abitati inclusi.
Gli attuali confini del parco, stabiliti nel 1998, sono più vasti dei confini precedenti, e includono anche il centro storico e le sue propagini occidentali
All'interno del comune si trovano le seguenti aree verdi:
- Villa Doria-Pamphilj
- Villa Venosa-Boncompagni
- Villa Corsini
- Villa Ferrajoli
- Pineta del Colle dei Cappuccini
- Parco della Rimembranza
- Villa Del Vescovo (Cecchina)
- Villa Comunale (Pavona)
Albano Laziale | Origine del nome
L'origine del nome Albano è ancora fonte di discussioni.
In epoca romana il territorio dell'attuale Albano Laziale era chiamato Albanum: Albanum (Pompeiani, Domitiani, ecc.) erano chiamate infatti le tenute dei ricchi romani sui Colli Albani (Ager Albanus), e Castra Albana era il nome dell'accampamento fatto costruire da Settimio Severo, entro i confini del fondo Albanum posseduto in precedenza da Domiziano, per alloggiare la II legione Partica.
L'ipotesi ritenuta più attendibile riallaccia questi toponimi alla radice indoeuropea *alb/*alp indicante una località elevata, il Mons Albanus (oggi monte Cavo) in questo caso, che nel contempo fosse centro di culto e di pascolo comune (compascuo).
Altre ipotesi, ritenute tuttavia meno valide, riallacciano il toponimo all'aggettivo latino albus ("bianco") o al greco αλαβα ("cenere").
L'origine etimologica proposta per Albanum/Castra Albana è la stessa che viene proposta per Alba Longa, l'antica capitale latina, la cui localizzazione non è nota con certezza, ma che una tradizione medievale collocava nei luoghi del nucleo urbano della moderna Albano Laziale.
La seconda denominazione di Laziale è stata assunta nel 1873 per distinguere la città da Albano Sant'Alessandro (provincia di Bergamo), Albano Vercellese (provincia di Vercelli) e Albano di Lucania (provincia di Potenza).
Albano Laziale | La Storia
Albano Laziale | Età antica (3000 a.C. - 476)
Le prime testimonianze accertate di insediamento umano nel territorio comunale di Albano risalgono al periodo Laziale I A, all'inizio del I millennio a.C.: a quell'epoca risalgono i resti degli abitati delle località Tor Paluzzi, Castel Savello e Colle dei Cappuccini.
La presenza umana in questi siti, seppur con segnali di spopolamento, si mantiene anche nelle epoche successive, mentre a partire dal periodo Laziale II B (830 a.C.-730 a.C.) iniziano a comparire tracce riconducibili alla fondazione della mitica capitale latina di Alba Longa.
La maggior parte degli storici moderni sembra orientata a collocare il sito dell'antica Alba Longa a cavallo tra i comuni di Marino, Rocca di Papa e Ariccia, sul versante orientale del Lago Albano, ovvero dal lato opposto all'attuale città di Albano.
Favorito dal tracciato dell'antica via Appia e dalla presenza di incomparabili ricchezze naturali,Albanum divenne ben presto sede di ville dei massimi personaggi della vita pubblica dell'antica Roma repubblicana, come quella di Pompeo Magno, e della Roma imperiale, come quella dell'imperatore Domiziano.
Gneo Pompeo Magno aveva una villa, l'Albanum Pompeii, i cui ruderi sono stati rinvenuti all'interno dell'attuale Villa Doria-Pamphilj.
Una villa appartenente a Lucio Anneo Seneca sarebbe identificabile con i ruderi rinvenuti sul crinale meridionale del Lago Albano, ai confini con il comune di Ariccia.
Tutte queste residenze, al tempo dell'imperatore Domiziano vennero riunite in un unico fondo di proprietà imperiale, l'Albanum Cesaris, all'interno del quale il sovranno fece erigere una monumentale residenza imperiale, i cui ruderi sono in buona parte contenuti nell'attuale Villa Barberini a Castel Gandolfo.
L'assetto topografico dell'Albanum cambiò completamente tra la fine del II e l'inizio del III secolo d.C. con la costruzione dell'imponente accampamento della Seconda Legione Partica, voluto dall'imperatore Settimio Severo per ragioni di sicurezza. I legionari, circa 6.000 soldati, che si stanziarono nei Castra Albana vivevano con le proprie famiglie e insieme ad artigiani e commercianti formarono un consistente aggregato urbano.
La Legione Partica rimase acquartierata nell'Albanum sino alla metà del III secolo d.C.; ma la città era ormai diventata la più importante della zona e per questo l'imperatore Costantino, nell'anno 326, qui fece costruire una sua basilica (la cattedrale dedicata a San Giovanni Battista), privilegio concesso soltanto a Roma, Ostia, Napoli e Capua.
Albano Laziale | Medioevo (476 - 1699)
Nel 326 l'imperatore Costantino I, secondo una tradizione consolidata, ordinò la fondazione della cattedrale albanense dedicata a San Giovanni Battista.
Secondo le fonti, Costantino donò alla neonata cattedrale vari arredi sacri per un valore complessivo di 65 libbre, e varie tenute e fondi nell'Ager Albanus.
Durante la Guerra gotica Albano si ridusse, da municipium come veniva attestato ancora nel V secolo, ad oppidulum, piccola città fortificata.
Alla caduta dell'Impero Romano, il territorio di Albano fu oggetto di continue scorrerie da parte di orde barbariche. Tra il VI e il IX secolo la città fu saccheggiata dai Longobardi, dai Goti, dai Franchi, dagli Alemanni e, in ultimo, dai Saraceni nell'anno 846
Nel 964 l'imperatore Ottone I conferisce l'investitura su Albano Laziale, Ariccia e altri tre castelli posti lì intorno a Virginio Savelli, suo capitano a Roma.
Dal 1004 al 1009, fu cardinale di Albano Pietro Martino Boccapecora o Boccadiporco, futuro papa Sergio IV.
Nel X secolo subentrò al papato la nobile famiglia dei Savelli che segnò per quattro secoli la storia del comune di Albano Laziale. Il dominio dei Savelli, alleati dei Colonna e sempre in guerra con il papato, fu segnato da numerosi eventi drammatici, come quando nel 1436 fu rasa al suolo dalle truppe pontificie comandate dal cardinale Vitelleschi.
Con i Savelli, tra il XVI secolo e il XVII secolo, la città di Albano assume l'attuale aspetto con la costruzione di piazze, strade e palazzi che, sulla base dell'impianto urbanistico dell'antico castrum della Seconda Legione Partica, conferisce al centro storico il famoso tridente, di cui il quartiere di S. Paolo ne rappresenta il centro.
Il tessuto urbano "chiuso" caratteristico del Medioevo, costruito intorno alla via Appia, diventa un sistema aperto di strade.
Nel 1116 si ha la prima citazione dell'eremo di Sant'Angelo in Lacu, situato sotto Malafitto, sul versante meridionale del Lago Albano.
Papa Pasquale II nel 1118 si rifugiò in Albano poiché i Colonna ostili a lui occupavano Roma, e riscontrò tale fedeltà negli albanensi da concedere ad essi l'esenzione perpetua dalle tassi di molitura del grano.
Durante lo scisma dell'antipapa Anacleto II con il papa Innocenzo II, nel 1137 l'antipapa marciò su Albano e su altre località laziali per estendervi il suo dominio, ma subito questi territori vennero ripresi da Innocenzo II.
Correndo l'anno 1142, Albano venne saccheggiata dai Saraceni.
Dopo la battaglia di Prata Porci, nel 1168, il popolo romano pensò bene di vendicarsi su Albano, città che aveva parteggiato per l'imperatore Federico Barbarossa contro Roma, e così la città venne saccheggiata e rasa al suolo.
Dato lo stato d'abbandono in cui versava Albano, papa Innocenzo III donò al monastero di San Paolo fuori le mura il Palatium con le chiese di Santa Maria Minore e San Nicola con le loro dipendenze.
Papa Onorio III nel 1217 concesse Albano in possesso ai suoi vescovi, come in effetti era già dal 1137, con una bolla che venne riconfermata nel 1278 da Niccolò III.
San Bonaventura da Bagnoregio fu cardinale di Albano dal 1273 al 1274, anno della sua morte.
Nel 1436 venne rasa al suolo assieme a Castel Savello dal cardinal Giovanni Maria Vitelleschi, per ordine di papa Eugenio IV.
Il dominio della famiglia Savelli durò sino al 1697, quando, per gravissimi problemi economici, il feudo fu messo all'asta e acquistato dalla Camera Apostolica, entrando così a far parte dello Stato Pontificio.
Nel 1697 Albano passò al dominio diretto della Santa Sede.
Albano Laziale | Età moderna (1699 - 1798)
Per volontà prima del cardinale vescovo Francesco d'Adda (1715-1719), poi del suo successore Fabrizio Paolucci (1719-1724), tra il 1719 ed il 1722 vennero eseguiti alcuni lavori nella Cattedrale di San Pancrazio, che inclusero la realizzazione dell'attuale facciata in peperino e travertino.
La direzione dei lavori fu affidata all'architetto Carlo Buratti.
Un anno fondamentale per la città di Albano fu il 1780, allorquando Pio VI diede il via ai lavori di ristrutturazione della via Appia, con lo scopo di realizzare un collegamento rapido tra Roma e Terracina, dove fervevano i lavori per la bonifica delle Paludi Pontine.
L'apertura del nuovo percorso della via Appia portò indubbi benefici ad Albano e la città ritornò ad essere luogo di villeggiatura delle famiglie patrizie di Roma.
Il primo tracciato della nuova "strada nazionale" arrivava ad Albano seguendo quasi fedelmente la via Appia Antica, salvo poi deviare dal tracciato antico percorrendo il crinale di Vallericcia per arrivare a Genzano, evitando il forte dislivello per raggiungere Ariccia.
Solo con la costruzione del ponte di Ariccia sotto i pontificati di papa Gregorio XVI e papa Pio IX (1839-1849) verrà delineato l'attuale tracciato della Strada statale 7 Via Appia.
Durante la prima occupazione francese e le vicende legate alla Rivoluzione francese nello Stato Pontificio, il 18 febbraio 1798 anche Albano, assieme a Frascati, Velletri e più tardi Marino, si proclamò "Repubblica sorella" della nascente Repubblica Romana.
In seguito alla sommossa dei trasteverini però anche gli albanensi si ribellarono ai francesi, e il 28 febbraio Albano venne occupata e saccheggiati dalle truppe di Gioacchino Murat.
L'anno seguente, invece, ad Albano si installò fra Diavolo, al comando di una colonna napoletana.
Albano Laziale | Età contemporanea (1798 - 1944)
Nel 1816, con la restaurazione dello Stato Pontificio voluta da Pio VII, Albano entrò a far parte del Comarca di Roma (ripartizione amministrativa che comprendeva diciotto provincie dell'agro romano) e divenne sede di Governo.
Un anno terribile nella storia di Albano fu il 1867 con la popolazione albanense decimata da un'epidemia di colera, contagio probabilmente portato dalle migliaia di pellegrini affluiti a Roma per il centenario del martirio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo.
Albano entra a far parte del Regno d'Italia nel 1870 e divenne sede di pretura; l'appellativo "Laziale" gli fu assegnato nel 1882 per distinguerlo da altri comuni del Regno d'Italia.
Il 1º febbraio 1944 Albano ed Ariccia vennero bombardate dagli alleati.
Il primo febbraio 1944 Albano venne bombardata dagli alleati. Furono colpiti il convento delle Clarisse di clausura in piazza Pia, annesso al complesso della Villa Pontificia e numerose abitazioni civili.
Le vittime furono alcune centinaia, tra cui le molte riunite nel collegio di Propaganda Fide che fu distrutto il 10 febbraio.
Albano Laziale | Il secondo dopoguerra
Subito dopo la seconda guerra mondiale, la città iniziò a risorgere dai disastri provocati dalle bombe.
La vita culturale e commerciale si fece sempre più intensa, tanto che ancora oggi Albano è definito uno dei più importanti "centri commerciali naturali" della provincia di Roma.
La città, oltre a custodire importanti testimonianze della civiltà latina (i cisternoni, l'anfiteatro severiano, le terme di caracalla, il ninfeo rotondo e tanti altri ancora) fa parte del Parco regionale dei Castelli Romani e offre degli spunti interessanti per i turisti, sia dal punto di vista storico culturale - con il circuito archeologico dei Castra Albana per esempio - sia dal punto di vista naturalistico con il bosco del Colle dei Cappuccini o il lago Albano.
Albano Laziale | Simboli
La blasonatura ufficiale dello stemma della città di Albano, concesso nel 2008, è la seguente:
«troncato di azzurro e di verde, alla scrofa d'argento, attraversante, accompagnata da cinque lattonzoli dello stesso, due in atto di attaccarsi ai capezzoli, uno posto a destra, due nei cantoni della punta; il tutto alla bordatura in filetto partita d'oro e di porpora. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, MATER URBIS. Ornamenti esteriori da Città.» |
(D.P.R. 24.11.2008) |
La scrofa raffigurata nello stemma comunale rappresenta la città madre di Albalonga che allatta le trenta città della Lega Latina, raffigurate dai porcellini, posti sotto un'antica quercia ai bordi del lago e del Monte Albano, dove Giove Laziale aveva la sua sede e il suo tempio massimo.
I colori cittadini sono il giallo ed il rosso: questi sono infatti sia i colori della città di Roma, legata ad Albano da un simbolico vincolo filiale, sia i colori della famiglia Savelli, feudataria di Albano dal XIII secolo al 1699.
Il giallo ed il rosso sono anche i colori che appaiono nello stemma della Diocesi suburbicaria di Albano.