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Castel Gandolfo - Palazzo Pontificio
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Castel Gandolfo
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Indirizzo:
00040 Castel Gandolfo RM
Descrizione:

Castel Gandolfo è il bellissimo borgo dove si riposano i Pontefici sul Lago Albano

Splendidamente affacciato sul lago Albano dall'orlo del cono vulcanico, Castel Gandolfo è noto per la bellezza della natura che lo circonda e per l'eleganza del centro storico, che l'ha fatto eleggere uno dei "Borghi più Belli d'Italia"; fa parte della città metropolitana di Roma Capitale, nell'area dei Castelli Romani.

La piccola cittadina con meno di 9000 abitanti è famosa in tutto il mondo perché qui si trova la residenza estiva dei Pontefici, visitabile insieme ai suoi giardini solo dal 2015.

I bellissimi giardini ospitano anche i resti della Villa di Domiziano e la Fattoria Vaticana.

Nella piazza antistante il Palazzo Papale, si trova la bella chiesa di San Tommaso di Villanova e la fontana, entrambe progettate dal Bernini, e la più antica buca della Posta d'Italia.

Il borgo presenta una serie di punti panoramici sul lago e sui boschi circostanti, ed è costellato da botteghe e ottimi ristoranti.

Il suo territorio include quasi tutto l'arco costiero del lago Albano con vista sul cono vulcanico di Monte Cavo, che ospita tra l'altro lo stadio olimpico di canottaggio del CONI.

Si può passeggiare sul lungolago ricco di ristoranti e stabilimenti balneari, navigare con il battello elettrico, in canoa o barca a vela, o percorrere a piedi o in bicicletta il sentiero che lo circonda.

Vi sono inoltre vari luoghi di interesse archeologico (tra cui l'emissario del lago Albano e i resti della villa albana di Domiziano), naturalistico (essendo la zona inclusa nel perimetro del parco regionale dei Castelli Romani) e artistico (come la collegiata pontificia di San Tommaso da Villanova edificata da Gian Lorenzo Bernini).

Si possono inoltre visitare interessanti opere romane che si affacciano sul lago come il Ninfeo Dorico, il Ninfeo Bergantino e l'Emissario del lago.

Castel Gandolfo
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Che cosa vedere a Castel Gandolfo | Monumenti & Luoghi di interesse

Castel Gandolfo (RM) | Architetture religiose

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Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo

Castel Gandolfo (RM) | Architetture civili

  • Palazzo Pontificio; edificato a partire dal 1628 su iniziativa di papa Urbano VIII e progetto di Carlo Maderno sulla preesistente struttura dell'antico Castrum Gandulphorum, il castello feudale che era stato dei Gandolfi e dei Savelli. L'attuale aspetto gli venne conferito nel 1660 al tempo di papa Alessandro VII. Gli ultimi lavori risalgono al 1930, dopo i Patti Lateranensi. Al suo interno è notevole la Cappella Privata, che ospita un'immagine della Madonna del Santuario di Częstochowa.
  • Ville Pontificie; la proprietà pontificia, che gode dell'extra-territorialità ed è possesso della Santa Sede, è composta in realtà da tre parti storicamente ben distinte:
    • Giardini Pontifici o del Moro; costituiscono il nucleo storico originario della Villa Pontificia, poiché furono organizzati al tempo della primitiva residenza di papa Urbano VIII sul retro del Palazzo Pontificio, sul sito dell'antica villa del cardinal Visconti.
    • Villa Cybo; edificata dal cardinal Camillo Cybo, venne annessa al complesso delle Ville Pontificie al tempo di papa Clemente XIV che l'acquistò nel 1774 dal proprietario dell'epoca, il duca di Modena, per la somma di 80.000 scudi.
    • Villa Barberini; costruita dal nipote di papa Urbano VIII, Maffeo Barberini, è stata inglobata nel complesso extra-territoriale delle Ville Pontificie solo nel 1929: ospita la sede castellana del Collegio estivo di Propaganda Fide. Nell'ambito dei suoi estesi giardini all'italiana è ubicata, come di seguito precisato, buona parte degli esistenti resti del complesso costruito dall'imperatore romano Domiziano;
  • Palazzo Cybo; edificato plausibilmente assieme all'omonima villa dal cardinal Cybo, attualmente ne è separato dalla Strada statale 216 Maremmana III. È un bel palazzotto con prospetto su strada, dal notevole portale marmoreo sorretto da sei colonnine.
  • Villa Santa Caterina; precedentemente di proprietà del Pontificio Collegio Nord-Americano, sotto le costruzioni di questa imponente villa situata in località Ercolano sono stati rinvenuti i famosi ruderi romani della villa attribuita a Publio Clodio Pulcro. Ora è sede del centro convegni dell'associazione Castel Romano[36].
  • Villa Torlonia; edificata nel XVI secolo dalla famiglia romana dei Giustiniani, passò quindi in proprietà del duca di Bracciano Giuseppe Torlonia. L'attuale aspetto è dovuto ai restauri del 1829, finanziati dal duca Carlo Torlonia. La villa gode di un ampio panorama sull'Agro Romano.
  • Villa Chigi; costruita dal cardinal Flavio Chigi, nipote di papa Alessandro VII, nel cratere prosciugato del Laghetto di Turno presso Pavona, oggi è la sede di un circolo di golf.

Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo

Castel Gandolfo (RM) | Siti archeologici

  • Villa di Publio Clodio Pulcro; si tratta dei resti di una villa romana di età repubblicana situata al XIV miglio della via Appia, chilometro 23 della Strada statale 7 Via Appia, all'interno di Villa Santa Caterina, di proprietà del Pontificio Collegio Nord-Americano. Viene identificato, forse a torto, con la villa del tribuno Publio Clodio Pulcro, situata secondo quanto afferma Marco Tullio Cicerone nell'area dell'antica Alba Longa. In prossimità di questa sua villa Clodio venne ucciso dai sicari dell'avversario politico Tito Annio Milone, nell'agosto del 54 a.C. Della villa resta il diverticolo lastricato d'accesso, parte del portico in peperino, e tutto il corpo nord-ovest, datato al II secolo a.C. L'intera costruzione è in blocchetti di tufo a piccoli scapoli, tecnica costruttiva tipica dell'età repubblicana.
  • Villa albana di Domiziano; si tratta dei resti monumentali della villa romana di età imperiale fatta edificare da Tito Flavio Domiziano (81-96), collocati in massima parte all'interno di Villa Barberini, nell'area extra-territoriale delle Ville Pontificie. La villa consisteva in un enorme complesso che si sviluppava su tre terrazzamenti lunghi circa 500 metri ciascuno. Il quartiere residenziale, di proporzioni enormi e scarsamente conservato, si articolava attorno a tre cortili, ed era circondato da alcuni ninfei che affacciavano sul Viale dei Ninfei, da un criptoportico, da un teatro e da un circo. Il teatro, parzialmente conservato, era del diametro di 50 metri e ornato da sculture marmoree. Molte parti della villa che oggi sono visibili vennero messe in luce nel 1929 con i lavori di risistemazioni della Ville voluti da papa Pio XI a seguito dei Patti Lateranensi. Presso il circo della villa si tenevano faraoniche venationes, giochi di caccia, e anche feste in onore di Demetra. Si discute se parte delle strutture della villa fosse anche il ninfeo romano oggi Santuario di Santa Maria della Rotonda nel centro di Albano Laziale. Sicuramente, l'approvvigionamento idrico del complesso era fornito da due acquedotti provenienti da Palazzolo in comune di Rocca di Papa e Malafitto in comune di Ariccia, che affluivano in tre monumentali cisterne, di cui la più grande delle dimensioni di 57.70x10.95 metri.
  • Ninfeo dorico; si conserva sulle rive del Lago Albano, e risale al I secolo a.C., tanto che non si esclude possa aver fatto parte delle strutture della Villa di Clodio. Scavato nella roccia, è un ambiente rettangolare con volta a botte e due file di nicchie su due piani: al primo piano undici, al secondo sette. Nel ninfeo giungeva l'acqua attraverso una canalizzazione scavata nella roccia soprastante.
  • Ninfeo del Bergantino o dei Bagni di Diana; sulle rive occidentali del Lago Albano, due chilometri dopo il ninfeo dorico, questa struttura, originariamente annessa alla villa di Domiziano, si apre in una grotta circolare di 17 metri di diametro. Al centro della grotta c'è una vasca, e il pavimento era completamente rivestito a mosaici, di cui restano pochi frammenti. Sono state trovate nel ninfeo, che si proponeva come una copia della grotta-ninfeo di Tiberio a Sperlonga, varie parti di gruppi scultorei, ora conservati presso il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.
  • Emissario del lago Albano; condotto artificiale di deflusso delle acque lungo 1800 metri che si origina dalla costa occidentale del lago Albano e sfocia poi in località Mole di Castel Gandolfo. Venne edificato secondo la tradizione nel 396 a.C. per sciogliere una profezia riguardo alla conquista di Veio.
  • Villaggio delle Macine
  • Necropoli del Pascolare

Castel Gandolfo (RM) | Aree naturali

Il comune di Castel Gandolfo è incluso nel perimetro del parco regionale dei Castelli Romani; le principali aree boschive che rientrano nella sua competenza sono quelle delle coste del lago Albano, le cosiddette "pentime", che annualmente rischiano incendi estivi piuttosto gravi.

La principale area verde del comune di Castel Gandolfo è rappresentata dal complesso delle Ville Pontificiezona extraterritoriale della Santa Sede.

Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo

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Castel Gandolfo | La Storia

Castel Gandolfo (RM) | Medioevo (476-1604)

Il territorio di Castel Gandolfo, incluso nella Massa Caesariana, divenne poi proprietà probabilmente dei Conti di Tuscolo e agli inizi dell'XI secolo risulta in parte dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, e quindi della famiglia di origine genovese dei Gandolfi, che eressero il Castrum che porta ancora oggi il loro nome.

Nel 1221 il castello divenne possesso dei Savelli, che lo affittarono nel 1389 ai Capizzucchi.

Tuttavia, nel 1436 il castello era nuovamente in pieno controllo dei Savelli, perché il cardinal Giovanni Maria Vitelleschi lo rase al suolo insieme al Borghetto di Grottaferrata, ad Albano Laziale e a Castel Savello.

Nel 1482 papa Sisto IV concesse il possesso di Castel Gandolfo alla Comunità di Velletri, che era stata danneggiata dai Savelli, i quali tuttavia rientrarono quattro anni dopo in possesso del feudo.

Papa Sisto V (1585-1590) elevò Castel Gandolfo al grado di ducato in favore di Bernardino Savelli.

Ciò nonostante, a causa dell'insolvenza dei Savelli nel pagamento di ingenti debiti, la Camera Apostolica pignorò il 30 giugno 1596 il feudo alla famiglia.

Papa Clemente VIII incluse poi lo stesso castello il 27 maggio 1604 nella lista dei beni della Santa Sede non alienabili, ovvero che non potevano essere ceduti.

Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo
Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo

Castel Gandolfo (RM) | Età moderna (1604-1870)

Sotto il nuovo governo della Camera Apostolica, sedente papa Paolo V, vennero iniziati importanti lavori pubblici: venne bonificato infatti il Laghetto di Turno (1611), con la conduttura nel castello di acqua proveniente dalle alture di Malafitto e Palazzolo, e venne fondato il convento dei PP. Francescani Riformati (1619).

Papa Urbano VIII (1623-1644) nel 1628 fu il primo Papa che soggiornò a Castel Gandolfo, nella villa che si era fatto costruire da cardinale: grazie al suo interessamento, vennero realizzate la Galleria di Sopra e la Galleria di Sotto, strade che collegano Castel Gandolfo ad Albano Laziale, così chiamate per via della fitta vegetazione che le fiancheggiava. La prima Bolla emanata da un Papa ex Arce Gandulphi fu scritta appunto da papa Urbano VIII il 25 ottobre 1626.

Al tempo di papa Alessandro VII (1655-1667), vennero eseguiti nuovi lavori, che videro tra l'altro la messa in opera della strada fino che conduce a Palazzolo costeggiando i dirupi del Lago Albano, chiamata in antico appunto via Alessandrina, la sistemazione del Palazzo Pontificio (1660) e l'edificazione della collegiata di San Tommaso da Villanova (1658-1661) su progetto dell'architetto Gian Lorenzo Bernini, autore sempre per conto di papa Alessandro VII e della famiglia Chigi della Collegiata di Santa Maria Assunta nella vicina Ariccia.

Il 24 settembre 1728 il governo di Castel Gandolfo venne concesso pro tempore da papa Benedetto XIII con la Bolla Aequitatis al Maggiordomo dei Sacri Palazzi.

Papa Benedetto XIV (1740-1758) fu molto assiduo nelle visite a Castel Gandolfo, facendo erigere il campaniletto sulla facciata principale del Palazzo Pontificio e ammettendo per la prima volta le dame locali al bacio del piede al Papa durante la villeggiatura.

Inoltre, nel 1740 fece allargare la strada che conduce a Marino, oggi Strada statale 216 Maremmana III.

All'ingresso dei soldati francesi a Roma nel febbraio 1798, il 18 febbraio 1798 Albano istituì la Repubblica Albanense, affiliata alla Repubblica Romana (1798-1799), assieme a Frascati, Velletri e Marino.

In questa situazione, Castel Gandolfo venne unita alla municipalità di Albano, ma il 21 febbraio i castellani insorsero contro i francesi insieme ad altri abitanti dei Castelli Romani.

I contro-rivoluzionari vennero sconfitti manu militari dai francesi di Gioacchino Murat alleati con i marinesi ed i frascatani rimasti fedeli alla Francia, nella battaglia di Frattocchie o di Castel Gandolfo (24 febbraio 1798), in seguito alla quale i francesi misero a sacco il Palazzo Pontificio.

Con il ritorno di papa Pio VII, Castel Gandolfo venne restituita al governo del Maggiordomo dei Sacri Palazzi e tale situazione perdurò fino al settembre 1870.

Papa Gregorio XVI (1831-1846) fu particolarmente frequente nei suoi soggiorni a Castel Gandolfo, tanto che Giuseppe Gioacchino Belli ironizzò nei suoi Sonetti che andasse al Lago Albano a pescacce 'e tinche pe'r digiuno.

Il 23 novembre 1820 il consigliere comunale Angelo Antonio Iacorossi ebbe l'idea di far collocare in piazza della Libertà la prima cassetta postale del mondo, che ancora oggi si può trovare in quel punto.

Castel Gandolfo (RM) 6

Castel Gandolfo (RM) | L'Unità d'Italia (1870-2000)

Il 20 settembre 1870 con la presa di Porta Pia e l'ingresso dei bersaglieri a Roma finiva ufficialmente lo Stato Pontificio.

Papa Pio IX, che aveva lasciato l'ultima volta Castel Gandolfo nel maggio 1869, e i suoi successori fino al 1929 non misero più piede nel Palazzo Pontificio.

Nelle Legge delle Guarentigie del 18 maggio 1871, rifiutate da papa Pio IX come inutili e futili proposte volgarmente dette guarentigie, verrà tuttavia prevista l'extra-territorialità del Palazzo Pontificio con attinenze e dipendenze.

L'11 febbraio 1929, con la stipula dei Patti Lateranensi, Benito Mussolini concesse al nascente Stato della Città del Vaticano il possesso del Palazzo Pontificio con le attigue ville, per un totale di quarantaquattro ettari.

Area che appartiene, però, allo Stato italiano, con la servitù dell'extraterritorialità.

Nel 1933 all'interno del Palazzo Pontificio venne installato l'Osservatorio Astronomico Pontificio, spostato dal Vaticano per via della troppa luce artificiale di Roma.

Nel gennaio 2008 è stato annunciato che, in seguito al peggioramento della visibilità anche nei Castelli Romani, l'Osservatorio sarà spostato negli Stati Uniti d'America.

Durante la seconda guerra mondiale Il 22 gennaio 1944 gli anglo-americani effettuarono lo sbarco ad Anzio portando i Castelli Romani in prima linea negli scontri.

Il 1º febbraio vennero bombardate Ariccia ed Albano Laziale, con la distruzione del locale convento delle Clarisse posto ai margini della tenuta pontificia ed il bilancio di 16 religiose uccise; il 2 febbraio venne colpita Marino con varie centinaia di vittime; infine il 10 febbraio i bombardamenti anglo-americani colpirono nel territorio castellano il Collegio di Propaganda Fide causando 500 vittime civili.

Infatti nell'area extra-territoriale delle ville pontificie di Castel Gandolfo si rifugiarono durante tutto il periodo bellico circa 12.000 bisognosi e vi nacquero circa quaranta bambini. (Vedi Castelli Romani durante la seconda guerra mondiale)

Il 19 settembre 1994 l'allora Presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro concesse al Comune di Castel Gandolfo il titolo di Città.

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