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Castro dei Volsci (FR)
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Monumento alla Ciociara - Castro dei Volsci (FR)
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Indirizzo:
Castro dei Volsci (FR) Castro dei Volsci (FR), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Castro dei Volsci (FR), città natale del grande Nino Manfredi, è uno dei borghi più belli d'Italia a un'ora dal G.R.A. di Roma

Castro dei Volsci è decisamente uno dei paesini più panoramici del Lazio, racchiuso sotto la magnifica Rocca San Pietro dei Colonnesi, ai piedi del Monumento alla Mamma Ciociara, dalla quale si può contemplare la bellezza della sottostante Valle del Sacco, non per altro anche dai locali il borgo viene definito Balcone della Ciociaria con una spettacolare vista che va da Olevano Romano a Montecassino.

Quasi 5000 abitanti popolano questo bellissimo paesino che ha dato i natali all’attore Nino Manfredi (è possibile visitare la mostra permanente a lui dedicata) e del dialettologo e filologo Carlo Vignoli.

Di notevole interesse storico la Chiesa di San Nicola, inventariata tra i possessi della Diocesi Verolana, nella Bolla del Pontefice Pasquale II, datata 4 settembre 1108.

Principale monumento storico di Castro dei Volsci, conserva tracce rilevanti di affreschi, alcuni contemporanei alla sua edificazione, quando più che una chiesa era un modesto oratorio.

Il nucleo originario della chiesa attuale fu costruito nella metà del VI sec. d.C.

Ancora: la Torre dell’Orologio, l’intera passeggiata per le antiche e caratteristiche vie del centro storico con tappa nelle altre chiese del paese; inoltre, i siti archeologici della Villa Romana (in località Casale).e delle antiche mura poligonali sul Monte Nero, intervallata da tre porte che ne permettevano l’accesso all’interno.

Castro offre diversi motivi per decidere di passare una tranquilla giornata fuori porta, in una bellissima e rilassante cornice che vi rievoca un lontano passato.

Per gli appassionati della natura poi esistono diversi percorsi nei dintorni del borgo.

A pochi chilometri è possibile visitare Pico (un altro dei piccoli borghi più belli d'Italia) o scegliere tra Collepardo con la sua bellissima Certosa di Trisulti, VeroliAlatriAnagniFerentino, Sora, Aquino, Atina, Posta Fibreno e il suo lago (Riserva Naturale lacustre), Isola del Liri con la sua cascata, Campoli Appennino famoso per la Fiera del Tartufo Bianco che si svolge a novembre di ogni anno e per gli orsi marsicani che si vivono nelle vicine foreste del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Roccasecca, ma anche Sermoneta con i  Giardini di Ninfa e Cassino dove si trova la storica Abbazia di Montecassino.

Castro dei Volsci (FR)
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Dove dormire a Castro dei Volsci (FR) e dintorni



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Castro dei Volsci (FR) | Tradizioni, Eventi & folklore

  • Festa di Sant'Oliva - patrono del paese (3 Giugno)
  • Festa di San Sosio (23 Settembre)
  • Mostra Dell'artigianato Ciociaro (Giugno)
  • Fiera Di Sant'Antonio (prima domenica di Luglio)
  • Festival Del Folklore (Agosto)
  • Sagra dell'Arrosto, del Cocomero & della Lachena (Agosto)
  • Ballata Del Saltarello (Settembre)
  • Fiera della Madonna del Piano (ultima domenica di Agosto)
  • Festa di S. Giuseppe in loc. Collepece – (1° Maggio)
  • Festa di San Francesco in loc. Stazione – (seconda domenica di Settembre)
  • “Il paese diventa presepe” (24 Dicembre - 6 Gennaio) trasforma nel periodo di Natale il paese intero in un enorme presepe di ambientazione ottocentesca e molte botteghe antiche vengono riaperte ed allestite con materiali della tradizione.
    Adulti e bambini in costume ciociaro popolano le stradine e gli angoli tipici illuminati da fiaccole a vento, impegnati in antichi mestieri, ormai scomparsi in un’atmosfera magica e rievocativa della natività e dei tempi passati.
    Negli ultimi anni la manifestazione ha visto la partecipazione di 11.000 / 12.000 visitatori nelle 5 giornate di attività
  • Carnevale del Folklore dedicato all’arte e all’artigianato locale attraverso l’esposizione nelle botteghe antiche dei manufatti e prodotti tipici della tradizione castrese, il tutto condito da eventi musicali e degustazione di prodotti tipici
  • Pellegrinaggio ad Ausonia (piccolo paese della Diocesi di Gaeta) radicato da quasi un millennio per via di un miracolo della madonna del Formello

Castro dei Volsci (FR)
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Castro dei Volsci (FR)
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Che cosa vedere a Castro dei Volsci (FR) | Monumenti e luoghi d'interesse

Castro dei Volsci (FR) | Architetture civili

  • Rocca San Pietro dei Colonnesi, dove la tradizione popolare addita la grotta in cui si rifugiavano la leggendaria Regina Camilla e suo padre Metabo nelle giornate di nebbia, dai cui spalti oggi come ieri si apre un panorama mozzafiato: sembra di trovarsi sulla prua di una nave pronta a salpare in un mare grigio e tempestoso sul quale affiorano, come isolette baciate dal sole, le cime dei colli sparse per la pianura
  • Monumento alla Mamma Ciociara, in memoria delle donne della Ciociaria vittime dei soldati francesi durante la seconda guerra mondiale, posto sulla Rocca dei Colonna il 3 giugno del 1964.
    L'opera fu realizzata dallo scultore Fedele Andreani, in marmo di Carrara.
    Quest'ultima raffigura una madre, che con il suo corpo tenta di proteggere sua figlia dalle violenze.
    Questa scultura ricorda tutte le donne vittime delle "Marocchinate".
    Questi avvenimenti sono documentati nella celebre pellicola "La Ciociara" di Vittorio de Sica,che valse l’Oscar a Sophia Loren come migliore attrice protagonista, tratto dall'omonimo libro di Alberto Moravia.
  • Museo Civico archeologico di Castro dei Volsci
  • Mostra permanente dedicata a Nino Manfredi, presso il Centro culturale polinfunzionale Nino Manfredi (Torre dell’Orologio) Una volta contattati, i volontari dell'associazione Pro Loco Castro dei Volsci garantiranno l'apertura in pochi minuti.

Monumento alla Ciociara - Castro dei Volsci (FR)
Monumento alla Ciociara - Castro dei Volsci (FR)

Castro dei Volsci (FR) | Architetture religiose

  • Chiesa di Sant'Oliva: è intitolata alla santa protettrice di Castro dei Volsci.
    Nella Bolla di Papa Onorio II, datata 28 Novembre 1125 dal Laterano, si elencano le chiese di Castro e per la prima volta si fa menzione della chiesa di Sant'Oliva.
    Presumibilmente si trovava già nel posto attuale: contigua alla Rocca, forse costruita proprio dove era stata quella di San Pietro, nel perimetro delle mura castellane, come fa fede una "portella", affiorata dopo gli sbancamenti effettuati per la nuova via di accesso alla parte più alta del paese, quasi sotto l'abside della chiesa medesima.
    L'altare maggiore fu consacrato nell'anno 1537 dall'allora vescovo di Veroli, poi cardinale, Ennio Filonardi.
    Decorosa nella sua veste interna, non priva di solennità e di qualche ricchezza di marmi, merita anche per le sue cappelle laterali e le pitture che la adornano una breve ricognizione descrittiva.
    Di notevole pregio estetico si presenta il portale in bronzo, donato dall'arciprete Don Mario Avallone alla chiesa di Sant'Oliva.
    Entrando dal portone principale troviamo, a destra, il Battistero e una grande nicchia con la statua della Santa titolare.
    Il più antico simulacro in legno è stato sostituito nel 1912 con l'attuale statua, di buona fattura, che spicca nel trono di metallo dorato con il quale viene portata in processione il giorno della sua festa (3 giugno).
    La cappella di destra è dedicata alla natività.
    Segue l'altare dedicato a San Lorenzo Martire.
    A sinistra, entrando, un'altra nicchia, analoga a quella di destra, racchiude la Madonna Addolorata, opera lignea alto-atesina, di recente acquisto.
    Più in basso, in apposito riparto, il Gesù Deposto.
    Seguono la cappella della Crocifissione, quadro del pittore Odoardo Righi da Ceprano e quella della Madonna delle Grazie con antica tela raffigurante la Vergine col Bambino.
    Chiude la navata di sinistra la Cappella del Rosario con ricco altare di marmo e quadro riproducente la Vergine di Pompei.
    L'altare maggiore contiene, a vista dietro un vetro protettivo, lo scheletro rivestito in cera plasmata di San Giustino.
    A sinistra dell'altare all'interno di un armadio murale con le ante in vetro, sono custodite la reliquia delle protettrice di Castro e le reliquie dei più conosciuti santi della cristianità. L'elenco di tutti questi sacri resti è conservato nella sagrestia della chiesa.
    La devozione dei castresi nella loro Patrona risale al più antico Medioevo.
    La festa di Sant'Oliva si celebra, ai giorni nostri, il 3 giugno.
    Anticamente, essa veniva venerata il 15 gennaio.
  • Chiesa di San Nicola: è il principale monumento storico di Castro dei Volsci.
    Conserva tracce rilevanti di affreschi, alcuni contemporanei alla sua edificazione, quando più che una chiesa era un modesto oratorio.
    Il nucleo originario della chiesa attuale fu costruito nella metà del VI sec. d.C. e dedicata al Santo protettore di Bari - San Nicola, nato a Patara, importante città della Licia (attuale Turchia).
    Visse durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiliano nel IV sec. d.C. e divenne vescovo di Mira, dove morì.
    Secondo la tradizione, nel 1087, le sue spoglie furono trafugate e portate a Bari, di cui divenne il Santo Protettore.
    Alcuni secoli dopo la sua costruzione, a ridosso della chiesa fu edificato un modesto monastero dai monaci di San Benedetto da Norcia.
    Sappiamo da una Bolla Pontificia del 1226 che il Papa Onorio III affidò la chiesa e il monastero attiguo ai Frati Minori, i quali si preoccuparono di restaurarla e di ampliarla, così come oggi si conserva.
    Successivamente il vescovo Lombardi la concesse definitivamente ai monaci francescani, aventi però come coadiutore un sacerdote, nominato a tal proposito parroco di San Nicola.
    La chiesa, ben conservata e recentemente restaurata, è un esempio di architettura paleocristiana dell'Alto Medioevo.
    Un'architettura che, rimodellata da rifacimenti successivi, subì l'influenza dell'Arte Benedettina e poi Romanica.
  • Chiesa di Santa Maria all'interno della cinta muraria del paese.
    La via che la costeggia prende il nome di Via del Convento, a ricordarci che nei pressi esisteva il convento dei Frati Minori conventuali di regola francescana.
    Le notizie sull’origine della chiesa sono frammentarie ed imprecise. Forse essa venne costruita tra il 1156 e il 1160.Nel corso dei secoli fu soggetta a ripetute opere di consolidamento e ristrutturazione.All’ interno,dietro l’altare maggiore, restano ancora visibili due piccoli affreschi rappresentanti l’uno la Vergine col Bambino e l’altro un Santo  martire, come attesta un’arma da taglio tenuta alta sulla spalla destra.Va notato che, sia la modesta altezza rispetto all’attuale piano della chiesa, sia la posizione spostata rispetto all’asse centrale dell’altare e della chiesa odierna di queste pitture, fanno supporre una notevole trasformazione della chiesa stessa.La Madonna, più grande del Santo effigiato alla sua destra, in un riquadro, doveva averne un altro alla sua sinistra, come in un trittico, ed Essa, titolare della chiesa, doveva costituirne il centro.Le pitture, certo coeve dell’antico campanile, presuppongono anche per questa chiesa origini ben più lontane nel tempo di quanto potrebbe apparire all’osservatore superficiale; un tabernacolo da parete in marmo, oggi adibito alla conservazione degli Olii Santi e due acquasantiere in pietra, scolpite a forma di giglio, sorrette da colonnine analoghe (una reca l’arma dei colonnesi) sono gli oggetti più antichi che vi si conservano.L’organo settecentesco, posto sulla cantoria e dono dell’abate don Giacinto Biondi, proviene dalla chiesa di S.Salome in Veroli.Sono presenti inoltre dei quadri ad olio rappresentanti: San Giorgio, dono di N. Polidori (1865), di modesta fattura; la Vergine, su lastra di metallo; l’Addolorata e Sant' Antonio Abate, quest’ultimo a firma Troya.L’altare di San Giorgio ci risulta di giuspatronato della famiglia Colonna e dalle solite fonti apprendiamo l’esistenza di quello dedicato a San Francesco al quale era unita una Societas Sacri Cinguli, volgarmente detta del Cordone, forse traslata dalla chiesa di S.Nicola, ma di essa e del culto per il Santo stesso in Santa Maria non ci rimane più traccia, fin dal lontano 1600.Le festività di Sant'Antonio di Padova, San Giorgio e Sant'Antonio Abate (Santo protettore degli animali) stavano particolarmente a cuore alla popolazione, la quale le abbelliva con caratteristiche manifestazioni.Degna di ricordo ci sembra una tradizione di fede legata ad una delle antiche campane di Santa Maria.La campana, detta del maltempo, veniva suonata dal sacrestano ogni volta che si preparava una bufera.La leggenda popolare narra che, come per incanto, al suono della campana le nuvole apportatrici di tempesta, ed in particolare di grandine (la più temuta per le campagne), si diradavano e più di una volta sembravano arrestarsi ai limiti del nostro territorio a quel suono benedetto… non per nulla sulle campane si leggeva frequentemente impresso nel bronzo: fulmina frango (proteggo dai fulmini).
  • Chiesa di Santa Maria della Pace (1600)
  • Chiesa di San Giuseppe (1960)
  • Chiesa di San Francesco (1955)
  • Chiesa della Madonna del Piano (1110)
  • Chiesa di San Rocco (XVII secolo)
  • Cappella e Santuario di San Sosio (XIX secolo)

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Castro dei Volsci (FR)
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Castro dei Volsci (FR) | La Storia

Il territorio di Castro fu abitato sin dall'antichità, come dimostra l'insediamento di Montenero, oggi abbandonato ma risalente ad epoche remote, che appare circondato da un'ampia cerchia muraria composta da blocchi di pietra molto grandi e sovrapposti con la ben nota tecnica diffusa anticamente nel Lazio meridionale, ovvero collocati di taglio senza l'uso di malta.

La presenza di questa cinta ha fatto nascere la leggenda, tramandata di generazione in generazione, della presenza di una popolazione di giganti.

In realtà si tratta di un insediamento eretto dai Volsci (si è anche ipotizzato, senza alcun fondamento, l'identità con l'antico centro volsco di Castriminium), consolidatosi con la distruzione delle città romane dell'area: Fregellae e Fabrateria.

In epoca romana furono edificate lungo l'antica strada alcune ville rustiche: in particolare a Casale è stato portato alla luce un vasto complesso edilizio.

Una delle ville fa parte di un grande impianto termale, nelle vicinanze di una sorgente di acqua sulfurea.

È stata scoperta anche la necropoli di una popolazione germanica, fatto questo singolare che può fornire informazioni su un periodo quasi del tutto sconosciuto della storia laziale.

Dopo l'anno Mille, la posizione strategica di Castro dei Volsci fece sì che il villaggio diventasse proprietà dello stato pontificio.

Nel 1151 papa Eugenio III consacrò la rurale Chiesa di Santa Croce e lo stesso anno donò al monastero cistercense di Casamari di Veroli vasti possedimenti e due chiese nel territorio di Castro.

Papa Alessandro III donò all'Abbazia di Casamari la chiesa di Sant'Angelo de Meruleta.

La Chiesa gestì il feudo di Castro con molto rigore, e nei momenti critici, durante le lotte con gli svevi e Io stato siciliano, nominò rappresentanti della curia papale, a capo della guarnigione castrese.

Per questo troviamo diversi anagnini tra i balivi e ciò determinò stretti rapporti fra Anagni e Castro, resi ancora più saldi dalla comune venerazione per Santa Oliva, divenuta patrona di entrambi i villaggi.

Nel 1165 Castro fu conquistato dalle truppe di Federico Barbarossa, guidate dall'arcivescovo Cristiano di Magonza, mentre i rapporti con i vicini signori di Ceccano non furono mai ostili.

Il governo pontificio, a partire dal Duecento, spesso designò rettori e vicari al governo di città e paesi con l'evidente intenzione di legare a sé potenti famiglie.

Alla metà del Trecento Castro fu organizzato in comune rurale, e nel XV secolo la comunità fu regolata da uno statuto, emanato dai Colonna, a cui il feudo fu concesso fin dai primi anni del Quattrocento.

Alla potente famiglia i castresi rimasero fedeli anche nei momenti più critici, seguendola durante la guerra di Campagna contro papa Paolo IV e nella battaglia di Lepanto al seguito di Marcantonio II.

I Colonna possedettero in Castro circa mille e cento ettari di terreno, la rocca, il mulino sul fiume Sacco e diverse regalie.

Nel corso del XVIII secolo la pacifica comunità castrese registrò un incremento demografico e, nel 1795, furono approntate riforme agrarie.

Il nome di Castro dei Volsci, anche se denso di storia, è relativamente recente, risale al 1816, quando il Connestabile Filippo Colonna III rinunciò alla sua giurisdizione sul fondo, prima era Castrum Castri o Castrum S. Petri

In epoca napoleonica, la presenza di un ampio movimento filo-pontificio favorì la nascita del brigantaggio.

Castro divenne, infatti, uno degli epicentri del fenomeno: le bande di malviventi si annidavano nel sicuro triangolo Castro-Sonnino-Vallecorsa, al confine dello stato pontificio.

Il brigantaggio ricomparve intorno al 1825, e dopo il 1870, con la presenza di bande filoborboniche.

L'incremento della popolazione portò ad un forte disboscamento per creare terreni atti alla coltivazione.

Fallendo, per vari motivi, questo obiettivo, la gente cercò rimedio nell'emigrazione, soprattutto in Francia.

Perciò nei primi decenni del Novecento, e soprattutto nel secondo dopoguerra, il centro storico castrese si è spopolato, mentre le aree rurali circostanti hanno conosciuto un incremento demografico dovuto all'immigrazione da altre zone.

Nel 1927 il comune venne distaccato dalla Provincia di Roma e aggregato alla quella di Frosinone, di nuova istituzione.

La seconda guerra mondiale è stata un periodo tragico per Castro dei Volsci: nel periodo precedente la liberazione, avvenuta il 27 maggio 1944, ci furono rastrellamenti, deportazioni e fucilazioni da parte tedesca; bombardamenti degli alleati, furti, sevizie e violenze delle truppe nordafricane dell'esercito francese hanno segnato assai duramente il paese.

A pace avvenuta Castro dei Volsci ha avviato la ricostruzione dell'abitato pur tra molte difficoltà.

Le conseguenze luttuose della guerra si ripresentarono tragicamente il primo di Novembre 1968, quando una granata di un obice americano da 155 mm esplose nel cimitero comunale, causando 4 morti e 17 feriti. Il residuato bellico, posizionato anni prima quale ornato per il monumento ai Caduti, era ancora pieno di tritolo che fu probabilmente innescato da un lumino votivo inserito nel cavo della spoletta.

Castro dei Volsci ha dato i natali al grande attore Nino Manfredi (1921-2004)

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