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Segni (RM) Segni (RM), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Segni, pochi chilometri a sud di Roma, è un borgo medievale cinto da antiche mura ciclopiche e una storia antica

Nel medioevo la famiglia dei Conti di Segni era la più potente dell’area (diede alla chiesa importanti Papi) e l’importanza di Segni durò parecchi secoli: è per questa ragione che una cospicua serie di importanti Palazzi storici ed innumerevoli Chiese, anche di notevole valore artistico, si snodano lungo le sue caratteristiche vie e belle piazze.

Notevole la cerchia di mura megalitiche con la caratteristica Porta Micenea (ed i resti dell’acropoli).

Nel cinquecento fiorì a Segni un importante quartiere ebraico (da qui origina il cognome di molte famiglie, non solo italiane).

Segni è una delle mete turistiche più apprezzate della zona dei Monti Lepini, dietro i Castelli Romani.

Se vi trovate da queste parti, non lontano da Segni si consiglia la visita anche alle confinanti Cori e Montelanico, oppure Artena e il Lago di Giulianello, ma anche il Parco Archeologico Privernum, il Bosco di Paliano o l'antica città di Norba, o altri piccoli borghi come anche Carpineto Romano, Anagni, Genazzano, , Fiuggi, Ferentino, Fumone, Alatri, Guarcino, Collepardo, Vico nel Lazio, Trevi nel Lazio...

Segni (RM)
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Dove dormire a Segni (RM) e dintorni



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Segni (RM) | Eventi, Tradizioni & folclore

  • San Bruno

È la festa del santo patrono di Segni, e per questo è la più sentita e la più ricca di eventi. Si festeggia il 18 luglio.

Durante il periodo di festa si svolge il "Palio di S. Bruno", organizzato dal gruppo ippico locale, che comprende prove di velocità e destrezza con il cavallo.

  • Santa Lucia

La festa di santa Lucia (13 dicembre) rappresenta una occasione di svago per la comunità dell'antico centro storico, poiché è presente una fiera ed è un giorno festivo. Il 26 febbraio 2012 è stato donato alla chiesa il busto di Thomas Becket arcivescovo di Canterbury, santo (Londra 1117 - Canterbury 1170).

  • Sagra del Marrone

La sagra del Marrone si festeggia la penultima domenica di ottobre, sin dagli anni 50 del Novecento, con Corteo storico della Copéta, e la distribuzione del dolce di castagne sulla scalinata della cattedrale, una vecchia usanza riportata negli antichi statuti segnini.

  • Festival Della Gastronomia Dei Monti Lepini, nel mese di Ottobre
  • Le Calecare, nel mese di Marzo
  • Carnevale di Segni con sfilata di carri e di gruppi in maschera, musica, artisti di strada.
  • Giostra del Maialetto

Le sue origini risalgono ai primi anni del Seicento poiché in quel periodo il popolo segnino e i conti Sforza, duchi di Segni, ebbero delle dispute per la gabella dovuta per il pascolo dei maiali nel bosco.

Secondo lo statuto la tassa doveva essere incamerata nei fondi comunitari, mentre i duchi volevano assumerla nelle loro casse.

In attesa della sentenza giudiziaria dipendenti dei signori, a colpi di bastone e ramazze di sagina, scacciavano i maiali dal bosco.

Dopo che il popolo finalmente ottenne una sentenza favorevole, i Segnini scimmiottarono la lite con il duca inventando la "Giostra del maialetto".

La giostra si svolge lasciando libero dentro la Cisterna Romana, (costruita con opus signinum), un maialino ricercato da cinque squadre (una per contrada) di due uomini ciascuna, bendati, per essere colpito con scope di saggina.

Gli uomini sono richiamati dal suono di un campanello che tutti, compreso il maialino, portano legato.

Vince la squadra che riesce a colpire più volte il maialino; spesso, però, i concorrenti si colpivano fra loro, ingannati dal suono del campanello degli altri concorrenti, con grande ilarità del pubblico presente.

La Giostra è stata sospesa molte volte dal 1992 a causa delle pressioni di associazioni animaliste per cui informatevi sui canali ufficiali del Comune di Segni per capire se e quando poter assistervi.

Segni (RM)
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Che cosa vedere a Segni (RM) | Monumenti e luoghi d'interesse

Segni (RM) | Architetture religiose

Concattedrale di Santa Maria Assunta

La chiesa fu costruita nella prima metà del XVII secolo, sulle rovine della precedente che risaliva al 900, al tempo di San Bruno.

Ha facciata neoclassica e poggia su un'ampia gradinata.

Il campanile, a lato della chiesa, risale all'XI secolo.

È alto 24 metri, ha sezione quadrata con 5,25 metri di lato.

La torre consta di 5 piani divisi esteriormente da una serie di cinque archi pensili.

Ogni piano è porta nei quattro lati ampie superfici rientrate su cui si aprono cinque ordini di finestre (dal basso verso l'alto rispettivamente: monofore, bifore, trifore, bifore e ancora monofore).

Ai lati della facciata sono ben visibili due quadranti in pietra (uno segnala le ore per meridiana, l'altro per lancette orarie), entrambi fuori uso.

L'attuale orologio è in uso dal 1933.

L'interno, a croce greca, è impreziosito da opere pittoriche.

Notevoli infatti i dipinti di Francesco Cozza e la pala dell'altare maggiore, che riproduce la Vergine Assunta sorretta dagli Angeli con in basso gli Apostoli.

Un affresco nella cappella di San Francesco, come riferisce il libro di Bruno Navarra, è attribuito al Baciccio (Giovan Battista Gaulli).

All'interno della chiesa sono conservate le reliquie di San Bruno, santo patrono, nella cappella omonima.

La chiesa di San Pietro sorge sulle rovine dell'antico tempio pagano dell'acropoli.
L'ampio sagrato coperto da selci bianchi offre alla vista la facciata in tufo.
Il campanile movimentato su tre lati da una bifora e sul rimanente da una monofora, e l'adiacente giardino pensile.
Nell'aula interna sono conservati tre preziosi e delicati affreschi. Il più antico risale all'XII secolo e rappresenta la Madonna col Bambino.
Gli altri due rappresentano San Sebastiano e la Vergine in trono, con il Bambino dulle ginocchia, tra i santi Lorenzo, Stefano e, presumibilmente, Vitaliano.
La tela a pala d'altare fu realizzata dal Tadolini nel 1907.
Del '500 è invece la tela a sinistra del presbiterio che raffigura il conferimento del primato a Pietro.
Il Seminario
Da piazza San Pietro si può ammirare la facciata del Seminario, edificato nel XII secolo ad opera di papa Eugenio III come palazzo apostolico in virtù della sua apprezzabile posizione panoramica.
Vi soggiornarono, infatti, seppur per brevi periodi, papi importanti per la storia della Chiesa.
Un'ala più recente del seminario è attualmente occupata dall'Archivio storico Innocenzo III che raccoglie e mette a disposizione degli studiosi e degli appassionati di storia locale le carte della Cancelleria vescovile di Segni, del Capitolo della Cattedrale, del Seminario e di alcune parrocchie della Diocesi.
Santo Stefano
La chiesa, che sorge sull'omonima piazza, è secondo la tradizione popolare il primo luogo di culto cristiano a Segni.
La nuova religione, infatti penetrata a Segni tra la fine del I e l'inizio del secolo successivo, tramutò la sinagoga di una comunità ebraica, stanziata nella vicina contrada chiamata "Judea", in un tempio cristiano.
Il campanile romanico che si eleva per quattro piani merita di essere ammirato.
Chiesa del Gesù
Sorse nel primo decennio del XVIII secolo a opera dei padri dottrinari che abitavano nell'attiguo convento che attualmente svolge le funzioni di palazzo municipale.
La chiesa è costituita da un'unica aula rettangolare con sei cappelle laterali leggermente rialzate.
L'altare centrale mostra una tela di autore settecentesco raffigurante Gesù con Maria.
In questa chiesa è conservata una tela dell'Addolorata ritenuta miracolosa.
L'immagine è opera di un abile pittore che copiò la "Vergine in contemplazione" di Guido Reni inserendo l'elemento della spada che trafigge la Vergine.

Segni (RM)
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Segni (RM) | Edifici Storici

Meritano ancora di essere ammirati palazzo Cremona (rinascimentale, bel loggiato), palazzo Geoffroy, la loggetta medioevale, tutti i palazzi lungo via Dante, palazzo Conti (antichissimo ma ristrutturato nel '500, saloni affrescati), l'ex palazzo della Comunità (duecentesco), attualmente sede del Museo Archeologico Comunale ricco di testimonianze (ordinate anche con criteri didattici) sia archeologiche che di storia medioevale della città e del territorio..

Museo Archeologico Comunale di Segni
Museo Archeologico Comunale di Segni

Segni (RM) | Architetture militari

Mura poligonali

La città è circondata da un'ampia cinta muraria, perfettamente conservata che prende il nome di mura ciclopiche.

Queste sono intervallate da numerose porte che si aprono lungo tutto il percorso della cinta, la più famosa di queste è la Porta Saracena, che presenta un monolite di copertura lungo oltre tre metri.

Taluni hanno paragonato questa cinta a quella della città greca di Micene.

Comunque una targa esposta all'ingresso di Segni ricorda ai visitatori che il comune è gemellato con quello di Micene.

Nella parte alta della cittadina è ubicato quanto resta dell'antica Acropoli.

E qui sono interessanti: la chiesa di S. Pietro costruita con parte delle antiche mura megalitiche e una cisterna del III secolo.

Diversi reperti dell'antica città romana sono infine visibili presso il locale museo che da qualche tempo è abbastanza attivo anche per le scoperte che sono state effettuate in pianura durante la costruzione della linea ferroviaria dell'alta velocità.

Segni (RM)
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La cinta esterna

Sempre dal Signinis memoranda fastis di Colaiacomo, si può leggere:

"Delle mura megalitiche di Segni, veramente di una grandiosità imponente nella vastità delle sue cinte ed dei suoi bastioni interni, possediamo una planimetria (in scala 1/8000), riportata anche da Ionta, di cui ignoro l'autore e la data di rilevamento, non essendo riuscito a trovare la fonte originale, a meno che non si tratti di quella del Perito Gian Pietro Cremona, di cui non si hanno più tracce.

Come risulta dalla planimetria citata, la cinta esterna non inizia, come si sente dire erroneamente, col tratto di mura che sostengono il giardino del passeggio e che costituivano invece il punto di partenza della II cinta collegantesi anticamente a Porta Elcino.

Cominciava, invece, a sinistra dell'imbocco di via di Gavignano.

Tale prima cinta, però, salvo saltuarie tracce tuttora esistenti e rilevantesi negli orti che si estendono a monte della parte sinistra della via Gavignano fino a quasi all'altezza di via Dante, è completamente mancante per l'intera prima parte del suo antico percorso.

Infatti, essa riappare in evidenza soltanto a circa 17 mt. dalla porta del "Reposaturo", così detta in dialetto perché la gente di campagna, che risaliva dal piano con carichi di gramaglir ed altro sulla testa o sulle spalle (a seconda del sesso), era solita riposarvisi poggiandoveli sui massi poligonali, onde facilitarne il ricarico alla ripresa del cammino dopo la breve sosta ristoratrice.

Le mura ricompaiono ben visibili a circa 20 m prima della successiva Porta di "Pianigliozzo" corruzione del dialettale Pianillozzo".

La Porta Saracena

Questa grandiosa porta rappresenta uno dei più meravigliosi monumenti di tutti i tempi, e per l'imponente grossezza dei massi può ben reggere il confronto con la famosa Porta dei Leoni di Micene, con la quale spesso viene nominata e paragonata.

Essa risulta l'esemplare più ben conservato e più interessante di tutte le altre opere similari, ed è perciò citata nel mondo intero in tutti i trattati di archeologia.

La sua luce si apre a circa 3/4 di un poderoso raccordo trasversale eretto tra le due cinte, il quale misura all'esterno una lunghezza di 15,50 m, un'altezza che va da 1,80 m a 6 m circa, e una lunghezza di circa 3,40 m.

L'apertura della porta, a ogiva tronca all'incirca alta 2,50 m, larga alla base 3,50 m fino a restringersi a 1,40 m alla sommità, mentre lo spessore delle sue mura all'interno del lato sinistro è di circa 2,55 m.

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Segni (RM) | La Storia

I primi insediamenti nel territorio di Segni risalgono all'età del bronzo, ma l'abitato si sviluppò solo in epoca romana, tempo in cui Segni rivestì una posizione strategica sulla valle del fiume Sacco.

Nel VI secolo a.C. Tarquinio il Superbo re di Roma, inviò a Signia dei coloni e una guarnigione armata per proteggere, per via terra, le vie di accesso alla città di Roma; ciò è dimostrato anche da numerosi resti archeologici rinvenuti sul territorio.

Nel 499 a.C., consoli Tito Ebuzio Helva e Gaio Veturio Gemino Cicurino, Segnia resistette a un tentativo di attacco portato da un contingente di Latini condotti da Sesto Tarquinio, figlio di Tarquinio il Superbo, nell'ambito delle azioni intraprese dai Tarquini per sollevare i Latini contro Roma, azioni che avrebbero avuto il loro epilogo militare nella battaglia del Lago Regillo.

Nel 493 a.C. i Segnini sottoscrissero assieme ad altre popolazioni il Foedus Cassianum, il trattato di pace e alleanza stipulato tra le città latine e Roma.

Signia fu una città-stato autonoma fino al 340 a.C., anno della guerra latina, quando venne stipulato un patto con i Romani.

Nel III secolo Signia era una città fiorente che, unica nel Lazio, coniò monete d'argento con la legenda SEIC che significa cinghiale, da cui si crede derivi il nome della città, anche se altri lo fanno derivare dalle insegne di Tarquinio il Superbo - SIGNIA in latino - o dalla statua del dio Mercurio -Signinum, presente nel dritto delle monete di Segni.

Per la sua fedeltà nei confronti di Roma, Segni venne scelta come luogo di prigionia nella guerra contro Annibale.

I Romani la elevarono a municipio nell'89 a.C. e la fregiarono della sigla SPQS (Senatus Populusque Signinus) godendo così di relativa indipendenza, ma con obblighi di alleanza con la stessa Roma.

Tra l'era repubblicana e il successivo periodo imperiale, a Signia venne costruito il foro, i templi: uno al dio Ercole e uno a Giunone Moneta, vengono innalzati monumenti a varie divinità e all'imperatore Caracalla venne dedicato il foro e vennero costruite numerose ville nel circondario.

Tra la fine del VI secolo e l'inizio del successivo nacque a Segni papa Vitaliano, che pontificò dal 657 al 672.

Nei secoli XII-XIII, inserita nel Ducato Romano e nel "Patrimonio di S. Pietro", Segni si sviluppò sotto il dominio della Santa Sede raggiungendo l'apice della fama e l'autonomia locale.

Nel XIII secolo viene costruita l'odierna piazza Santa Maria, la vecchia cattedrale duecentesca, il palazzo della Comunità e l'Episcopio.

In tale periodo Segni divenne residenza estiva dei papi e venne costruita da papa Eugenio III una residenza estiva, che oggi ospita il seminario vescovile.

Nel 1585 papa Sisto V elevò Segni a ducato (il primo duca fu Alessandro Conti Sforza).

Il 20 settembre 1870 Segni entrò a far parte del Regno d'Italia dopo la presa di Roma da parte delle truppe del Regno d'Italia.

Bombardata il 7 marzo 1944, Segni ha perso l'antica Chiesa di Santa Lucia, successivamente ricostruita, e ha pagato un notevole tributo di morti.

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