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Marta (VT) Lago di Bolsena
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Isola Martiana - Marta (VT) Lago di Bolsena
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Indirizzo:
Via del Castello, 25, 01010 Marta VT Marta (VT), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Marta, principale e attivo porto sulla sponda meridionale Lago di Bolsena, è un pittoresco villaggio di pescatori che sorge a 315 metri sul livello del mare.

Il borgo medievale di Marta, con la sua bellissima Torre dell'orologio e i vicoli pedonali stretti tra le case in tufo, si trova a soli 24 km da Viterbo e neanche due ore di auto da Roma, alle pendici del Monte di Marta (424 m s.l.m., di origine vulcanica), sotto il quale sorge il Santuario della Madonna del Monte.

Qui la suggestiva Festa della Madonna del Monte (14 Maggio), detta anche Barabbata, ha origini molto antiche: probabilmente deriva dagli antichi riti pagani che celebravano il risveglio della natura dopo la lunga sosta dei mesi invernali. Dai documenti sappiamo che la festa si celebrava già prima del 1555.

A Luglio la proloco di Marta organizza la sagra " Cannaiola in borgo" per celebrare il vino locale nelle stradine del centro storico.

Le origini dell'abitato di Marta sono incerte: alcuni studiosi la fanno risalire addirittura al periodo fenicio, dal quale avrebbe derivato il nome di Marath, altri sostengono che abbia origini etrusche.

Il borgo medievale è arroccato su un colle dal quale si domina la vista sul lago e le case in tufo, con le caratteristiche viuzze, scalinate, passaggi ed angoli suggestivi, sono a loro volta dominate dalla possente Torre dell'Orologio di forma ottagonale costruita su un basamento tronco-piramidale e dai resti della Rocca che Papa Urbano IV fece costruire intorno al 1260.

Il territorio è generalmente ricco di vegetazione, con dei boschi, ove si possono incontrare istrici, ricci, volpi, tassi e talpe, non escludendo l'incontro pure con qualche cinghiale, scoiattolo o faina.

Marta è circondata dalla catena dei monti Volsini, la quale si snoda tutta intorno al lago con un picco di 690 metri s.l.m. nel Poggio del Torrone fra i comuni di Bolsena e Castel Giorgio.

Fortunatamente le aree dei rilievi che circondano il paese sono state solo in parte usate per l'agricoltura, e quindi si possono ancora ammirare colline dal colore verde scuro ove sono presenti dei boschi.

Fanno parte del territorio comunale l'isola Martana, sul lago di Bolsena, che dista dal centro abitato circa 2 km, e il tratto iniziale del fiume Marta.

Il clima della cittadina è generalmente temperato con estati spesso calde ma non eccessivamente grazie alle costanti brezze di lago e di mare, e inverni miti grazie all'influenza mitigatrice del lago, ma spesso spirano forti e gelidi venti di tramontana.

La neve è rara, a differenza che sui monti circostanti, i quali la vedono in molte occasioni.

I maggiori apporti pluviometrici si hanno nelle due stagioni di mezzo, ovvero in autunno e in primavera.

Non rare d'inverno sono le cosiddette lagheggiate, ossia quando il forte vento di tramontana fa sbattere le onde del lago sui muraglioni creando spettacolari stalattiti sugli stessi, sugli alberi e sulle fontane nonché sul lungolago grazie al clima molto freddo presente.

Sono quasi esclusivamente presenti sulla sponda meridionale del lago nei comuni di Marta e Capodimonte ma anche sulla porzione di lago di Montefiascone, e sono spesso meta di turisti e visitatori.

Se vi trovate da queste parti dovreste visitare anche i bellissimi borghi di Grotte di Castro, Bolsena, Gradoli e Capodimonte e magari anche Sant'Angelo di Roccalvecce - Il paese delle Fiabe.

La provincia di Viterbo non smette di stupire , come già sapete se magari avete visitato il Parco dei Mostri di Bomarzo, l'antico borgo di Chia e Soriano nel Cimino, Civita di Bagnoregio; Calcata e il suo Opera Bosco Museo di Arte nella Natura, i giardini di Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola...

Qui vicino ad esempio troviamo il grazioso borgo di Graffignano, ma anche Civitella d'Agliano che nasconde un museo a cielo aperto: "La Serpara" di "Paul Wiedmer", l'artista svizzero che nel 1997 ha acquistato una vallata per realizzare un affascinante giardino, atelier con più di 40 installazioni artistiche e sculture che si fondono letteralmente nella natura - visitabile solo alcuni giorni dell'anno.

Marta (VT) Lago di Bolsena
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Isola Martana - Lago di Bolsena - antico tunnel scavato nel tufo che dalla punta più alta conduce al livello del lago, nella parte opposta dell'isola

Isola Martana - Lago di Bolsena - antico tunnel che conduce al livello del lago, nella parte opposta dell'isola

Marta - Lago di Bolsena - Isola Martana

Situata di fronte al centro abitato di Marta, da cui prende il nome e al quale appartiene territorialmente, l'Isola Martana è la più piccola delle due isole del lago, in termini di superficie, con i suoi 10,3 hm².

L'isola martana ha custodito le spoglie di santa Cristina, portata qui da alcuni fedeli del luogo perché non cadessero preda dei saraceni o dei longobardi che per anni saccheggiarono i centri abitati del lago.

Nell'isola esiste un antico tunnel scavato nel tufo che dalla punta più alta conduce al livello del lago, nella parte opposta dell'isola.

Si dice fosse usato da Amalasunta (in gotico Amalaswintha), regina dei Goti, per andare a fare il bagno, ma non è chiara l'origine della sua edificazione, probabilmente molto più antica.

L'Isola Martana fu anche al centro della tragica vicenda storica di Amalasunta, unica figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti.

Dopo essere stata portata con l'inganno sull'isola martana, qui Amalasunta vi fu trucidata dal cugino Teodato il 30 aprile del 535 d.C..

La sua morte, carica di mistero, ha alimentato da sempre leggende a fosche tinte tra le popolazioni intorno al lago di Bolsena.

Gli anziani del posto raccontano che dopo la sua morte il corpo di Amalasunta fu messo in una carrozza d'oro e seppellito sulla terraferma in uno dei sette colli posti davanti all'isola e che nelle notti di luna piena il suo fantasma aleggi ancora attorno alle rocce e alle acque dell'isola Martana.

Inoltre molti pescatori di Marta affermano che durante giornate di forte tramontana, vicino l'isola Martana, sia possibile ancora udire le urla strazianti della regina dei Goti.

Si narra anche di una strada che collegava anticamente l'isola Martana alla terraferma e che era solita essere percorsa dalla regina.

A questa strada, probabilmente esistita viste le conferme degli ultimi rilevamenti subacquei, è stato dato il nome di "strada di Amalasunta" proprio in onore alla regina.

A lei è dedicata una via del borgo di Marta mentre nella parte orientale dell'isola martana  è stata posta una targa in sua memoria.

Presso il numero civico 106 di via Amalasunta, nel centro storico di Marta, la tradizione individua in questo edificio la "Casa di Tomao", ossia la casa del leggendario pescatore che portò Amalasunta sull'isola Martana e che tenne i contatti tra la regina dei Goti e la popolazione martana. A questo leggendario pescatore martano è dedicata una piccola piazza conosciuta dai martani come "Laco (lago) Tomao".

L'isola, disabitata, fu un tempo sede di un convento degli Agostiniani.

Attualmente è proprietà privata e quindi non ne è possibile la visita.

È comunque possibile circumnavigarla con un battello che parte dal porto di Capodimonte e dal porto di Bolsena.

Marta (VT) Lago di Bolsena
Marta (VT) Lago di Bolsena

Che cosa vedere a Marta (VT) sul Lago di Bolsena | Monumenti & luoghi d'interesse

Marta (VT) | Architetture religiose

  • Chiesa Collegiata dei SS. Marta e Biagio
  • Chiesa del Crocifisso
  • Chiesa della Madonna del Castagno, XVII secolo a poche centinaia di metri dall'abitato. Prima dei lavori di rifacimento, vi era soffitto in legno dipinto a motivi tardo barocchi. Vi sono tre altari barocchi tra cui quello centrale con l'immagine su tegola della Madonna omonima.
  • Santuario e convento della Madonna del Monte, XII secolo, sulle pendici di un colle che domina dall'alto il lago e il paese. L'interno è a navata unica e tre altari di epoca barocca. Sull'arco trionfale resti di affreschi della primitiva chiesa e sulla parete destra resto di affresco del XV secolo.
  • Chiesa Templare di Santa Maria delle Grazie (o SS. Pietro e Paolo), XIII secolo, nel sito archeologico di Castell'Araldo (vi era chiesa, castello e foresteria) a 3 km dal centro abitato lungo la strada che da Marta porta a Tuscania. Restaurata dopo abbandono e forte degrado, mentre l'affresco sull'altare maggiore è stato asportato da ignoti.
  • "Madonna della Grotta" o Grotta delle apparizioni

Santuario della Madonna del Monte

Il santuario della Madonna del Monte si trova su un colle, a poca distanza dall'abitato di Marta.

Qui ogni anno il 14 Maggio si celebra la festa della Madonna del Monte

Marta (VT) Santuario della Madonna del Monte
Marta (VT) Santuario della Madonna del Monte

Marta (VT) | Architetture civili

Torre dell'Orologio

Nel punto più alto del centro storico del paese si erge la Torre dell'Orologio, alta circa 21 metri dalla pianta quadrangolare si sviluppa poi a forma ottagonale, era utilizzata sia come vedetta per scopi difensivi che come prigione, tanto che alcuni la identificano con "la malta", la prigione per gli ecclesiastici riferita da Dante nel Canto IX del Paradiso.

Il monumento è stato restaurato negli ultimi anni, dove è possibile nel periodo estivo entrarvi e godere del meraviglioso panorama del lago di Bolsena da quella altezza.

La torre, simbolo di Marta almeno quanto la festa della Madonna Santissima del Monte, è antichissima e potrebbe ben risalire ad epoca anteriore al XII secolo: ne abbiamo conferma dalle fonti storiche e in particolare dal Bussi che, nella sua storia di Viterbo, racconta che i viterbesi se ne impadronirono nel 1197, dopo averla espugnata uccidendo in battaglia Janni Macaro, che ne era il signore.

Dalle vicende belliche la torre uscì probabilmente distrutta o alquanto malconcia: abbiamo infatti notizia dall'Annibali di una sua ricostruzione avvenuta nel 1323, sotto papa Giovanni XXII.

Non trascorse un decennio che la torre fu nuovamente riedificata, nell'ambito dei lavori di ristrutturazione e consolidamento difensivo della rocca: dal che si deduce che nel frattempo era rovinata o era stata demolita.

Quando in questa zona arrivarono i Farnese, nel quindicesimo secolo, la torre fu quasi certamente restaurata.

Ciò è testimoniato dal fatto che Pierluigi Farnese vi appose il suo stemma: il liocorno sovrastante un cimiero piumato e uno scudo con gigli seminati.

Marta (VT) Torre dell'orologio
Marta (VT) Torre dell'orologio

Resti della Rocca di Marta

Andata distrutta la Rocca mantiene ancora una parete. Si trova vicino la torre dell'orologio e oggi ha una stanza dedicata alle apparizioni della Madonna

Marta (VT) resti della Rocca del XIII secolo
Marta (VT) resti della Rocca del XIII secolo

Palazzo Sforza-Ciotti

Situato alla destra del Palazzo Comunale, sull'architrave troviamo la scritta "SFORZA CIOTTI 1571".

Ornato da un giglio farnesiano e un blasone a forma di testa di cavallo posto sul portone, viene erroneamente descritto da alcuni come palazzo Farnese, in realtà lo stemma dei Farnese fu concesso in uso per fregiare il palazzo Sforza Ciotti dell’omonima famiglia a rimarcare i rapporti tra gli stessi.

Sugli architravi delle finestre si trova uno stemma raffigurante di due gigli ed una rosa canina dal matrimonio Farnese Orsini, e  lo stemma del cardinale Alessandro Farnese (divenuto Paolo III) raffigurante i sei gigli ed il cappello cardinalizio.

Tutte le finestre hanno riquadrature in basaltina, ornate con gigli o con la scritta "Sforza Ciotti".

Il palazzo è attualmente proprietà privata.

Marta (VT) Lago di Bolsena
Marta (VT) Lago di Bolsena

Marta | La Storia

Il territorio comunale di Marta (VT) rivestì una notevole importanza lungo l'intero arco del periodo etrusco (VII - I sec. a.C.) trovandosi a un capo della vallata dell'omonimo fiume Marta che, fin dall'antichità, favorì il collegamento diretto tra il bacino del lago di Bolsena e la costa tirrenica.

Favorì, quindi, i rapporti tra il territorio volsiniese e la grande città-stato di Tarquinia che raggiungeva, dopo aver lambito le rupi di Tuscania, un altro importante centro del territorio tarquiniese.

Solo attraverso la vitalità di questo itinerario, lungo cui scorrevano persone, merci e ideali, si può comprendere come il territorio di Tarquinia, ormai soggetta al potere romano, si sia potuto estendere nel I sec. a.C. fino alle sponde sud-occidentali del lago di Bolsena, includendo proprio l'agro martano.

Le origini di Marta (VT), tuttora fonte di discussione tra gli storici, si perdono nella notte dei tempi e sfumano nella leggenda.

Alcuni storici sostengono che Marta sia stata fondata da un pronipote di Noè; altri che abbia origini fenicie e che il suo nome derivi dal vocabolo fenicio "Marath"; altri ancora propendono per un'origine etrusca e ipotizzano che a fondare la cittadina sia stato Laerte, re di Chiusi (Porsenna), e che il suo primitivo nome fosse "Larthe Oppidum" mentre per qualche altro furono i Romani.

La presenza dell'uomo nel territorio, nel periodo etrusco e nella preistoria, è confermata da numerosi reperti archeologici.

Il nome Marta compare nella Tavola Peutingeriana come una stazione della via Clodia (la Tavola Peutingeriana è una copia di fine sec. XI-inizio sec. XII di una carta itineraria militare di epoca imperiale) e se ne precisa la distanza da Tuscania in 9 miglia, cioè l'attuale distanza Marta-Tuscania.

Non c'è dubbio che si tratti del paese poiché la Tavola quando fa riferimenti ai fiumi vi appone sempre la parola "fluvio" e tra i due termini viene frapposto anche il segno dell'acqua.

Il primo dato certo risale al 726 d.C. quando il paese, con il nome attuale, compare nell'atto di donazione che Ludovico il Pio fece alla Santa Sede per la costituzione del “Patrimonio di San Pietro in Tuscia”.

Dal XIII secolo sino alla sua annessione al regno d'Italia, Marta ebbe una storia travagliata: contesa fra Stati limitrofi e famiglie potenti, passò da una dominazione all'altra subendo le immancabili e dolorose traversie.

A seguito di questi eventi, si avvicendarono al governo del paese i Prefetti di Vico, i Signori di Bisenzio, le città di Orvieto e Viterbo, i capitani di ventura Fra' Moriale e Angelo da Lavello detto Tartaglia.

Successivamente fu posseduta dalle famiglie Orsini e Farnese, che si alternarono nel governo del Paese, finché, nel 1537, Marta fu inclusa nel Ducato di Castro, costituito da papa Paolo III per il figlio Pierluigi, e vi rimase fino alla distruzione dello stesso, nel 1649, ad opera delle truppe pontificie di papa Innocenzo X Pamphili.

Tornata sotto la giurisdizione della Camera Apostolica, Marta restò in possesso della Santa Sede fino all'unità d'Italia, tranne che per due brevi periodi, in cui fu concessa in enfiteusi al marchese Pietro della Fargna (1788) e al principe polacco Stanislao Poniatowsky.

Nel 1927 venne distaccata dalla provincia di Roma e assegnata alla costituenda provincia di Viterbo.

Durante la II° Guerra Mondiale i Tedeschi, per contrastare l'avanzata degli Alleati, fecero saltare il ponte sul fiume Marta e cosparsero di mine un po' tutto il territorio incentivando inevitabilmente morte tra la gente, specie bambini, che scambiando le mine per dei semplici sassi spesso le utilizzavano inconsciamente come gioco.

Tuttavia il paese fortunatamente non fu oggetto di pesanti bombardamenti come invece lo furono Montefiascone, Viterbo e altri centri della Tuscia.

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