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- Sant’Angelo di Roccalvecce (VT) – Il paese delle Fiabe
Sant’Angelo di Roccalvecce è un paese che sembra uscito da un libro di favole, a due passi da Roma, un'ora e mezza circa, vicino il lago di Bolsena in provincia di Viterbo.
Perché Sant'Angelo di Roccalvecce viene definito il paese delle fiabe?
Perché questa piccola frazione del capoluogo viterbese, immersa nello splendido scenario naturale della Teverina, altro non è che la testimonianza di come la fantasia e l’ingegno attraverso la mediazione dell’arte, possano restituire valore a ciò che stato per lungo tempo dimenticato.
La provincia di Viterbo non smette di stupire , come già sapete se magari avete visitato il Parco dei Mostri di Bomarzo, l'antico borgo di Chia e Soriano nel Cimino, Civita di Bagnoregio; Calcata e il suo Opera Bosco Museo di Arte nella Natura, i giardini di Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola...
Qui vicino ad esempio troviamo il grazioso borgo di Graffignano, ma anche Civitella d'Agliano che nasconde un museo a cielo aperto: "La Serpara" di "Paul Wiedmer", l'artista svizzero che nel 1997 ha acquistato una vallata per realizzare un affascinante giardino, atelier con più di 40 installazioni artistiche e sculture che si fondono letteralmente nella natura - visitabile solo alcuni giorni dell'anno.
Se vi trovate da queste parti dovreste poi visitare anche i bellissimi borghi di Bolsena, Marta, Grotte di Castro, Gradoli e Capodimonte
Sant'Angelo di Roccalvecce (VT)
Nel dicembre del 2016 Gianluca Chiovelli, nativo di Sant’Angelo di Roccalvecce, certo di voler dare un nuovo impulso al luogo decide di fondare l’associazione culturale ACAS con il preciso intento di realizzare autonomamente un audace progetto che vedrebbe trasformato il borgo in uno sfavillante e magico palcoscenico dove far rivivere i personaggi della nostra infanzia.
Ecco che grazie alla collaborazione di un team di street artist, tutto al femminile, le piazze e le vie di Sant’Angelo di Roccalvecce, i vicoli un tempo desolati, come per magia riprendono vita, si colorano, si animano di storie come in un enorme libro di favole.
Ad aprire questa magnifica avventura a di Sant’Angelo di Roccalvecce è proprio lei “Alice nel paese delle Meraviglie” di Lewis Carrol, il simbolo per eccellenza di un mondo che si può vedere solo con la fantasia, popolato dal Capellaio Matto, lo Stregatto e la Regina di cuori.
Il murales realizzato da Tina Loiodice si trova nella piazza principale di Sant’Angelo di Roccalvecce a sottolineare il legame profondo tra la favola e la rinata anima del borghetto.
L’intero perimetro di facciata è affrescato con i protagonisti del racconto: le carte, l’orologio, che segna con le sue lancette le 11 e 27 minuti in riferimento al giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 27 novembre del 2017, il Bianconiglio, sempre di fretta e lei, Alice, il deus ex machina della rappresentazione che, con le sembianze di una bimba del luogo nel tradizionale abito bianco-azzurro, accompagna il visitatore alla scoperta di questo posto incantato, perché qui, come nel mondo, senza una guida ci si può perdere tra mille pericoli e mille avversità.
Lasciamoci dunque condurre via via in questa inusuale caccia al tesoro nell'incantevole Sant’Angelo di Roccalvecce, alla ricerca degli altri magnifici personaggi narrati ed ecco apparire come per incanto I quattro musicanti di Brema, Il libro della giungla, Peter Pan, Il piccolo principe, Le fate di Avalon, La piccola fiammiferaia, Il brutto anatroccolo; ed ancora Hansel e Gretel, Alì Babà e i Quaranta Ladroni, La bella addormentata nel bosco, Gli gnomi dei Grimm e tanti altri ancora di cui non si svelerà il mistero per non perdere il gusto della scoperta.
Qui una mappa del percorso dei murales realizzati aggiornata al 2022:
Girovagando tra le vie, inoltre, sarà possibile imbattersi non solo in opere ad affresco ma anche in installazioni come La fiaba del passato e C’era una volta oppure nelle undici formelle di peperino cotto sulle avventure di Pinocchio, in Brontolo il nano portafortuna in basaltina primo dei suoi fratelli senza dimenticare opere come la lunetta in marmo con la dolcissima Biancaneve.
Sant’Angelo di Roccalvecce però è una fucina in costante movimento e dopo la forzata chiusura di questi mesi (per via della pandemia) ha ripreso a pieno ritmo le sue narrazioni con due lavori frutto di quella voglia di rinnovamento e di rinascita già ben codificati all’inizio di questa novella: si tratta de L’alba di un nuovo giorno, che rappresenta un augurio di speranza dopo i mesi bui del Coronavirus e la scalinata su cui è dipinta la frase: “Vieni con me dove nascono i sogni e dove il Tempo non è programmato pensa solo cose felici e il tuo cuore volerà sulle ali per sempre”, un altro modo per auspicare a tutti la serenità e la voglia di divertirsi preclusaci in questi lunghi mesi di distanziamento sociale.
Ma come in ogni favola che si rispetti non può di certo mancare un finale a sorpresa in cui La Bella e la Bestia si incontrano e si amano per sempre.
Non tutti sanno però che questa fiaba avrebbe una base storica riconducibile, pensate un po’, proprio a questa zona del viterbese.
Infatti secondo alcune fonti la “bestia” altri non sarebbe che un nobile spagnolo affetto da ipertricosi, appartenente alla corte di Enrico II di Francia il quale a seguito del suo matrimonio con una bellissima damigella della regina Caterina, e dopo diverse vicissitudini, si stabilì a Capodimonte, sul Lago di Bolsena, dove morì nel 1618.
Visitando questa “pinacoteca” en plein air, potremmo facilmente concludere il nostro viaggio, inoltrarci nei numerosi sentieri e camminamenti che dal borgo si irradiano verso i comuni e le frazioni limitrofe come il percorso che unisce Sant’Angelo, Roccalvecce e Celleno ribattezzato “Sentiero dei Castelli e delle Fiabe” oppure quello mappato dal comune di Graffignano, che unisce il paese, la sua frazione di Sipicciano a Sant’Angelo lungo un circuito di circa venti chilometri fruibile anche a tappe più brevi.
A Sant’Angelo di Roccalvecce è impossibile non esser soggiogati da tanto “incantamento” e non lasciarsi trasportare dalle ali dell’ immaginazione!
Non rimane dunque che entrare nella favola e provare ad essere, almeno per un giorno, i protagonisti indiscussi, gli spettatori incontrastati della nostra fantasia.
La provincia di Viterbo non smette di stupire , come già sapete se magari avete visitato il Parco dei Mostri di Bomarzo, l'antico borgo di Chia, Civita di Bagnoregio; Calcata e il suo Opera Bosco Museo di Arte nella Natura, i giardini di Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola...
Civitella d'Agliano nasconde un museo a cielo aperto: "La Serpara" di "Paul Wiedmer", l'artista svizzero che nel 1997 ha acquistato una vallata per realizzare un affascinante giardino, atelier con più di 40 installazioni artistiche e sculture che si fondono letteralmente nella natura - visitabile solo alcuni giorni dell'anno.
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