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Gradoli (VT)
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Indirizzo:
Piazza Luigi Palombini, 2, 01010 Gradoli VT Gradoli (VT), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Gradoli è un grazioso borgo medievale disposto a spina di pesce su uno sperone di tufo che si affaccia sul versante settentrionale del lago di Bolsena.

Gradoli è un borgo medievale davvero suggestivo, circondato da vigneti, boschi e fossati: il più piccolo tra quelli sorti sulle colline intorno il lago di Bolsena.

La Rocca Farnese del XVI secolo a guardia del borgo di Gradoli, realizzata dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane, è il fiore all'occhiello del paesino.

Qui secoli prima sorgeva un grande castello al quale si poteva accedere solo con una ripida scalinata, in latino chiamata “gradus”, che si suppone diede il nome al paese già ai tempi del Medioevo: “Castrum Gradolorum”.

Oggi poche tracce rimangono del castello a parte una torre rotonda, oggi inglobata in una casa privata, l’arco d’ingresso e parte delle mura.

Nel territorio di Gradoli sono stati rinvenuti numerosi resti di tombe etrusche nonché una sontuosa villa di epoca repubblicana (di cui è emerso il ninfeo) sulle rive del lago.

L'area era probabilmente sotto l'influenza delle città di Visentum e della Civita di Grotte di Castro.

La storia di Gradoli è simile a quella di altri paesi della zona.

Già libero comune nel Duecento, è sottomesso ad Orvieto nel XIII secolo ed è poi annesso nel 1537 al Ducato di Castro, governato dalla famiglia Farnese.

Quando, nel 1649, fu distrutto Castro, Gradoli passò allo Stato Pontificio.

Verso gli ultimi anni del 1700 si manifesta il fenomeno del brigantaggio.

Nel 1811 Gradoli è occupata dalle milizie di Napoleone.

Nel 1870 con la fine del potere temporale dei Papi passa al Regno d’ Italia.

Fino al 1927 faceva parte della provincia di Roma, per poi passare a quella di Viterbo.

La posizione collinare, il terreno calcareo-argilloso ricco di azoto e potassio permettono un’intensa coltivazione di pregiate varietà di vigneti ed uliveti selezionati, tanto da ricevere il riconoscimento del D.O.C per l’ Aleatico e il Greghetto, la Grappa e l’ Olio extravergine di oliva (quest’ultimo a livello europeo).

Inoltre, i territori adiacenti alle sponde del lago favoriscono anche la coltivazione di cereali ed ortaggi in particolare di patate, fagioli ( bianchi, tondi e piccoli detti del Purgatorio ), aglio e cipolle.

Se vi trovate da queste parti dovreste visitare anche i bellissimi borghi di Bolsena, Marta, Grotte di Castro e Capodimonte e magari anche Sant'Angelo di Roccalvecce - Il paese delle Fiabe.

La provincia di Viterbo non smette di stupire , come già sapete se magari avete visitato il Parco dei Mostri di Bomarzo, l'antico borgo di Chia e Soriano nel Cimino, Civita di Bagnoregio; Calcata e il suo Opera Bosco Museo di Arte nella Natura, i giardini di Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola...

Non distante troviamo il grazioso borgo di Graffignano, ma anche Civitella d'Agliano che nasconde un museo a cielo aperto: "La Serpara" di "Paul Wiedmer", l'artista svizzero che nel 1997 ha acquistato una vallata per realizzare un affascinante giardino, atelier con più di 40 installazioni artistiche e sculture che si fondono letteralmente nella natura - visitabile solo alcuni giorni dell'anno.

Gradoli (VT)
Gradoli (VT)

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Vigneti La Carcaia - Gradoli (VT)
Vigneti La Carcaia - Gradoli (VT)

Che cosa vedere a Gradoli (VT) | Monumenti e luoghi d'interesse

Gradoli (VT) | Architetture religiose

  • La chiesa collegiata di Santa Maria Maddalena, viene citata per la prima volta in un documento del XII secolo, fu ampliata nel 1440. Distrutta da un incendio alla fine del XVIII secolo, fu ricostruita in forme barocche e consacrata il 28 aprile 1708 dal cardinale Marco Antonio Barbarigo, vescovo di Montefiascone.
  • La chiesa di San Michele Arcangelo, detta Sant'Angelo o chiesa dell'Angelo, è la più antica del paese. Citata già nel 1118 in alcuni documenti, si suppone abbia origini longobarde e che sia stata la prima parrocchia del paese. Conserva al suo interno affreschi di scuola senese della prima metà del XV secolo.
  • La chiesa di San Pietro in Vinculis, detta della Madonna, fu a lungo chiesa rurale sorgendo poco fuori le mura del borgo medievale. Oggi inglobata nel centro urbano, è stata rimaneggiata nel XVIII secolo quando perse la forma a croce latina e gli altari laterali.
  • La chiesa di San Magno si trova sulle rive del lago di Bolsena. Fu costruita nel XV secolo dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, proprietario dell'antica macchia circostante, sul luogo dove secondo una tradizione locale, fu martirizzato il santo. Realizzata in tufo locale, ha subito pesanti danneggiamenti nel corso dei secoli. Conserva parziali resti di affreschi raffiguranti l'Angelo Custode e San Magno e un campanile a vela. Gode inoltre di un privilegio particolare: il 19 agosto di ogni anno, chi partecipa alla Messa celebrata nella chiesa, può lucrare l'indulgenza plenaria, concessa da Papa Benedetto XIV nel 1774. Dal 1908 appartiene al Comune di Gradoli.
  • La chiesa di San Vittore sorge su un colle, in direzione Latera. La costruzione sarebbe legata ad un fatto miracoloso: San Vittore avrebbe nascosto Gradoli nella nebbia impedendo così ai Saraceni di saccheggiare e distruggere il paese. La chiesa conservò a lungo un dipinto della Madonna delle Grazie, detta Madonna di San Vittore, particolarmente venerata dal popolo, e oggi ospitato nella chiesa di Santa Maria Maddalena. Rinvenimenti archeologici rivenuti intorno alla chiesa hanno confermato l'ipotesi che l'edificio sia sorto su antichi resti romani, lungo l'antica strada che univa le città etrusche di Bisenzio e Sovana.
  • All'interno delle mura si trovavano anche la chiesa di San Giovanni Decollato e la chiesa della Pietà. Oggi sconsacrate, sono diventate case private pur conservando la forma della facciata.
  • Lungo le antiche strade di campagna che uniscono Gradoli al lago sorgono numerose piccole chiese, alcune delle quali oggi sconsacrate o distrutte, altri invece ancora attive anche se aperte solo pochi giorni l'anno: la chiesa di Sant'Egidio, la chiesa di Sant'Antonio Abate, la chiesa della Madonna della Quercia, la chiesa di San Rocco (sconsacrata) e la chiesa dell'Annunziata con annesso convento francescano (di cui rimangono alcuni resti). Da antiche mappe catastali risultava anche una chiesa dedicata a San Martino.

Gradoli - spiaggia sul lago di Bolsena
Gradoli - spiaggia sul lago di Bolsena

Gradoli (VT) | Architetture civili

  • Il principale monumento cittadino è il Palazzo Farnese, imponente costruzione cinquecentesca che domina l'intero paese, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane come residenza estiva di papa Paolo III e dei Farnese. Il palazzo, conserva sontuose stanze affrescate ed ospita al suo interno il Museo del Costume Farnesiano, interessante raccolta di abiti, armi, utensili rinascimentali e il "Centro Nazionale di Studi sulla Famiglia Farnese". Il 30 gennaio 2017 è stato inaugurato in un locale del Palazzo, il Teatro Comunale "Alessandro Farnese".

Gradoli (VT)
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Gradoli | Eventi & Folklore

Gradoli (VT) | Il Pranzo del Purgatorio

Gradoli è conosciuta per le caratteristiche manifestazioni folcloristiche che accompagnano la fine del Carnevale e l'inizio della Quaresima.

Il Martedì grasso, accanto ai costumi colorati e ai festeggiamenti del Carnevale, per le vie del paese, passa un gruppo di persone, vestite di marrone con un lungo cappuccio viola e per questo note come Incappucciati.

Sono membri della "Fratellanza del Purgatorio" e il loro passaggio nelle strade di Gradoli, vuole ricordare a tutti che il Carnevale sta finendo e sta per iniziare il periodo di digiuno e penitenza della Quaresima.

Gli Incappucciati, bussano alle porte delle case e raccolgono libere offerte, soprattutto prodotti agricoli - salsicce, prosciutti, olive, vino, salami, formaggi - che vengono poi messi all'asta nella piazza del paese.

Il ricavato, viene usato, per finanziare l'indomani - Mercoledì delle Ceneri - il Pranzo del Purgatorio, un pranzo di cibi rigorosamente magri, per pregare la misericordia divina per le anime del Purgatorio.

Il Pranzo del Purgatorio, viene cucinato dai membri della Fratellenza, tutti uomini, (le donne possono partecipare alla mensa solo dagli anni cinquanta) e prevede un menù che risale al XVI secolo: pesce di lago, olio delle colline di Gradoli e i tipici fagioli locali detti appunto "del Purgatorio".

Le origini del Pranzo del Purgatorio risalgono al Trecento per ricordare i caduti di una rivolta contro le pesanti vessazioni imposte dal Papato.

È poi ricordato in una cronaca del 1560 redatta da frate Corrado D'Arco, il primo a riferire che il Pranzo si tiene il mercoledì delle Ceneri con piatti a base di legumi e pesce di lago.

Sono note solo quattro interruzioni della tradizione: nel 1810 per protesta contro l'esilio di Papa Pio VII voluto da Napoleone, nel 1944 per gli eventi bellici della Seconda guerra mondiale, nel 2020 e nel 2021 per la pandemia di Covid.

Gradoli (VT) | Le tentavecchie

Un'altra tradizione è quella delle "Tentavecchie".

La notte del 3, 4 e del 5 gennaio, gruppi di bambini, ragazzi e anche grandi, sfilano per le vie del paese, facendo un fracasso assordante con l'uso di strumenti bizzarri e popolari, come coperchi, pentole, mestoli, padelle, trombette, campanacci, corni.

L'origine di questa tradizione è sconosciuta: seconda una diffusa leggenda popolare, le "Tentavecchie" con il loro fracasso, intendono svegliare la vecchia Befana e ricordarle di portare i doni ai bambini.

Altri inseriscono le Tentavecchie nei riti pagani della terra e che precedono il solstizio d'inverno.

Un'altra voce, risale alle radici cristiane del popolo e vuole che le Tentavecchie con il loro rumore, vogliono coprire il pianto di Gesù Bambino ed evitare che Erode riesca a trovarlo.

Un'ultima ipotesi, infine, vuole che le "Tentavecchie" servino a scacciare gli spiriti maligni tra cui le streghe.

Gradoli (VT) | Fiera di San Vittore.

La seconda domenica di Maggio si organizza una tipica fiera di merci lungo le vie del paese

Gradoli Estate

L'estate gradolese è organizzata dall'Amministrazione Comunale, dalla locale "Pro Loco", dal "Comitato Festeggiamenti" e dalla "Fratellanza del Purgatorio".

Le varie manifestazioni iniziano con la rievocazione storica per la Festa alla Corte dei Farnese e i festeggiamenti patronali di Santa Maria Maddalena (22 luglio) e si concludono con la festa di San Magno e la cena degli Incappucciati “Sagra del fagiolo” (19 agosto).

Evento culmine è la sagra "Aleatico in Festa", dedicata al prodotto tipico più conosciuto del paese, con stand eno-gastronomici e altre manifestazioni (ultimo fine settimana di luglio e primo fine settimana di agosto).

Gradoli (VT) | Fiera del Solleone

L'ultima domenica di Luglio si organizza una tipica fiera di merci lungo le vie del paese

Gradoli (VT) vista dal campanile
Gradoli (VT) vista dal campanile

Gradoli (VT) | La Storia

Gradoli (VT) | Età antica e medioevo

Nel territorio sono stati rinvenuti numerosi resti di tombe etrusche nonché una sontuosa villa di epoca repubblicana (di cui è emerso il ninfeo) sulle rive del lago.

L'area era probabilmente sotto l'influenza delle città di Visentum e della Civita di Grotte di Castro.

Le origini di Gradoli risalgono al Medioevo quando nell'attuale "Pergola" fu costruito un imponente castello, la cui entrata poteva essere raggiunta solo attraverso una ripida scala (in latino "gradus"), da cui deriverebbe il nome del paese. Del castello, rimangono poche tracce: una torre difensiva rotonda, oggi inglobata in una casa privata, l'arco d'ingresso, parte delle mura.

Il fossato che circondava il paese è stato modificato e trasformato in strade e piazze cittadine ma è ancora visibile la forma.

Il primo atto in cui si nomina il Castrum Gradolorum risale al 1113: era una delle proprietà che furono donate da Matilde di Canossa al Papato.

Nel 1118 il clero del castello partecipò al concilio della Val di Lago tenuto dal vescovo di Orvieto Guglielmo e nel 1157 il castello fu ampliato da papa Adriano IV.

Nel secolo successivo cadde, insieme all'intero circondario, sotto il dominio di Orvieto. Nel 1265 una rivolta popolare scacciò gli orvietani e riportò il paese sotto il governo della Santa Sede.

Poco anni dovette di nuovo ritornare sotto Orvieto. Infine nel 1296 un accordo fra il Papato e Orvieto stabilì che i podestà dei comuni del Lago dovessero essere nominati alternativamente un anno dalla Santa Sede e un anno dalla città umbra.

L'accordo non fu accettato dagli abitanti di Gradoli e Latera che nel 1297 si ribellarono ai messi inviati da OrvietoOrvieto reagì inviando truppe e piegò la resistenza dei piccoli villaggi.

Nel 1328 fu saccheggiata da Ludovico il Bavaro.

Nel 1353 tornò stabilmente sotto il dominio del Papa.

Gradoli (VT) | Il Rinascimento

Nel 1410 divenne feudo della famiglia Orsini, nel 1425 ai Conti e nel 1445 Eugenio IV nominò feudatari i Farnese per tre generazioni e nel 1505 passò in vicariato perpetuo sempre ai Farnese.

Il cardinale Alessandro Farnese, poi papa Paolo III, elesse Gradoli a sua residenza estiva, fece abbattere le rovine dell'antico castello e vi costruì una sua residenza personale (Palazzo Farnese di Gradoli).

Lo sviluppo economico attirò una piccola comunità di ebrei che si insediarono fuori dalle mura, in una località che ancor oggi porta il nome di Ghetto (nei dintorni dell'attuale Monumento ai Caduti).

Nel 1534 entrò nei territori del ducato di Castro, lo stato personale dei Farnese. Nel 1649, dopo la distruzione della città di Castro, tornò allo Stato Pontificio.

Gradoli (VT) | Ottocento e Novecento

Nel 1871 entrò nel Regno d'Italia.

Nel 1911 l'amministrazione comunale acquistò la chiesa di San Magno e la circostante macchia dall'Ordine dei Cavalieri di Malta.

Nel 1922 Benedetto XV restituì Palazzo Farnese alla comunità di Gradoli.

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Gradoli (VT)
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Gradoli (VT) | Il caso Aldo Moro

Il 2 aprile 1978, nei giorni del sequestro di Aldo Moro, Gradoli venne indicato come luogo di prigionia dello statista democristiano.

Il futuro premier Romano Prodi, allora semplice docente universitario, riferì di aver preso parte ad una seduta spiritica insieme ad alcuni amici e colleghi (fra questi l'economista e futuro senatore Mario Baldassari e il professor Alberto Clò).

La seduta, nella quale sarebbero stati evocati gli spiriti di Giorgio La Pira e Alcide De Gasperi, avvenne al termine di un pranzo in una villa nelle campagne bolognesi e il gioco del piattino avrebbe rivelato che appunto le Brigate Rosse avevano nascosto Moro a Gradoli.

Secondo quanto noto all'epoca, e pubblicato ampiamente su tutta la stampa, Romano Prodi si recò dai magistrati che indagavano sul caso passando loro questa informazione.

L'episodio non è stato mai chiarito, ma vi è chi ritiene che si trattò assai probabilmente di un espediente per occultare la vera fonte.

Il 4 aprile Prodi si recò a Roma e riferì la notizia al capo ufficio stampa del segretario della Democrazia Cristiana, Benigno Zaccagnini, il quale girò la voce a Luigi Zanda, capo di gabinetto del Ministero dell'Interno.

La mattina del 6 aprile, le forze dell'ordine effettuarono un blitz a Gradoli: le vie d'accesso al paese furono bloccate e vennero perquisiti delle case coloniche nelle campagne del paese.

Successivamente si scoprì in via Gradoli a Roma, nel quartiere della Tomba di Nerone, un covo delle Brigate Rosse, covo che ospitava Mario Moretti.

La reale origine dell'informazione appresa da Prodi e dagli altri partecipanti alla seduta spiritica è ancora oggi controversa.

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