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San Martino al Cimino - Viterbo
San Martino al Cimino - Viterbo
San Martino al Cimino - Viterbo
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Indirizzo:
Piazza dell'Oratorio, 2/A, 01100 San Martino Al Cimino VT San Martino al Cimino (VT), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

San Martino al Cimino - frazione di Viterbo - è un grazioso borgo costruito a 561 metri di altitudine.

L'antico centro medioevale di San Martino al Cimino (VT), cresciuto intorno all'abbazia cistercense, fu riadattato nel XVII secolo secondo il gusto dell'epoca, ma conserva tracce della vecchia cortina muraria e dell'originaria struttura urbanistica.

Una lunga teoria di case a schiera di identiche dimensioni e forma appoggiate alla cinta muraria esterna, costituiscono l’impianto urbanistico del paese che, visto dall’alto, presenta una forma semi-ellittica.

San Martino al Cimino si trova sul versante meridonale dei monti Cimini nella riserva naturale del lago di Vico.

La parte alta di San Martino al Cimino conserva la chiesa e il seicentesco Palazzo Doria Pamphili, costruito per iniziativa della principessa Olimpia Maidalchini, entrata nella storia di Roma del XVII secolo come Donna Olimpia, utilizzando parte dei materiali avanzati dalla ristrutturazione del palazzo di proprietà della famiglia Pamphili sito a Roma in piazza Navona.

È possibile accedere al paese tramite due porte; una nella parte bassa chiamata "viterbese" perché in direzione Viterbo, l'altra nella parte alta chiamata "montana" perché in direzione della montagna, del lago di Vico e di Roma.

L’una e l’altra porta si aprono sulle due strade principali, che conducono direttamente ai due centri, religioso e politico, della città: la chiesa ed il palazzo.

San Martino al Cimino fu un comune autonomo fino al 1928, in tale data esso fu aggregato a Viterbo, dal cui centro esso dista circa 5 km.

Da visitare a San Martino al Cimino - oltre la nota Abbazia - il Palazzo Doria Pamphilij (da non confondere col Palazzo Doria Pamphilj di Roma, eretto incorporando parte dell’ex convento (portale romanico), da Donna Olimpia Maidalchini-Pamphilij.

Completamente ristrutturato nel 1652 da vari maestri tra cui il Bernini, ospita oggi alcuni corsi dell’Università degli Studi della Tuscia e la sede dell’Azienda di Promozione Turistica di Viterbo.

Al suo interno pregevoli sale affrescate, saloni con ricchi soffitti lignei, fregi in affresco, una notevole scala in peperino e un camino monumentale.

Se volete girare un po' l'area di Orte potreste andare a visitare Bassano in Teverina o il vecchio Borgo di Chia Vecchia, un borgo fantasma riscoperto da Pier Paolo Pasolini negli anni 60 che, a sua volta, era frazione del misterioso comune di Bomarzo fino al 1942, San Martino al Cimino sul lago di Vico o il Monumento Naturale Oasi WWF Pian Sant'Angelo o il meraviglioso Castello Ruspoli a Vignanello

San Martino al Cimino - Viterbo
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San Martino al Cimino - Viterbo
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Che cosa vedere a San Martino al Cimino | Monumenti e Luoghi d'interesse

San Martino al Cimino | Abbazia di San Martino al Cimino

L'Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino è un luogo di culto cattolico presso Viterbo.

Situata nella frazione omonima di San Martino al Cimino, fu realizzata nel XIII secolo su iniziativa dei monaci cistercensi dell'abbazia primigenia di Pontigny, ma fu chiusa nel 1564.

La chiesa recuperò il titolo abbaziale nel XVII secolo, senza tuttavia che vi ritornassero i monaci e, attualmente, è chiesa parrocchiale.

Una chiesa di S. Martino in Monte è stata menzionata per la prima volta in uno documento del 838, data alla quale e donata a l'abbazia di Farfa.

Diversi abbati di S. Martino in Cimino sono menzionati in documenti del secolo XI.

All'inizio del XIII secolo le terre dei monti Cimini (attorno al lago di Vico, a sud di Viterbo), furono concesse da papa Innocenzo III ai monaci cistercensi dell'abbazia di Pontigny con l'incarico d'impiantarvi un'abbazia che divenisse un polo di sviluppo agricolo nella regione.

I discepoli di san Bernardo costruirono l'edificio in breve tempo.

Nel 1225 la chiesa venne consacrata. Con la costruzione del chiostro e della sua sala capitolare, del refettorio, della biblioteca e dell'infermeria, di un forno e di altri laboratori, il complesso monastico venne terminato prima della fine del secolo.

Ciononostante l'abbazia non ebbe uno sviluppo felice.

Già nel 1379 stava per essere abbandonata a causa della mancanza di nuove vocazioni.

Nel 1426 non vi rimasero più che due monaci.

L'interesse personale di papa Pio II (pontefice dal 1458 al 1464), e della famiglia Piccolomini, dalla quale egli proveniva, fece sì che venissero intrapresi alcuni lavori di restauro, il che fece ben sperare, ma queste attività non ebbero seguito.

Nel 1564 gli ultimi monaci lasciavano l'abbazia, i cui beni, a seguito della chiusura, entrarono a far parte del patrimonio della Santa Sede.

Un secolo dopo, nel 1644, quando con papa Innocenzo X salì al potere a Roma la famiglia Pamphili, la chiesa di San Martino ormai in rovina, ritrovò una nuova vita.

Nel 1645 ricevette nuovamente il titolo di chiesa abbaziale (quindi indipendente dall'autorità episcopale locale) e le "terre di San Martino" furono cedute ad Olimpia Maidalchini, potente cognata del Papa.

Olimpia prese a cuore il rinnovo del blasone di San Martino e ne fece una specie di principato personale.

Assecondata da grandi architetti (fece intervenire anche Francesco Borromini da Roma), restaurò completamente la chiesa aggiungendovi due torri come contrafforti, fece costruire un palazzo di grandi dimensioni sulle rovine delle strutture monastiche e vegliò anche sulla ricostruzione e riorganizzazione del borgo, che andava dalla porta di levante (direzione Roma) a quella occidentale (direzione Viterbo), affidando all'architetto militare Marc'Antonio de Rossi il disegno delle mura perimetrali, delle porte e delle abitazioni, non dimenticando altre strutture pubbliche quali lavatoi, forni, macelli, teatro e piazza pubblica.

Non pare che avesse intenzione di fare appello ai monaci.

Della vecchia abbazia cistercense di San Martino al Cimino non rimane che qualche elemento: la parte absidale ed il transetto della chiesa, una modesta porzione del chiostro e qualche lembo della sala capitolare e dello scriptorium.

Olimpia Maidalchini morì di peste nel 1657 e la sua salma venne inumata nel coro della chiesa abbaziale.

Nella chiesa, a pavimento nel braccio di sinistra del transetto, si trova un organo a canne costruito dalla ditta inglese Harrison & Harrison nel 1913 e ivi trasferito nel 1996; a trasmissione meccanica, dispone di 17 registri su due manuali e pedale.

A pavimento nel braccio destro del transetto, si trova un organo a canne costruito dalla ditta romana Priori nel 1846 e restaurato dalla ditta Formentelli nel 2020; a trasmissione meccanica, dispone di 20 registri su manuale e pedale e rispecchia tutte le caratteristiche dell'antica organaria ottocentesca italiana.

San Martino al Cimino - Viterbo - abbazia cistercense
San Martino al Cimino - Viterbo - abbazia cistercense

San Martino al Cimino | Eventi

Durante i fine settimana del mese di ottobre avviene ogni anno la sagra della castagna e del fungo porcino.

Le castagne vengono preparate e cotte all'aperto, vari stand enogastronomici propongono degustazioni di castagne e altri prodotti tipici locali, mentre i laboratori artigianali espongono i loro prodotti.

Sono anche previste esibizioni folcloristiche.

In memoria di un ciclista sammartinese, Salvatore Morucci (scomparso nel 1961 a seguito di un incidente stradale durante una corsa a Trani), si corre tutti gli anni nel mese di settembre il Memorial "Trofeo Salvatore Morucci", gara ciclistica nazionale under 23 élite, su un percorso di circa 135 chilometri.

(Dal 2013 la gara è stata riservata alla categoria juniores) a seguito della scomparsa di una delle colonne portanti dell'organizzazione dell'evento, nonché fratello del campione Salvatore.

San Martino al Cimino - Viterbo
San Martino al Cimino - Viterbo

San Martino al Cimino | Storia

Il borgo di san Martino al Cimino vede la sua origine intorno all'XIII secolo, allorquando nella località, che sorge a circa 560 metri di altitudine, fu edificata un'abbazia ad opera dei monaci cistercensi di Pontigny.

Nei secoli successivi, il borgo conobbe una notevole espansione urbanistica, demografica ed economica grazie all'interessamento di Olimpia Maidalchini, più nota come Donna Olimpia, vedova del marchese Pamphilio Pamphilj e cognata di papa Innocenzo X, dal quale ebbe il titolo di Principessa di San Martino al Cimino.

Donna Olimpia affidò al Borromini la ristrutturazione architettonica del borgo; questi si occupò dei lavori sull'abbazia cistercense (l'innalzamento dei due campanili, con la funzione aggiunta di contrafforti, è opera sua) e, a sua volta, affidò all'architetto militare Marc'Antonio de Rossi il disegno delle mura perimetrali, delle porte e delle abitazioni così come di altri palazzi civili.

La realizzazione viene definita un esperimento urbanistico ante litteram: i costruttori del palazzo di corte furono gli stessi che poi acquistarono le case a riscatto, costruite mano mano attorno ad esso: i primi esempi di costruzione pianificata.

Le casette, addossate le une alle altre, ospitavano i sudditi all'interno del borgo che era dotato di tutto quanto necessitasse (spacci, osterie, divertimenti organizzati).

La principessa aveva esentato i sudditi dal pagamento delle tasse, voleva essere benvoluta creando attorno a sé un nutrito stuolo di sudditi, al punto di stabilire una dote alle ragazze che dopo il matrimonio avessero scelto di rimanere nel paese.

All'interno del secentesco Palazzo Doria-Pamphili, è possibile vedere una vera e propria rarità, infatti il soffitto a cassettoni della stanza da letto di Olimpia Maidalchini, ha una particolarità comune soltanto ad altri due palazzi in Europa, che è quella di potersi abbassare tramite un sistema di carrucole, per ridurre il volume totale della stanza, favorendone il riscaldamento.

Di interesse architettonico sono anche le caratteristiche casette a schiera costruite all'interno del muro di cinta, che rappresentano il primo esempio conosciuto di "casa a riscatto" (Isman, ed. Il Mulino, le ciita ideali)

San Martino al Cimino - Viterbo
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San Martino al Cimino | Aree Naturali

Lago di Vico

Di grande interesse naturalistico, il lago di Vico è probabilmente il meglio conservato tra i grandi laghi italiani di origine vulcanica, oltre ad essere il più alto d'Italia sul livello del mare.

Incluso tra le aree di particolare valore naturalistico del Lazio, tra i biotopi di rilevante interesse vegetazionale in Italia e parte della Riserva naturale del lago di Vico, consente lo sviluppo della vita di numerose e rare specie animali.

Formatosi dal riempimento di un cratere vulcanico si è vista dimezzata la superficie in epoca etrusca con la costruzione di un canale sotterraneo che, attraversando la montagna e gettando le acque del lago nel vallone formando il Rio Vicano, ha permesso di rendere fertile un grande territorio.

lago Di Vico
Lago Di Vico

La provincia di Viterbo non smette di stupire , come già sapete se magari avete visitato il Parco dei Mostri di Bomarzo, l'antico borgo di Chia e Soriano nel Cimino, Civita di Bagnoregio; Calcata e il suo Opera Bosco Museo di Arte nella Natura, i giardini di Villa Lante a Bagnaia o Palazzo Farnese a Caprarola...

Civitella d'Agliano nasconde un museo a cielo aperto: "La Serpara" di "Paul Wiedmer", l'artista svizzero che nel 1997 ha acquistato una vallata per realizzare un affascinante giardino, atelier con più di 40 installazioni artistiche e sculture che si fondono letteralmente nella natura - visitabile solo alcuni giorni dell'anno.

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