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Il lago di Vico (dal latino Lacus Ciminus o Lacus Ciminius) è un lago di origine vulcanica dell'Italia centrale situato nella provincia di Viterbo.
Circondato dal complesso montuoso dei monti Cimini; in particolare, il lago di Vico è cinto dal monte Fogliano (965 m) e dal monte Venere (851 m).
Non tutti sanno che il lago Di Vico vanta il primato di altitudine tra i grandi laghi italiani, con i suoi 507 m s.l.m..
Dove dormire al Lago Di Vico (VT)
Per le sue peculiari caratteristiche naturali, il comprensorio Vicano è incluso tra le aree di particolare valore naturalistico del Lazio e tra i biotopi di rilevante interesse naturalistico in Italia.
Dal 1982 è area protetta appartenente alla Riserva naturale Lago di Vico e per tale motivo si è salvato dalla speculazione edilizia.
Sono pochissime le abitazioni che si affacciano sul lago Di Vico; esiste solo una piccola zona residenziale che è stata realizzata negli anni '60-'70, Punta del Lago, che ricade nel comune di Ronciglione.
Dal 1995 il lago Di Vico è stato individuato come SIC (Sito d'Importanza Comunitaria) e da dicembre 2016 è stato dichiarato ZPS (Zone di Protezione Speciale).
Ricadono nell'area altri due SIC e due ZPS per l'avifauna: dal 1995 Monte Fogliano e Monte Venere sono riconosciuti sito di importanza comunitaria e dal 1999 zona di protezione speciale.
Il lago Di Vico e la riserva naturale sono molto frequentati, soprattutto in estate, da turisti locali, nazionali ed internazionali.
Le attività preferite sono la balneazione e l'escursionismo. Sono infatti presenti stabilimenti balneari, ristoranti ed aree picnic.
Sono anche proposti e segnalati itinerari per fare camminate e trekking.
Incerta è l'origine del nome: potrebbe trarre origine dalla località di Vicus Matrini, importante centro che sorgeva sulla via Cassia a circa tre chilometri da esso, toponimo che appare anche sulla Tabula Peutingeriana, o da un piccolo Vicus sorto in età romana sui margini meridionali del bacino lacustre, Vicus Elbii, che risultava scomparso già dall'età altomedievale.
L'area vicana era attraversata da un'importantissima arteria stradale, alternativa alla Via Cassia romana, detta "via Ciminia", il controllo della quale portò prestigio e ricchezze dapprima alla potente famiglia dei Prefetti di Vico tra XII e inizio del XV secolo, e poi ai Farnese durante il secolo XVI.
Il tracciato attraversava il borgo omonimo, sovrastato da un'altura su cui sorgeva la fortificazione della famiglia dei Prefetti di Vico, che da quella località prese il nome.
Secondo la leggenda il lago Di Vico ebbe origine dalla verga di ferro che Ercole infisse nel terreno per dimostrare la propria forza, sfidato gli abitanti del luogo; nessuno riuscì a rimuoverla.
Quando l'eroe lo fece, sgorgò un enorme getto d'acqua che andò a riempire la valle, formando così il lago.
Il lago di Vico è in realtà il risultato di una serie di lunghe e potenti fasi di attività vulcanica, succedutesi tra 400.000 e 93.000 anni fa e scaturite da diversi centri di origine: per questo la sua caldera ha una forma "policentrica".
Il lago ha avuto origine dopo la cessazione delle fasi vulcaniche, intorno a circa 90.000 anni, fa in seguito al riempimento della caldera vulcanica mediante le piogge e le nevi delle fasi glaciali.
Il lago Di Vico è balneabile così come risulta dai dati dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio, che ha diffuso i dati storici della balneazione del periodo 2006-2011, 2012-2013 e per l'anno 2014.
Gli ultimi dati disponibili (luglio 2018) sono legati ai prelievi e alle successive analisi effettuate dalla Goletta Verde di Legambiente che non hanno evidenziato livelli di inquinamento delle acque.
L'acqua del lago, data la composizione vulcanica dei suoli, presenta valori di arsenico che ne rendono necessaria la depurazione prima che venga immessa nella rete idrica dei centri vicini.
Le cianotossine prodotte da alcune alghe, in particolare dalla Phlantotrix rubescens, le cui fioriture algali sono state favorite dalle sostanze usate per concimare i terreni agricoli, negli ultimi anni non mostrano livelli che destano preoccupazione.
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Lago di Vico | rampa per il decollo di deltaplani e parapendii
Sul versante nord-occidentale del lago Di Vico è presente una rampa per il decollo di deltaplani e parapendii.
Tra i vari punti d'osservazione presenti in tutto il territorio dell'area protetta, il belvedere di Poggio Trincera, sull'orlo settentrionale della caldera del lago vulcanico di Vico, consente un'eccezionale veduta sull'intera conca.
Da qui, quasi come si fosse in volo, lo sguardo spazia, nelle giornate terse, fino al lago di Bracciano e al Mar Tirreno.
Alla sinistra del belvedere si trova l'altura di Monte Venere, di fronte Monte Fogliano (965 m) e la sella del Rio Vicano.
La superficie del lago si trova a 510 m sul livello del mare: l'eccezionale esposizione del luogo è stata scelta per la partenza di deltaplani e parapendio.
Una tappa obbligata per chi vuole conoscere meglio l'intero territorio.
La località è raggiungibile con la SP 39 del Lago di Vico. Visualizzala su GoogleStreetView™
Da questo punto è possibile apprezzare la "policentricità" della caldera, formata dai diversi crateri vulcanici succedutisi nei circa trecentomila anni di un'attività definitivamente cessata circa novantamila anni fa.
Monte Venere e la colata del Pantanello sono l'ultimo atto di questo vulcano.
Riserva naturale Lago di Vico | Flora e Fauna
Foreste di faggi, estese cerrete, canneti, spiagge, coltivi: un territorio ricco di ambienti diversi fra loro consente lo sviluppo di diverse specie vegetali e di molte specie animali.
L'ittiofauna, favorita dalla buona qualità delle acque, comprende specie autoctone (il luccio e la tinca) e specie alloctone (il coregone, il persico reale e l'agone).
Numerosi gli anfibi come la rana verde, la raganella, il rospo comune e quello smeraldino; tra i rettili la natrice dal collare, la testuggine comune e il colubro d'Esculapio.
Tra i mammiferi, scomparsa da non molti anni la lontra, sono presenti la volpe, il tasso, il cinghiale, la martora, la puzzola e, sempre più raro, il gatto selvatico.
L'elemento di maggiore interesse e di richiamo per i visitatori appassionati di natura è costituito dall'avifauna, assai varia data la presenza di ambienti diversi come il bosco, la palude, i prati umidi, i coltivi e lo specchio d'acqua.
L’elemento caratterizzante della fauna del lago Di Vico sta nella presenza di una ricchissima avifauna acquatica, per la quale la Riserva rappresenta uno dei luoghi di svernamento e di sosta più importanti del Lazio in particolare nella palude.
Sulle sponde o sul pelo dell’acqua sono osservabili molti uccelli acquatici, dalle folaghe, agli anatidi come il moriglione, la moretta, il germano, il fischione, la canapiglia, l’alzavola.
Tra le altre specie lo svasso maggiore, simbolo della Riserva, gli aironi bianchi, quelli cinerei, la garzetta, il tarabusino, il porciglione, la sgarza ciuffetto, lo svasso piccolo e gli storni che a migliaia passano le notti invernali sui salici della ripa e sui canneti.
I rapaci annoverano il lanario (Falco biarmicus), il nibbio bruno, lo sparviero, la poiana, il gheppio, il falco di palude, il falco pellegrino.
Nei boschi vivono rapaci notturni come il barbagianni, l'allocco, il gufo comune, la civetta, l'assiolo.
Nel fitto dei boschi vivono anche picchi, ghiandaie, fringuelli, cinciarelle, upupe, scriccioli.
La palude, una delle più estese del lazio, è il luogo ideale per la sosta, lo svernamento e la nidificazione di una grandissima varietà di uccelli.
I chiari d’acqua bassa che si aprono tra il canneto e la riva, infatti, come pure i prati acquitrinosi circostanti sono il regno di numerose specie di anatre ed offrono ricovero al germano reale per la nidificazione; da qualche tempo è nidificante anche la canapiglia.
Lo svasso maggiore (simbolo della Riserva Naturale), trova nel folto del canneto un ottimo sito per nidificare.
Con un pò di fortuna, si potrà ammirarne la tipica “danza” che precede l’accoppiamento, con figure e volteggi che si concludono con l'offerta di un “dono nuziale”, di solito un ciuffo di alghe.
Un tipico abitatore del canneto è il cannareccione, che nell’epoca della riproduzione segnala rumorosamente con un canto aspro e prolungato il possesso del suo territorio in mezzo alle canne; tra gli aironi troviamo il tarabusino e la sgarza ciuffetto ed ovunque sono comunissime le folaghe e le gallinelle d'acqua.
L’ambiente del giuncheto e dei prati allagati ospita, specie durante i passi un numero elevato di limicoli come il beccaccino, il voltapietre, la pittima reale, la pettegola, la pantana, la pavoncella e il cavaliere d’Italia.
Durante il periodo invernale, per circa 5 mesi, la Riserva offre rifugio ed alimento a più di 5000 esemplari, tra cui folaghe, anatre selvatiche di varie specie, tra cui la moretta e il moriglione, le cosiddette anatre tuffatrici, che vivono dove l’acqua è alta e si tuffano per alimentarsi delle alghe che crescono sul fondo del lago Di Vico.
Le anatre di superficie invece, come il germano reale, l’alzavola, la marzaiola, il codone, il mestolone e la canapiglia, frequentano le acque basse intorno ai canneti.
Nelle acque aperte del lago Di Vico, soprattutto nella stagione invernale, troviamo numerosi il gabbiano reale ed il gabbiano comune ed i cormorani.
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