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Faleria (VT)
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Indirizzo:
Piazza della Collegiata, 01030 Faleria VT Faleria (VT), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Faleria è un piccolo e suggestivo borgo medievale, un'ora a nord del centro di Roma, che si erge all’ombra delle rovine del castello degli Anguillara

Faleria è una piccola città con circa 2000 abitanti al confine tra le campagne di Roma Nord e quelle della provincia di Viterbo, circondata da un lato dal Monte Soratte, mentre dal lato opposto incorniciano l'orizzonte i monti Cimini e i Sabatini

Faleria si erge nella Valle del Treja (anche se non fa parte dell'omonimo parco naturale) su una rupe di tufo a forma di triangolo, alla confluenza del torrente Mola col fiume Treja, e confina con 6 comuni: Calcata, Castel Sant'Elia, Civita Castellana, Mazzano Romano, Rignano Flaminio, Sant'Oreste.

La vocazione del paese non è prettamente turistica, con poche strutture ricettive a disposizione, ma una passeggiata nell'antico borgo e una visita (da fuori le mura) alle rovine dell'antico castello degli Anguillara (nel borgo) e del Castel Paterno (5km fuori la città) ne valgono sicuramente la pena.

Nella zona dovreste assolutamente visitare Nepi, Sutri, Calcata, Civitella San Paolo, Civita Castellana, Castel Sant'Elia, Faleria, Ronciglione, il lago di Vico e il lago di Bracciano e le bellissime Bracciano, Trevignano Romano e Anguillara Sabazia, le Forre di Corchiano nel giro di pochissimi kilometri...a dire il vero sono davvero tantissimi i borghi della zona, e della provincia di Viterbo in generale, che meritano una visita.

Faleria (VT)
Faleria (VT)

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Che cosa vedere a Faleria | Monumenti e Luoghi di interesse

Faleria è una delle città fantasma più conosciute e suggestive del Lazio, nonostante sia poco conosciuta dai turisti e la popolazione sia raddoppiata negli ultimi 150 anni (tra i pochi borghi fantasma con un trend in crescita)

  • Nella parte più a nord dell’abitato sorgono le antiche rovine di Faleria Vecchia, di cui lo stesso castello ne fa parte.

Faleria borgo
Faleria borgo

Non si hanno precise indicazioni sulla data di costruzione del primitivo Castello degli Anguillara, ma si può indicare con sufficiente sicurezza che esistesse già nel 1200.
La magnificenza di questo Palazzo, fa capire quanto grande fosse la potenza di quest'antica Casata degli Anguillara.
In più parti di questo magnifico fortilizio vi sono scolpite negli stemmi di marmo bianco le caratteristiche bisce incrociate.
L'ingresso è nella Piazza della Collegiata e vi si accede per due larghe cordonate, alle cui basi emergono due grossi monconi di antiche colonne di granito egiziano.
Si entra per un portone con arco di marmo e stemma della casata, avente un monogramma alla base.

Il portone conduce in un ampio cortile interno, con un artistico pozzo di travertino, posto ad un lato con gli stemmi degli Anguillara e di Casa Strozzi.

Com'è ormai consuetudine per le opere artistiche di Faleria, il suddetto pozzo è stato recentissimamente rubato.

Le carceri erano poste nell'ala destra del Palazzo, nel piano terra.

Nella parte rinascimentale del Castello, che si distingue nettamente da tutte le altre parti architettoniche, vi sono tre logge elegantemente in peperino, che si affacciano maestose e solenni sulla piazza della Chiesa.

Questa parte del Castello è stilisticamente perfetta di tutto il complesso fabbricato, essa è caratterizzata da un'eleganza sobria ed insieme preziosa; la sua struttura ha un nitido rigore di austera monumentalità, le logge del piano nobile evidenziano la sobria compostezza della massa architettonica che raggiunge un perfetto equilibrio tra larghezza ed altezza sulla facciata dell'edificio.

Nel 1330 tutto il castello era completamente merlato, molto più basso di quello attuale e possedeva quattro torrioni rotondi; successive trasformazioni gli hanno tolto progressivamente l'arcigno carattere di fortezza.

castello degli Anguillara di Faleria
castello degli Anguillara di Faleria

  • La Chiesa di San Giuliano a Faleria (VT)

Di fronte al castello sorge la Chiesa di San Giuliano, eretta su una preesistente del XII secolo mentre quella attuale risale, con ogni probabilità, al XIII secolo.

Ciò che vediamo oggi è frutto dei notevoli lavori di modifica e ristrutturazione avvenuti nel XVI secolo per volere del Conte Everso Anguillara.

La facciata è in stile romanico, così come il campanile, contraddistinto da coppie di bifore (alcune sono chiuse).

Entrando si distinguono le tre navate.

La centrale, più ampia, termina con un’abside in cui è collocato un coro ligneo.

Elemento di spicco della chiesa è l’altare di San Giuliano.

Grazie all’iniziativa della Compagnia del SS Sacramento, l’altare fu restaurato nel 1610.

Ad arricchire l’altare troviamo una tela raffigurante il Santo ai piedi della Vergine, incorniciata da stucchi con figure angeliche.

La Chiesa di San Giuliano a Faleria
La Chiesa di San Giuliano a Faleria

  • La Chiesa di Sant’Agostino a Faleria (VT)

La piccola chiesa di Sant’Agostino, adiacente il Castello degli Anguillara (lato sinistro per chi guarda la facciata), risale al XIV secolo e l’interno, a un’unica navata, custodisce una tela del Santo.

  • Castel Paterno 

Molto importante nel panorama faleriano è il castello di Paterno nascosto nella macchia di Faleria a 5 km dalla città.

Arroccato su una rupe tra le forre e i loro boschi, si raggiunge seguendo una strada campestre che si distacca dalla via che a Faleria conduce da Civita Castellana subito dopo il muro di cinta del cimitero.

E proprio seguendo questa strada (fate attenzione alle buche nascoste, agli ambienti franabili e ai profondi dirupi) troverete i resti di quello che un tempo fu un importante Castello dell'Italia centrale, la cui storia risale all'XI secolo e nel quale finì la sua vita terrena Ottone III, imperatore del Sacro Romano Impero, nel 1002.

Il castello viene scelto da Ottone probabilmente come base militare per la riconquista di Roma. Infatti poco distante da qui passa la via Flaminia, oltre a essere ben collegato con Civitas Castellana.

Questa cittadina in questo periodo è governata dai conti Sassoni, una famiglia legata alla dinastia imperiale.

Il primo gennaio del 1002 Ottone si ritirò, ed il giorno 3 di quel mese moriva, forse di veleno propinatogli da una sua concubina Stefania, moglie di Crescenzio Patrizio Romano, fatto decapitare dall'Imperatore sugli spalti di Castel S. Angelo, perché ribelle alla sua priorità.

Il Castello dopo essere stato di S.Silvestro, poi del monastero di S. Lorenzo al Verano nell'anno 1244 e poi nel XV secolo fu della famiglia Anguillara.

Il Castello era già abbandonato nel secolo XVI, tanto che tra i confini di Stabbia, tra la convenzione del 1549 tra Flaminio ed Everso Anguillara, è nominato un terreno Castri diruti Paterno.

Anche se questo magnifico Castello è destinato a scomparire esistono ancora imponenti avanzi della cinta muraria ed una larga porta di accesso ad arco, l'antica posterula dei Sassoni.

Occupa l'estremità di un'altura delimitata da due profondi fossi, alla loro confluenza nel Treia.

Ha una pianta irregolare: il lato orientale è quasi del tutto crollato; quello sud preceduto da un fossato, si conserva soltanto nel settore orientale.

Mistiche ed antiche leggende faleriane narrano del tesoro dell'Imperatore che comprendeva una chioccia con sette pulcini d'oro.

Nel sito c’è un pannello informativo realizzato dal Comprensorio della Via Amerina e delle Forre, in cui troverai tutto le informazioni da sapere per la visita e le mappe del luogo e del territorio.

Le rovine di Castel Paterno di Faleria
Le rovine di Castel Paterno di Faleria

Faleria | La Storia

Faleria ebbe anticamente il nome di Stabla, poi Stabbia o Stabia ed infine Castrum Stabie.

La denominazione attuale è in vigore almeno dal 1873; recentemente è stato proposto il ritorno al vecchio nome.

L'esatta etimologia di Stabbia è ancora molto incerta, alcuni storici spiegano questo nome come derivato dal latino Stabulum nome di stazione posta lunga una strada etrusca o romana di cui oggi resta sulla via Flaminia - la cosiddetta osteria di Stabbia.

Altri studiosi invece attribuiscono il nome di Stabbia come derivato da Stabilis, cioè stabile per i suoi poderosi fortilizi e stabili fondamenta.

Il primo insediamento umano a Stabbia avvenne nel luogo della piccola ed interessante rocca tufacea della Rocchetta, situata sotto la Casaccia di Piè di Castello, all'interno della quale sono state ritrovate numerose tracce di insediamenti umani, alcuni dei quali risalenti all'età arcaica.

Stabla è nominata inizialmente nelle bolle di Giovanni XIX e di Benedetto IX e quindi considerata come un feudo, infatti si ha notizia nel XIV secolo che Stabia era tassata per un consumo di 5 rubbia di sale a semestre, ma già al quel tempo apparteneva agli Anguillara, ai quali rimase fino al XVII secolo.

Una data, il 1º novembre 1504, è famosa per la vicenda di Girolama Farnese, moglie di Giuliano Anguillara, che fu sospettata di aver tentato con i suoi amanti, di avvelenare il figlio Giuliano, e conseguentemente assassinata barbaramente dal figliastro GiovanBattista.

Un'altra data importante è il 28 gennaio 1563, giorno in cui fu emanato un decreto di Everso Anguillara che stabiliva pene per chi tagliava “cerque”, perché “in breve tempo si resterebbe senza selve”.

Nel 25 giugno 1660 Stabia passò al principe Borghese, che la acquistò per 110.000 scudi.

Le porte e la cinta muraria vennero abbattute nel 1900 per le nuove esigenze urbanistiche.

Rovine del castello degli Anguillara a Faleria (VT)
Rovine del castello degli Anguillara a Faleria (VT)

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