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Riserva Naturale Monte Soratte
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Contact Information
Indirizzo:
00060 Sant'Oreste RM, Italia
Descrizione:

Il monte Soratte, e la Riserva naturale del Monte Soratte, si trovano nel comune di Sant'Oreste a circa 45 km a nord di Roma.

Il monte Soratte si erge solitario nella valle del Tevere di cui costituisce il rilievo più alto.

Con nemmeno 700 metri di altezza più un colle che un monte, dalla cui sommità però lo sguardo abbraccia un panorama vastissimo, che va dal Monte Terminillo al Monte Amiata, fino al Lago di Bracciano e più oltre al Mare Tirreno.

Riserva Naturale Monte Soratte
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Monte Soratte (RM) | Descrizione

Il Monte Soratte ha una pianta a forma di ellissoide avente un asse longitudinale che si sviluppa per circa 5,5 km in direzione NNO-SSE secondo un profilo a forma di arco composto da sei cime, su una delle quali, a circa 400 m di altitudine, si trova il paese di Sant'Oreste.

Il monte Soratte è costituito da un massiccio calcareo avente delle pareti molto ripide presso la cima, mentre le pendici risultano più dolci e ricoperte da una fitta vegetazione.

La pianura circostante è coltivata principalmente a uliveti e attraversata da numerosi fossi.

Dal paese di Sant'Oreste si sviluppano vari sentieri che consentono di raggiungere la cresta e attraversare la montagna in senso longitudinale da entrambi i lati.

Stante la ripidità delle pareti rocciose, non ci sono sentieri che attraversano la montagna trasversalmente.

Caratteristica del luogo sono i Meri, tre grandi voragini di origine carsica, che si trovano alla base orientale della montagna.

Questi pozzi, comunicanti fra loro e profondi circa 115 m, rivestono un notevole interesse speleologico.

In particolare il Mero Grande è costituito da un pozzo verticale profondo diverse decine di metri e con un diametro di 20 m.

Riserva Naturale Monte Soratte
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Monte Soratte (RM) 3

Monte Soratte | Flora & Fauna

La vegetazione che riveste il monte Soratte risulta varia e differenziata in relazione alla composizione del substrato ed alle diverse esposizioni. Prevalgono le formazioni a bosco e boscaglia.

Sul versante nord-orientale più fresco si possono osservare boschi con dominanza locale di caducifoglie come il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l'orniello (Fraxinus ornus) e l'acero minore (Acer monspessulanus) misti a specie sempreverdi come il leccio (Quercus ilex); sul versante esposto a sud-est prevale una boscaglia termofila, simile alla macchia mediterranea con leccio, acero minore, terebinto (Pistacia terebinthus), fillirea (Phyllirea latifoglia) che caratterizzano un raro tipo di comunità vegetale per la prima volta descritta sul monte Soratte.

Il complesso montuoso e l'ambiente boschivo del Monte Soratte ospita ancora diverse specie di animali.

Tra i mammiferi abbondantemente presenti nella zona sono la volpe, lo scoiattolo ed il moscardino.

Tra gli insettivori sono presenti il riccio, la talpa e numerose specie di toporagni.

Le zone forestali presentano una ricca avifauna stanziale, nonché di passo e migratoria.

Sono presenti fra i rapaci la poiana, il gheppio, l'allocco, la civetta, il picchio verde ed il picchio rosso maggiore, oltre a diverse specie di passeriformi.

La vocazione religiosa del monte Soratte è nota fin dall'antichità, quando il monte si configurò come luogo di culto per eccellenza delle popolazioni preromane (Sabini, Capenati, Falisci, Etruschi).

Tale vocazione si tramandò nel tempo prima ai Romani, con il culto di Soranus Apollo e poi agli inizi del Cristianesimo, quando molti eremiti vi si rifugiarono in cerca di silenzio e meditazione.

A testimonianza di ciò si trovano sul monte Soratte i resti di sei insediamenti a carattere religioso, alcuni dei quali tuttora utilizzati durante le feste religiose di Santa Lucia, di Santa Romana e della Madonna di maggio, in occasione della quale si svolge la tradizionale fiaccolata sul monte.

Sulla cima del Soratte si trova l'eremo di San Silvestro, costruito nel VI secolo sui resti di un tempio di Apollo.

Secondo una leggenda la chiesa era stata invece fondata tre secoli prima da papa Silvestro I che si era rifugiato sul Monte Soratte per sfuggire alla persecuzione di Diocleziano (da qui egli avrebbe avuto la nota visione del drago, ricollegabile al culto dell'arcangelo Michele del prospiciente Monte Tancia).

Vi sono conservati affreschi trecenteschi e quattrocenteschi che sono stati oggetto di studi e di interventi conservativi.

La chiesa di Santa Maria delle Grazie e l'annesso monastero, furono costruiti nel 1835 su una precedente costruzione del 500.

I locali sono ampiamente restaurati e offrono la possibilità di avere vitto e alloggio.

La chiesa ospita un affresco della Beata Vergine oggetto di grande venerazione nel XVI secolo.

Sono presenti altri quattro eremi: Sant'Antonio, Santa Lucia, San Sebastiano e Santa Romana, che pur versando in condizioni di abbandono, presentano notevoli caratteri tipici dell'architettura eremitica rupestre.

Nel versante sud nel 1937, sotto la Direzione del Genio Militare di Roma, venne avviata la costruzione di un complesso di gallerie che, secondo il progetto iniziale, dovevano servire come rifugio del comando supremo dell'esercito in caso di guerra, data la vicinanza del Soratte con la capitale.

Il monte Soratte è presente anche nell'opera più importante del sommo poeta Dante Alighieri, la Divina Commedia: Inferno, canto ventisettesimo.

Durante gli anni della Guerra Fredda parte delle stesse gallerie sono state riconvertite per ospitare il bunker anti-aereo del Governo Italiano; i lavori solo parzialmente terminati risalgono al quinquennio 1967-1972.

Il sistema ipogeo consta di 4 km di gallerie, oggi parzialmente visitabili grazie all'operato di una associazione di volontari.

L'area da alcuni anni è stata riacquisita dal Comune di Sant'Oreste ed è oggetto di lavori di recupero delle ex caserme e di allestimento di un museo storico diffuso denominato "Percorso della memoria".

Se siete in zona vi consigliamo di visitare anche il vicino borgo di Calcata o Civita Castellana, mentre se state tornando verso Roma dalla via Flaminia quello di Castelnuovo di Porto.

Riserva Naturale Monte Soratte
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Monte Soratte | Sant'Oreste, tradizioni e folklore

La proloco di Sant'Oreste organizza durante l'anno molti eventi sul monte Soratte, di seguito quelli più sentiti:

Festa della Montagna (due settimane dopo Pasqua) – In questo giorno tutti gli abitanti di Sant’Oreste si recano sulla montagna per partecipare alla Santa Messa, in questa giornata si usa fare una gita sul monte godendosi il panorama circostante e per vedere il lancio dei parapendio.

Dal 1814, grazie a don Giuseppe Peligni, ogni anno nell’ultima domenica di Maggio si ripete la più che centenaria Festa della Madonna di Maggio, che culmina con il tradizionale appuntamento della Fiaccolata del Monte Soratte; nei giorni precedenti vengono disposte centinaia di fasci di canne lungo una zona del monte ed alla sera, quando la processione raggiunge Piazza Mola a Vento tutte le canne vengono accese contemporaneamente offrendo uno spettacolo unico ed esaltante; fuochi fumo e fuochi artificiali si accalcano nel cielo del Soratte concludendo una giornata di grande festa.

Festa dei vicoli (mese di agosto) – In questo mese i vicoli, in festa, espongono le produzioni di artisti e artigiani locali.

S. Nonnoso (dal 1 al 3 settembre) – Festa del compatrono di S.Oreste, questa festa rappresenta uno dei più importanti appuntamenti di fine estate, caratterizzato da molte manifestazioni folkloristiche e culturali e inoltre il 3 settembre si svolge la fiera di merci e bestiame.

S. Edisto (dal 9 al 12 ottobre) – Festa del patrono di S. Oreste, caratterizzata da manifestazioni storiche tra cui il corteo storico, manifestazioni musicali e teatrali. Il 10 ottobre si festeggia l’onomastico di S.Oreste con la degustazione della Torta gigante.

bunker Riserva Naturale Monte Soratte
bunker Riserva Naturale Monte Soratte

Cosa vedere al Monte Soratte | Sant'Oreste | Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa collegiata di San Lorenzo martire

La chiesa parrocchiale del paese venne costruita a partire dal 1568 su disegno originario del Vignola, per volere del cardinale Alessandro Farnese, in sostituzione di una più piccola chiesa romanica del XII-XIII secolo, della quale si conserva il campanile, con bifore in travertino.

Nel 1745 è stata ingrandita eliminando l'abside cinquecentesca.

La facciata si presenta articolata in due ordini per mezzo di paraste con capitelli dorici e con trabeazione del primo ordine che sostiene un timpano centrale sopra il portale; nella parte superiore sono presenti raccordi con volute laterali.

L'interno è ad unica navata, coperta con volta a botte lunettata, con cappelle coperte da volta a bottelungo i lati.

La chiesa ospita la pala settecentesca dell'altare maggiore con il Martirio di San Lorenzo, opera del pittore Ceccherini una tela con la Madonna del Rosario, realizzata in occasione della battaglia di Lepanto, un pulpito cinquecentesco in legno dorato e un organo del 1638 sulla controfacciata, eseguito dagli organari della famiglia Bonifazi.

  • Chiesa di San Biagio, nel centro storico
  • Chiesa di San Nicola, nel centro storico
  • Chiesa di Santa Croce, nel centro storico
  • Oratorio della Madonnella, nel centro storico
  • Chiesa di Sant'Edisto, fuori del centro storico, nei pressi del cimitero
  • Chiesa di Santa Maria Hospitalis, fuori del centro storico
  • Abbazia di San Silvestro sul Monte Soratte

Architetture civili

  • Palazzo Caccia (ex palazzo abbaziale)
  • Palazzo Rosati
  • Porta Valle o porta San Silvestro
  • Porta Costa o porta Santa Maria
  • Porta la Dentro o porta Sant'Edisto

Piazze storiche

  • Piazza Principe di Piemonte
  • Piazza Orazio Moroni
  • Piazza Vittorio Emanuele (platea Communis)
  • Piazza Carlo Alberto ("piazza delle Capre", "piazza dello Steccato")

Aree naturali

  • Riserva naturale del Monte Soratte, importante attrazione turistiche, anche grazie alle numerose formazioni carsiche disposte lungo le pendici del monte Soratte e in altre zone dell'areale del Comune.

Riserva Naturale Monte Soratte
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Monte Soratte | Sant'Oreste | La Storia

Età antica 

Il territorio comunale ha restituito resti di epoca preistorica, tra cui un piccolo vaso con quattro anse di epoca neolitica, che era stato collocato, probabilmente a fini cultuali, a raccogliere l'acqua che gocciava da una stalattite nell'interno dei "meri" del monte Soratte

Prima della conquista romana Sant'Oreste faceva parte del territorio dei Capenati (ager Capenas) fiorente popolazione italica che prosperava nel Lazio (Latium) prima dell'avvento di Roma; I Capenati avevano una propria lingua, simile al latino, affine all'etrusco e con influenze sabine, il territorio dei Capenati comprendeva gli attuali comuni di: Capena, Civitella San Paolo, Morlupo, Fiano, Nazzano, Ponzano, Filacciano, Torrita, Rignano, Sant'Oreste, Castelnuovo di Porto e Riano.

Sul Monte Soratte doveva essere adorato, da parte di queste popolazioni, il dio Soranus, in seguito identificato con Apollo, o con Dis Pater.

Plinio riferisce che il culto del dio del Monte Soratte era celebrato dalle famiglie degli Hirpi Sorani (o "lupi di Soranus") che in onore del dio camminavano sopra i carboni ardenti; per questo motivo queste genti erano state esentate per mezzo di un decreto del Senato dal servizio militare e da altri obblighi.

Virgilio nell'Eneide riferisce un'invocazione di Arunte al dio Apollo "custode del santo Soratte" e parla nuovamente della pratica cultuale del camminare sui carboni ardenti.

Il Monte Soratte è la Montagna Sacra cantata da Orazio: “Vides ut alta stet nive candidum/ Soracte, nec iam sustineant onus/ siluae laborantes, geluque/ flumina consisterint acuto?…”.

Falisci e Capenati, alleati di Veio, vennero sconfitti dai Romani con la caduta della città etrusca nel 396 a.C.

Il territorio Capenate fu assegnato nel 387 a.C. alla tribù Stellatina e la sua capitale Capena non venne distrutta ma fu annessa e divenne un importante municipio federato Romano.

Nel 241 a.C. la capitale falisca Falerii Veteres venne anch'essa distrutta, a seguito della rivolta dei Falisci durante la prima guerra punica.

Nel territorio si insediarono in seguito numerose ville: i resti di una di queste, con impianto termale, affreschi e pavimenti mosaico, furono rinvenuti nella località "Giardino" a Sant'Oreste.

Il Monte Soratte è presente anche nell'opera più importante del sommo poeta Dante Alighieri, la divina commedia : Inferno, canto ventisettesimo:

Ma come Costantin chiese Silvestro

d’entro Siratti a guerir de la lebbre;

così mi chiese questi per maestro

Età medioevale

Secondo una leggenda riportata nel V secolo negli Actus Silvestri, sul monte Soratte si sarebbe rifugiato papa Silvestro I per sfuggire alle persecuzioni di Costantino I.

In ricordo di tale evento leggendario sulla cima del monte venne fondato, probabilmente nel VI secolo, il monastero dedicato al santo papa.

Nella prima metà del VI secolo vi sarebbe stato monaco San Nonnoso di cui vengono narrati tre miracoli da san Gregorio Magno (715-731).

Sul monte dovevano essere presenti anche altri romitori e cenobi.

Il monastero, caduto forse in abbandono, venne ripristinato e arricchito nel 746 da Carlomanno, il quale vi si sarebbe ritirato dopo la sua abdicazione dalla carica di "maestro di palazzo" a favore del fratello Pipino il Breve, ottenendolo in dono da papa Zaccaria.

Essendosi poi trasferito l'anno seguente all'abbazia di Montecassino, il monastero venne restituito al papa.

Carlomanno avrebbe inoltre fondato il monastero di Santo Stefano a Mariano, ai piedi del monte Soratte, e il monastero di Sant'Andrea in flumine presso Ponzano.

Tra i possessi donati al monastero di San Silvestro da Carlomanno, il Chronicon del monaco Benedetto menziona una curtem Sancti Heristi, che prende il nome da sant'Edisto, o Aristo, santo martirizzato sotto Nerone sulla via Laurentina.

Il nome del santo si è poi progressivamente mutato in Sant'Oreste, attuale nome del paese.

747: Nascita del Castrum Sancti Edsti, il primo nome di Sant'Oreste.

Il centro abitato dovette essere fortificato tra il X e l'XI secolo e il monte Soratte cum oppidis suis, con i suoi centri fortificati, viene citato nella concessione del 964 all'imperatore Ottone I da parte di papa Leone VIII.

Nel 1074, sotto papa Gregorio VII, i centri fortificati di Sant'Edistio, di San Silvestro e di Sant'Andrea in flumine passarono alle dipendenze dell'abbazia di San Paolo fuori le mura.

Nel 1286 papa Onorio IV ne fece una commenda e li affidò in possesso al vescovo di Ancona, Pietro Capocci. Nel 1290 Sant'Edistio è nominato come castrum, ovvero castello con mura, e doveva far parte di un complesso di fortificazioni che comprendeva i castelli di Versano e di Ramiano.

Alla metà del XIV secolo era in possesso dei Savelli.

Nel 1443 i castelli di Sant'Oreste e Ponzano con i monasteri di San Silvestro e di Sant'Andrea in flumine vennero attribuiti in feudo all'abate di San Paolo fuori le mura da papa Eugenio IV.

Età moderna

Nel 1523 la tradizione locale riferisce di un contrasto per questioni di confine tra Sant'Oreste e Civita Castellana: i castellanesi avrebbero posto sotto assedio il borgo fortificato, senza tuttavia riuscire a prevalere.

Nel 1528 morì nel monastero di San Silvestro il beato Paolo Giustiniani, camaldolese e fondatore della congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona.

Nel 1546 papa Paolo III riunì i feudi di Sant'Oreste e di Ponzano, con i monasteri di San Silvestro e di Sant'Andrea in flumine, all'abbazia delle Tre Fontane, costituendo un'unica commenda, concessa al proprio omonimo nipote, il cardinale Alessandro Farnese, come abate delle Tre Fontane.

In seguito a questa riorganizzazione del territorio l'abitato ebbe un notevole sviluppo urbanistico: nel centro storico vennero edificati o restaurati chiese e palazzi, tra cui il Palazzo abbaziale, centro amministrativo e di rappresentanza, e furono ristrutturate le mura (1554).

Nel 1576 Alessandro Farnese fece redigere uno Statuto della comunità, probabile revisione e aggiornamento di una trascrizione quattrocentesca degli usi antichi.

Il cardinale commendatario, abate delle Tre Fontane, esercitava i diritti feudali e nominava un podestà per l'amministrazione della giustizia, un "vicecomite", tre "priori", un "camerlengo" e un "cancelliere"; il "consiglio generale" e un "consiglio ordinario" di 40 membri rappresentavano la comunità.

Nel 1661 alcune reliquie di san Nonnoso furono donate dal vescovo di Frisinga (Freising, in Baviera), dove il suo corpo era stato traslato nell'XI secolo.

Il santo fu dichiarato nel 1676 come patrono del paese.

Nel 1798 i cittadini di Sant'Oreste aderirono alla Repubblica romana.

L'abolizione dei diritti feudali decretato con l'occupazione napoleonica del 1809-1814 fu confermata dal ripristinato governo pontificio e dal 1817 il comune di Sant'Oreste fu soggetto amministrativamente al "governo" di Nazzano (sostituito nel 1828 come capoluogo di "governo" da Castelnuovo di Porto), che apparteneva al distretto di Roma, a sua volta appartenente alla comarca di Roma.

Nel 1827 divenne sede di podesteria.

Dopo l'annessione dello Stato pontificio al Regno d'Italia nel 1870, il comune di Sant'Oreste risultò avere 1747 abitanti nel censimento del 1871.

Furono condotti importanti lavori pubblici, tra cui la costruzione di un nuovo cimitero presso l'antica chiesa di Sant'Edisto (1874) e di una cisterna per l'acqua ("Cisternone", 1880), e venne istituito l'asilo comunale (1891).

Nel 1913 alla morte dell'ultimo abate, l'antica commenda feudale venne avocata dal papa, che nominò un amministratore apostolico e nel 1927, alla morte di questi definitivamente abolita.

Nel 1927 il comune di Sant'Oreste entrò a far parte della neoistituita provincia di Viterbo, ma nel 1941 passò a quella di Roma.

Nel periodo tra il 1937 ed il 1943 il versante Sud del Soratte venne interessato da pesanti lavori di escavazione per realizzare dei ricoveri antiaerei un sito riservato ai vertici del governo italiano in caso di attacco sulla capitale: il bunker del monte Soratte.

Durante la seconda guerra mondiale il dedalo di gallerie che si estendeva per oltre quattro chilometri e mezzo e raggiungeva la profondità di quasi 300 metri sotto la roccia, venne utilizzata nel 1943-1944 come quartier generale delle forze di occupazione tedesche della Wehrmacht e come residenza del capo di stato maggiore, il Generale Feldmaresciallo Albert Kesselring che ivi installò l'Oberbefehlshaber Südwest.

Pesantemente bombardato il 12 maggio del 1944, il bunker garantì la continuità operativa del Comando tedesco della Wehrmacht almeno fino al 4 giugno 1944, quando venne minato ed incendiato dagli stessi tedeschi in fuga.

Tra il 1952 ed il 1962 le gallerie del Soratte furono utilizzate come polveriera per l'Esercito Italiano.

Durante il periodo della Guerra Fredda la parte più profonda delle gallerie fu trasformata in un bunker antiatomico utile ad accogliere i vertici del Governo Italiano, la Presidenza del consiglio dei Ministri ed il Presidente della Repubblica in caso di attacco termonucleare su Roma.

Tale struttura, venne collaudata a livello strutturale e fu sede di importanti esercitazioni in ambito NATO, ma non fu mai operativa.

Tra il 1993 ed il 2003 fu oggetto di ulteriori progetti da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri che però non vennero mai portati a termine.

Il complesso della ex-zona militare si estende per 44 ettari sul versante Sud del monte Soratte ed oggi è diventato un museo diffuso a carattere storico-culturale aperto al pubblico e denominato "Percorso della memoria".

I bunker ipogei del Soratte sono inseriti in questo progetto di valorizzazione generale dell'area e sono oggetto di una notevole missione di valorizzazione ad opera di una associazione di volontari che ne garantisce la visitabilità su prenotazione.

Istituita con L.R. 6 ottobre 1997, n. 29 (B.U.R. 10 novembre 1997, n. 31 S.O. n. 2), la Riserva del Monte Soratte è un singolare polmone verde tra la via Flaminia e il fiume Tevere, poche decine di chilometri a nord di Roma.

Comprende l'isolato rilievo del Monte Soratte, modesto ma svettante massiccio calcareo che spicca nel dolce paesaggio della valle del Tevere.

Con 691m di altezza, dalla cui sommità però lo sguardo abbraccia un panorama vastissimo.

Con la Legge Regionale del 22 ottobre 2018, n.7 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 23 ottobre 2018, n.86) viene affidata alla direzione della Riserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa anche la gestione del Parco Naturale del Monte Soratte.

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