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Castelnuovo di Porto (RM)
Rocca Colonna - Castelnuovo di Porto (RM)
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Contact Information
Indirizzo:
Piazza Vittorio Veneto, 10, 00060 Castelnuovo di Porto RM Castelnuovo di Porto (RM), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Lo splendido borgo medievale di Castelnuovo di Porto è un piccolo gioiello ben conservato e sempre visitabile sulla via Flaminia pochi chilometri fuori il G.R.A.

Nella piazza principale, da cui si accede al borgo di Castelnuovo di Porto, uno dei borghi più belli d'Italia, si trova il castello denominato “Rocca Colonna” che ospita al suo interno le antiche carceri, una chiesina medievale e la loggia pinta affrescata da Federico Zuccari con scene sulla fondazione di Roma, leggende romane, battaglie, porti e possedimenti della ricca famiglia.

Sempre sulla piazza si può visitare la Collegiata di Santa Maria Assunta, chiesa barocca eretta nel XIII secolo su un impianto più antico di cui resta a testimonianza il campanile, che ospita all’interno un trittico di Antoniazzo Romano, raffigurante Gesù Salvatore.

Intorno alla Rocca si ritrovano elementi che nel loro complesso consentono di osservare lo sviluppo della struttura urbanistica dell’abitato dal Medioevo al Rinascimento, una passeggiata nella stradina anulare vi svelerà antiche torri, mura e abitazioni nobiliari con diversi stemmi araldici sui portali.

Acquistata nel 1976 da un privato, la Rocca Colonna è stata acquisita al patrimonio pubblico comunale solo nel 1999 e negli ultimi anni è stata restaurata e resa fruibile al pubblico.

Ad ovest il territorio comunale è nella maggior parte collinare, con altitudini che giungono fino a 200 m s.l.m., con una morfologia caratterizzata da rilievi per lo più tufacei, separati da strette forre, mentre ad est è tipico delle pianure alluvionali, segnate dal passaggio del Tevere.

A Castelnuovo di Porto la proloco organizza alcuni piccoli eventi per i più piccoli e a settembre la divertente Sagra degli Gnocchi.

Castelnuovo di Porto (RM)
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Castelnuovo di Porto - La Storia

Le origini di Castelnuovo di Porto sono riconducibili alla storia dell'antica città stato di Capena che sorgeva sul colle della Civitucola, capitale dei Capenati, fiorente popolazione italica che prosperava a nord-ovest del Tevere, prima dell'avvento dell'impero Romano.

Cultura autoctona subì con il tempo contaminazioni esterne, soprattutto dagli Etruschi, dai Latini e dai Sabini.

Parlavano una lingua affine al falisco.

Il territorio Capenate (Ager Capenas) si estendeva lungo la riva destra del Tevere, confinando a nord con i Falisci, ad est con il Tevere e i Sabini, mentre a sud ovest con gli etruschi di Veio.

L'area comprendeva gli attuali comuni di Capena, Civitella San Paolo, Morlupo, Fiano, Nazzano, Ponzano Romano, Filacciano, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Sant'Oreste, Castelnuovo di Porto e Riano.

Dell'epoca romana si conosce poco.

Si ignorano anche le origini, forse la città venne costruita sulle rovine di un oppido, il cui significato è "città fortificata", dei dintorni di Capena o inerenti alle colonie di Pentapolis.

Castelnuovo di Porto (RM)
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Le alterne vicende del castello di Castelnuovo di Porto

Le prime notizie storiche documentate risalgono al 1074 grazie ad una bolla di papa Gregorio VII, nella quale la località viene menzionata con il nome di, Castrum Novum, e definita, per metà, come feudo dell'Abbazia di San Paolo fuori le mura.

Il nome, poi divenuto "Castello Nuovo", probabilmente è da attribuire alla costruzione di un nuovo castello a detrimento di uno più antico.

In seguito fu occupata da Stefano di Teobaldo ma, nel 1139, papa Innocenzo II restituisce il castello ai legittimi proprietari.

Nel 1208 papa Innocenzo III, favorendo suo fratello Riccardo Conti, non fece i conti con Onorio III che riconfermò di nuovo il castello agli originari proprietari.

Nel 1252 il castello risultava proprietà dei Colonna, indi dopo vari passaggi di proprietà pervenne a Stefano Colonna che migliorò la sua struttura difensiva.

Papa Bonifacio VIII Caetani, acerrimo nemico della famiglia, tolse il castello ai Colonna, ma, nel 1306, Clemente V, lo riassegnò ai legittimi proprietari.

Lo stesso accadde con Papa Eugenio IV, ma Niccolò V Parentucelli, nel 1477, lo restituì di nuovo ai Colonna.

Nel 1501 papa Alessandro VI Borgia confiscò il castello e lo dotò di difese armate, per poi nuovamente restituirlo ai Colonna, il quale cercò poi di porre fine alle scaramucce con la vicina Civitella San Paolo.

Nel 1518 divenne di proprietà dei Di Francesco.

La famiglia successivamente entrò in lotta con i Zagarolo ed altre famiglie per via della gestione sui castelli.

La bagarre fu sedata da papa Paolo III con una bolla datata 11 gennaio 1539.

Nel 1581 venne preso in gestione dallo Stato Pontificio. A nulla servirono le lamentele da parte della precedente famiglia per la restituzione del castello.

Il 12 giugno 1627 Scipione Degli Effetti divenne concessionario delle entrate del castello.

Una lapide sul muro esterno menziona il restauro della Via Flaminia del 1580 da parte di Clarice Colonna Anguillara.

Un'altra lapide ricorda quando Carlo III di Borbone alloggiò in questo castello mentre si apprestava ad espugnare il Regno di Napoli.

Simboli araldici sui portali, invece, evidenziano le famiglie che si sono succedute nella proprietà del castello.

Rocca Colonna - Castelnuovo di Porto (RM)
Rocca Colonna - Castelnuovo di Porto (RM)

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Castelnuovo di Porto - Il territorio

Siamo in un territorio dolcemente collinare, che fu nei tempi antichi denominato Ager Capenas, perché abitato da un popolo di origine simile agli Etruschi fin dall’VIII secolo a.C.: Castelnuovo di Porto, Riano, Morlupo, Fiano, Nazzano e Torrita ne furono piccoli pagi, con Capena come capitale le cui rovine sono in località Civitucola.

I Capenati fecero parte della Confederazione Romana del territorio; ma la caduta di Veio nel 396 a.C., importante piazzaforte dell’Etruria meridionale, determinò il completo assoggettamento di questo popolo alla nuova, sorgente potenza politica.

Si deve tuttavia ai coloni dell’età repubblicana romana, lo sfruttamento agricolo del suolo e l’allevamento del bestiame, con criteri «moderni»: numerose ville rustiche con sempre più grandi latifondi, s’insediarono sulle alture circostanti Castelnuovo, con una razionale rete di approvvigionamento e distribuzione idrica sotterranea.

La via Flaminia, costruita dal censore Caio Flaminio nell’anno 219 a.C., fu un’arteria importante, frequentata dai traffici commerciali che collegavano Roma con la costa adriatica ad Ariminum (Rimini).

La stazione viaria di Ad Vicesimum, posta al XX miglio della via, nei pressi di Morlupo, apportò un locale benessere; osterie con alloggi, terme e stalle si distribuirono lungo la strada sino a Castelnuovo di Porto, perpetuate ed ancora frequentate dal Medioevo sino all’800.

Un altro importante nodo stradale era la cosiddetta Campana vetus o vetere, che biforcandosi dalla Flaminia, raggiungeva Castelnuovo di Porto e la via Tiberina nei pressi di Ponte Storto, antico scalo fluviale sul Tevere.

La decadenza di Roma e le invasioni barbariche del IV-V secolo, resero insicura l’esistenza di quelle piccole borgate nate intorno a Ad Vicesimum, spingendo gli agricoltori ad abbandonare quei fondi e quei casolari troppo isolati, e a rifondare negli stessi luoghi, quegli antichi centri urbani già pagi etrusco-capenati, perché naturalmente più difesi dalle rupi scoscese e dai fossi sottostanti.

Le bolle papali che sanciscono la donazione del Territorio Collinense (già Agro Capenate) alla potente Abbazia di S. Paolo, testimoniano come intorno all’anno Mille, i luoghi gravitanti attorno a Castelnuovo di Porto fossero tornati a nuova vita, con cittadine, castelli, torri, chiese e monasteri: abitati forse ancor più di quanto è osservabile attualmente.

Rocca Colonna - Castelnuovo di Porto (RM)
Rocca Colonna - Castelnuovo di Porto (RM)

Valle del Tevere

Castelnuovo di Porto è inserita nel tratto della bassa Valle del Tevere piena di paesaggi di straordinaria bellezza, borghi medievali, colline mozzafiato e scorci emozionanti.

Un territorio sorprendentemente integro dove sorge la Riserva Regionale Tevere-Farfa, prima area protetta regionale comprendente parte dei territori dei comuni di Nazzano e Torrita Tiberina.

Istituita nel 1979, la Riserva Naturale Tevere-Farfa è, da un punto di vista naturalistico, di tale importanza da figurare nell’elenco delle zone umide d’interesse internazionale riconosciute dalla Convenzione di Ramsar.

La visita all’Oasi di Nazzano, con i suoi 10 chilometri di fiume sulle cui rive si intreccia un fitto reticolo di sentieri pedonali e ciclabili, è la classica “gita fuori porta”, ad appena 30 minuti da Roma, particolarmente adatta ai più piccoli, agli appassionati di birdwatching e agli amanti di scorci e paesaggi naturali, magnifici in ogni periodo dell’anno.

Castelnuovo di Porto (RM)
Castelnuovo di Porto (RM)

Castelnuovo di Porto -  I resti archeologici

Un passato così denso di avvenimenti storici, ha lasciato nel territorio numerose testimonianze archeologiche e vestigia di monumenti, delle quali la maggior parte sono ancora da scoprire: innanzi tutto le necropoli etrusco-capenati di Castelnuovo di Porto, di Belmonte, di Monte Fiore e di Vacchereccia.

Il materiale rinvenuto durante il secolo scorso, iscrizioni latine, fregi e teste marmoree, già veduto e pubblicato dallo studioso Giuseppe Tomassetti è purtroppo andato disperso; restano tuttavia, amorevolmente e gelosamente conservate alcune antichità presso l’antica Posta sulla Flaminia ed in altre collezioni private locali, oltre ai frammenti di colonne e ornamenti, murati in alcune case del centro storico di Castelnuovo di Porto, come memoria del passato.

Di età tardo-repubblicana sono alcuni resti di villa romana nel terreno della vigna Fivoli, e alcuni altri lungo la Campana vetus: un bel tratto di questa via a basoli in selce è visibile poco prima del fontanile della Vacchereccia.

Antiche cave di tufo e arenari sotterranei sono presenti nei pressi di S. Sebastiano, a Belmonte, a Monte Cellano e a Grotta Pagana.

Un raro complesso di vasche per la pigiatura dell’uva, risalente all’alto Medioevo, con sei pastarole (calcatoria) scavata nel tufo affiorante, si osserva lungo il fosso di Valle Vasca.

Infine un cimitero d’età paleocristiana, con loculi a più altezza ben conservati, scavati nel tufo, sono segnalati a ridosso della via Tiberina, nei pressi di Ponte Storto, e certamente usato da quell’abitato nel V-VI secolo.

Castelnuovo di Porto - resti archeologici a Belmonte
Castelnuovo di Porto - resti archeologici a Belmonte

Castelnuovo di Porto - Belmonte

Belmonte è un’interessante località archeologica, situata in posizione dominante su un’amena vallata, sulla parte sinistra della via Flaminia.

Questo stretto e allungato altipiano ospitò una fiorente colonia fortificata dell’etrusca Veio, che qui si stanziò dal VI secolo a.C., per le numerose sorgenti, la fertilità del suolo e la ricca selvaggina.

Di quei tempi arcaici rimangono: tratti delle mura civiche, resti di una porta di tipo Scaeo, con vie d’accesso tagliate nel tufo, ed infine una vasta necropoli rupestre con tombe a camera e breve dromos, disposte su quattro livelli.

Fino al secolo scorso s’era creduto che qui fosse da ubicare l’antica Veio o le celebri Arae Mutiae ricordate da Plinio il Vecchio, per la ricchezza dei marmi qui rinvenuti dal Nardini, nel ’700.

Ancora più suggestive sono le rovine del borgo medievale sorto poco più a sud di quello etrusco: una torre in opera a tufelli (XIII secolo) svetta ancor’oggi sul poggio più alto del pianoro, difesa ai lati da mura castellane (in buona parte crollate) e da tre larghi fossati, e una serie di fondi di capanne a forma rettangolare e subellittica, con incassi e fori pavimentali d’alloggiamento della struttura lignea portante.

Belmonte è infatti ricordato in una bolla di Gregorio IX del 1236, con popolazione e chiese: poi più nulla.

Come la maggior parte dei villaggi vicini, a causa della peste nera del 1348, del terremoto del 1349, delle razzie degli eserciti di ventura o semplicemente per l’eccessivo isolamento, fu abbandonato sino quasi a scomparire.

Tra gli altri borghi scomparsi del territorio di Castelnuovo di Porto, ricordiamo ancora Monte de Fiore, che nella metà del ’300 contava circa 840 abitanti, Castrum Baccaricae (Vacchereccia) in possesso dell’Abbazia di S. Paolo, e Villa Francula.

Castelnuovo di Porto - Francalancia

Nei pressi di monte Marielle si trova il moderno casolare di Francalancia, con pochi antichi frammenti marmorei sparsi al suolo.

Su questo luogo, un tempo alloggiamento di legionari romani, sorgeva un castello ed un borgo, denominato nel Medioevo, Villa Francula.

Nel 1516 vi fu edificata una chiesetta dedicata a S. Giovanni ante portam latinam, a spese dei fratelli Pietro, Silvestro e Andrea Degli Effetti, che ne mantennero il patronato; l’edificio fu successivamente ampliato, restaurato e decorato di pitture nel 1625, nel 1650 e nel 1702.

La chiesa di S. Giovanni, in avanzato stato di rovina, venne malauguratamente demolita nel corso degli anni Sessanta.

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