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Collalto Sabino (RI)
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Contact Information
Indirizzo:
Via del Castello, 2, 02022 Collalto Sabino RI Collalto Sabino (RI), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Collalto Sabino sul lago del Turano è un piccolo e grazioso borgo medievale, 'un nido d'aquila' al confine con l'Abruzzo famoso per essere uno dei borghi più belli d'Italia.

Collalto Sabino, in provincia di Rieti, si trova a circa un'ora da Roma è un bellissimo borgo ben mantenuto nella Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia, con un magnifico castello, oggi diventato lussuoso albergo dove, per lo più si svolgono eventi privati.

Collalto Sabino, al confine con l’Abruzzo e arroccato su un colle a 1000 mt di altezza, è circondato da boschi di castagni e faggi secolari, confina con la Riserva dei monti Cervia e Navegna, i monti Lucretili e Simbruini e con la Valle del Turano - ed è meta tutto l’anno di diverse escursioni giornaliere ed altre attività anche per chi  proviene dalla capitale: Passeggiate, trekking, sci nautico sul lago del Turano, pesca sportiva, tennis, calcio, escursioni a cavallo.

Il panorama è a  360° e in lontananza si vedono il monte Velino, il Gran Sasso e il Terminillo.

Appena fuori le porta (vedrete un cartello che vi porterà in una strada di montagna dove abbandonare la macchina facendo attenzione a non bloccare la via) c'è un percorso naturalistico che,  se sarete fortunati, vi porterà a godere della vista di misteriose cascate nel bosco, sempre che non passiate da li nella stagione di secca.

Collalto è un luogo di grande fascino, ricco di un patrimonio culturale inestimabile che affonda le sue radici nell’epoca Pre-Romana, che emerge nelle suggestive vestigia medievali di cui, a tutt’oggi , mostra l’impostazione e i sui secoli di storia, ideale per godere dei suoni, dei colori e dei profumi tradizionali.

Come in un labirinto di luci ed ombre, Collalto Sabino si sviluppa in ogni direzione con vicoli stretti, lunghe scalinate che salgono verso le rocche e il meraviglioso Castello medievale.

Percorrendo a piedi gli stretti vicoli in selciato si ammirano gli splendidi portali in pietra dell’abitazioni, in una atmosfera che riporta indietro nei secoli.

L'abitato di Collalto Sabino ha come prodotti principali castagne, formaggi e miele, ma vanta anche alcuni prodotti tipici locali: Le cordicelle (di cui a Luglio la proloco organizza la tipica sagra), Gnocchetti di farina di grano e granturco, Zuppa di fave, Fettuccine ai funghi porcini, Pizza 'de 'nfrasco' cotta sotto la brace, Sagne strappate...

Collalto Sabino (RI)
Collalto Sabino (RI)

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Cosa vedere a Collalto Sabino

  • Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia
  • la bella fontana ottagonale in piazza Vittorio Emanuele II
  • palazzo Latini del XVII sec., recentemente ristrutturato
  • il convento di Santa Maria con il suo bel portare del XV sec. (poco fuori dall'abitato)
  • Percorrendo uno dei sentieri che dal borgo porta ai terreni da pascolo e costeggia un fontanile, denominato Fonte degli Spiriti, si giunge nel luogo in cui era situato “Montagliano sfondato” di cui oggi si possono ammirare solo i ruderi.

  • Percorrendo un sentiero turistico, ci si può inerpicare sul monte San Giovanni, sulla cui sommità si trovano i resti di una antica Abbazia edificata sul preesistente tempio  romano.
  • Cammino di San Pietro Eremita

Il Cammino di San Pietro Eremita racchiude 3 itinerari ad anello a formare altrettanti cammini autonomi. Un percorso che coinvolge due regioni, Abruzzo e Lazio, e, quattro province, L’Aquila, Rieti, Roma, Frosinone.

Gli anelli sono legati alla storia del santo che inizia nell’anno 1000 a Rocca di Botte e finisce a Trevi nel Lazio il 30 agosto del 1052.

Anche per il Cammino di san Pietro Eremita esiste una specifica Credenziale che attesta il passaggio del pellegrino o camminatore.
La Credenziale viene rilasciata a coloro che intendono effettuare un pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo e che s’impegnano ad accettarne il senso e lo spirito e va richiesta almeno 3 settimane prima della partenza per consentirne l’invio per posta. Richiedi QUI la credenziale

Il borgo di Collalto Sabino divenne feudo nel 1350 e baronìa dal 1440.

I primi signori furono Pandolfo e Rinaldo, seguiti da Oddone e Ludovico, tutti della casata dei Collalto che diede il nome al paese.

Ad essi subentrò poi la famiglia dei Mareri che incominciò la costruzione del castello locale che oggi è un lussuoso hotel con 48 stanze.

Collalto Sabino (RI)
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Collalto Sabino | Il castello Baronale

Nella prima metà del Cinquecento il borgo appartenne alla nobile famiglia dei Savelli, noti a Roma per aver dato molti pontefici al soglio di Pietro.

Nel 1564 Cristoforo Savelli, perseguitato dai creditori, vendette il castello al suocero Roberto Strozzi, figlio di Piero, famoso banchiere fiorentino e oppositore dei Medici.

Lo Strozzi era intenzionato a restaurare il castello, ma la morte improvvisa lo colse e costrinse la sua famiglia a vendere il possedimento ad un altro nobile fiorentino: Alfonso Soderini.

I Soderini furono proprietari del castello per due generazioni, dedicandosi alla ristrutturazione della fortezza ed al suo adeguamento come mezzo difensivo in grado di opporsi alle armi da fuoco.

Oltre a modifiche di tipo militare, i Soderini si dedicarono anche all'abbellimento ed all'ampliamento della parte residenziale del castello in occasione del matrimonio di un nobile rampollo.

I debiti colpirono anche i Soderini e Nicola, nel 1641, dovette mettere all'asta il castello, che finì nelle mani del cardinale Francesco Barberini, nipote del papa regnante Urbano VIII, il quale pagò il possedimento 102.000 scudi e lo siglò come "possedimento personale" facendone una propria residenza estiva.
La trattativa venne condotta dal fiduciario del cardinale, il nobile Giovan Battista Onorati di Jesi.

Sotto il Barberini, il castello fu completamente restaurato e abbellito ulteriormente: le stanze rivestite di marmi preziosi, pavimenti a mosaico e soffitti a cassettoni.

Grandi opere di miglioria vennero portate avanti anche durante tutto il Settecento quando la proprietà passò al ramo dei Barberini principi di Palestrina.

Gran parte di questi arredi venne asportato dall'invasione napoleonica del 1798-1799.

La guarnigione francese lasciò la fortezza l'11 aprile 1803 e, dopo la sconfitta di Napoleone, il castello tornò ai Barberini ma era ormai ridotto alla stregua di rudere e i nobili romani decisero di venderlo nel 1858.

La vendita andò a favore del polacco conte Corvin-Prendowski, discendente del re d'Ungheria Mattia Corvino, il quale procedette ad un restauro totale della struttura.

Nel 1861 il castello venne rovinato parzialmente dall'assalto dei briganti al borgo.

Alla morte del conte Prendowski, il quale aveva sposato la marchesa Cavalletti, il castello passò in eredità al fratello di questa, Giuseppe Cavalletti, il quale, non avendo eredi diretti, alla soglia della vecchiaia stipulò un vitalizio, in cambio della proprietà del castello, con il capitano dei carabinieri locali Ottavio Giorgi, il quale divenne il nuovo proprietario della struttura.
Giorgi aveva sposato una ricca ereditiera americana, Claire Monfort, dalla quale ebbe due figli: Diana e Piero.

I Giorgi-Monfort restaurarono il castello, apportandovi modifiche minime, ma avendo il privilegio negli anni antecedenti la seconda guerra mondiale di ospitare personaggi di rilievo del mondo politico ed artistico dell'epoca come il principe ereditario Umberto di Savoia, Umberto Nobile, Ettore Petrolini, il pittore-scultore statunitense di origine norvegese Hendrick C. Andersen.

Alla morte di Piero Giorgi-Monfort nel 1988, il castello è stato acquistato da Massimo Rinaldi, discendente da una delle più nobili famiglie del borgo, che ha curato un radicale restauro architettonico del castello.

Dal 2013 il castello è di proprietà del gruppo finanziario e assicurativo maltese Global Capital

La rocca, attualmente in vendita, conserva il suo aspetto sei-settecentesco (a cui risale tra l'altro l'ultimo periodo di utilizzo militare del castello) articolato essenzialmente sulla torre centrale di forma quadrata affiancata da due torri angolari rotonde e da una serie di baluardi esterni. Il palazzo baronale, indipendente dalla rocca, è raccordato a quest'ultima tramite delle scalinate.

L'interno del castello accoglie anche un grande parco con un pozzo d'epoca.

Al XV secolo risale invece la cinta muraria che racchiude il paese.

Collalto Sabino (RI)
Collalto Sabino (RI)

Collalto Sabino | La Storia

La storia del borgo di Collalto fa risalire le proprie origini a tempi remoti: all'epoca dei Longobardi, che nell'Italia centrale e nell'Italia meridionale detenevano i ducati di Spoleto e Benevento, risale al periodo della distruzione della colonia romana di Carseoli che sorgeva presso il contemporaneo borgo di Civita di Oricola e in località Bosco di Sesera.

A questa distruzione si aggiunsero poi delle scorrerie portate avanti dai Saraceni, il che indusse i pochi abitanti rimasti nel luogo a costruire una primitiva torre di difesa attorno alla quale si costituì poi il nucleo abitato di Collalto Sabino.

Nel X secolo l'area divenne sede di un gastaldato e nell'XI secolo divenne proprietà dell'Abbazia di Farfa che quivi stabilì un proprio monastero benedettino.

Successivamente l'Abbazia cedette il borgo alla nobile famiglia Berardi della contea dei Marsi con l'obbligo però di corrispondere un canone annuo alla comunità religiosa locale.

La particolare posizione del borgo, posto al confine tra lo Stato Pontificio ed il regno normanno di Napoli, lo rese un punto strategico a tal punto che venne visitato dall'Imperatore Federico II di Svevia durante un suo viaggio verso Rieti.

Furono questi gli anni in cui il borgo godette di maggiore potenza e autonomia dai grandi possedimenti territoriali che lo circondavano, arrivando a godere del diritto di battere moneta e di ampliare le fortificazioni già esistenti con la costruzione di un castello.

È in questo periodo che viene costruita una prima cinta muraria, in particolare dopo le battaglie di Benevento (1266) e Tagliacozzo (1268) che avevano visto il borgo di Collalto come uno dei principali punti di controllo della valle del Turano e della piana del Cavaliere.

Nel 1297 il borgo viene ceduto da Carlo d'Angiò, nuovo re di Napoli, allo Stato Pontificio riconoscente della concessione del trono fatta a suo favore.

Il borgo fu successivamente feudo baronale di diverse famiglie nobili italiane e non sino a giungere al periodo risorgimentale: il 3 febbraio 1861 il castello e l'abitato di Collalto Sabino subirono un cruento assalto da parte di una folta banda di briganti formata da soldati borbonici sconfitti alla guida di Francesco Luvarà, reparti dell'esercito pontificio e delinquenti comuni alla guida del famoso brigante Chiavone.

L'assalto era stato realizzato in opposizione al plebiscito del 1860 che annetteva il Regno delle Due Sicilie al neonato Regno d'Italia.

Dopo che l'orda venne placata, il borgo venne annesso al Regno d'Italia inseguendo da allora le orme della storia patria.

Collalto Sabino - fontana ottagonale in piazza Vittorio Emanuele II
Collalto Sabino - fontana ottagonale in piazza Vittorio Emanuele II

Nelle vicinanze del lago artificiale del Turano, Castel di Tora e la riserva naturale del Monte Navegna, troviamo le incantevoli grotte di Pietrasecca, Percile e i suoi laghetti, Collalto Sabino, Fara In Sabina e l'Abbazia di Farfa, Poggio Mirteto, Orvinio (RI) e una serie di incredibili paesaggi naturali

 

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