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Allumiere
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Indirizzo:
00051 Allumiere RM Allumiere (RM), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Allumiere è uno dei borghi marinari nell'area di Roma, sui rilievi dei monti della Tolfa a 522 metri di altitudine.

Allumiere sorge in un territorio molto pittoresco, ricco di boschi e campi erbosi (allevamenti bradi) costituente il Parco Naturale dei Monti della Tolfa, e si chiama così per via della presenza di miniere di allume di rocca, scoperte da Giovanni da Castro nel 1462, che permisero, sotto Papa Pio II, di finanziare la guerra contro i turchi.

Il centro abitato nacque proprio intorno alle cave di allume, all’epoca impiegato per la lavorazione di pelli, tessuti e medicinali e quindi molto richiesto.

Il vero fondatore del paese fu il banchiere senese Agostino Chigi il quale, durante il suo mandato di appaltatore delle miniere di allume della zona all’inizio del XVI secolo, fece costruire il nuovo stabilimento, l’acquedotto e le abitazioni per i minatori.

Il piccolo borgo accoglie gli avventori con il suo Fabbricone, una grande casa operaia costruita nel 1500. Proseguendo lungo la via principale, si raggiunge Piazza della Repubblica dove si trova il Municipio e la grande Camera Apostolica che ospita il Museo civico “Klitsche de La Grange” dove si raccontano le trasformazioni dei Monti della Tolfa, dalla preistoria all’età moderna.

Poco fuori dall’abitato si trova il Parco comunale “Faggeto di Allumiere”, un bosco di oltre 100 ettari di faggi cresciuto “sotto quota” rispetto al suo habitat naturale oltre i 1000 mt d’altezza, in un tipico paesaggio vulcanico ricco di colonie di avifauna, visitabile seguendo gli itinerari segnalati che conducono alle antiche cave dell'alunite.

Nella prima metà di Luglio si organizza la Sagra del Cinghiale/Sentieri dell' Allume e successivamente anche la Sagra del tartufo (locale) e degli antichi sapori.

Il Palio delle Contrade di Allumiere è una manifestazione tradizionale che si svolge la prima domenica dopo il 15 agosto, ogni anno dal 1965 e viene corso, come vuole la tradizione, con gli asini al posto dei cavalli in ricordo di questo animale che era indispensabile per trainare i carri adibiti al trasporto del minerale di allume.

Prima della corsa si svolge una sfilata storica, lungo le vie del Paese, con costumi del 1500, alla quale partecipano oltre 200 comparse.

Nel territorio di Allumiere si trova anche la località Cave Vecchie, un villaggio di cui sono ancora visibili i ruderi  fondato dai lavoratori della vicina Cava Grande.

Panorama dal faggeto di Allumiere
Panorama dal faggeto di Allumiere

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Allumiere | Palio delle Contrade

Il Palio delle Contrade, manifestazione di carattere regionale, si svolge la prima domenica dopo il 15 agosto, ogni anno, dal 1965 e preceduta, la sera antecedente, da una cena e festa danzante in ogni contrada.

Dopo una sfilata di comparse in costume di epoca rinascimentale e l'esibizione di gruppi di sbandieratori rappresentanti i sei rioni o contrade comunali (Burò, Ghetto, La Bianca, Nona, Polveriera, Sant'Antonio) segue il palio, che consiste, come vuole la tradizione, in una gara di corsa tra asini (somari) al posto dei cavalli.

Al termine del palio viene consegnato al vincitore un drappo dipinto (cencio) che verrà festeggiato, la sera stessa, presso la contrada vincitrice.

Lo svolgimento della gara è suddiviso in tre batterie in ognuna delle quali viene assegnato un punteggio in base all'ordine di arrivo (12 punti al primo classificato, 10 al secondo, 8 al terzo e così via fino all'ultimo che guadagna 2 punti).

Al termine delle tre gare, la contrada col maggior numero di punti è proclamata vincitrice. In caso due contrade abbiano totalizzato lo stesso numero di punti, viene organizzata una gara di spareggio.

Oltre che nel palio vero e proprio, le sei contrade gareggiano anche per i migliori costumi e sbandieratori.

Come ogni tradizione fokloristica, anche il palio di Allumiere ha i suoi riti e le sue scaramanzie.

Ogni "contradaiolo", infatti, legge in maniera cabalistica l'assegnazione dei posti di partenza (le gabbie) che avviene la domenica mattina in un sorteggio pubblico nell'aula consiliare e viene seguito in tempo reale dalla popolazione in piazza tramite altoparlanti.

Alcune contrade svolgono, per tradizione, la cena conviviale sempre nello stesso giorno (p.e. quella della Polveriera si svolge sempre il venerdì precedente); ci sono contradaioli che non vogliono andare a vedere il "Cencio" esposto in chiesa perché dicono che porti sfortuna, altri invece che lo vanno a vedere soltanto la sera della processione della Madonna dell'Assunta.

Come nel Palio di Siena, anche in quello di Allumiere ci sono delle contrade tra cui la rivalità si accende maggiormente: la Polveriera è acerrima nemica della Nona; il Burò è, invece, nemico del Ghetto.

Non hanno alcuna rivalità, invece la contrada Sant'Antonio e la contrada La Bianca.

Il Palio è quindi una manifestazione a carattere prettamente turistico e folkloristico che richiama nel comune di

Allumiere un notevole afflusso di visitatori da ogni parte del Lazio e delle zone limitrofe.

Nelle edizioni più recenti il paese è stato letteralmente invaso dai turisti con punte che vanno oltre le ventimila presenze nella settimana di preparazione ed in particolare nel giorno in cui si disputa il palio.

La manifestazione è parte integrante della tradizione locale e costituisce senza dubbio un polo di attrazione turistica per numerosi villeggianti che trascorrono le loro vacanze nelle vicine località marine (Tarquinia, Santa Severa, Ladispoli, Santa Marinella, Cerenova).

Simboli e colori delle sei contrade:

  • Burò: colori bianco e nero, simbolo Arco, sito nella contrada
  • Ghetto: colori giallo e rosso, simbolo Fontanella della contrada
  • La Bianca: colori bianco e verde, simbolo Agrifoglio
  • Nona: colori rosso e verde, simbolo Antichi stabilimenti dell'allume
  • Polveriera: colori rosso e azzurro, simbolo Mulino a vento
  • Sant'Antonio: colori bianco e rosso, simbolo edicola del santo di Padova

Palio delle contrade di Allumiere
Palio delle contrade di Allumiere

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Allumiere | Museo civico “Klitsche de La Grange”

Il Museo si trova nel centro storico di Allumiere, accanto alla Chiesa Camerale.

La struttura ha sede nel Palazzo della Reverenda Camera Apostolica, costruito intorno al 1580 per volontà di Papa Gregorio XIII, per ospitare gli uffici e il personale dell'amministrazione delle miniere di allume e la Corte Pontificia in visita alle attività estrattive.

Nuove scoperte nei primi anni del 1950 spingono, su sollecitazione di Odoardo Toti, l'Amministrazione Comunale ad istituire un Antiquarium, che nel 1966 acquisisce, in occasione del VI Congresso Internazionale di Scienze Preistoriche e Protostoriche, il titolo di Museo Civico.

Al primo piano dell'edificio sono ospitate le seguenti sezioni: paleontologica, con documentazione relativa alla fauna e alla flora del Pleistocene iniziale, preistorica e protostorica, con presentazione di numerosi siti dal Paleolitico medio all'età del Ferro; etrusca con corredi funerari; romana, con materiali provenienti dalle ville rustiche della zona, con oggetti di uso quotidiano.

Al secondo piano seguono le sezioni relative al tardo-antico e all'alto Medioevo, con vasellami di uso domestico e maioliche tardo – medievali; segue una documentazione relativa allo sfruttamento delle risorse minerarie dal XV al XIX secolo, con ricostruzioni e diorami sui metodi di estrazione e lavorazione dell'allume e altri minerali.

La sezione naturalistica illustra la fauna e la flora del territorio, le caratteristiche vegetazionali, il popolamento animale, gli ecosistemi naturali, gli aspetti legati alla presenza dell'uomo, le rocce, la geologia e la mineralogia.

La prima sala è dedicata alla ricostruzione dei principali ambienti presenti sul territorio.

La seconda sala è dedicata alla fauna entomologica dell'area, integrata con pannelli esplicativi e ricostruzioni con modelli realistici e in scala maggiorata.

All'interno della stessa sala à allestito uno spazio riservato al “Faggeto”, bosco eccezionale di faggi sotto quota (500–600 m s.l.m.), con individui maestosi ed imponenti.

Pertanto il Museo Civico è oggi il principale centro per la documentazione del patrimonio preistorico e naturalistico del comprensorio tolfetano-cerite, in grado di offrire laboratori dotati di stereomicroscopi e audiovisivi ed un laboratorio di palinologia e microfotografia, applicate alla sezione paleontologica.

Inoltre, il Museo di Allumiere rinnova ogni anno il suo appuntamento con i laboratori didattici, proponendo il progetto "un museo tutto da scoprire", percorso formativo che dà la possibilità a moltissime scuole e agli studenti di vivere la struttura museale in tutti i suoi aspetti e soprattutto di conoscere ed approfondire le caratteristiche più affascinanti e misteriose dell'archeologia e del mondo naturale.

Palazzo comunale di Allumiere
Palazzo comunale di Allumiere

Faggeto di Allumiere

Il Monumento Naturale Faggeto di Allumiere si estende per 100 ettari nella periferia nord-est del centro abitato di Allumiere (RM) e rappresenta un’area di rilevante interesse naturalistico per la presenza della Faggeta, di una colonia ibernante di chirotteri e di uccelli di interesse europeo.

Il Faggeto di Allumiere è un bosco piuttosto vasto, distribuito su quattro delle cime più elevate dei Monti della Tolfa (Monte Maggiore, 633 m; Monte Urbano, 627 m; Monte Faggeto, 611 m; Monte Elceto, 609 m).

Poco fuori dall’abitato si trova il Parco comunale “Faggeto di Allumiere”, un bosco di faggi cresciuto “sotto quota” rispetto al suo habitat naturale oltre i 1000 mt d’altezza,  visitabile seguendo gli itinerari segnalati e provvisti di tabelle didattiche esplicative che conducono alle antiche cave.

La peculiarità del Faggeto di Allumiere è legata alla presenza del Faggio ad una quota intorno ai 600 m, resa possibile dalle condizioni climatiche tipiche di questi monti che permettono la sopravvivenza "sotto quota" a piante abitualmente legate a climi freddi sopra i 1000 m.

Oltre al Faggio troviamo l'Acero di Monte, l'Acero minore, l'Acero campestre, il Castagno, il Carpino bianco, il Carpino nero, il Cerro ed il Leccio, che possono essere più o meno rappresentati nelle diverse porzioni di bosco.

Il sottobosco è arricchito con elementi vegetali piuttosto interessanti quali l'Agrifoglio, il Pungitopo, l'Edera, il Ciclamino e varie specie di orchidee.

Il Monumento tutela inoltre beni archeologici e paesaggistici.

All’interno sono presenti testimonianze dell’attività estrattiva dell’allume così importante per l’industria tessile dello Stato Pontificio (si usava per fissare i colori), mentre sotto il profilo geologico si rivela il tipico paesaggio vulcanico costituito da cumuli di lava e cupole di rocce di origine magmatica.

La porzione di faggeta sopra Monte Elceto è, inoltre, ricca di specie vegetali tipicamente mediterranee quali l'Erica, la Ginestra ed il Citiso, oltre a numerosi alberi di Leccio.

Anche la fauna presente è piuttosto ricca di specie.

Troviamo la Volpe, la Donnola, la Faina, il Ghiro, il Riccio, il Moscardino, il Tasso ed il Topo selvatico, tra i Mammiferi; l'Allocco, lo Sparviero, il Merlo, il Pettirosso, il Picchio verde, il Picchio muratore, la Ghiandaia, la Cinciarella e la Cinciallegra, tra gli Uccelli; il Colubro di Esculapio, il Biacco, l'Orbettino e la Vipera, tra i Rettili.

Il "Faggeto" assume un ruolo importante anche dal punto di vista geologico, infatti al suo interno si trovano i segni evidenti dell'attività estrattiva dell'alunite da cui il nome della città di Allumiere sorta intorno alle cave.

Le due cave più importanti, la Cava del Silenzio (un tempo Cava del Moro), a cielo aperto, e la Miniera di S.Barbara, in galleria, testimoniano i due metodi di estrazione utilizzati.

Questa faggeta merita una visita anche per quanto riguarda l'interesse archeologico, infatti sopra Monte Elceto è presente uno dei più grandi abitati protovillanoviani della zona.

Faggeto di Allumiere
Faggeto di Allumiere

Cosa vedere ad Allumiere | Monumenti & Luoghi di Interesse

Allumiere | Architetture religiose

  • Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo
  • Chiesa di Nostra Signora di Lourdes, nella frazione La Bianca di Allumiere
  • Santuario di Cibona - edificato nel sec. XVII sul luogo di una cappellina più antica, come questa fu dedicata agli operai della vicina cava di Cibona, la prima miniera di Allumiere
  • Santuario della Madonna delle Grazie - situato su quello che un tempo era il Monte Roncone e che ora, proprio per la sua presenza, è detto Monte delle Grazie
  • Santuario della Santissima Trinità, con molta probabilità il più antico della zona, costruito forse in epoca medievale
  • Chiesa Neogotica alla Farnesiana - accanto all'antico Borgo agricolo della Tenuta della Farnesiana, sorge questa inaspettata chiesa neogotica, dedicata all'Immacolata e costruita nel 1850.

Il Santuario Madonna delle Grazie di Allumiere
Il Santuario Madonna delle Grazie di Allumiere

Allumiere | Architetture civili

Il monumento di gran lunga più interessante è tuttavia l'acquedotto ipogeo detto di Traiano che portava acqua dalle colline retrostanti Allumiere, a circa 400 metri sul livello del mare (Cinque Bottini), fino al centro portuale di Centumcellae (Civitavecchia) decorrendo in lieve e graduale discesa appoggiato alle sinuose pendici delle colline di Monte Rovello, Quarto delle Bufale, Monte Pietroso, Monte Rotondo, Monte Turco e Monte Pocopane.

Benché non dotato di tratti monumentali fuori terra (le uniche arcate sono i ponticelli con cui supera i compluvi idrici delle vallecole più incise), restaurato a fine '600 (da Innocenzo XII), l'acquedotto di Traiano è complessivamente ben conservato, ma mentre attende un'opportuna valorizzazione corre il concreto rischio di un irreversibile degrado.

Centro sportivo La Cavaccia di Allumiere
Centro sportivo La Cavaccia di Allumiere

Allumiere | Siti archeologici

  • Area archeologica del Monte Elceto
  • Area archeologica del Monte Rovello
  • Area archeologica del Monte Tolfaccia

Maria Santissima Assunta in Cielo di Charles Mellin - Allumiere
Maria Santissima Assunta in Cielo di Charles Mellin - patrono di Allumiere

Allumiere | La Storia

A qualche distanza dal centro abitato, nell'area circostante la Macchia di Palano, sono stati individuati notevoli resti di industria litica riferibile per la maggior parte al paleolitico medio.

Non mancano ritrovamenti riconducibili ad epoca neolitica; si tratta di gruppi di frammenti ceramici associati a lame di selce e ad altri strumenti di pietra, nonché a numerosi frammenti di lame di un vetro vulcanico detto ossidiana, proveniente attraverso antichissimi scambi commerciali (V-IV millennio BCE) da Lipari.

I principali abitati neolitici sono stati individuati a Ripa Maiale e a Le Macine, mentre il periodo eneolitico è presente in località Tufarelle.

Il territorio contiene importanti testimonianze di insediamenti risalenti all'età del bronzo (II millennio BCE), che testimoniano gli aspetti culturali del Bronzo Medio, Recente e Finale (culturalmente definiti: appenninicosubappenninico, protovillanoviano).

Per quanto riguarda in particolare il Bronzo Finale, nel territorio comunale sono attestati numerosi abitati attorno a quelli di maggiori dimensioni di Monte Rovello, Monte Elceto e Tolfaccia.

Il primo tra il 1965 e il 1971 e il secondo tra il 1971 e il 1976 sono stati indagati da Odoardo Toti con cantieri forniti dall'Ufficio Scavi di Civitavecchia della SAEM, che ne ha gestito la parte economica e normativa.

Le sepolture ricollegabili a questi abitati sono state messe in luce per la prima volta nella seconda metà del XIX secolo da Adolfo Klitsche de la Grange e successivamente da Salvatore Bastianelli, Renato Peroni e Vincenzo D'Ercole.

Sono del tipo a cremazione con vaso cinerario, disposte in piccoli gruppi; tuttavia il complesso sepolcrale circostante l'abitato di Monte Rovello, (aree della Forchetta di Palano, del Campaccio e della Pozza) ha restituito un numero di tombe superiore al centinaio, sì da risultare il più grande contesto funerario protovillanoviano dell'Italia tirrenica.

Quest'area si era impoverita demograficamente nel periodo più antico della Prima Età del Ferro (X-IX secolo BCE), ma senza essere stata totalmente abbandonata, allorché si verificò una concentrazione della popolazione in abitati più vasti, come Cerveteri e Tarquinia e in una catena di villaggi secondari lungo la fascia costiera.

In epoca storica le presenze etrusche sono testimoniate dagli agglomerati di tombe alquanto distanti dal paese di Allumiere e occupano le formazioni collinari di Bandita Grande e Colle di Mezzo, ai piedi dell'altura che in epoca medievale avrebbe ospitato Tulfa Nova ("la Tolfaccia"); le tombe più antiche attestano una rioccupazione del territorio già dall'VIII secolo BCE.

In età romana la campagna fu controllata e lavorata tramite aziende agrarie dette ville, facenti capo ad edifici che tuttavia solo in pochi casi ad una parte rustica aggiungevano un settore residenziale più curato sotto il profilo architettonico e decorativo.

Il paese di Allumiere tuttavia è di origine molto successiva.

La sua nascita è connessa agli eventi storici seguiti alla caduta di Costantinopoli (anno 1453), che comportò la perdita dell'accesso ai giacimenti di allume dell'oriente mediterraneo.

Infatti dopo pochi anni si accertò nei Monti della Tolfa, a breve distanza da Roma, capitale dello Stato della Chiesa una cospicua presenza di allunite (da cui si ricava con un complesso procedimento industriale l'allume) tale da compensare del tutto la grave perdita subita.

La scoperta, attribuita con colorite narrazioni a Giovanni Di Castro, fu all'origine dell'estromissione dei Frangipane della Tolfa e della gestione papale diretta delle "allumiere".

L'abitato attuale corrisponde a quello che fu il maggiore impianto di concentrazione e lavorazione del materiale alluminifero, realizzato durante la gestione di Agostino Chigi, e presso il quale vennero edificate anche le abitazioni degli operai, in parte galeotti cui veniva offerta questa particolare forma di franchigia.

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