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- Sonnino (LT)
Sonnino è un misterioso borgo, terra di briganti leggendari e di mistici simboli arcaici, a circa 100 km da Roma
Sonnino sorge tra i Monti Lepini in un’area ricca di oliveti e boschi di lecci e ginepri che si alternano alla macchia mediterranea.
Come molti centri dell’area Sonnino ha origini romane anche se il borgo è evidentemente medievale (IX sec.) e diviso in quattro rioni.
Una passeggiata fra le stradine tortuose, le gradinate, le torri e le porte, le scale addossate a edifici di pietra con archivolti, portoncini e pilastrini, catapultano il visitatore indietro nel tempo, nel Medioevo, in special modo alla sera, quando le luci dei lampioni fanno risaltare la bellezza degli edifici.
Sonnino divenne nota per essere la patria di famosi Briganti, tra cui il leggendario Antonio Gasbarrone (vissuto fino al 1880); una sorta di Robin Hood locale che distribuiva i suoi bottini ad anziani, bisognosi e bambini.
Nelle stradine, spesso intitolate alle famiglie che le hanno vissute, si possono osservare molti stemmi, croci e simboli segreti, tra cui appare spesso quello della Triplice Cinta (3 rettangoli concentrici) che nasconde molti significati, sia religiosi che esoterici).
Interessanti da visitare le Chiese di S. Michele Arcangelo (santuario), di S. Giovanni Battista e di S. Pietro e, appena fuori le mura, il Monastero di S Maria delle Canne, come pure il Museo Terra di Confine che racconta le vicende storiche del territorio e delle tradizioni popolari.
Per gli amanti delle escursioni a piedi si segnala il vicino Monumento Naturale Carsico di Campo Soriano che divide con Terracina.
Sonnino è molto apprezzata per la qualità della sua produzione di olio di oliva, come testimonia l’assegnazione del premio 2018 di Miglior Olio Italiano del concorso Ercole Olivario.
Dove dormire a Sonnino (LT)
Sonnino (LT) | Eventi, Tradizioni & Folklore
- Vigilia dell'Ascensione: la Festa de Le Torce, una delle più suggestive e antiche espressioni del folclore laziale si svolge nella sesta domenica dopo Pasqua. Si tratta di una processione-escursione di circa 30 km lungo i confini del paese e che i partecipanti percorrono portando delle torce benedette, quale simbolo della dipendenza degli abitanti dalla loro terra e della necessità di difenderla.
- Sagra della Zazzicchia (Agosto) con stand e percorso enogastronomico nel borgo
- Ultimo giovedì di agosto: Antica fiera delle merci e del bestiame (meglio nota come Sagra della Capra in località Sonnino Scalo).
- Sagra della Crespella (Settembre)
- Venerdì Santo: Processione del Cristo Morto
- 25 aprile: Fiera di San Marco; era regolata già nel XIII sec. secondo lo Statuto comunale
- 13 giugno: Festa di Sant'Antonio
- 16 agosto: Festa di San Rocco
- Ultimo sabato di luglio: Festa di San Gaspare del Bufalo
- Ultima domenica di giugno: Festa di Sant'Antonio (in località Frasso)
- Ultimi quattro giorni di Luglio: Capocroce in festa (in località Capocroce)
L'abito tipico da donna è chiamato Rotunno: forse di origine saracena, di stoffe di lana pesante, con colori forti, lavorate al telaio.
Per l'occasione di festa si aggiungeva una camicetta di broccato o di seta ornata di pizzi.
A seconda dell'età poteva essere: verde o celeste per le più giovani, bianco per le donne fidanzate, rosso per le donne sposate, marrone per le vedove.
In letteratura Sonnino viene citato nello Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi (a proposito della distruzione del paese ordinata da Papa Pio VII) e ne La Messa der Venardí Ssanto da Sonetti romaneschi di Giuseppe Gioachino Belli (sempre a proposito della distruzione del paese).
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Che cosa vedere a Sonnino (LT) | Monumenti e luoghi d'interesse
Sonnino (LT) | Architetture religiose
- Chiesa di San Michele Arcangelo, comunemente detta di Sant'Angelo (1210), nel 1798 ospitò il Tribunale militare delle truppe francesi occupanti;
- Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista (1200 circa), elevata a Collegiata e riconsacrata nel 1604;
- Chiesa di San Francesco (1300 circa), ampliata nel 1604;
- Chiesa di San Pietro (1867), ricostruita sopra l'antica chiesa risalente al XIV sec;
- Chiesa della Divina Maternità di Maria (1938), in località Frasso;
- Ex chiesa di San Marco (XV secolo), restaurata nel 1728, ora usata come Auditorium comunale;
- Chiesa della Madonna Santissima della Pietà (1595), situata sull'antica Via Volosca, all'interno è possibile vedere un affresco raffigurante il «Compianto sul Cristo morto», il luogo è noto anche per la resa del brigante Antonio Gasbarrone avvenuta nel 1825;
- Monastero di Santa Maria delle Canne (VII secolo), crollato il 31 gennaio 2011, ex monastero benedettino;
- Cappella della Madonna di Loreto (1606);
- Chiesa di Santa Maria della Misericordia (1200 circa);
- Sacra Icona di Maria Santissima delle Grazie, icona di stile bizantino presente nel santuario minore di San Michele Arcangelo in Sonnino, e risalente al XII secolo.
Sonnino (LT) | Architetture civili
In antichità erano presenti cinque porte di accesso al borgo di Sonnino:
- Porta San Pietro, la porta principale, a cui si arrivava dall'antica Via Volosca (una mulattiera);
- Porta Riore (o dei Priori, già Porta San Lorenzo), sostituisce la Porta San Pietro come accesso principale per la sua vicinanza alla Via Volosca, nel 1819 inizia da qui la distruzione del paese per ordine del papa Pio VII;
- Portella, la porta dei signori del castello;
- Porta San Giovanni;
- Porta di Tocco (dal nome della nobile famiglia Tocco)
Caratterizzano il paese per l'aspetto e la ripidità, i vicoli di Sonnino prendono il nome dalla famiglia che li abitava o da una loro caratteristica.
Rifugi
- Rifugio Jo Caturo: 41°24′33″N 13°18′05″E da Sonnino oltre le pendici del Monte Tavanese e del Monte di mezzo, salendo verso il Monte delle Fate
- Rifugio la Cona: 41°24′07.15″N 13°15′20.55″E
- Rifugio Gasbarrone: 41°23′46.15″N 13°15′14.13″E
- Ponte del diavolo
- Monumento ai caduti in guerra
Il monumento fu costruito nei primi anni '20 per i Caduti della Prima guerra mondiale.
Fu commissionato dal Comune di Sonnino allo scultore Ernesto Costantini di Ariccia.
Realizzato in bronzo, rappresenta un giovane soldato, in particolare un fante, a dorso nudo nell'intento di impugnare la spada a difesa.
Sonnino (LT) | Architetture militari
- Torre Antonelli - "Castello"
La Torre Antonelli a Sonnino, con i suoi 24 metri di altezza è l’elemento più vistoso che domina la piazza e il vecchio centro storico.
Risale al IX secolo e fu fatto costruire dai signori "De Sompnino", situato sul colle Sant’Angelo, ricoprì la funzione di fortificazione insieme alle mura perimetrali alla torre di forma cilindrica.
L'edificio conta tre piani: al primo piano c'erano i forni per il pane e le cisterne, che servivano ad assicurare la sopravvivenza in caso di assedio; al secondo piano, c'erano le camere ed altre stanze affrescate, tra cui quella del cardinale Giacomo Antonelli.
Di fronte al castello vi erano i locali delle prigioni, attigue alle Scale di corte.
La struttura originaria è andata in gran parte distrutta, così come la merlatura della torre.
La struttura è collegata a due porte del paese, l’ingresso principale del castello era rivolto verso l'odierna Piazza Garibaldi (la "Portella"), procedendo verso la chiesa di Sant’Angelo, ancora oggi si possono osservare gli “anconi” di pietra che testimoniano la posizione della porta di accesso.
Tra il 1440 ed il 1500 il paese si espande, completando la costruzione delle mura di cinta intervallate dalle torrette di avvistamento ancora oggi presenti.
Nel 1850 il palazzo passa di proprietà dai principi Colonna ai conti Antonelli, fino al 1916 quando fu acquistato dai fratelli Talani.
Originariamente era alta 27 metri e si trovava nell’antico castello, oggi diruto.
Gli Antonelli fecero demolire gli ultimi 3 metri perché il torrione era pericolante.
La pietra recuperata venne utilizzata per la costruzione di palazzo Antonelli.
Torretta della Fontanella
In origine Torre di Morgazzano: all’inizio del XII-XIII secolo, vennero erette torri per il controllo del territorio della Valle dell’Amaseno.
Crudeli furono le incursioni dell’esercito papale all’inizio del XII secolo; non meno devastanti furono le scorrerie dei briganti.
La torre aveva il controllo della via pedemontana che collegava Priverno con Terracina.
Sonnino (LT) | Aree naturali
- Polla di Bagnoli
Luogo citato da Giuseppe Marocco, il Bagnolo, e da Gaetano Moroni, Bagnuolo, dove si recavano le donne per lavare i panni. 41.435623°N 13.21391°E
- Monumento naturale Campo Soriano
Il Monumento Campo Soriano si trova al confine tra le città di Terracina e Sonnino.
È caratterizzato da un altopiano di tipo carsico di 974 ettari circa, dove possiamo trovare imponenti monoliti calcarei dai pinnacoli molto alti come l'imponente «Rave di San Domenico».
È situato tra Monte Romano e Monte Cavallo Bianco. È entrato a far parte del Parco naturale regionale monti Ausoni e lago di Fondi nel 2008.
Questa zona è stata sfruttata in maniera particolare nelle coltivazioni a vigneto (Moscato di Terracina e Cesanese).
- Calanche di San Nicola
Situate ai piedi di Monte delle Fate, nascono come fenomeno carsico e prendono il nome da una chiesa dedicata appunto a San Nicola di cui sono visibili alcuni resti.
- Il Catauso
Si trova nei pressi del Monte Tavanese, nella zona denominata del «Lagone».
Si tratta di una voragine carsica, con un primo salto di circa 25 metri dal fosso principale e, con salti successivi si arriva a 40 metri di profondità dove si notano le stalattiti e stalagmiti presenti.
La prima rappresentazione su carta del Catauso risale al 1765, ad opera di G. Astolfi, ma le prime esplorazioni rilevanti si sono avute nei primi anni del Novecento.
Sonnino (LT) |La Storia
Il primo documento che attesta l'esistenza di Sonnino è una bolla pontificia di Papa Silvestro II dell'anno 999.
Alcuni storici fanno risalire le origini del paese alla fine del secolo VIII ad opera dei cittadini di Priverno, fuggiti dal loro paese in seguito alle invasioni dei Saraceni, che devastarono gran parte del Lazio meridionale, cioè le antiche province di Marittima e Campagna, la stessa origine generalmente ipotizzata per i vicini paesi di Roccagorga, Roccasecca e Maenza, tutti paesi situati in posizioni montane meglio difendibili rispetto a quella della romana Privernum, situata nella pianura dell'Amaseno.
Altri storici tuttavia fanno risalire le origini di Sonnino ad una matrice romana e pre-romana, dato che l'intera zona comunale, anticamente abitata da Volsci, fu successivamente romanizzata ed intensamente abitata, come testimoniano numerosissimi ritrovamenti, suggerendo una continuità anche nel corso del primo medioevo.
A suggerire questa ipotesi romano-volsca, anche alcuni toponimi italici, tra i quali ha destato particolare interesse quello della antica via "Volosca" (o Velosca), la più antica e principale via di accesso al paese (sebbene oggi di importanza del tutto secondaria), che potrebbe ricondursi direttamente ad un intervento ad opera dei Volsci (col significato quindi di "Strada fatta dai Volsci"), oppure potrebbe indicare l'esistenza di un altro centro volsco scomparso, situato alle pendici pontine dei monti Ausoni, ugualmente abbandonato nel primo medioevo ma ben distinto da Privernum, e probabilmente chiamato con un etnonimo volsco.
In questo senso la "Civitas Volosca", o città Volsca, indicherebbe l'abitato antico in pianura, mentre il "Vicus Somninum", o villaggio sulla sommità, il nuovo centro di montagna.
In ogni caso è accettato che i primi abitanti di Sonnino possano aver avuto origini (urbane, e forse etniche) variegate tra le quali si ipotizzano anche contributi greci e bizantini, e vi è generale accordo sul fatto che l'origine dell'abitato moderno sia da riferire al processo di incastellamento avutosi nell'Alto Medioevo, in un luogo che inizialmente poteva essere stato solamente prescelto perché poco accessibile e invisibile da quasi tutte le direzioni, dove riparavano uomini e bestiame per meglio difendersi in caso di assalti.
Il rifugio, questa infatti era la sua principale funzione, rivelatosi una salvezza per tanta gente e dalle scorrerie e dal clima insalubre della palude pontina, si sarebbe progressivamente ampliato e costituito in castello.
L'11 ottobre 1369 metà del castello venne acquistata per 2000 fiorini da Onorato I Caetani, che ne divenne anche "Dominus" (signore).
Nel 1423 viene confermato lo statuto comunale, lo Statutum Castri Sopnini, un codice di 58 articoli sia di diritto civile che penale, tra il Conte di Fondi e la Comunità di Sonnino.
Successivamente il castello fu abitato fino al 1496 dai Caetani d'Aragona, sotto il papato di Alessandro VI divenne possesso di Rodrigo Borgia e alla morte del papa (1503), il feudo passò alla famiglia Colonna, che ne mantennero il dominio quasi ininterrottamente sino al 1816, anno della loro rinuncia ai diritti feudali sul territorio.
Altri signori che vi abitarono per brevi periodi furono i Borgia e i Carafa.
Gli ultimi proprietari sono stati gli Antonelli e i Talani che ora lo hanno chiuso.
L'antico statuto comunale, risalente al XIII secolo, è conservato nell'archivio di Stato di Roma.
Durante la breve Repubblica Romana (1798-1799) fece parte del Dipartimento del Circeo, distretto di Sezze, cantone di Piperno sotto la guida degli Edili aggiunti Giuseppe Mancini e Lorenzo Musilli, come definito il 26 fiorile anno VI.
Dal 1810 al 1815, passò al dipartimento di Roma, circondario di Tivoli, cantone di Piperno.
Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Sonnino tornò luogo baronale appartenente ai Colonna, ma già nel 1817 divenne podesteria nell'ambito della delegazione di Frosinone, governo distrettuale di Terracina.
Nel riparto territoriale del 1827 Sonnino compare come podesteria dipendente da Piperno, mentre in quello del 1831 risulta comunità soggetta ad un commissario straordinario nell'ambito del distretto di Pontecorvo.
Con l'Editto del 17 luglio 1819 emanato dal Cardinale Segretario di Stato Ercole Consalvi, Pio VII ordina la distruzione del paese e la rimozione forzata della popolazione da Sonnino per risolvere il problema dei briganti che infestavano la zona: era infatti ricercato il capo-brigante Antonio Gasbarrone, insieme alla sua banda e grazie all'opera di Gaspare del Bufalo non venne dato seguito all'Editto.
Rimase fino al 1870 nello Stato Pontificio all'interno della provincia di Campagna e Marittima, al confine col Regno delle due Sicilie.
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, il Comune entrò a far parte della provincia di Roma per passare poi, nel 1934, alla neoistituita provincia di Littoria, e dal 1945 alla provincia di Latina.