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I Monti Aurunci sono un gruppo montuoso dell'Italia centrale, appartenente all'Antiappennino laziale, contenuto interamente nel Lazio, che costituiscono il settore meridionale dei Monti Volsci.
I Monti Aurunci confinano a ovest con il gruppo dei Monti Ausoni seguendo una linea ideale che congiunge Fondi-Lenola-Pico-Ceprano, a nord con la Valle del Liri, a est con il fiume Garigliano mentre a sud sono limitati dalla Riviera di Ulisse del Mar Tirreno, con le estreme propaggini del monte Lauzo.
Sono un'area parzialmente tutelata con l'istituzione del Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci, che al momento non comprende tutti gli ambiti territoriali dei Comuni dell'intero comprensorio; l'altitudine varia dalla quota collinare fino ai 1533 metri s.l.m. del Monte Petrella.
Tra i borghi dei Monti Aurunci vi consigliamo di visitare senza dubbio Sperlonga, uno dei borghi piĂ¹ belli d'Italia, Gaeta, Terracina, Formia, Campodimele, Itri (LT), Cassino (FR) e Minturno, ma anche il Parco di Gianola e Monte di Scauri, il Monumento naturale Mola Della Corte - Settecannelle - Capodacqua, Pico (FR)
I Monti Aurunci sono costituiti dai sottogruppi montuosi dei Monti Aurunci occidentali e dal gruppo dei Monti Aurunci orientali anche chiamati Monti Vescini.
Quest'ultimi prossimi al confine con la Campania, sono interposti tra la valle del Rio (fiume) Ausente e il fiume Garigliano.
La valle intermedia tra il gruppo dei Monti Aurunci occidentali e dal gruppo dei Monti Aurunci orientali si amplia da 2 a 7 km di larghezza verso sud.
A est del passo di S. Nicola, che mette in comunicazione il territorio di Itri con quello di Campodimele, si estende la gran parte del gruppo occidentale.
Esso è costituito da piĂ¹ catene parallele sviluppate lungo l'asse nord-sud, in cui si possono identificare due dorsali principali: quella orientale, dal M. Fammera al M. S. Angelo, e un'altra piĂ¹ occidentale, che si sviluppa dal M. Faggeto al M. Orso.
Ancora piĂ¹ a ovest il gruppo viene chiuso da una terza catena, compresa fra la valle di Itri e la piana di Fondi, che è composta da cime meno elevate, fra cui (da nord a sud) il Monte Le Vele, Montefusco (sulla cui sommità è arroccato il santuario della Madonna nera della Civita) e il monte Grande.
Al di là di questa zona centrale, il resto del territorio è costellato di cime minori e isolate, come il monte Lauzo, che si eleva al di sopra di Sperlonga.
I promontori di Monte di Scauri e della marina di Minturno sono riconducibili ai Monti Aurunci orientali.
La porzione marittima dei Monti Aurunci occidentali che ricade nei comuni di Sperlonga, Itri e Gaeta è conosciuta anche come Monti Cecubi.
I Monti Aurunci sono principalmente costituiti da calcari del Mesozoico depostisi in un ambiente di piattaforma carbonatica tropicale.
I termini piĂ¹ antichi affiorano tra Gaeta e Itri e sono costituiti da rocce Triassiche e del Giurassico Inferiore.
Nelle propaggini nord-orientali del M. Fammera - dove sono presenti alcune vie di arrampicata - sono presenti calcari del giurassico medio e superiore.
Sulle scogliere di Gaeta e gli altopiani sono presenti i calcari cretacei.
Il particolare contesto geologico, caratterizzato dalla prevalenza di rocce calcaree, ha consentito lo sviluppo di un carsismo ben marcato sull'intero territorio e contraddistinto dalla presenza di numerose grotte.
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Parco naturale dei Monti Aurunci
Il parco naturale dei monti Aurunci vanta un territorio eterogeneo, compreso in una fascia altimetrica che va dalla pianura a circa 30 metri sul livello del mare fino alla quota di 1535 metri sul livello del mare del monte Petrella che si erge a poca distanza dalla costa.
La catena dei monti Aurunci possiede un misterioso fascino, segnando la conclusione del piĂ¹ importante sistema montuoso del preappennino laziale, di cui fanno parte anche i monti Lepini e i monti Ausoni.
Gli Aurunci hanno la particolaritĂ di essere l'unica catena montuosa laziale ad affacciarsi direttamente sul mare Tirreno con vette che superano i 1.500 metri.
Dalle cime piĂ¹ elevate della catena montuosa si possono scorgere le isole ponziane, il promontorio del Circeo, la valle del Liri, i monti del Matese e i monti dell'Appennino abruzzese.
Monti Aurunci | Fauna
L'eterogeneo paesaggio del parco costituisce l'ambiente ideale per diverse specie animali.
In primavera, i prati, i boschi e le aree coltivate sono animati da una moltitudine di insetti, tra cui due specie di lepidotteri, la bianconera italiana e la mnemosine, farfalle comuni sui versanti di monte Altino e monte Revole.
Tra i coleotteri è presente la bella rosalia alpina.
Il settore meridionale del parco è crocevia delle importanti rotte migratrici primaverili e rappresenta un punto di sosta per molti uccelli migratori, come il rigogolo, il cuculo e le rondini.
Tra gli uccelli notturni ci sono l'usignolo e il succiacapre, ma anche rapaci come la civetta, il gufo e il barbagianni, l'assiolo e l'allocco.
Diversi sono i rapaci diurni come il falco pellegrino e la poiana che nidificano preferibilmente sui versanti scoscesi di monte Sant'Angelo e monte Fammera.
Una recentissima ricerca ha censito la presenza come nidificanti di sette specie di rapaci diurni e cinque di rapaci notturni.
Oltre all'avifauna il territorio del parco è abitato da piccoli rettili come la lucertola comune e il ramarro e da serpenti innocui e alleati dell'uomo nel controllo naturale dei roditori di cui i piĂ¹ comuni sono il biacco e il cervone.
PiĂ¹ difficile da avvistare è la vipera che utilizza il suo veleno solo per cacciare le prede o per difendersi dall'attacco di qualche predatore.
Frequente è l'incontro con i mammiferi che di notte osano avvicinarsi ai centri abitati come la faina, la volpe e il misterioso gatto selvatico, che all'alba tornano nel folto degli intricati boschi come quello della foresta demaniale di Sant'Arcangelo.
Nei boschi di monte Ruazzo e monte Faggeto si annidano piccoli roditori come il moscardino e il ghiro.
Non sono rari i tassi, i cinghiali e le lepri, mentre negli ultimi anni si è constatato il ritorno di alcuni esemplari di lupo, affascinante animale da tempo scomparso dai monti Aurunci.
Le notti sugli Aurunci sono il luogo ideale per avvistare le 21 specie di chirotteri, di cui alcune molto rare.
Infine, per scoprire i piccoli anfibi che popolano il territorio del parco basta avvicinarsi alle sorgenti di Acquaviva, Fontana di Canale, ma anche ai pozzi di Sant'Onofrio o di Vallevona dove sono stati ricreati gli habitat ideali per la riproduzione di tritoni, salamandrine dagli occhiali e rospi.
In tutto, gli anfibi censiti appartengono a nove specie.
Monti Aurunci | Flora
Il territorio del parco racchiude una grande varietĂ di ambienti, ciascuno caratterizzato da un particolare tipo di vegetazione.
Faggete sono presenti sulla vetta del monte Faggeto e sui versanti settentrionali del monte Putrella o a Fossa del Lago dove si puĂ² ammirare uno degli esemplari piĂ¹ maestosi di faggio del parco.
Nel sottobosco si possono apprezzare l'agrifoglio e la dafne della faggeta.
Il pianoro di valle Gaetana è caratterizzata da colonnari alberi di cerro e piante di mele e pere di dimensioni considerevoli.
I castagni accolgono il visitatore all'inizio di Campo di Venza, mentre i boschi di roverella, con il sottobosco arricchito dall'endemica olivella, fanno da cornice al pianoro di Sant'Onofrio e a quello di valle Vona.
Le forti radici del carpino nero stabilizzano, invece, i versanti con elevate pendenze come quello di monte Appiolo, mentre quelle del leccio affondano nel suolo sassoso di monte Tuonaco.
Leccete e ostrieti hanno ormai l'aspetto di una boscaglia dal momento che da secoli sono soggette alla pratica della ceduazione.
Il primato in biodiversità spetta ai boschi misti di querce e aceri che ammantano i versanti di monte Le Pezze e monte Trina: con il susseguirsi delle stagioni è possibile osservare piante diverse: dai primi di marzo si susseguono l'elleboro puzzolente e il bucaneve, l'anemone e lo zafferano maggiore, il ciclamino primaverile e la violetta.
Distese di prati ricoprono i grandi pianori carsici di Campello, Polleca e La Valle, dove si incontrano piante particolarissime come il giunco o la rara peonia maschio.
Lungo l'Appia Antica e nella zona della foresta demaniale di Sant'Arcangelo ci si potrĂ immergere tra i cespugli della macchia mediterranea tra cui spiccano le ginestre e l'albero di giuda e i fiori di mirto.
Violette e orchidee crescono sui prati sassosi di monte Sant'Angelo, monte Ruazzo e monte Altino.
Di grande effetto sono le fioriture primaverili della valeriana che tingono di rosa le grigie pareti del monte Fammera e la valle del Rio Polleca.
Intensi sono i profumi che emanano, in giugno, le garighe a salvia ed elicriso che ricoprono i versanti pietrosi di monte Forte e monte Strampaduro.
Il patrimonio floristico del parco si arricchisce di oltre 50 specie di orchidee, tra cui l'appariscente serapide cuoriforme e l'orchidea maggiore, l'uomo nudo e la ballerina, cosiddette per le loro forme bizzarre, oppure l'Ophrys bombyliflora che imita nei colori un insetto.
Parco Naturale dei Monti Aurunci | Come arrivare in auto:
da Roma: SS 148 Pontina oppure SS 7 Appia in direzione Terracina-Fondi-Formia.
da Napoli: SS 7 quater Domiziana in direzione Mondragone, quindi SS 7 Appia in direzione Formia.
dall'autostrada A1: uscite di Cassino, Ceprano o Pontecorvo.
Parco Naturale dei Monti Aurunci | Come arrivare in treno:
la stazione di Formia, dalla quale partono autobus per i comuni del Parco, è situata sulla linea Roma-Napoli ed è raggiungibile da entrambe le cittĂ in poco piĂ¹ di un'ora; i treni utili sono in media 2 all'ora in entrambe le direzioni. Altre stazioni utili, sulla medesima linea, sono Fondi-Sperlonga e Itri.
Parco Naturale dei Monti Aurunci | Come arrivare in autobus:
Collegamenti con i comuni del parco sono attivi a partire da Formia, Cassino e Frosinone.