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Indirizzo:
Formia (LT), Mare vicino Roma, Vicino Roma
Descrizione:

Formia è un centro balneare di antiche tradizioni e una delle città più antiche del sud pontino!

Scopri le bellezze della città di Formia nella Riviera di Ulisse, rinomata per i suoi giardini, ma soprattutto per il suo vasto patrimonio artistico e culturale, oltre che storico-archeologico, grazie ai numerosi resti romani, tra ville e antiche tombe, tra le quali troviamo quella di Cicerone.

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"O temperate dulce Formiae litus…", la mitezza del clima declamata da Marziale nell'epigramma dedicato all'amico Apollinare e alla sua villa formiana non è una semplice espressione poetica ma una realtà; grazie alla sua posizione sul mare, protetta da Gaeta a ovest e dalle colline alle spalle, Formia vanta una invidiabile condizione climatica.

Nel cuore del Golfo di Gaeta, Formia (dal greco hormiai, ossia “approdo”) è un importante nodo di transito con la stazione e il porto commerciale, un borgo tra le spiagge di Vindicio e quelle di Acquatraversa, Santo Janni, Giànola e Minturno.

Il borgo è una perla architettonica con il quartiere medioevale di Castellone, il porticciolo romano di Giànola, la fontana romana ai bordi della Via Appia, i resti dell’acquedotto e del teatro romano e il quartiere marinaro e commerciale di Mola, con la grande torre medioevale.

Da non perdere, il Museo Archeologico Nazionale e il porticciolo romano di Caposele, la Chiesa di Sant’Erasmo, sede episcopale dal IV al IX secolo, e quelle di Santa Maria della Noce e di San Rocco.

Il suggestivo “Cisternone Romano” del I sec. a.C. è un’imponente struttura longitudinale composta da file di pilastri che suddividono l’ambiente in quattro navate con volte a crociera, importante opera d’ingegneria idraulica romana, seconda per grandezza solo a quella di Istanbul.

A Formia ha sede il centro di Preparazione Olimpica del Coni.

La cucina formiana propone ottime pietanze da gustare come la tiella di Gaeta PAT, la pizza farcita, l’insalata di fave e lenticchie, i paccheri con porcini e mazzancolle e la pezzogna al forno con le patate, ottimo pesce locale tipico. Molto buoni sono i formaggi e latticini, dal pecorino DOP alla ricotta romana e la mozzarella di bufala Campana DOP.

Ad oggi Formia vivono oltre 37000 persone.

Il toponimo Formia viene fatto derivare dal greco Hormiae, Όρμιαι, approdo, a indicare la tranquillità del riparo fornito dal golfo. Un'altra origine potrebbe essere quella dal latino formus, caldo, che a sua volta rimanderebbe direttamente ad una radice indoeuropea.

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Porto di Formia

Che cosa vedere a Formia | Monumenti e luoghi d'interesse

Formia (LT) | Architetture religiose

  • Chiesa di Sant'Erasmo, chiesa a tre navate di stile rinascimentale. Conserva all'interno un dipinto anonimo del XVIII secolo, una lastra funeraria dei duchi di Marzano del 1698 e l'altare settecentesco contenente la statua lignea del santo. Aperta la domenica per le sante messe.
  • Chiesetta di Sant'Anna, già Santa Maria del Forno, perché eretta nelle vicinanze di un forno, si trova nel cuore del borgo medievale di Castellone e risale al X secolo, ma rifatta in stile moderno e conserva all'interno un affresco absidale rinascimentale di scuola napoletana a oggetto la nascita della Vergine e altre opere del XVIII-XIX secolo. Eretta su probabile tempio pagano, ha subito vari danni e furti nel corso dei secoli. Aperta durante l'omonima festa, la sera del 1º giugno e nel mese di dicembre di ogni anno, quando vi si allestisce un bellissimo presepe.
  • Chiesetta di San Rocco del 1474, a navata unica, conserva un pregevole trittico seicentesco raffigurante la Madonna tra i Santi Rocco e Sebastiano (opera di Girolamo Stabile) e resti di un affresco sulla lunetta. Restaurata recentemente, si trova fuori dalla cinta muraria di Castellone. Di recente si celebra anche messa di rito greco-cattolico-ucraino.
  • Eremo di Santa Maria della Noce e ruderi ex monastero attiguo risalente all'XI secolo, costruita dai monaci benedettini cassinesi. La chiesa a due navate, conserva un olio su tavola di ignoto del XVI secolo di Madonna con bambino su albero di noce tra i santi Benedetto ed Erasmo. La cupola e il campanile sono di origine bizantina. Ormai divenuta praticamente privata chiuso anche lo spazio esterno da cancelli, è aperta in genere solo il lunedì di Pasquetta per il tradizionale pic nic, negli adiacenti prati.
  • Chiesetta di San Remigio del 1490 a navata unica con all'interno tracce di affreschi floreali sulle pareti, un quadro raffigurante il santo e sull'altare la teca con la sua reliquia. Danneggiata durante gli eventi bellici, si trova nell'omonima villa d'epoca che fu anche di proprietà dei Piccolomini, ed è attualmente di proprietà privata in località San Remigio. Riaperta ai turisti grazie al FAI, il 18 ottobre 2015.
  • Chiesa di Santa Maria del Castagneto, adiacente al cimitero, è del 1170 e quindi la più antica di Formia. Restaurata nel 1935, fu fondata dai monaci benedettini e all'epoca si doveva trovare nel folto di un bosco di castagni da cui il nome. Il campanile fu restaurato nel 1936 e per la costruzione della chiesa furono utilizzate parti di un antico tempio romano. All'interno vi si trovano i resti dell'antico pavimento cosmatesco in ceramica e resti di affreschi medievali. Aperta tutte le domeniche per la santa messa alle ore 10 in estate, e alle ore 9:30 in inverno.
  • Chiesa e convento di Santa Teresa d'Avila del 1700 a navata unica e con interno barocco ed essenziale, fiancheggiata da cappelle, e conserva all'interno dipinti del pittore contemporaneo Antonio Sicurezza. L'ex monastero carmelitano, risalente all'Ottocento, è in attesa di un restauro oramai da diversi anni, mentre la chiesa è stata riaperta dopo quattro anni di restauri. Aperta nel pomeriggio dal lunedì al sabato.
  • Le antiche chiese dei San Lorenzo e San Giovanni Battista, nei pressi del borgo di Mola risalivano all'831 e al 1566 e fino al Settecento erano divise da un muro, distrutto poi nell'Ottocento, facendole diventare un'unica chiesa a due navate. La chiesa di San Giovanni era adiacente al castello, con due navate e un portico. Distrutta dagli eventi bellici, la nuova chiesa risale al 1938 e conserva all'interno la pregevole statua lignea barocca del patrono di Formia, una tavola di anonimo antoniazzano del XV secolo, rappresentante la Madonna con Bambino tra S. Sebastiano e S. Lorenzo, opere superstiti della vecchia chiesa e un dipinto della Madonna di Ponza del pittore Geronimo Stabile del XVI secolo, ex pala d'altare della chiesa di Ponza. Fu rubato nel 2002 e ritrovato nel 2005 nel vicentino. Vi sono poi vari dipinti del pittore formiano Antonio Sicurezza. Aperta la domenica mattina per le sante messe.
  • Santuario Madonna di Ponza in prossimità dell'omonima località, risale al XV secolo e conserva sull'altare l'antico quadro dedicato all'omonima Madonna portato dai monaci provenienti dall'isola.
  • Chiesa e convento di Sant'Antonio da Padova.

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Formia (LT) | Architetture civili

  • Villa Rubino (XVI secolo), detta di Cicerone (privata) costituita da terrazze con giardini e da due ninfei digradanti sul mare nei pressi del porticciolo romano di Caposele. È al di sopra delle strutture voltate di una più vasta villa romana. Fu restaurata dai Borboni, poi dal principe di Caposele e frequentata come albergo di lusso da colti personaggi che la resero famosa in tutta Europa. Attende di uscire dal degrado in cui versa, con un restauro che la porterà finalmente a essere fruibile da tutti. Luogo dove fu firmata la resa di Gaeta e quindi cessazione del Regno delle Due Sicilie nel 1861
  • Garitta borbonica 1854 presso Villa Rubino, per difendere il soggiorno di Ferdinando II di Borbone
  • Gli eleganti palazzi d'epoca di Via Vitruvio, restaurati di recente.
  • Villa Torlonia, risalente alla fine del 1800 e immersa in un orto botanico secolare, fu realizzata dai principi di Torlonia, con all'interno decorazioni a stucco e magnifica scala elicoidale con ampio belvedere dal terrazzo. La cappella Stella Maris risale agli anni cinquanta. Dopo i vari passaggi di proprietà e restauri, è divenuta oggi struttura alberghiera. La villa in rossi mattoni degli Amante e quella scenografica di Alberto Sordi, testimoniano la ricercatezza di Vindicio.
  • Palazzo Forcina del XVIII secolo ex sede comunale e oggi abitazioni private.

Formia (LT) | Architetture militari

  • Il castello. Il Castellone medievale mantiene inalterato il fascino di un tempo, nonostante abbia perduto la turrita cinta muraria durante il secondo conflitto mondiale. Delle dodici torri originarie, ne sono rimaste soltanto due, una dalla caratteristica forma ottagonale del XIV secolo con tre stratificazioni diverse ovvero una base poligonale romana, un'altra di età repubblicana e infine il torrione dei Caetani, sulla sommità dell'antica rocca romana, e quella definita dell'Orologio (Porta degli Spagnoli), per la presenza di un orologio maiolicato settecentesco, di recente ripristinato nelle sue funzioni. Il borgo presenta strutture romane e medievali fra colonne e capitelli dell'arce romana e antichi portali; sorto per contrastare le invasioni dal mare.
  • Mura megalitiche bugnate e lisce IV-V secolo a.C. con sovrapposta cortina in opus incertum del II secolo a.C.
  • Resti del Castello Angioino, nel borgo di Mola, risalente al X secolo, con torre cilindrica alta 27 metri del XIII secolo. Danneggiato durante il secondo conflitto mondiale, oggi è usato come spazio espositivo per mostre.

Formia (LT) | Siti archeologici

  • Il Cisternone romano, ovvero una grande cisterna di epoca imperiale romana, da poco risanata e aperta al pubblico, fa bella mostra di sé nel cuore del borgo. È una monumentale opera idraulica interrata nell'Arce, con murature talmente robuste e imponenti da sorreggere case e vicoli soprastanti. La seconda più grande d'Italia, è ora visitabile dopo 22 secoli in cui era diventata un ammasso di detriti. Molto suggestiva, è detta anche basilica sotterranea.
  • Sulle rovine del Teatro romano di età augustea del I secolo a.C., nel Seicento fu edificata una casa dove oggi vi sono abitazioni private. Il luogo, molto suggestivo, è quello dove, secondo la leggenda popolare, fu perpetrato il martirio, durante le feroci persecuzioni cristiane, subite dal vescovo (e poi santo) Erasmo, il 2 giugno del 303 d.C. Vi si allestisce un pittoresco presepe durante il periodo natalizio.
  • Tomba di Cicerone, un mausoleo monumentale di età imperiale detto comunemente ‘'Tomba di Cicerone’'. La vicinanza al sito in cui la tradizione colloca la sontuosa villa che l'oratore abitò frequentemente, le fonti storiche che riferiscono del suo assassinio proprio nei pressi di questa e la grandezza dell'edificio, senz'altro costruito per accogliere le spoglie di un uomo illustre, fanno ragionevolmente presumere che esso sia proprio il monumento funerario dell'arpinate.
  • Tomba di Tulliola, l'amata figlia di Cicerone, che si trova sulla collina sovrastante, a circa 100 metri in linea d'aria.
  • Muro in opus reticulatum, esedra e struttura a emiciclo di probabile residenza aristocratica del I-II secolo d.C. alla fine della pineta di Vindicio.
  • Porticciolo romano di Caposele alla fine del lungomare di Vindicio.

Porticciolo romano - Gianola - Oasi blu del WWF -Formia - Riviera di Ulisse
Porticciolo romano - Gianola - Oasi blu del WWF -Formia - Riviera di Ulisse

  • Torricella sepolcro sulla via Appia nei pressi della zona di San Pietro dove vi era anche l'omonima chiesa che in un documento del 1002 già è detta distrutta. Sempre in zona, l'albergo ristorante Miramare, ex villa reale dei Savoia costruita sui ruderi di una romana.
  • Resti dell'anfiteatro romano del I secolo d.C. di età claudiana, sotto il piazzale della stazione ferroviaria in fase di scavo e alle spalle di Via Lavanga.
  • Sepolcro-torretta di età imperiale in località S. Remigio.
  • Castello Miramare risalente al XV secolo, in località Pagnano, a poca distanza da piazza sant'Erasmo. Oggi hotel e ristorante rinomato.
  • Scala coperta di età adrianea pertinente il capitolium in via Mamurra.
  • Fontana Romana di San Remigio; sulla via Appia, in direzione Itri/Roma, è una fonte di epoca romana e in buono stato di conservazione. Appoggiata a una robusta parete di blocchi calcarei, è lunga circa sette metri e larga uno e mezzo. Possedeva nel retro una cisterna per l'approvvigionamento idrico. L'acqua fuoriusciva da due mascheroni antropomorfi, raffiguranti il Sole e la Luna. Di uno di essi sono ancora visibili le tracce. Visibile inoltre un tratto pavimentato in basalto dell'antica via Appia. Il monumento è unico nella penisola.
  • Criptoportici e villa romana del I secolo a.C. sotto la villa comunale, utilizzati come magazzini connessi con l'antistante peschiera (visibile durante la bassa marea del pomeriggio) che fungeva da vivaio ittico. Oggi sono utilizzati per mostre ed esposizioni.
  • Criptoportici e villa romana del I secolo a.C. sotto piazza della Vittoria con resti di decorazioni pittoriche sulle pareti.
  • Resti dell'acquedotto romano I-II secolo a.C. nei pressi della chiesa di San Giovanni Battista.
  • Resti romani al civico 360 di via Vitruvio a poca distanza da piazza Mattej, ex foro romano, dove sono stati trovati molti dei reperti esposti oggi nel museo.
  • La villa di Mamurra, sul promontorio di Gianola, dove è possibile ammirare i resti di un edificio ottagonale (in fase di scavo), due cisterne romane (la Cisterna Maggiore e la Cisterna delle 36 colonne), una scala coperta (conosciuta col nome di grotta della janara), resti di ambienti termali e una piscina per l'allevamento ittico (porticciolo di Gianola).
  • Ponte romano di Acquatraversa.
  • Complesso romano del muro di Nerva che arriva direttamente a mare, nei pressi del porto.

Formia
Formia - peschiere romane

Formia (LT) | Aree naturali

  • Parco regionale Riviera di Ulisse.
  • L'Oasi blu di Gianola. In località Gianola il WWF ha creato una cosiddetta Oasi blu. Il fondale è parallelo alla costa; raggiunge circa 4 metri di profondità. La natura del fondo è mista, ma per lo più rocciosa. Vi è una vasca per le tartarughe e una sorgente sottomarina. La fauna è varia, tipica tirrenica. Il mese di settembre è ideale per le immersioni.
  • Parco regionale di Gianola e del Monte di Scauri.
  • Parco naturale dei Monti Aurunci.
  • Villa comunale di Formia risalente al 1893.

Gianola (Formia) Oasi blu del WWF
Gianola (Formia) Oasi blu del WWF

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Formia | Storia

Formia venne fondata in epoca antica dai Laconi, popolo proveniente da Sparta. In epoca romana era chiamata Formiae. Da qui passava la regina viarum, la via Appia.

Adagiata proprio al centro del golfo di Gaeta che per oltre due millenni era chiamato Sinus Formianus,

Formia ha origini che si perdono nel mito e si riallacciano alla leggenda di Troia e al peregrinare di Ulisse sulla via del ritorno.

Tutta la mitica tradizione ricorda questa zona come terra dei Lestrigoni,popoli rudi e primitivi, e alla città di questi giganti cannibali vi approdarono le navi di Ulisse e dalla quale solo la sua riuscì a salvarsi.

Di formazione preitalica e aurunca, come dimostra la lunga e poderosa cinta di mura poligonali, in buona parte conservata lungo la costa e nel quartiere di Castellone, dopo la conquista del territorio da parte dei Romani tra il V e IV secolo a.C., entra a far parte del Latium adiectum.

Nell'ordinamento romano, Formia diventa civitas sine suffragio nel 338 a.C. (o forse 332 a.C.), perché il passaggio attraverso il suo territorio era sempre stato sicuro.

Tale passaggio è stato strategicamente importante per i Romani, tanto che per la città viene fatta passare la via Appia nel 312 a.C. Nel 188 a.C., Formia riceve la piena cittadinanza romana.

Formia è stata una località turistica molto apprezzata in epoca romana come testimoniano i numerosi resti di ville, tra le quali celebri erano quelle di Mamurra e Mecenate.

Su questo tratto del golfo venne a realizzare una delle sue predilette case di campagna, anche Cicerone. Proprio a Formia Cicerone ebbe la morte dai sicari di Antonio nel dicembre 43 a.C. mentre tentava di fuggire alle proscrizioni.

Con la caduta dell'impero romano d'Occidente Formia fu depredata e i suoi abitanti dopo la calata dei barbari e la guerra greco-gotica, fuggirono sulle vicine colline, spopolando la cittadina e dividendosi poi in due nuclei, divenuti poi sobborghi di Gaeta: quello marittimo di Mola di Gaeta, che prendeva nome dai mulini che vi erano in attività, presso i quali fu eretta alla fine del XIII secolo da Carlo II d'Angiò un fortilizio, e quello di Castellone, nella zona collinare.
Il nome Castellone deriva dal castello (Castel Leone, Castel Lione e infine Castellone) costruito da Onorato I Caetani, conte di Fondi, attorno alla seconda metà del XIV secolo.
La Porta degli Spagnoli con il caratteristico orologio maiolicato. L'edificio è meglio conosciuto come 'Torre dell'Orologio'

Giardini con ricchi agrumeti hanno separato per secoli i due rioni, come mostrano anche carte corografiche dei secoli XVI e XVIII. Il comune venne istituito nel 1820 Mola e Castellone con la fusione dei borghi di Mola di Gaeta e Castellone.

Nel 1862 assunse l'attuale denominazione. Nel 1928 incorporò i comuni di Castellonorato e Maranola.

Durante il secondo conflitto mondiale Formia ha subito pesantissimi danni nel gennaio del 1944 e nei mesi successivi, in quanto posta ai margini della Linea Gustav (nota soprattutto per i drammatici eventi della distruzione di Montecassino e per le sanguinose battaglie tra le montagne di Mignano Monte Lungo).

Gran parte del patrimonio storico e artistico di Formia è così andato perduto; pur tuttavia quanto rimasto è degno di nota.

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Formia | Simboli

In data 5 dicembre 1863, l’assise presieduta dal sindaco dell'epoca Gaetano Rubino, incaricava il pittore formiano Pasquale Mattej di disegnare lo stemma della città, che dopo secoli di buio ambiva e risorgere con nuovo splendore.

Il Mattej, realizzò in pochi giorni un bozzetto ad acquerello che rappresentava l'Araba Fenice risorta e in procinto di spiccare il volo da fiamme scaturite da un rogo e rivolta verso un sole splendente raffigurato in alto alla sua destra, con il motto Post Fata Resurgo scritto in basso.

Dopo circa un anno e mezzo, in data 17 aprile 1865, con regio decreto viene adottato ufficialmente come stemma della Città:

«Concediamo al Comune di Formia di innalzare un proprio stemma il quale sarà: d'azzurro alla fenice nella sua immortalità, il tutto al naturale; essa fenice mirante un sole d'oro orizzontale nel cantone destro del capo; colla bordatura composta di ventiquattro pezzi, di verde, d'argento e di rosso alternati: lo scudo cimato da corona murale di un cerchio di muro d'oro, aperto di quattro porte e sormontato da cinque merli dello stesso, uniti da muricciuoli di argento; ed accostato da due rami di palma di verde, decussati sotto la punta, legati di rosso, ed aventi attorcigliata una lista col motto: Post Fata Resurgo, in lettere maiuscole, romane, di nero, conformemente al disegno colorato che è annesso al presente Decreto e sarà autenticato dal Ministro proponente.»

 

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