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Basilica di Santa Maria in Aracoeli
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Indirizzo:
Scala dell'Arce Capitolina, 12, 00186 Roma RM Centro storico, Roma, Roma Città
Descrizione:

La basilica di Santa Maria in Aracoeli è una delle chiese di Roma e sorge sul colle del Campidoglio.

La chiesa di Santa Maria in Aracoeli, il cui nome originario era Santa Maria in Capitolio, faceva parte del complesso di edifici del monastero che si era insediato sul colle capitolino mentre il resto delle costruzioni romane antiche andavano in rovina.

Eretta sulle rovine del Tempio di Giunone Moneta nel VI secolo, che sorgeva sull'Arx, una delle due alture del Colle Capitolino, la Basilica di Santa Maria in Aracoeli sorge sulla cima più alta del Campidoglio.

L'identificazione del sito non è però certa; secondo altri studi la chiesa sorgerebbe infatti dove si trovava l'antichissimo Auguraculum, luogo dal quale gli Auguri prendevano gli auspici osservando il volo degli uccelli.

Anche sull'attuale nome, attestato dal 1323 (doveva essere entrato da tempo nell'uso popolare), vi sono varie ipotesi.

Quella prevalente lo fa risalire alla leggenda, riportata nei Mirabilia Urbis Romae, secondo cui la chiesa sarebbe sorta là dove Augusto avrebbe avuto la visione di una donna con un bambino in braccio e avrebbe udito una voce che diceva "Haec est ara filii Dei", ovvero “Questa è l'ara del figlio di Dio”: da qui il nome di Ara Coeli.

La sibilla fu interpellata e spiegò che si trattava di Maria, madre di Gesù, come si dice nei Mirabilia:

«Questa visione avvenne nella camera dell'imperatore Ottaviano, dove ora è la chiesa di S. Maria in Capitolio. Per questa ragione la chiesa di S. Maria fu detta Ara del cielo.»

Intorno all'anno Mille divenne abbazia benedettina, per passare successivamente ai frati minori, che tuttora la officiano e che la ristrutturarono, conferendole l'attuale aspetto romano-gotico.

Il colle Capitolino era riemerso alla vita pubblica nel 1143, quando il popolo romano ribellatosi al papa Innocenzo II aveva designato come proprio capo Giorgio dei Pierleoni, designandolo Patricius, e aveva scelto quell'antico luogo come sede di raduno (si colloca attorno al 1195 la costruzione del primo palazzo Senatorio).

Nei decenni della contesa tra guelfi e ghibellini la piazza, benché approssimativa e scoscesa, divenne il luogo fisico dell'esperienza comunale della città, e con essa la sua chiesa.

Fu in questo clima che Innocenzo IV concesse nel 1250 la proprietà del sito (chiesa e monastero) ai francescani, ordine dei tempi nuovi.

Questi ristrutturarono la chiesa, conferendole l'attuale aspetto romano-gotico, ed essa, oltre ad essere luogo di culto, divenne centro della vita politica di Roma, tanto che vi si tennero assemblee popolari del libero comune.

La sintonizzazione della chiesa rinnovata con i nuovi tempi dell'Urbe si manifestò concretamente anche nella modifica del suo orientamento (dapprima verso il Palazzo Senatorio e il Foro, ora verso San Pietro e il Campo Marzio)

Nel Medioevo assunse un ruolo assai rilevante poiché vi si radunavano i consiglieri per discutere della "Res Publica", una sorta di nuovo foro di Roma.

Da qui, Cola di Rienzo parlava al popolo.

Qui, inoltre, si tenevano le elezioni dei Caporioni della città.

Nel 1341, Francesco Petrarca vi fu laureato Poeta.

La costruzione di una nuova scalinata in marmo di 124 gradini, risalente al 1348, fu commissionata come voto alla Vergine per la fine dell’epidemia di peste che imperversava in tutta Europa.

Fu realizzata con marmi ricavati dalla scalinata del Tempio di Serapide al Quirinale e fu, poi, inaugurata dal tribuno Cola di Rienzo. Era considerata una vera e propria Scala Santa.

La scalavano in ginocchio le zitelle in cerca di marito, le donne che volevano un figlio, le mamme che chiedevano latte per i propri figli, e anche chi desiderava vincere al Lotto.

La chiesa, però, è famosa soprattutto per il Santo Bambino, la scultura che, secondo la tradizione, era scolpita nel legno degli ulivi del Monte dei Getsemani. Il Bambinello dell’Aracoeli era amatissimo dai romani che gli attribuivano poteri miracolosi, come quello di far resuscitare i morti e di guarire i malati gravi. Fu trafugato nel 1994, e mai più ritrovato.

Nel XVII secolo i forestieri solevano dormire sulla scalinata, fin quando il principe Caffarelli non li scacciò facendo rotolare sulle scale delle botti piene di pietre.

Durante l'occupazione francese e la Repubblica del 1797, la chiesa venne sconsacrata e adibita a stalla: gran parte delle decorazioni cosmatesche che la impreziosivano andarono distrutte. I restauri cominciarono già nel 1799, il tempietto di S. Elena fu ricostruito nel 1833 e il nuovo organo del coro donato dal principe Carlo Torlonia fu inaugurato nel 1848.

Venne riabilitata alla fine della Roma napoleonica, ma dopo il 1870, riuscì a salvarsi a stento dai lavori di demolizione per la costruzione del Vittoriano.

Il pavimento della basilica, in stile cosmatesco, è ricco di sepolture e lapidi funerarie, tra cui ricordiamo quella dell’arcidiacono di Aquileia, Giovanni Crivelli, realizzata da Donatello, che si fermò a Roma tra il 1431 ed il 1433.

La chiesa è a tre navate suddivise da colonne di reimpiego tutte diverse l’una dall’altra.

In una delle cappelle sono stati rinvenuti i resti di pitture attribuite a Pietro Cavallini, mentre nella Cappella Bufalini si trova un ciclo di affreschi realizzati da Pinturicchio e dedicati a San Bernardino da Siena che rischiò di morire sulla scalinata di Santa Maria in Aracoeli, perché accusato di eresia. Altri affreschi, invece, sono opera di Benozzo Gozzoli.

Con l'Unità d'Italia la proprietà del convento passò allo Stato, che vi insediò caserma e comando dei Vigili urbani. Durante i lavori di costruzione del Vittoriano, iniziato nel 1882 e inaugurato nel 1911, furono distrutti in alcuni anni, a varie riprese, gli edifici che insistevano tra il versante sud del colle capitolino e l'imbocco di via del Corso, tra cui gli edifici conventuali collegati alla chiesa (oltre alla cosiddetta Torre di Paolo III) e le preesistenze romane e medioevali del sito.

Dalla cima della scalinata della Basilica, potete godere di un bel panorama di Roma sulle cupole di Sant'Andrea della Valle e di San Pietro.

Basilica di Santa Maria in Aracoeli
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Basilica di Santa Maria in Aracoeli | Descrizione

L'interno ha tre navate con archi a tutto sesto, un transetto poco sporgente, ed è dotato di tre cappelle absidali terminali. La sua architettura, risalente al rifacimento dei frati francescani iniziato nel 1250 circa e rivestita in gran parte con decorazioni barocche, è quella tipica del gotico romano, con una rivisitazione in chiave duecentesca degli schemi e stilemi classici.

Il soffitto ligneo a cassettoni è del XVI secolo, il pavimento cosmatesco, conservato salvo gli inserti di lastre tombali, del XIII secolo.

Sono molti i tesori presenti nella chiesa. In controfacciata, alla sinistra del portale principale, è esposto il monumento funebre del Cardinale Ludovico d'Albret, bella opera di Andrea Bregno del 1465. Ancora a sinistra è stato appoggiata alla parete la lastra tombale dedicata a Giovanni Crivelli, arcidiacono di Aquileia, originariamente posta sul pavimento, scolpita da Donatello nel 1433.

Più avanti, addossato alla quarta colonna di sinistra, è presente un altare con la Madonna col Bambino e dedicante detta popolarmente Madonna del Rifugio (scuola viterbese del XV secolo); di fronte, simmetricamente, un altro altare a san Giacomo della Marca (molto meno frequentato). Più avanti, dietro le ultime colonne destra e sinistra della navata principale, sono conservati due bellissimi pergami cosmateschi risalenti all'inizio del XIII secolo e attribuiti ai Cosmati Lorenzo di Cosma e al figlio Jacopo.

Basilica di Santa Maria in Aracoeli
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Basilica di Santa Maria in Aracoeli | Il bambinello dell'Aracoeli

La chiesa era ed è famosa per il "Santo Bambino", scultura in legno del bambin Gesù intagliata nel XV secolo con il legno d'olivo del Giardino dei Getsemani e ricoperta di preziosi ex voto.

Secondo la credenza popolare era dotata di poteri miracolosi e i fedeli vi si recavano per chiedere la grazia per un male o una disgrazia. La statua, trafugata a febbraio del 1994, non è stata più ritrovata.

Al suo posto c'è ora una copia, alla quale non mancano nuovi ex voto.

Basilica di Santa Maria in Aracoeli | Cultura di massa

Una leggenda dice che per vincere al Lotto occorre salire in ginocchio i 124 gradini della scalinata d'accesso alla basilica invocando i Re Magi e recitando il De profundis per le anime del Purgatorio.

Lungo la navata centrale c'è un piccolo pulpito metallico, sul quale è usanza far salire i bambini di Roma a recitare la poesia di Natale, prima di recitarla a casa durante il cenone.

Una fase dell'ultima missione del videogioco Assassin's Creed: Brotherhood si svolge in questa basilica.

Basilica di Santa Maria in Aracoeli
Basilica di Santa Maria in Aracoeli

Basilica di Santa Maria in Aracoeli | Cappelle

  • Navata sinistra della Basilica di Santa Maria in Aracoeli

    • Cappella 1 - dell'Immacolata Concezione, donata da Paolo III Farnese a Gregorio Serlupi, il cui stemma campeggia nella cupola. Ciclo di affreschi manieristi attribuiti a Francesco Pichi. Metà XVI secolo.
    • Cappella 2 - del Presepio, costruita nella seconda metà del XVI secolo, ma profondamente alterata per la costruzione del Vittoriano. Le figure, donate dal duca Grazioli nel 1863, prima di essere installate furono esposte a palazzo Grazioli con gran concorso di popolo. A Natale vi veniva esposto, prima di essere rubato, il Bambino dell'Aracoeli.
    • Cappella 3 - di Sant'Antonio di Padova, sotto il patronato degli Albertoni (famiglia alla quale appartenne la beata Ludovica Albertoni), con le tombe di famiglia e un Sant'Antonio di Benozzo Gozzoli sull'altare.
    • Cappella 4 - di Sant'Anna, ridipinta nell'Ottocento.
    • Cappella 5 - di San Paolo, sotto il patronato dei Della Valle, accoglie le Storie di san Paolo dipinte dal Pomarancio.
    • Cappella 6 - dell'Ascensione, ricavata utilizzando una parte della precedente per volontà di Vittoria Orsini Frangipani, moglie di Camillo Pardo Orsini (busto già attribuito a Martino Longhi il Vecchio e ora avvicinato allo stile di Pier Paolo Olivieri).
    • Cappella 7 - di San Michele arcangelo, passata attraverso vari proprietari; gli ultimi, i marchesi Marini Clarelli di Vacone, riutilizzarono le tombe e "sfrattarono" i ritratti degli antichi titolari.
    • Cappella 8 - di Santa Margherita da Cortona; le due tele laterali (1732), con scene della vita della santa, sono di Marco Benefial.
    • Cappella 9 - della Madonna di Loreto. Apparteneva in origine ai Colonna, e ospitava un mosaico duecentesco che fu poi staccato e trasferito nel Palazzo Colonna ai Santi Apostoli, dove ancora si trova. Gli affreschi sono di Marzio Ganassini.

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  • Transetto della Basilica di Santa Maria in Aracoeli

    • 10: tempietto ottocentesco nei pressi del pulpito di sinistra, dedicato a Sant'Elena, la madre dell'imperatore Costantino. Il tempietto ricopre un altare medioevale (visibile attraverso un cristallo), costruito secondo la leggenda dove Augusto aveva avuto la sua visione.
    • 11 - Cappella del Bambinello.
    • 12 - Cappella di San Gregorio Magno, con tela sull'altare del calabrese Vincenzo Milione (1771). Vi è sepolto il celebre compositore Emilio De' Cavalieri.
    • 13 - Altare maggiore: vi è venerata un'icona bizantina dell'X-XI secolo, raffigurante la Madonna.
    • Nel transetto sinistro troviamo la Tomba del Cardinale Matteo d'Acquasparta (morto nel 1302), ambasciatore di Bonifacio VIII e ministro generale dei frati minori. Il monumento fu realizzato da Giovanni di Cosma mentre l'affresco raffigurante la Madonna col Bambino e santi è attribuito a Pietro Cavallini.
    • Nel transetto destro è invece collocato un monumento funebre scolpito da Arnolfo di Cambio (fine XIII secolo).
    • 14 - Altare del Sacramento

Basilica di Santa Maria in Aracoeli
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  • Navata destra della Basilica di Santa Maria in Aracoeli

    • Cappella 15 - di santa Rosa da Viterbo: .
    • Cappella 16 - di san Francesco; dietro, l'oratorio dell'Immacolata Concezione
    • Cappella 17 - di san Pasquale Baylon: qui è stato di recente scoperto un affresco della fine del XIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Evangelista e Battista, attribuito a Pietro Cavallini e Jacopo Torriti.
    • 18 - ingresso antico verso il Campidoglio; accessibile ancora oggi dalla scalinata sulla sinistra del Palazzo senatorio. La Madonna col Bambino nella lunetta è attribuita a Jacopo Torriti. Nel passaggio che conduce all'esterno, sono presenti la Tomba di Cecchino Bracci (morto nel 1545) disegnata da Michelangelo e la Tomba di Pietro Manzi, vescovo di Cesena, di Andrea Sansovino (1504).
    • Cappella 19 - dei santi Lorenzo e Diego
    • Cappella 20 - di san Pietro d'Alcántara
    • Cappella 21 - (Patronato della famiglia Mattei) di san Matteo. Quadro di Gerolamo Muziano con il santo e l'angelo (inizialmente destinato a S. Luigi dei Francesi prima dell'arrivo del Caravaggio). Pittura della Passione di Cristo di Pomarancio.
    • Cappella 22 - del Crocifisso
    • Cappella 23 - di san Gerolamo
    • Cappella 24 - della Pietà: sull'altare principale una Pietà di Marco Pino da Siena (XVI secolo) mentre sulle pareti laterali troviamo affreschi del Pomarancio dello stesso periodo. In evidenza ancora un bel pavimento cosmatesco.
    • Cappella 25 - di san Bernardino, detta Cappella Bufalini dal nome del committente, che vi volle celebrare la pace tra la sua famiglia e i Baglioni di Perugia. Si trovano qui gli affreschi del Pinturicchio che illustrano le Storie di San Bernardino da Siena (1485), insieme ad un bel pavimento cosmatesco ben conservato.

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