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Parco di Veio
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Parco di VeioParco di VeioParco di VeioParco di VeioParco di VeioParco di Veio
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Indirizzo:
Via del Sorbo, 30, 00060 Formello RM, Italia
Tickets:
Descrizione:

Il Parco di Veio (Parco Naturale Regionale di Veio), con i suoi 14.984 ettari, è il quarto parco per estensione del Lazio ed è stato istituito alla fine degli Anni ’90 (legge regionale n. 29 del 1997).

Il Parco di Veio si estende a nord di Roma tra la via Flaminia e la via Cassia e comprende il cosiddetto Agro Veientano, in un territorio dove le componenti naturalistiche e storico-culturali si fondono in un paesaggio di particolare valore.

Parco di Veio
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Parco di Veio | Territorio

Nel Parco di Veio sono presenti nove Comuni: Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano, Sacrofano ed il XV° Municipio del Comune di Roma; quest’ultimo con una superficie di 7.000 ettari ricopre quasi la metà dell’area protetta.

Il Parco di Veio si inserisce nel settore nord della capitale andando a lambire il confine della Riserva Naturale dell’Insugherata.

A ovest confina con il Parco Naturale Regionale di Bracciano Martignano e a nord con il Parco Naturale della Valle del Treja.

Parco di Veio
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Parco di Veio | Fauna

Il Parco rappresenta un'area di notevole valore da un punto di vista faunistico, ma - ad onor di cronaca - il re indiscusso del Parco di Veio è il cinghiale che sempre più spesso si avvista anche fuori dei confini della riserva.

Tra i mammiferi più interessanti presenti ricordiamo numerosi mustelidi quali la faina (Foina martes), la martora (Martes martes), la donnola (Mustela nivalis) ed il tasso (Meles meles); diffusa è la volpe (Vulpes vulpes) mentre più raro risulta l'istrice (Hystrix cristata).

Particolarmente ricca è l'erpetofauna, presenti il biacco (Coluber viridiflavus), la vipera (Vipera aspis), il saettone (Elaphe longissima), il cervone (Elaphe quatorlineata) che giustifica la presenza di numerosi rapaci che nidificano nei costoni tufacei: il nibbio bruno (Milvus migrans), la poiana (Buteo buteo) osservabile per lo più in zone aperte, lo sparviero (Accipiter nisus) in zone boscate, l'albanella minore (Circus pygargus) che nidififca nelle zone erbose e coltivate, molto comune infine è il gheppio (Falco tinnanculus).

Valle del Sorbo - Parco di Veio
Valle del Sorbo - Parco di Veio

Parco di Veio | Flora

Questa cintura verde intorno a Roma produce un effetto mitigante sul clima e garantisce una continuità dell’ambiente naturale, a tutela della biodiversità.

Il Parco di Veio, pur avendo subito in passato processi di urbanizzazione, risulta nel complesso ancora integro ed ha quindi conservato un elevato valore paesaggistico.

Nel di Veio si distinguono varie tipicità di flora a seconda del carattere della zona:

Nell'area centro settentrionale del parco, con boschi di tipo mesofilo e meso-termofilo, si possono riconoscere: il cerro (Quercus cerris), l'acero (Acer campestre), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il bagolaro (Celtis australis), l'orniello (Fraxinus ornus), il castagno (Castanea sativa), il carpino bianco (Carpinus betulus), il leccio (Quercus ilex), roverella (Quercus pubescens).

Nel sottobosco sono presenti: il biancospino (Crataegus monogyna), il corniolo (Cornus mas), la sanguinella (Cornus sanguinea), il ligustro (Ligustrum vulgare), la berretta da prete (Euonymus europaeus), il rovo (Rubus ulmifolius), il prugnolo (Prunus spinosa), la rosa di S. Giovanni (Rosa sempervirens), la primula (Primula veris), la melissa (Melittys melissophyllum), il gigaro chiaro (Arum italicum), la viola mammola (Viola alba), l'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides), l'anemone degli Appennini (Anemone apennina), l'edera (Hedera helix), la vitalba (Clematis vitalba) e l'asparago selvatico (Asparagus acutifolius).

Cascata della Mola di Formello -Valle del Sorbo - Parco di Veio
Cascata della Mola di Formello -
Valle del Sorbo - Parco di Veio

Cosa vedere nel Parco di Veio | Monumenti e luoghi d'interesse:

  • la villa romana di Campetti, rovine archeologiche che si estendono per 10.000 metri quadrati, in cui si riconoscono una cisterna e un ninfeo
  • una zona funeraria, nella quale resta accessibile la tomba delle anatre
  • la Mola di Isola Farnese, mulino dei primi del Novecento con il suo Fosso della Mola
  • Fosso Piordo, piccola cascata nei pressi del mulino
  • Il biotopo del Follettino
  • il vulcano di Sacrofano
  • LaCascata dell'Inferno

Parco di Veio
Parco di Veio

Storia del Parco di Veio | Dalla preistoria agli Etruschi

La più antica presenza dell’uomo risale alla preistoria (XVI-X sec. a.C.), quando furono abitati luoghi come le rive dell’antico specchio lacustre della Valle del Baccano a Campagnano di Roma, e la rupe dove oggi si trova il Borgo di Isola Farnese (Roma).

Tra il IX-VIII sec. a.C. (età del ferro-villanoviana), a 17 km da Roma, il pianoro delimitato dai fossi del Piordo e della Valchetta (antico Crèmera) dove sorgerà la città etrusca di Veio era già densamente popolato da comunità di agricoltori che vivevano in capanne e seppellivano i loro morti all’esterno dell’abitato.

Tra l’VIII ed il V sec. nacque e si sviluppò la celebre città etrusca che i romani chiamavano Veii, la città più meridionale d’Etruria, tradizionale rivale di Roma.

Veio controllava un vasto territorio (Agro Veientano) confinante a nord-est con l’ampia regione abitata da Falisci e Capenati ai confini con la Sabina, a nord-ovest con la zona dominata dalla città etrusca di Caere (Cerveteri), mentre a sud comprendeva i terreni lungo la sponda destra del fiume Tevere.

Il motivo principale del conflitto che si sviluppò ben presto tra Veio e Roma fu il controllo sugli approdi commerciali lungo il Tevere e le saline, poste alla sua foce, che nell’antichità costituivano una risorsa vitale per l’alimentazione di uomini ed animali e per la conservazione del cibo.

La guerra fu lunga e con alterne vicende. Tra gli episodi meglio noti si ricorda la celebre battaglia intrapresa nel 477 a.C. dalla famiglia romana dei Fabii contro Veio, in seguito all’uccisione di Quinto Fabio da parte dei veienti.

Lo scontro si concluse con il massacro dei 306 Fabii, caduti in un’imboscata organizzata dai nemici nei pressi del fiume Crèmera.

Ancora, si racconta dell’uccisione di quattro ambasciatori romani ad opera del Re veiente Lars Tolumnius, vendicata da Aulo Cornelio Cosso che riuscì ad uccidere il re etrusco, conducendo trionfante le sue spoglie a Roma.

Dopo un assedio descritto con tratti leggendari simili alla celebre presa di Troia, durato secondo la tradizione dieci anni, nel 396 a.C. il dittatore Marco Furio Camillo prese e distrusse definitivamente la città.

Parco di Veio
Parco di Veio

Storia del Parco di Veio | Conquista romana

Dopo la conquista di Veio la maggior parte della popolazione scampata al massacro fu ridotta in schiavitù, mentre il territorio fu frazionato e concesso ai cittadini romani.

L’Imperatore Augusto nel 27 d.C. elevò la città al rango di Municipio al fine di arrestarne la decadenza.

Tuttavia, già alla fine del I sec. d.C. il centro andò spopolandosi ed in poco meno di un secolo venne totalmente abbandonato.

L’espansione romana si realizzò con la costruzione di importanti arterie stradali che collegavano Roma con i territori conquistati.

Alla fine del III sec. a.C. fu costruita la via Flaminia per collegare l’agro falisco, l’Umbria e il Piceno, mentre nel II sec. a.C. la via Cassia per raggiungere i centri di Chiusi, Arezzo e Firenze.

Altrettanto importanti erano alcune strade che si staccavano dalla Cassia: nei pressi della “Tomba di Nerone” partiva la via Veientana che si dirigeva a Veio, mentre dall’antica stazione di posta di Vaccanae (Baccano) presso Campagnano di Roma, si staccava la via Amerina che raggiungeva l’Umbria.

Le vie consolari, oltre alla funzione di collegamento militare e commerciale, avevano anche un valore funerario.

Infatti, erano costellate di tombe monumentali e necropoli come la vasta necropoli di Grottarossa lungo la via Flaminia ed il mausoleo dei Veienti lungo la via Veientana.

Le campagne attraversate dalle vie consolari si popolarono inoltre di ville rustiche e residenziali, alcune delle quali legate a personaggi importanti della vita politica romana, come la villa di Lucio Vero sulla Cassia e Villa di Livia lungo la Flaminia.

La cristianizzazione di questo territorio è invece testimoniata dalla presenza di alcune catacombe: Monte Stallone e la catacomba ad vicesimum a Morlupo.

Villa di Livia - Gli scavi archeologici
Villa di Livia - Gli scavi archeologici

Storia del Parco di Veio | Medioevo

Nell’VIII sec. d.C., a seguito dello spopolamento delle campagne prodotto con la fine dell’Impero Romano e le invasioni barbariche, nell’agro romano vennero fondate le domuscultae: villaggi agricoli amministrati direttamente dalla chiesa con lo scopo di rivitalizzare il territorio.

Papa Adriano I si fece promotore dell’istituzione della Domusculta Capracorum che aveva un centro amministrativo pochi chilometri a nord-est di Veio.

Ma questi villaggi ebbero vita breve e già dopo l’anno 1000 decaddero, sostituiti nei secoli seguenti da un sistema fortificato di castelli e torri di vedetta creato dalle famiglie baronali che si contendevano il controllo del territorio.

Sorsero in quest’epoca il castello della Valchetta, il castello della Crescenza, la torre delle Cornacchie, la torre del Bosco, la torre Vergata, la torre di Pietra Pertusa.

Nacquero quindi i borghi medievali che furono all’origine dei Comuni e che videro protagoniste le casate degli Orsini e dei Colonna, in costante conflitto.

Nelle campagne abitava la popolazione rurale che viveva delle risorse della terra, ed, in caso di pericolo, si rifugiava nei borghi fortificati chiedendo la protezione dei signori locali.

Il territorio, infatti, era spesso insidiato dalla presenza dei briganti che imperversarono nella campagna romana fino all’età moderna.

Note sono le gesta leggendarie di alcuni celebri briganti come Francesco Piccolomini e Francesco Marocco soprannominato Tartaglia.

Il medioevo fu anche un periodo di forte spiritualità.

Lungo l’antica via Cassia passava infatti la via Francigena un itinerario di pellegrinaggio che attraversava l’Europa per giungere a Roma dove i pellegrini ottenevano l’indulgenza plenaria.

Nelle Valli del Sorbo, invece, l’antico castello fu trasformato in santuario di pellegrinaggio dedicato al culto della “Madonna del Sorbo” a seguito di un’apparizione miracolosa.

Parco di Veio
Parco di Veio

Storia del Parco di Veio | Età Moderna

Con la fine del medioevo il territorio venne suddiviso in grandi proprietà terriere, un processo che ebbe il suo culmine nel XIX sec. con la concentrazione delle tenute in poche mani.

I fondi disponevano di casali rurali e talvolta di ville residenziali (villa Versaglia, castello della Crescenza).

Ma, la diffusione della malaria e l’incuria, contribuirono ad impoverire le attività agricole, fino a quando lo Stato Unitario (fine XIX sec, primi decenni XX sec.) intervenne con ampie opere di bonifica (paludi di Baccano) che restituirono le campagne alla loro vocazione agricola.

Inoltre, per la cura e l’alfabetizzazione della popolazione locale furono creati alcuni presidi sanitari e scuole rurali (borgo di Isola Farnese).

Ma la storia agraria di questo territorio proseguì con le lotte dei braccianti contadini che si conclusero con un grande intervento riformatore della struttura fondiaria, condotto dall’istituto dell’Ente Maremma negli anni Cinquanta, che consistette nell’esproprio di vasti latifondi appartenenti a grandi proprietari e nella suddivisione in poderi assegnati ad ex-braccianti.

Nel corso dell’età moderna, infine, si conservò l’antico sistema stradale delle vie Cassia e Flaminia che videro non solo il passaggio delle merci e delle popolazioni rurali, ma anche di artisti e letterati stranieri impegnati nel Grand Tour, un viaggio intrapreso per completare la loro formazione culturale visitando i luoghi più importanti della storia antica in Italia.

Le loro suggestive descrizioni ci raccontano di stazioni di posta ed osterie incontrate lungo il viaggio, alcune delle quali si possono ancora apprezzare lungo le due consolari: posta di Baccano, osteria dell’Ellera, osteria de La Storta, osteria del Fosso lungo la via Cassia, osteria di Grottarossa, osterie di Prima Porta, casale di Malborghetto, osteriola del Fico, posta di Castelnuovo lungo la via Flaminia.

Valle del Sorbo - Parco di Veio
Valle del Sorbo - Parco di Veio

Parco di Veio | Rete Sentieristica

Il Parco si estende per 15.000 ettari: è costellato di beni storici, archeologici e paesaggi di inestimabile valore.

Ci sono 99 chilometri di sentieri, compresa la via Francigena.

Tracciati che il Parco ha recentemente ampliato e sviluppato.

I percorsi sono oggi segnalati con la numerazione del CAI  (Club Alpino Italiano) che li ha inseriti nel proprio archivio nazionale.

ATTENZIONE: PRIMA DI METTERSI IN CAMMINO CONTROLLATE SEMPRE LE PREVISIONI METEO

L’Ente Parco di Veio declina ogni responsabilità per danni a cose o persone che dovessero verificarsi all’interno del Parco di Veio. Si rammenta che l’Ente regionale Parco di Veio è investito della tutela ambientale e della biodiversità e non è proprietario di alcuna area all’interno del perimetro del Parco.   

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Parco di Veio | Orientarsi

Come arrivare al Parco

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Parco di Veio | Le mappe

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Sentieri ufficiali Cai (Google Earth)

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Parco di Veio | I progetti dell'ente

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