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Pineta di Castel Fusano
Pineta di Castel Fusano
Pineta di Castel Fusano - resti romani
Pineta di Castel Fusano - Villa Palombara
Pineta di Castel Fusano
Pineta di Castel FusanoPineta di Castel FusanoPineta di Castel Fusano - resti romaniPineta di Castel Fusano - Villa PalombaraPineta di Castel Fusano
Contact Information
Indirizzo:
00144 Roma RM, Italia
Descrizione:

Il Parco urbano Pineta di Castel Fusano è un'area protetta istituita nel 1980 dalla Regione Lazio.

Di storia antica, la Pineta di Castel Fusano copre un'area di 916 ettari e si trova a cinque chilometri a sud-est della foce del Tevere.

La Pineta di Castel Fusano è la più ampia area verde di Roma.

Dal 1996 la Pineta di Castel Fusano fa parte della Riserva naturale statale del Litorale romano.

I confini della Pineta sono dati a nord-ovest dal Canale dei Pescatori e a sud-est dalla Tenuta di Castel Porziano.

Pineta di Castel Fusano

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Pineta di Castel Fusano | Flora & Fauna

Uno studio floristico da parte di Maria Grazia Guerrazzi ha individuato la presenza di 455 specie suddivise in 272 generi e 73 famiglie.

Forte la presenza, all'interno della macchia mediterranea sempreverde, di lecci e di pini domestici (Pinus pinea) introdotto dall'uomo nei secoli scorsi.

Si possono osservare, tra le varie specie, il corbezzolo, il lentisco, la fillirea, l'erica arborea, il mirto, l'alaterno, il ginepro fenicio, il rosmarino e l'osiride. Sono presenti nel sottobosco piante di asparagi, la cui raccolta è però vietata.

In primavera ed in autunno si possono ammirare le fioriture della macchia: in primavera cisti, erica arborea, lentisco, ginestra, il viburno fine inverno inizi primavera, mirto e clematide inizi estate.

In autunno possiamo ammirare i fiori del corbezzolo, dell’erica multiflora.

In autunno è possibile osservare i frutti della macchia mediterranea: corbezzolo, detto anche cerasa di mare, lentisco, fillirea, stracciabraghe, molto importanti per l’alimentazione degli uccelli sia stanziali che di passo.

La vegetazione caratteristica della macchia mediterranea presenta foglie dure e coriacee per resistere ai lunghi periodi di siccità estiva. Una peculiare caratteristica di questo ambiente è la presenza di numerose liane rampicanti che, come un mantello, avvolgono gli arbusti rendendo il bosco impenetrabile e contribuendo in questo modo a mantenere l’umidità del terreno. tra le liane troviamo la salsapariglia o stracciabraghe (Smilax aspera), la clematide ( Clematis fammula), la rubbia (Rubbia peregrina), l’edera.

Duemila anni fa la linea di costa era molto arretrata, all’altezza di Ostia Antica circa, e dietro una fascia di dune si trovavano estese lagune oggi prosciugate.

Il fiume Tevere ha nel tempo portato grandi quantità di limo e di sabbia, che si sono accumulati in cordoni paralleli al mare, portando alla creazione dell’attuale linea di costa.

Percorrendo un qualsiasi sentiero in direzione perpendicolare alla costa, si possono notare rilievi corrispondenti agli antichi cordoni dunali.

L'area era fin dall'antichità ricca di selvaggina e uccelli.

In alcuni periodi l'eccessivo sfruttamento venatorio portò le autorità locali a emettere dei divieti di caccia per le popolazioni limitrofe.

Per esempio, il 5 giugno 1277 si fece "divieto di uccellare e transitare senza autorizzazione".

La famiglia Sacchetti, in seguito, ripristinò l'autorizzazione "ad uccellare e a cacciare cinghiali, caprioli, cervi, lepri, istrici, e ricci", ma l'attività fu probabilmente eccessiva dato che un secolo dopo un chirografo di papa Benedetto XIII istituì nuovamente la riserva di caccia con pene severe per chi contravveniva.

Nel passato erano presenti grandi mammiferi oggi estinti nell'area: il cervo (Cervus elaphus), il capriolo (Capreolus capreolus), il daino (Dama dama).

Attualmente si incontrano volpi (Vulpes vulpes), il cinghiale (Sus scrofa),donnole, faine, ricci (Erinaceus europaeus), istrici (Hystrix cristata), talpe (Talpa europaea), conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus) e tassi.

Sull'area sono presenti anche numerosi volatili, come picchi, upupa (Upupa epops), capinere (Sylvia atricapilla), scriccioli (Troglodytes troglodytes), occhiocotti (Sylvia melanocephala), pettirossi, codirossi (Phoenicurus phoenicurus), cuculi, picchi, cannaiole (Acrocephalus scirpaceus), garzette (Egretta garzetta), aironi (Ardea purpurea e Ardea cinerea), martin pescatori (Alcedo atthis), gallinelle d'acqua (Gallinula chloropus), cavalieri d'Italia (Himantopus himantopus), altre specie tipiche della macchia mediterranea.

Si possono incontrare anche specie di insetti rari.

Pineta di Castel Fusano
Pineta di Castel Fusano

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La storia della Pineta di Castel Fusano è molto antica

E’ possibile risalire con certezza ai tempi dei romani tramite iscrizione trovate sul luogo o scritti giunti sino a noi.

L'area della pineta si trova dalla parte del Lido di Ostia già territorio di Laurentum su cui, secondo Virgilio, i fati condussero Enea.

Come attestano le parole di Silio Italico e di Virgilio il pino era già presente nell'area.

Castel Fusano è attraversato dalla via Severiana, la strada lastricata da Settimio Severo che metteva in comunicazione Ostia con Lavino, Anzio e Terracina e permetteva di far arrivare la calce necessaria per la manutenzione del Porto dai Monti Lepini fino ad Ostia.

Due iscrizioni ritrovate a Castel Fusano ce ne parlano descrivendo i restauri del ponte confine tra i territori degli Ostiensi e dei Laurentini, attraverso il quale la via superava il canale dello Stagno, detto anche canale dei Pescatori, opera degli imperatori Carino e Numeriano, e le costruzione di argini presso Ardea volute da Massimino e Massimo, per difendere la costa dalle mareggiate.

Quest’ultima informazione ci indica che la via Severiana attualmente distante dal mare 2 km al confine Nord Ovest e 1200 metri al confine nord sud est al tempo della sua costruzione era la strada litoranea.

La via diviene ben presto anche comodo accesso alle numerose ville che i nobili romani si erano fatti costruire come residenza estiva vicina alla città di Roma e prossima al mare.

Il nome Fusano - certamente di origine romana - trova riscontro in molte epigrafi ostiensi.

La sua etimologia viene riferita alla Gens Furia o Fusia che possedeva fondi nella contrada chiamata fusiano.

Ma secondo Lanciani sarebbe da mettere in relazione con le due tenute vicine di Trefusa e Trefuselle.

La massa Fusana appare nel 1074 tra i beni donati da Gregorio VII all'abbazia di San Paolo fuori le mura.

La tenuta nel 1118 viene concessa da papa Celestino III al monastero di Sant’Anastasio “ad acquas salvias” che negli anni successivi annette fondi limitrofi.

Nel 1183 appare già frazionata in più proprietà tra le quali la porzione data alla abbazia di Sant'Anastasio delle Tre Fontane che includeva la chiesa di Santa Maria de Fusano.

L’intero litorale doveva in quegli anni e essere molto ricco di selvaggina.

Nel 1190 il 25 agosto il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone di passaggio per la terza crociata attraversava un bosco che abbondava di cervi e caprioli.

L’abbondanza di animali selvatici spinge molti abitanti di Ostia ad entrare senza permesso nella tenuta per esercitarne abusivamente la caccia.

In quegli anni sorse al proposito una vertenza tra i proprietari del fondo e gli ostiensi controversia che si risolse a favore del monastero con una sentenza riconfermata poi nel 1277 che fa divieto di uccellare e transitare senza autorizzazione.

Negli anni che seguirono vi furono numerosi passaggi di proprietà di tutta o di parti della tenuta...

L'area verde faceva parte del circondario del Castello e del monastero di San saba, prima della famiglia Corona, poi degli Orsini.

Nel 1453 il casale e la tenuta di S. Maria de Fusano appartenevano alla famiglia dei Papazzurri, per passare poi alla proprietà dei De Fabi del rione Sant'Angelo già nel 1488, e poi ancora alla famiglia dei Mazzinghi.

Sul terreno si allevavano cavalli e bufale, mentre il bosco era usato per ricavarne carbone e fascine e per scopi venatori.

Nel 1620 i creditori di Vincenzo Mazzinghi passano la proprietà, denominata tumuleto di Fassano, per 16.000 scudi al cardinale Giulio Sacchetti, la cui famiglia nel 1607 era affittuaria della confinante tenuta di Decima.

La famiglia Sacchetti, successivamente, acquista la tenuta di Spinerba e il casale di Fusano.

Siamo nel 1634, l’intero fondo ha una superficie di 2.078 ettari. (L’area giunta ai nostri giorni è ben più piccola, circa 1000 ettari. Le altre parti sono state suddivise tra privati ed ora sono edificate o coltivate)

In quegli anni nella tenuta furono soprattutto si allevano cavalli e bufale, si utilizza il bosco per il taglio per realizzare fascine e carbone.

Inoltre vengono date concessioni annuali per la di caccia, dove si elencano cinghiali, caprioli, cervi, lepri, istrici, ricci. In questo modo il patrimonio faunistico dovette diminuire considerevolmente perché 100 anni più tardi uno scritto di Papa Benedetto XIII autorizza a fare della tenuta riserva di caccia e di infliggere pene corporali e pecuniarie a chiunque contravvenire al divieto.

Ai primi del 1700 forse perché provenienti dalla Toscana dove già si era sperimentato il valore economico delle pinete, i Sacchetti iniziarono con la semina del pino domestico.

Nel 1733 erano già stati piantati con successo sei 6/7000 esemplari, vennero anche messi a dimora pioppi, olmi e salici lungo le sponde dei canali e si iniziò la conversione nella zona più vicina al mare della macchia in lecceta.

Da notare comunque che il pino doveva già essere presente nella zona tanto che Silvio Italico, parlando delle ville marine, le dice ricche di altissimi pini e Virgilio chiama questo albero pulcherrima pinus.

La storia della tenuta continua e siamo nel 1755 quando il 27 giugno la proprietà con opportuno chirografo di Papa Benedetto XIV viene venduta per 135.000 scudi al principe Agostino Chigi.

Quest’ultimo continua all’impianto dei pini in interi quarti della tenuta fino al 1887 data delle ultime piantagioni effettuate.

Un ulteriore rimboschimento sarà poi effettuato negli anni trenta a Quarto delle tane, Quarto grande, Spinerba.

Nel 1888 la zona data in affitto a Re Umberto I, utilizzata solo riserva di caccia, la vegetazione senza ulteriori interventi può riprendere il suo corso naturale.

Per le zone paludose però è un altro discorso una prima bonifica dei Pantani viene intrapresa dal principe Chigi nel 1884.

Pochi anni dopo però ampie zone si allagano di nuovo a causa della vicinanza dello stagno di Ostia.

Nel 1896 lo stato prende il problema a suo carico e prosciugò lo stagno.

Nel 1916 i Pantani furono messi a coltura.

Pineta di Castel Fusano
Pineta di Castel Fusano - Villa della Palombara

Pineta di Castel Fusano | Via Severiana e Villa Palombara

L’antica via litoranea per alcuni anni è stata interrotta per la presenza di numerosi grossi tronchi caduti per l’incendio che nel 2000 distrusse una porzione di Pineta.

Lungo l’antico tracciato fatto lastricare da Settimio Severo (da cui prende il nome) nel III Secolo d.C.,  si può osservare il paesaggio che si è ricostituito e che presenta in alcuni tratti una sorprendente ricrescita.

La strada funzionava come asse di collegamento tra l’antica Ostia, Anzio e Terracina già alcune centinaia di anni prima di essere lastricata.

L’itinerario si svolge tra la storia antica e quella recente in un ambiente di Pineta e macchia mediterranea di grande suggestione, in cui si trova anche Villa della Palombara (di cui oggi rimane ben poco)

La villa all’interno di Castel Fusano pare sia quella dell’oratore Quinto Ortensio Ortalo che fu pretore di una flotta romana durante le guerre macedoni.

La villa per lungo tempo considerata quella di Plinio il giovane viene da lui descritta nell’epistola all’amico Gallo (Epistulae . 11, 17).

La villa tuttora viene chiamata Villa di Plinio, è costruita sul terrapieno circondata da magnifici lecci.

Tale particolare disposizione permise di attrezzare la zona per la caccia alle palombe, motivo per cui la località tuttora è chiamata villa della Palombara.

Gli scavi iniziati nel 1700 su richiesta dei Musei Vaticani e successivamente ad opera del comune di Roma l’hanno spogliata degli arredi marmorei.

Si può rilevare un quadriporto e un adiacente complesso balneare.

L’acqua veniva attinta dal sottosuolo per mezzo di una ruota idraulica, i resti delle Mura sono ancora in buono stato forse perché protetti dalla vegetazione.

Si può osservare ciò che rimane di un grande mosaico a piastrelle bianche e nere raffiguranti soggetti marini: Nettuno, le Nereidi e pesci.

Pineta di Castel Fusano
Pineta di Castel Fusano

Pineta di Castel Fusano | Castello Chigi

Nel cuore della Pineta di Castel Fusano si trova quello che senza dubbio possiamo definire un “Castello Incantato”: il Castello già proprietà della famiglia Sacchetti e dal 1755 proprietà della famiglia Chigi.

Il fascino della struttura è dovuto anche al fatto che il Castello è tuttora una residenza privata, abitata dai proprietari.

Le origini dell’edificio probabilmente risalgono all’età medioevale, quando documenti attestano la presenza in zona di una “Massa Fusana” e poi di un “Castrum Fusani”.

Nella prima metà del ‘600 la famiglia Sacchetti, di origini toscane, legata alla potente Famiglia Barberini, cominciò ad acquistare terreni in zona e incaricò l’Architetto Girolamo Rainaldi, coadiuvato da Francesco Raparelli e da Bernardino Radi, della ristrutturazione dell’edificio preesistente, che venne arricchito da quattro torrette angolari e da un’altana.

La decorazione degli interni fu invece affidata ad un giovane pittore di origini toscane: Pietro Berrettini, più noto come Pietro da Cortona, anche lui coadiuvato da altri pittori di cui il più conosciuto è Andrea Sacchi.

I temi degli affreschi, probabilmente scelti dal committente, il potente Cardinale Giulio Sacchetti, sono tutti di carattere religioso nel primo piano, di carattere mitologico e scientifico nel secondo piano, ma hanno un unico filo conduttore che allude al carattere agricolo della Tenuta.

La decorazione pittorica sarebbe stata realizzata entro il 1631.

Pineta di Castel Fusano | Oggi

Nel 1932 il Governatorato di Roma acquistò la pineta dal principe Francesco Chigi, che tenne per sé il Castello e parte della tenuta, e il 21 aprile 1933 la pineta è stata aperta al pubblico.

Castel Fusano diventa presto meta giornaliera di migliaia di persone e viene aperto un varco nella duna per congiungere l’area verde alla spiaggia, oggi viale Mediterraneo.

Di quel periodo risalgono la realizzazione di strade carrozzabili, con viali illuminati ed alcune stradelle rustiche (viale del Lupo, della Lepre, dei Ginepri, degli Elci) oltre a fontanelle, e bagni per i visitatori.

Dal secondo dopoguerra la Pineta di Castel Fusano è attraversata dalla via Cristoforo Colombo, che da porta Ardeatina raggiunge la frazione litoranea di Ostia.

Il 30 Dicembre 1953 iniziò la costruzione di un autodromo comunale, oggi abbandonato.

La regione Lazio il 26 giugno 1980 ne fece un Parco Urbano.

Dal 1987 venne istituita anche la Riserva naturale statale Litorale romano, e con il Decreto Ministeriale istitutivo del 29 marzo 1996 la Riserva accorpò a sé le aree di interesse archeologico, agricolo e ambientale dei comuni di Fiumicino e di Roma, tra cui il Parco Urbano della Pineta di Castel Fusano.

Il piano di gestione del Parco civico di Castel Fusano doveva essere approvato entro sei mesi dall'istituzione del parco.

Per fare pressione sulle istituzioni locali e per avere una maggiore attenzione al territorio, è stato creato il Comitato Civico Ambiente del XIII Municipio, chiamato anche Comitato Civico Entroterra XIII

Vari sono gli itinerari di esplorazione della Pineta lungo direzioni parallele e perpendicolari al mare.

Si parte dalla stazione di Castel Fusano o dalla stazione Cristoforo Colombo, si può iniziare il percorso da via del Martin Pescatore, nei pressi del bar ristorante La casina del bosco.

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La gestione della Riserva è affidata ai Comuni di Roma e Fiumicino, ciascuno per il territorio di propria competenza.

L'Ente gestore è Roma Capitale: www.comune.roma.it

La sede dell'ufficio di gestione decentrato è in Via del Martin Pescatore 66 - Castel Fusano (Località Pantano) - 00124 Roma Centro di Educazione e Informazione Ambientale (C.E.A.): è gestito grazie alla collaborazione delle Associazioni Cyberia "idee in rete", Legambiente-Lazio, LIPU Ostia Litorale, Associazione naturalistica Plinio, WWF (Sezione regionale Lazio). Sede: Via del Martin Pescatore, 66 - Località Pantano (Castel Fusano) - 00124 Roma
Telefono: 06 5091 7817 - Fax: 06 5093 2563
Per gli orari del C.E.A. consultare la pagina www.riservalitoraleromano.it

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