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Torre Flavia - Ladispoli (RM)
Palude di Torre Flavia
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Torre Flavia - Ladispoli (RM)Palude di Torre FlaviaPalude di Torre FlaviaPalude di Torre Flavia
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Indirizzo:
00052 Cerveteri RM, Italia
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Descrizione:

L'area umida protetta Monumento naturale Palude di “Torre Flavia” è situata lungo il litorale tirrenico a nord di Roma, nei comuni di Ladispoli e Cerveteri

Estesa nemmeno cinquanta ettari, la zona umida rappresenta una delle ultime aree palustri del litorale laziale, - in zona Ladispoli - importante habitat naturale per l’avifauna migratoria insieme alla vicina riserva naturale di Macchiatonda.

Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”
Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”

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Palude di Torre Flavia

Dagli anni ’70 del secolo scorso l’area è stata progressivamente bonificata e attualmente si sviluppa su terreni argilloso-limosi, ricchi di materiale organico di origine vegetale che consente l’accumulo di acque nella porzione retrodunale.

Lembi residuali di un’antica duna sabbiosa separano la Palude dal mare.

I venti dominanti sono quelli provenienti dal mare; nei mesi autunnali prevalgono quelli di nord-ovest, mentre in estate prevalgono i venti caldi del quadrante occidentale e meridionale che accentuano gli effetti sulla vegetazione della già marcata evapotraspirazione.

Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”
Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”

Palude di Torre Flavia | Geologia e idrogeologia

L’evoluzione della aree costiere tirreniche è strettamente correlata ai movimenti tettonici di apertura e sollevamento del bacino tirreno, nonché al vulcanismo dei distretti laziali.

Il tratto compreso tra Santa Severa e Palo Laziale è caratterizzato da arenili sabbiosi, frequentemente di colore scuro, per la presenza di minerali (pirosseni e magnetite) di origine vulcanica.

In particolare nella zona di Marina di S. Nicola affiora la formazione denominata “Macco” (Pliocene medio-superiore), costituita da facies sabbiose e biocalcarenitiche ricche di frammenti di briozoi litotamni, echinodermi e molluschi.

Da Marina di S. Nicola fino a Santa Marinella, si ritrovano conglomerati e sabbie Pleistocenici nelle aree più elevate, mentre nelle zone più depresse, sono presenti limi torbosi, depositi palustri e alluvioni recenti.

L’area protetta di Torre Flavia è ubicata lungo la costa nei territori comunali di Ladispoli e Cerveteri, rappresenta l’ultimo residuo della Palude di Campo di Mare, un sistema di acquitrini e paludi salmastre costiere.

Morfologicamente si presenta pianeggiante; le differenze altimetriche non superano i 2-3 metri.

Le tipologie dei terreni che interessano l’area, descritte in precedenza, sono caratterizzate da granulometrie e permeabilità molto eterogenee e fanno presupporre la presenza di piccole falde sotterranee sospese di piccola entità.

Da qui lo stato di deficit idrico in cui versa tutta la zona, dato dall’incremento sconsiderato dell’emungimento dei pozzi presenti nelle vicinanze e dalle opere di canalizzazione, che drenano l’acqua al mare.

Il litorale romano è interessato dal fenomeno di arretramento lineare, di conseguenza si hanno zone soggette a erosione e altre ad accumulo.

L’area protetta di Torre Flavia rappresenta una situazione di forte erosione.

Il rudere fino agli anni quaranta si ritrovava in corrispondenza della battigia, oggi con l’arretramento rapido della linea di riva, è completamente isolato e collegato con dei massi per una lunghezza di circa 100 metri

Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”
Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”

Monumento naturale Palude di “Torre Flavia” | La Torre

Torre Flavia porta il nome del Cardinale Flavio Orsini che la costruì agli inizi del ‘500 sulle fondamenta di un precedente fortilizio medievale e nei pressi di una villa romana, nell’ambito di un grande piano Pontificio di riorganizzazione del sistema difensivo costiero, a fronte della fragilità difensiva litoranea dalle incursioni saracene.

Proprio a questo periodo risale la fortificazione del castello di Palo che verrà trasformato così come è giunto a noi.

La pianta della torre è quadrata con basamento a scarpa, caratteristica che rifletteva i canoni comuni dell’edilizia militare del rinascimento.

La torre, a giudicare dalla divisione interna e dalle quattro torrette di avvistamento sulla terrazza, nonché dall’esistenza di una cisterna, fu sede di una importante guarnigione, strettamente legata al sistema di difesa del castello di Palo.

L'attuale stato diruto della Torre deriva da bombardamenti avvenuti durante l'ultima guerra mondiale e dal processo di erosione marina.

Fino agli anni ’30, Torre Flavia si trovava ancora sulla linea di costa; successivamente la progressiva erosione costiera, che dura tuttora, ha progressivamente isolato i resti dell’edificio che sono ora situati a ca. 100 m dalla terraferma.

Alcuni recenti lavori (effettuati nel 2011) hanno protetto la Torre dall’azione marina. Tali strutture tuttavia hanno portato ad una erosione del litorale verso nord, con effetti erosivi marcati sulle dune dell’area protetta.

Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”
Monumento naturale Palude di “Torre Flavia”

Monumento naturale Palude di “Torre Flavia” | Flora e comunità vegetali

A testimonianza della elevata eterogeneità del paesaggio vegetale dell’area sono presenti molti differenti tipi di vegetazione

Vegetazione pioniera alo-psammofila, delle dune embrionali e mobili, delle praterie alofile ad emicriptofite, delle praterie iperalofile a camefite, palustre delle depressioni retrodunali, delle acque salmastre e igrofola, vegetazione nitrofila ruderale.

La fascia più esterna del litorale è inadatta alla vita vegetale: i semi non attecchiscono sulla sabbia continuamente rimescolata dalle onde del mare, e le condizioni di umidità e salinità variano continuamente alternando gli stress a cui una giovane plantula può essere sottoposta.

Sull’arenile di conseguenza è favorita la vita animale, che si instaura sui resti organici di alghe, molluschi ed erbe marine che vi si accumulano come detriti.

Al di sopra del livello massimo di marea, dall’esterno verso l’interno, nel modello teorico di distribuzione spaziale della vegetazione costiera, troviamo comunità di terofite alonitrofile a bassa percentuale di copertura, seguite verso l’interno da comunità costruttive delle dune embrionali.

Le specie che vivono sulla sabbia debbono adattarsi ad un substrato incoerente ed estremamente permeabile all’acqua: l’umidità relativa della sabbia in superficie tende a zero e le piante di duna tendono ad allungare le loro radici formando una rete che dopo le piogge è in grado di assorbire l’umidità effimera derivante dall’acqua piovana.

A ridosso del cordone dunale, che nel M. N. è ridotto a un’esile e interrotta sequenza di frammenti, troviamo lacune interdunali puntiformi e ampie depressioni periodicamente inondate.

In entrambi gli ambienti le piante utilizzano l’acqua salmastra e la tolleranza per la salinità diventa un adattamento fisiologico necessario alla vita vegetale.

Dove il livello dell’acqua si mantiene costantemente più elevato dominano invece specie alo-tolleranti, legate ad ambienti con moderata salinità ma non sono strettamente legate a situazioni salmastre, come Phragmites australis e Bolboschoenus maritimus.

Ancora maggiore la tolleranza ad ampie variazioni di salinità necessaria alla vita su suoli di depressioni più profonde soggette a oscillazioni fra fasi di inondazione ed evaporazione: nel periodo arido infatti, su un terreno che presenta caratteristiche spaccature, il sale tende a concentrarsi in superficie.

In tali condizioni si rilevano Sarcocornia perennis, Aeluropus littoralis, Suaeda maritima, Salsola soda.

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Monumento naturale Palude di “Torre Flavia” | Fauna

L’area protetta è stata da tempo indagata sotto il profilo faunistico e molti dati sono disponibili per numerosi gruppi.

Di seguito si riportano alcuni cenni di inquadramento per i gruppi più facilmente osservabili.

Ulteriori informazioni sono disponibili nel volume “Biodiversità, gestione, conservazione di un’area protetta del litorale tirrenico: la Palude di Torre Flavia” (Provincia di Roma, Gangemi 2006).

Palude di “Torre Flavia” | Molluschi marini 

Grazie alla presenza delle praterie di Posidonia oceanica nel tratto antistante la Palude, e alla eterogeneità dei fondali e quindi alla ricchezza di habitat, sono facilmente rinvenibili molte conchiglie spiaggiate appartenenti ad oltre 130 specie di molluschi (Polyplacophora, Gastropoda, Bivalvia, Scaphopoda, Cephalopoda), campione ancora sottostimato della ricchezza malacologica di questo tratto di costa.

Risultano particolarmente abbondanti i Bivalvi (40% delle specie), riconducibile alla dominanza di fondi mobili nell’area di studio.

Palude di “Torre Flavia” | Pesci

Il Monumento naturale “Palude di Torre Flavia” comprende nel suo perimetro una serie di canali di origine artificiale, da anni sede di un’attività di acquacoltura estensiva, prevalentemente incentrata su Mugilidi.

La maggior parte dei pesci viene seminata come novellame, mentre una piccola parte penetra dal mare per rimonta naturale, quando la chiusa di sbarramento viene aperta per la pesca o per effettuare operazioni di manutenzione.

Il novellame seminato è raccolto tra settembre e fine ottobre al largo dei canali costieri del litorale laziale (Maccarese, Passoscuro, ecc).

Tra le specie ittiche allevate nei canali di Torre Flavia rientrano i muggini o cefali (Fam. Mugilidae) e le anguille (Anguilla anguilla). Sono comunque presenti anche altre specie (Carassius sp., Gambusia holbrooki).

Palude di “Torre Flavia” | Anfibi e rettili

Tra le specie di Anfibi segnalate sono stati rinvenuti esclusivamente uova, girini a diversi stadi di sviluppo e adulti di Rana verde (Rana kl. hispanica) e Rospo comune (Bufo bufo), mentre tra i Rettili è stata riscontrata la presenza di Testuggine palustre europea (Emys orbicularis), Luscengola (Chalcides chalcides), Ramarro (Pseudopidalea viridis), Lucertola campestre (Podarcis siculus), Natrice dal collare (Natrix natrix).

Uccelli - L’area è Zona di Protezione Speciale per l’elevata presenza di specie migratorie che utilizzano l’area come sito di sosta, transito e nidificazione. Nel Monumento naturale “Palude di Torre Flavia” sono state rilevate oltre 180 specie, cui si devono aggiungere 6 specie alloctone non naturalizzate sfuggite alla cattività, osservate in modo occasionale nell’area di studio e la cui nidificazione nel Lazio non è stata accertata. Oltre 40 rientrano nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE.

Palude di “Torre Flavia” | Mammiferi

Nell’area protetta sono presente il Riccio europeo (Erinaceus europaeus), la Nutria (Myocastor coypus), il Ratto nero (Rattus rattus), il Ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), il Topo domestico (Mus domesticus, la Volpe (Vulpes vulpes) e l’Istrice (Hystrix cristata, mentre più occasionali sono alcune specie di mustelidi (es., Faina Martes foina). L’area è anche frequentata per motivi trofici da numerose specie di chirotteri.

Palude di “Torre Flavia” | Specie aliene

Nell’area sono presenti alcune specie animali introdotte volontariamente o involontariamente dall’Uomo. Tra queste, quelle più abbondanti (e in alcuni casi invasive) sono un crostaceo (il Gambero rosso della Louisiana, Procambarus clarkii), un pesce di acqua dolce e salmastra (la Gambusia Gambusia holbrooki), un mammifero (la Nutria, Myocastor coypus).

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