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- Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone
La riserva naturale Selva del Lamone è un'area naturale protetta situata nel comune Farnese, nella provincia di Viterbo e al confine con la Toscana.
La Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone occupa una superficie di 2.002 ettari ed è stata istituita nel 1994.
Nel 2005 la Selva del Lamone e la contigua zona detta Il Crostoletto sono state proposte come siti di importanza comunitaria, con D.M. 25 marzo 2005.
In uno degli angoli più solitari e remoti del Lazio, quest'area protetta custodisce un bosco aspro e selvaggio, a tratti impenetrabile, tra "murce" (piccole alture laviche su avvallamenti bui), anfratti spinosi, inghiottitoi e crateri d'esplosione simili ad anfiteatri lavici formatosi su una "giovane" colata lavica risalente al periodo compreso fra 150.000 e 50.000 anni fa.
Un percorso, il sentiero dei briganti, collega la Riserva Naturale della Selva del Lamone a quella di Monte Rufeno.
Dove dormire vicino la Selva del Lamone
Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone
All'interno della Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone si trovano siti archeologici e storici tra cui le sorgenti della Nova (abitate dell'età del Bronzo finale), Rofalco (fortezza tardo etrusca), resti di necropoli e la Tomba del Gottimo (etrusca), fattorie e strade romane, pievi rurali, capanne di pastori e carbonai ancora usate negli Anni Cinquanta del Novecento.
Tra i beni culturali merita particolare rilievo Santa Maria di Sala, un'abbazia cistercense restaurata negli anni 2013 - 2014 per volontà della Riserva grazie a un finanziamento POR-FESR Lazio.
Il 90% dell'area protetta è occupato da boschi, il restante 10% da aree agricole.
I boschi sono per lo più cerrete pure o miste e mostrano a livello floristico un carattere a tratti mesofilo (come nei crateri lavici di collasso e in quasi tutto il settore più orientale della Riserva), a tratti termofilo (come sulle sommità degli accumuli di massi lavici e nel settore occidentale).
Nel primo caso il cerro e' affiancato dal carpino nero, dal carpino bianco, dal nocciolo come specie caratteristiche; nel secondo caso dal leccio, dalla roverella, dalla fillirea a foglie larghe.
Pressoché ubiquitari sono l'acero campestre, l'acero minore e l'orniello.
Le aree agricole sono occupate da prati-pascoli e, subordinatamente, da seminativi, da oliveti e vigneti e da arbusteti e boschi di neoformazione; sia gli arbusteti sia i boschi di neoformazione sono stadi intermedi del processo di successione secondaria innescato dall'abbandono di coltivi e pascoli avvenuto nell'arco degli Anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Nello stesso periodo lo sfruttamento intenso del bosco per la produzione di carbone, legname e frasche e per il pascolo è drasticamente diminuito.
Oggi l'utilizzo della risorsa legno è regolamentato dal Piano di Gestione e Assestamento Forestale della Riserva e dal Regolamento Comunale per gli Usi Civici.
Il fiume Olpeta segna parte del confine meridionale della Riserva della Selva del Lamone; lungo il suo corso il bosco ripariale di salici, ontani e pioppi forma vere e proprie gallerie, creando con il gioco dell'acqua e delle rocce dei suggestivi giochi di luce molto amati dagli appassionati di fotografia naturalistica.
A ridosso della Riserva il fiume Olpeta forma due bellissime cascate: la cascata del Pelicotonno e la cascata di Salabrone.
Nella Riserva della Selva del Lamone sono presenti anche alcuni importanti siti archeologici e storici con resti di necropoli, villaggi fortificati di vari periodi (Età del Bronzo, epoca etrusca, Medio Evo), fattorie e strade romane, pievi rurali, capanne di pastori e carbonai ancora usate negli Anni Cinquanta del Novecento.
Non distante trovate il lago di Bolsena.
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