1. Home
  2. »
  3. Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti
Vulci
Sentiero dei BrigantiSentiero dei BrigantiSentiero dei BrigantiSentiero dei BrigantiVulci
Contact Information
Indirizzo:
01014 Vulci - Montalto di Castro VT, Italia Vulci (VT), Borghi e paesini, Vicino Roma
Descrizione:

Il sentiero dei briganti è un itinerario archeologico naturalistico dell’alta Tuscia vicino a Roma, nella provincia di Viterbo lungo i confini tra Lazio, Toscana e Umbria

Il Sentiero dei Briganti, da non confondere con il Cammino dei Briganti che si sviluppa tra Lazio e Abruzzo, consiste in Cento km di percorso che esula dalle tradizionali rotte turistiche, immerso nella natura incontaminata e selvaggia che coinvolge parte della riserva del Monte Rufeno a nord, al confine tra Lazio, Umbria e Toscana, e prosegue fino a raggiungere Vulci, in piena Maremma laziale, e il mare di Montalto di Castro passando per il Lago di Mezzano e il Lago di Bolsena.

Il sentiero dei briganti si può percorrere in vari modi a piedi, in bicicletta oppure a cavallo.

Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti

 

Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti

Dove dormire lungo il sentiero dei briganti



Booking.com

Il percorso del Sentiero dei Briganti, un progetto realizzato dalla Comunità Montana “Alta Tuscia Laziale”, con la collaborazione dei comuni di Canino, Farnese e Ischia di Castro, unisce:

Ora indicato da un'apposita segnaletica direzionale e dotato di un apparato illustrativo per la conoscenza sia delle principali emergenze culturali lambite dal sentiero sia delle più note figure di briganti che, per le loro gesta, sono passate alla storia.

Castello dell' Abbadia e museo archeologico di Vulci (VT)
Castello dell' Abbadia e museo archeologico di Vulci (VT) - sentiero dei briganti

Storia del Sentiero dei Briganti

Dal 1700 alla prima guerra mondiale questo sentiero infatti era un territorio davvero impervio, condizionato dal fenomeno del brigantaggio, da cui il nome: Sentiero dei Briganti, filo conduttore di un itinerario storico tracciato tra Monte Rufeno (presso Acquapendente) e Vulci (dalla parte di Canino), attraverso i luoghi che furono testimoni della vita, dei delitti e dalla fine di molti briganti.

In questo territorio isolato e selvaggio, impervio e scarsamente popolato, ai confini tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana, prima, ed il neo formato Regno d’Italia, poi, nel corso del XIX secolo, il fenomeno del brigantaggio trovò le condizioni favorevoli per svilupparsi e sopravvivere a lungo.

La mancanza di vie di comunicazione, che rendeva questi luoghi isolati ed inaccessibili e la presenza di ampie macchie boschive selvagge, connesse tra loro da profonde gole solcate da torrenti e fossi, furono fattori determinanti per lo sviluppo di questo fenomeno.

Ma non solo...

Era una terra di confine, si è detto, in mano ad alcune grandi famiglie di nobili proprietari terrieri, una terra di nessuno, afflitta dalla miseria e dalla malaria, dove i malfattori e i fuorilegge dell’epoca potevano nascondersi e, allo stesso, tempo praticare i loro misfatti.

Il sentiero dei briganti è un viaggio tra la storia che segue anche le tante tracce lasciate dagli etruschi.

Lungo il percorso si incontrano importanti siti archeologici tra gli scavi di Vulci.

Un fenomeno sociale favorito da una miseria diffusa, da un governo ottuso, da una giustizia giusta solo per nobili e latifondisti, ma anche un falso mito, quello del brigantaggio, nel senso che i vari Tiburzi, Biagini, Menichetti e quanti altri, non furono certo quei Robin Hood che una cattiva letteratura ha voluto farci credere.

Tra omicidi, grassazioni, scontri a fuoco con le forze dell’ordine, nel corso dell’Ottocento numerose losche figure seminarono il terrore in questo territorio, operando in piccoli gruppi ma, alcune volte, articolandosi in vere e proprie reti e organizzazioni criminali.

Tra i vari Fioravanti, Ansuini, Ranucci, Chiappa, Nocchia, Erpita, Brando Camilli, Petrucci, Casali, Fumetta, Menichetti, Bustrenga, Marintacca, Biagini, Basiletto, Biscarini, emerse la figura del Tiburzi, Domenico Tiburzi da Cellere, detto “Domenichino” per la sua bassa statura.

L'esempio migliore ce lo offre proprio Domenico Tiburzi, a ragione considerato come il più famoso Brigante dell'Alta Tuscia, il "re del Lamone", il “Giustiziere di Cellere”, non per particolari doti di crudeltà o di coraggio, bensì per l'organizzazione che seppe imprimere alla sua banda, a cui dette una struttura quasi aziendale, con un presidente al vertice (lui stesso), un amministratore delegato (Domenico Biagini) ed un consiglio di amministrazione, in cui si avvicendarono vari personaggi, alcuni dei quali (Pastorini, Basili e Bettinelli), colpevoli di aver tradito gli scopi aziendali, vennero anche "licenziati", ovviamente tramite l'eliminazione fisica.

Come impiegati furono assunti fattori, guardiani e benestanti e come operai intere schiere di poveracci, reclutati nei vari paesi ed utilizzati sopratutto come vivandieri ed informatori.

Si trattò quindi, di una vera e propria Holding del crimine, organizzata, come si direbbe oggi, secondo i criteri di grande "managerialità".

Non a caso il regno di Tiburzi durò molto a lungo proprio grazie agli equilibri che era riuscito a stabilire con i potentati locali, evitando accuratamente di scontrarsi con la polizia e tutelando gli interessi dei possidenti, a cui garantiva protezione non solo dagli altri briganti, ma anche da ogni altro genere di problemi, dietro un regolare compenso, come fosse una paga, un premio assicurativo o una tassa sulla salute.

Percorrendo il sentiero non sarà possibile cogliere tutto questo, quello che era un territorio di "frontiera", di malaria e di miseria è oggi un grande comprensorio ricco di storia e di natura intatta.

Il sentiero dei briganti vuole fornire una ulteriore occasione per addentrarsi e per conoscere gli angoli più belli e segreti.

Più recente tradizione vuole che chi intraprende il sentiero dei briganti abbia anche modo di conoscere due particolari categorie sociali che portano avanti dei mestieri antichi: i butteri e i carbonai.

In questa occasione chi lo desidera, può apprendere da questi uomini l’antica arte del marchiatura del bestiame e ascoltare i racconti degli antichi minatori.

Il sentiero dei briganti prevede sette giorni di cammino all’insegna della scoperta delle terre del nord del Lazio.

Tiburzi, il livellatore della Maremma, e la sua banda vi permetteranno di entrare nel loro territorio.

Fatelo in punta di piedi, dal folto del bosco, "loro" vi terranno d'occhio.

Buon viaggio.

Sentiero dei Briganti
Sentiero dei Briganti - cartello sul lago di bolsena

Acquista qui al miglior prezzo i migliori tour offerti dai tour operator ufficiali tramite Viator, il servizio offerto dalla TripAdvisor.

A tua disposizione le migliori guide turistiche e accompagnatori turistici autorizzati di Roma e dintorni
Aiuta l’industria del turismo e l’economia italiana a ripartire!

Lascia un commento

Send message to listing owner

Send message to moderator

Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.