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Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele"
Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele"
Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele"Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele"
Contact Information
Indirizzo:
Via S. Giorgio, 28, 03026 Pofi FR, Italia
Descrizione:

Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele"

L’importante struttura museale del basso Lazio, tra le piĂ¹ significative d’Italia, ospita 40 espositori che illustrano tutta la preistoria del Lazio meridionale a partire da un milione di anni fa.

Fondato nel 1959 da Pietro Fedele, allora sindaco della cittadina laziale, ma aperto al pubblico soltanto dal marzo 2001

Museo civico preistorico
Museo civico preistorico "Pietro Fedele"

Museo preistorico in via San Giorgio, Pofi (FR)

Al Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele" è possibile intraprendere un affascinante viaggio nell’Età della Pietra dove viene descritto l’uomo, l’ambiente e la fauna del Lazio meridionale nel contesto della preistoria europea.

Il museo ospita la calotta cranica dell’Uomo di Ceprano, Argil, il piĂ¹ antico reperto fossile di Italia e tra i piĂ¹ antichi d’Europa, oltre 500 mila anni, ritrovato dal Prof. Italo Biddittu nel 1994.

La struttura è da poco gestita dal Centro Studi Tolerus di Ceccano, l’associazione di volontariato che da diversi anni ha realizzato l’Ecostazione presso la stazione di Ceccano, un centro culturale per l’ambiente e il territorio, e che ha vinto il bando di gara indetto dal Comune di Pofi nel mese di settembre scorso.

Oltre alle visite guidate, è possibile, in particolare per le scuole, svolgere attività di laboratorio e di scavo simulato.

La visita al museo puĂ² essere integrata da percorsi che, nell'ambito di una giornata, prevedono la visita al centro storico medievale e alla morfologia residua del vulcano di Pofi, all'area di Ripi con i pozzi di petrolio ancora attivi e ad alcune aziende vivaistiche.

Prenota la visita guidata chiamando il numero: 0775.380380

Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele" | percorso espositivo articolato in quattro sezioni:

  • la prima sezione, introduttiva, sui problemi generali e sull’evoluzione degli aspetti morfologici del territorio: scenario, nei tempi variabile, in cui uomini e animali ora estinti hanno effettuato la loro comparsa;
  • la seconda sezione rappresenta una sintetica illustrazione dei problemi dell’origine dell’uomo in Africa, del popolamento in Asia e nel Medio Oriente, quindi l’arrivo dell’uomo in Europa. Questa sezione è illustrata con l’esposizione di calchi di ominidi fossili dagli Australopiteci (Lucy, A. africanus, A. robustus ) all’Homo erectus, attraverso fossili asiatici ed europei;
  • la terza sezione inizia proprio da questo punto: dopo l’illustrazione dell’Uomo di Ceprano (450.000 anni), che costituisce una delle testimonianze piĂ¹ antiche della presenza umana in Europa, il percorso espositivo prosegue con la presentazione dei giacimenti di Ceprano-Campogrande, Arce, Anagni-Colle Marino, Castro dei Volsci. Da questi giacimenti provengono manufatti in pietra e rare faune che confermano la presenza dell’uomo nell’Italia centrale tra un milione e 600 mila anni fa. Segue quindi la fase successiva, caratterizzata dalla presenza di manufatti litici piĂ¹ elaborati in cui assume particolare significato tipologico e cronologico l’amigdala. Nel Lazio meridionale interno questa fase è diffusa su vaste aree, da Anagni a Cassino, ed è perdurata per lungo tempo (tra 450 mila e 350 mila anni ). Nei siti in cui si trovano le testimonianze (Anagni-Fontana Ranuccio, Ceprano-Campogrande e Colle Avarone, Isoletta, S.Giovanni Incarico – Lademagne, Pontecorvo, Pignataro Interamna) sono anche frequenti resti fossili di animali (Elefanti, Buoi, Cervi, Cavalli, Ippopotami, Rinoceronti…) che testimoniano le variazioni del paesaggio, degli ambienti e del clima col trascorrere dei millenni. In questa fase si collocano i resti umani di Anagni-Fontana Ranuccio, rappresentati da quattro denti datati 410.000 anni. Ampio spazio è dato nel museo alla esposizione di faune fossili e manufatti litici provenienti dai recuperi e dagli scavi della Soprintendenza Archeologica del Lazio lungo il percorso T.A.V., soprattutto dai giacimenti di Castro dei Volsci e di Isoletta.
  • la quarta sezione è quella dedicata a Pietro Fedele. Qui sono esposti soprattutto i reperti preistorici provenienti dal territorio di Pofi: le faune, i manufatti e i resti umani di Cava Pompi (Uomo di Pofi, datato tra 400.000 e 350.000 anni), faune e manufatti su osso dal Fosso Meringo, una scelta dei manufatti del Paleolitico medio e superiore provenienti dalle ricerche di superficie e per finire le punte di freccia e i manufatti litici dal Neolitico all’etĂ  dei metalli che concludono il percorso didattico.

Gli espositori sono stati realizzati in modo da prevedere una sezione tattile per bambini e per non vedenti con testi in Braille.

Il percorso didattico del museo presenta materiali di grande interesse per la preistoria italiana, che sono stati riconosciuti e studiati da vari enti come l’Istituto Italiano di Paleontologia Umana e la Soprintendenza Archeologica del Lazio, e tuttora il Museo è un centro di raccolta, studio ed esposizione dei ritrovamenti preistorici di gran parte del Lazio meridionale interno.

Il museo ha avuto rapporti di collaborazione anche con il museo preistorico Luigi Pigorini di Roma e con istituzioni internazionali come il Centre Europèen de Recherches Prèhistoriques de Tautavel e l’Università di Tarragona in Spagna.

Gruppi di studiosi francesi, georgiani (Caucaso) e spagnoli hanno effettuato nel Museo ricerche e studi nell’ambito di un piano di collaborazione internazionale.

A loro si affiancano naturalmente studiosi italiani specialisti di varie discipline connesse agli studi sulla preistoria.

Museo civico preistorico
Museo Preistorico di Pofi "Pietro Fedele"

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Pofi (FR)
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Ecostazione di Ceccano (a 10 minuti da Pofi)

Attraversando la Valle del Sacco in treno, lungo la linea ferroviaria Roma – Cassino, ad un certo punto si rimane colpiti da un’esplosione di colore inaspettata: è la stazione di Ceccano, Comune della provincia di Frosinone.

Un murales ricopre interamente l’edificio: dal lato dei binari, il disegno esprime il desiderio che il fiume Sacco possa ritornare al suo antico splendore; la facciata, invece, è divisa in tre settori, che simboleggiano l’armonia, la conflittualità e l’interazione tra uomo e natura.

Quella di Ceccano è un esempio di ecostazione: il progetto, nato nel 2007 grazie all’impegno dell’associazione Centro Studi Tolerus, ha trovato la sua dimensione ideale nel fabbricato viaggiatori.

La stazione, concessa in comodato d’uso gratuito da RFI, è diventato un centro di documentazione ambientale, con una biblioteca tematica aperta alla cittadinanza, laboratori e una sala multimediale dove i volontari tengono promuovono iniziative per la salvaguardia del territorio in stretta collaborazione con gli istituti scolastici della zona.

Un punto di riferimento per il territorio: l’associazione organizza percorsi naturalistici nella Valle del fiume Sacco e l’ecostazione, grazie al suo laboratorio didattico, è riconosciuto come centro di educazione ambientale della Provincia di Frosinone.

Recuperare un luogo di passaggio, come una piccola stazione ferroviaria, e dargli un valore nuovo: quello di centro di aggregazione e sviluppo sociale e ambientale.

La stazione di Ceccano, che sembrava destinata al degrado, è diventata, grazie all’impegno dei cittadini e alla collaborazione di RFI e delle istituzioni locali, un modello positivo di recupero del patrimonio ferroviario e impulso alla sostenibilità ambientale e alla tutela del territorio.

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