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Casina delle Civette
Casina delle Civette
Mappa Villa Torlonia
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Indirizzo:
Via Nomentana, 70, 00161 Roma RM
Tickets:
Descrizione:

L'insolita Casina delle Civette a Villa Torlonia è stata la dimora del principe Giovanni Torlonia jr. fino al 1938, anno della sua morte.

La casina delle civette è il risultato di una serie di trasformazioni e aggiunte apportate alla ottocentesca Capanna Svizzera che, collocata ai bordi del parco e nascosta da una collinetta artificiale, costituiva in origine un luogo di evasione rispetto all'ufficialità della residenza principale.

Ideata nel 1840 da Giuseppe Jappelli su commissione del principe Alessandro Torlonia, si presentava come un rustico capanno svizzero con paramenti esterni a bugne di tufo ed interno dipinto a tempera ad imitazione di rocce e tavolati di legno.

I due edifici di cui consta oggi il complesso architettonico, il villino principale e la dipendenza, collegati tra loro da una piccola galleria in legno e da un passaggio sotterraneo, nulla o quasi hanno a che fare con il romantico rifugio di sapore alpestre ideato nell'Ottocento dallo Jappelli, se non per le strutture murarie dei due corpi di fabbrica principali disposti ad "L", per l'impronta volutamente rustica, per l'uso dei diversi materiali costruttivi lasciati a vista e per la copertura a falde inclinate.

Infatti, già dal 1908, la Capanna Svizzera cominciò a subire una progressiva e radicale trasformazione per volere del nipote di Alessandro, Giovanni Torlonia jr., assumendo l’aspetto e la denominazione di "Villaggio Medioevale"; i lavori furono diretti dall'architetto Enrico Gennari e il piccolo edificio divenne una raffinata residenza con grandi finestre, loggette, porticati, torrette, con decorazioni a maioliche, vetrate colorate, boiserie e simboli.

Le vetrate risalgono tutte al periodo tra il 1908 e il 1930 nel periodo d’oro per il liberty, e queste vetrate in particolare raggiungono alte vette di bellezza e abilità.

Dal 1916 l'edificio cominciò ad essere denominato "Villino delle Civette" per la presenza della vetrata con due civette stilizzate tra tralci d’edera, eseguita da Duilio Cambellotti già nel 1914, e per il ricorrere quasi ossessivo del tema della civetta nelle decorazioni e nel mobilio, voluto dal principe Giovanni, uomo scontroso e amante dei simboli esoterici.

Nel 1917 l’architetto Vincenzo Fasolo aggiunse le strutture del fronte meridionale della Casina, elaborando un fantasioso apparato decorativo in stile Liberty.
L'impronta di Fasolo è riscontrabile nella scelta dei volumi che si aggregano e che si intersecano prendendo corpo in una grande varietà di materiali e particolari decorativi.

Elemento unificante delle molteplici soluzioni architettoniche è la tonalità grigia del manto di finitura delle coperture, per il quale venne utilizzato la lavagna in lastre sottili, variamente sagomate, contrapposta alla vivace cromia delle tegole in cotto smaltato.

Gli spazi interni, disposti su due livelli, sono tutti particolarmente curati nelle opere di finitura; decorazioni pittoriche, stucchi, mosaici, maioliche policrome, legni intarsiati, ferri battuti, stoffe parietali, sculture in marmo mostrano la particolare attenzione del principe per il comfort abitativo.

Tra le tante decorazioni la presenza delle vetrate è così prevalente da costituire la cifra distintiva dell'edificio, costituendo un "unicum" nel panorama artistico internazionale, prodotte tutte dal laboratorio di Cesare Picchiarini su disegni di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi e Paolo Paschetto.

La distruzione dell'edificio iniziò nel 1944, con l'occupazione delle truppe anglo-americane, durata oltre tre anni.

Quando nel 1978 il Comune di Roma acquisì Villa Torlonia, sia gli edifici sia il parco erano in condizioni disastrose.

L'incendio del 1991 ha aggravato le condizioni di degrado della Casina, unitamente a furti e vandalismi.

L'immagine odierna della Casina delle Civette è il risultato di un lungo, paziente e meticoloso lavoro di restauro, eseguito dal 1992 al 1997, che, con quanto ancora conservato e sulla base delle numerose fonti documentarie, ha permesso la restituzione alla città di uno dei più singolari e interessanti manufatti dei primi anni del secolo scorso.

Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia

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Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia
Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia

Perché si chiama ‘Casina delle Civette’?

Il nome del Villino deriva dalla presenza un po’ ovunque della civetta, uno dei tanti simboli esoterici amati dal principe Giovanni.

C’è addirittura un’intera Stanza delle civette, impreziosita da delle bellissime vetrate istoriate con questo animale appollaiato su tralci d’edera.

Le vetrate sono del 1916, opera di Duilio Cambellotti, uno dei maestri top del tempo in quest’arte.

Ma il rapace dagli occhi tondi ti accoglie già sopra l’uscio dell’entrata.

Casina delle Civette - Musei di Villa Torlonia
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Casina delle Civette | Il significato esoterico della civetta

La civetta è sempre stato un animale controverso. Le sue abitudini notturne, i suoi occhi tondi e ravvicinati che le danno un’espressione vagamente umana e inquietante, oltre che il suo verso alquanto lugubre, ne hanno fatto la protagonista di tutta una serie di superstizioni, miti e leggende.

Il comun denominatore è la credenza che questo animale porti sfortuna e che il suo canto presagisca morte e sventure assortite.

Gli egizi credevano che presagisse la morte e la ritenevano simbolo del Sole che sparisce all’orizzonte, dell’oscurità.

Per i giapponesi portava fame e malattie.

Nel medioevo poi le civette furono legate a doppio filo con la stregoneria, sia perché si credeva che le streghe ne assumessero le sembianze per girare indisturbate, sia perché parti del loro corpo (piume, cuore, occhi) erano spesso usate come ingrediente per filtri magici e pozioni poco raccomandabili. Insomma la civetta ha sempre causato inquietudine nell'uomo comune e nel tempo è stata associata a disgrazia, trame oscure e patti diabolici.

Eppure, per i greci e i romani, per i quali simboleggiava la morte, la civetta era anche espressione della saggezza, dell’intuizione e della sapienza.  (Spessp la Dea Atena/Minerva veniva rappresentata con una civetta o un gufo sulla spalla)

Che Giovanni Torlonia jr. abbia sfruttato queste credenze popolari costruendo la fiabesca Casina delle Civette (che preferì come abitazione al Casino Nobile) per tutelare la sua privacy e mantenere lontani chi non voleva avere vicino a se?

Come raggiungere la Casina delle Civette

È raggiungibile dalle stazioni Bologna e Policlinico.
È raggiungibile dalla fermata Viale Regina Margherita/Nomentana del tram 3
È raggiungibile dalla fermata Viale Regina Margherita/Nomentana del tram 19

È raggiungibile anche mediante numerose linee di autobus che transitano su via Nomentana (60, 66, 62, 82, 90), su via Bari (490, 495, 649, 61)

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