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Auditorium di Mecenate
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Auditorium di MecenateAuditorium di MecenateAuditorium di MecenateAuditorium di MecenateAuditorium di MecenateAuditorium di Mecenate
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Indirizzo:
Roma, Roma Città
Tickets:
Descrizione:

Il cosiddetto Auditorium di Mecenate (in realtà un ninfeo, più che un auditorium) è un'architettura antica di Roma situata nel rione Esquilino, in largo Leopardi, lungo la via Merulana, di fronte lo storico Teatro Brancaccio di Roma.

Oggi il sito dell'Auditorium di Mecenate, visitabile su prenotazione, è gestito dalla Sovrintendenza Capitolina.

L'ingresso al monumento è consentito solo a gruppi accompagnati su prenotazione.

Max 30 persone a visita.

La visita guidata, che è a cura di associazioni culturali, deve essere concordata direttamente con l'associazione culturale.

Gruppi e associazioni culturali possono prenotare allo 060608 (tutti i giorni 9.00 - 19.00).

Non accessibile ai disabili

Auditorium di Mecenate
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Auditorium di Mecenate

L'edificio, che faceva parte degli Horti Maecenatis, fu scavato nel 1874.

Si tratta di una grande aula rettangolare seminterrata (24,10 x 10,60 m), con abside su uno dei lati minori e risale alla creazione della villa, verso il 30 a.C.

Tramite un passo di Orazio si è identificato il luogo con la villa di Mecenate sull'Esquilino, che sorse sul colmo della zona di una necropoli e sul livellamento dell'antichissimo agger.

Sul lato di via Leopardi l'edificio si sovrappose alle Mura serviane, facendone distruggere un tratto.

Sappiamo da Svetonio che l'imperatore romano, Augusto, quando si ammalava, dormiva spesso nella casa di Mecenate.

Dopo la morte di Mecenate (8 a.C.) la villa fu annessa alle proprietà imperiali e poi concessa a Tiberio dopo il rientro dal suo esilio di Rodi.

Egli intraprese alcune ristrutturazioni; a questa fase risalgono le pitture di giardino del ninfeo di terzo stile, da mettere in relazione con gli affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia (fine del I secolo a.C.).

La parte anteriore della sala è più ampia della posteriore in cui, infatti, sono state ricavate sei nicchie per lato, più altre cinque nicchie che si trovano sull'abside, al di sopra dell'alta gradinata di sette gradini circolari, originariamente coperti di marmo cipollino, come a formare una sorta di piccola cavea teatrale.

Vi si accede (in antico come oggi) attraverso una gradinata in discesa.

Auditorium di Mecenate
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Auditorium di Mecenate

Dal più alto gradino della cavea uscivano i flussi di alcuni tubi (poi otturati), che riversavano abbondante acqua nella sala: da questo particolare si è identificato l'edificio come un ninfeo, con i gradini forse decorati da vasi di fiori attorno ai quali scorreva scenograficamente dell'acqua.

L'insieme era poi abbellito da pitture di giardino nelle nicchie, che dava l'idea di un magnifico parco sotterraneo.

L'ambiente non era isolato, anzi era collegato a un sistema di stanze e corridoi, sui quali il ninfeo emergeva in parte.

La datazione rispetto alla tecnica muraria (opus reticolatum di modulo piuttosto piccolo) conferma un periodo tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero. Coevo alla prima fase originaria è anche un mosaico pavimentale qui rinvenuto, con tessere bianche finissime dipinte a fasce rosse con encausto.

Sopra di esso venne poi steso un pavimento marmoreo.

Una terza fase è forse rappresentata dal muro di mattoni appoggiato alla parte bassa della cavea.

L’Auditorium di Mecenate è oggi coperto da una moderna tettoia, mentre in antico aveva una copertura a volta.

Auditorium di Mecenate
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Auditorium di Mecenate

E' costituito da un’ampia sala larga 13 e lunga 24 metri, con un’abside semicircolare sul fondo che presenta una gradinata costituita da sette stretti gradini concentrici.

L’accesso, sul lato opposto alla gradinata, avveniva lateralmente mediante una doppia rampa di accesso in discesa, di cui si conserva oggi solo l’ultimo tratto.

Questo ci conferma che la sala era in origine seminterrata, e questo costituiva anzi la sua principale caratteristica; l'edificio doveva essere parte di un più vasto e lussuoso complesso residenziale fatto costruire da Mecenate, il celebre statista collaboratore di Augusto, eseguendo grandi lavori (come ricordano famosi versi di Orazio), in particolare la bonifica del sepolcreto che si estendeva subito fuori le Mura cd. Serviane (cui l’edificio si addossa) e il riempimento del fossato antistante le mura stesse.

La caratteristica più evidente dell’Auditorium di Mecenate è tuttavia la decorazione pittorica, effettuata agli inizi del I secolo d.C., conservata sia nelle nicchie che sopra di esse, dove corre un lungo fregio su sfondo nero con scene dionisiache e giardini miniaturistici; raffigurazioni analoghe erano anche nelle nicchie che movimentano le pareti laterali e la parete curva di fondo, affrescate internamente come se fossero delle finestre, aperte su lussureggianti giardini ricchi di vasche e fontane, e animati da piccoli uccelli in volo.

La gradinata che caratterizza la parete di fondo, dai gradini troppo stretti per far pensare ad una cavea teatrale (ipotesi che all’epoca della scoperta diede al monumento il suo attuale nome) è identificabile invece con una fontana monumentale.

Questa sala, riccamente decorata e allietata da giochi d’acqua che accrescevano la frescura dell’ambiente già seminterrato, doveva essere destinata a “triclinio estivo”, cioè a luogo di riunioni conviviali e culturali.

Alcuni versi di un epigramma del poeta greco Callimaco, rinvenuti dipinti sull'intonaco esterno dell'abside, che alludono agli effetti del vino e dell'amore, costituiscono un'ulteriore prova dell'utilizzo della sala come un cenacolo di intellettuali.

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