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Osservatorio astronomico di Monte Mario
Osservatorio astronomico di Monte Mario
Osservatorio astronomico di Monte MarioOsservatorio astronomico di Monte Mario
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Indirizzo:
Viale del Parco Mellini, 84, 00136 Roma RM, Italia
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Descrizione:

L'osservatorio di Monte Mario è uno degli osservatori astronomici pubblici italiani - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma.

Nella struttura dell'osservatorio di Monte Mario a Roma l'OAR - Osservatorio Astronomico di Roma - coordina l'attività divulgativa del Museo Astronomico e Copernicano e della Torre Solare, mentre l'edificio principale è riservato alla sede centrale dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica).

La stazione osservativa di Campo Imperatore invece dal 2017 è diventata parte dell'osservatorio astronomico d'Abruzzo, in precedenza gestita dall'osservatorio romano.

Monte Mario - riserva naturale
INAF - Osservatorio astronomico di Monte Mario a Roma - riserva naturale

Osservatorio di Monte Mario

La sede di Monte Mario è sede amministrativa dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) dal 2002.

È situata in viale del Parco Mellini, 84 nella parte nord-ovest della città, in cima a Monte Mario.

Nel 1871 fu costruita sull'altura di Monte Mario la torre che serviva come stazione geodetica principale della cartografia italiana e riferimento per il Meridiano di Roma.

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Monte Mario - riserva naturale - vista su Roma
INAF - Osservatorio astronomico di Monte Mario a Roma - vista su Roma

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Torre solare di Monte Mario

Nel 1923 furono unificati i due precedenti osservatori della capitale, quello del Collegio Romano e quello del Campidoglio, in un unico "Osservatorio astronomico di Roma".

L'Osservatorio del Campidoglio infatti venne chiuso il 13 agosto 1937 e subito demolito per dare una nuova sistemazione al palazzo senatorio, ma l'inaugurazione della nuova sede di Monte Mario avvenne con notevole ritardo rispetto ai programmi.

Il 28 ottobre 1938 con concorso di numerose autorità Giuseppe Armellini prendeva possesso dell'Osservatorio che con orgoglio considerava tra i primi d'Italia, soprattutto per essere corredato di strumenti italiani, nello spirito dei tempi.

Il nuovo osservatorio di Monte Mario è stato fondato nel 1938 sotto la direzione di Giuseppe Armellini. La sede è la quattrocentesca Villa Mellini.

Il MAC fu fondato nel 1873 da Arturo Wolynski sulla base di una collezione Copernicana raccolta in occasione del quarto centenario della nascita di Copernico.

La collezione viene nel corso degli anni integrata con strumenti scientifici e volumi storici appartenuti alle specole romane e ad astronomi italiani, che seguono l’evoluzione della strumentazione scientifico-astronomica, donazioni di privati ed istituzioni pubbliche.

La collezione include cannocchiali risalenti al XVII secolo, telescopi del XIV secolo, sestanti per la misura della separazione angolare tra gli astri, astrolabi e quadranti notturni (l’astrolabio più antico risale al XII secolo).

È inoltre conservata una ricca collezione di sfere armillari e di globi celesti e terrestri, tra i quali quelli di Mercatore e di Cassini.

La biblioteca antica contiene circa 4000 volumi, tra cui un codice manoscritto del XIV secolo, che raccoglie i principali testi astronomici dell'epoca, 5 incunaboli, oltre 270 cinquecentine e 450 secentine.

In particolare, fra i libri di astronomia antica, spiccano le prime edizioni delle opere di Copernico, l’Almagesto di Tolomeo, il Tractatus de Sphaera del Sacrobosco, il Theatrum Cometarum di Hevel, la Rosa Ursina dello Scheiner, le prime edizioni delle opere di Galileo Galilei.

Nella struttura di Monte Mario, l'OAR gestisce il Museo Astronomico e Copernicano, una raccolta completa di strumenti astronomici del passato, quali astrolabi, cannocchiali, telescopi, sestanti, quadranti.

La collezione comprende anche sfere armillari e mappamondi, fra cui quelli costruiti da Gerardo Mercatore e da Giovanni Maria Cassini.

Il gruppo di divulgazione dell'OAR gestisce anche la Torre Solare, dopo averne riparato il meccanismo di apertura della cupola.

Monte Mario - riserva naturale - vista su Roma
Monte Mario - riserva naturale - vista su Roma

Osservatorio di Monte Porzio Catone - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma

Dal 1988 i ricercatori dell'OAR svolgono la loro attività di ricerca presso la sede dell' Osservatorio di Monte Porzio Catone, che offre una struttura ottimale dal punto di vista organizzativo.

Il grande edificio dispone di seminterrato, piano terra, primo e secondo piano.

La sede dell'osservatorio di Monte Porzio Catone include l’edificio Principale, la foresteria, due appartamenti per i custodi, l’AstroLAB, La Cupola degli Scozzesi (ospita il LightLAB), la cupola che ospita il Monteporzio Telescope (MPT).

Le ultime tre strutture sono completamente dedicate alla divulgazione scientifica, che interessa anche aree dell’Edificio Principale (sale museali, sala conferenze Gratton, Biblioteca).

Tutte le strutture che insistono nel comprensorio di Monte Porzio Catone sviluppano una superficie coperta di circa 8.750 m² e scoperta di circa 75.000 m²

L’attività scientifica copre tutte le macro aree tematiche presenti nell’INAF.

Negli anni 80’ e 90’ la macro area scientifica che coinvolgeva più ricercatori e quindi più produttiva era l’astrofisica stellare, con una presenza importante di ricercatori attivi in astrofisica extragalattica e astrofisica solare.

A partire da metà anni 90’ si sono aggiunti ricercatori attivi in Astrofisica Relativistica e Astrofisica del Sistema Solare.

Oggi la macro area scientifica che assorbe la maggioranza dei ricercatori è l’Astrofisica Extragalattica e Cosmologia.

Osservatorio di Monte Porzio Catone - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma
Osservatorio di Monte Porzio Catone - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma

Osservatorio di Monte Porzio Catone - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma | Dove si trova

Quasi contemporaneamente alla fondazione della sede dell'Osservatorio astronomico di Monte Mario a Roma, nel 1938, è stato fondato un nuovo Osservatorio a Monte Porzio Catone, che avrebbe dovuto ospitare un grande telescopio rifrattore.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ha posto fine al progetto. Nel 1948 l'edificio di Monte Porzio Catone è stato assegnato all'Osservatorio Astronomico di Roma (OAR).

La sede dell' Osservatorio di Monte Porzio Catone si trova a circa 20 km a sud-est di Roma. È situata in Via Frascati, 33.

Quasi da tutti i punti di Roma, guardando verso le pendici del Tuscolo, si può vedere un grande edificio bianco, tra Frascati e Monteporzio Catone: l’Osservatorio di Monteporzio, oggi sede dell’Osservatorio di Roma dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

Avvicinandosi, si vede la grande cupola metallica che sovrasta l’imponente struttura, eretta nel classico stile razionalista dell’architettura monumentale fascista.

Chi ha qualche, anche minima, conoscenza di astronomia capisce immediatamente che questa prestigiosa struttura non può essere sede di attività osservativa, essendo completamente abbagliata dalle luci di Roma.

Infatti, la grande cupola ospita la biblioteca dell’Osservatorio e i numerosi astronomi che vi lavorano raccolgono i loro dati da strumenti come il Large Binocular Telescope di Mount Graham in Arizona (che gestiscono in collaborazione con l’Università dell’Arizona ed il Max Plank tedesco), il Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie, la Stazione Osservativa di Campo Imperatore e numerosi altri telescopi terrestri e spaziali.

Viene naturale chiedersi perché prima della II Guerra Mondiale e quindi prima che queste moderne strutture di ricerca esistessero, un osservatorio astronomico, per il quale la dimensione della cupola dimostra che era prevista l’installazione di un grande telescopio, sia stato costruito in una posizione nella quale esso sarebbe stato inevitabilmente inutilizzabile per lo scopo fondamentale di una struttura di questo tipo: osservare il cielo.

Osservatorio di Monte Porzio Catone - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma
Osservatorio di Monte Porzio Catone - OAR - Osservatorio Astronomico di Roma

Museo dell'Osservatorio di Monte Porzio Catone | Storia

Nel 1938, Hitler venne in Italia per la sua seconda visita, il principale scopo della quale era certamente quella di assicurarsi dell’alleanza con Mussolini nella guerra che stava per scatenare.

Però, il führer ne approfittò anche per un altro motivo: egli desiderava intensamente la statua del Discobolo “Lancellotti”, ora custodita al Palazzo Massimo alle Terme - Museo Nazionale Romano, nella quale vedeva la perfetta rappresentazione del suo ideale di “razza ariana”.

Aveva già tentato di acquistarlo, a qualsiasi prezzo, per farne il simbolo delle Olimpiadi di Berlino, ma la legge italiana vietava la vendita delle opere d’arte di proprietà pubblica e aveva ricevuto un gentile, ma fermo, rifiuto.

Perciò, Hitler propose a Mussolini uno scambio: l’Italia avrebbe donato alla Germania il Discobolo e questa in cambio avrebbe donato a Roma un modernissimo osservatorio astronomico, che doveva essere visibile in tutta la città, a riprova dell’alleanza tra il fascismo e il nazismo.

Mussolini accettò e il Discobolo fu rapidamente portato a Berlino, mentre, sulle indicazioni di una commissione di astronomi italiani, la Zeiss incominciò la progettazione dei telescopi richiesti: un rifrattore da 65 cm, un doppio astrografo da 40 cm e uno Schimdt da 1 m di diametro.

A questa lista, si aggiunse l’anno dopo la richiesta di un coronografo, strumento appena inventato dal francese Lyot, che avrebbe permesso di studiare la corona solare senza bisogno di aspettare un’eclisse.

La Zeiss iniziò immediatamente anche la produzione delle cupole metalliche mobili, che avrebbero dovuto ospitare questi strumenti.

Nel contempo, cominciò la costruzione degli edifici dell’osservatorio sulle pendici del Tuscolo, appunto in una posizione visibile da tutta Roma.

Secondo la propaganda del regime, quello di Roma avrebbe dovuto diventare “il più grande telescopio d’Europa, e forse del mondo” … ma già dal 1917, negli Stati Uniti operava il telescopio di Mount Wilson, con uno specchio di 2,5 m di diametro.

La progettazione e la costruzione di un telescopio però non sono lavori banali e richiedono tempo.

Così, nel 1943, l’edificio dell’Osservatorio era stato completato e le cupole fabbricate, trasferite da Jena a Roma e montate.

I telescopi erano però ancora negli impianti della Zeiss, in attesa dell’ultimo collaudo.

Però la Storia seguiva il suo corso: arrivò l’8 settembre, l’inizio della Resistenza e l’occupazione nazista di Roma.

Rapidamente, un reparto del Genio della Wehrmacht smontò la cupola più grande e costosa, quella del rifrattore da 65 cm, e la rispedì a Jena e dell’Osservatorio di Roma non si sentì più parlare fino alla fine della guerra.

Dopo la disfatta del nazifascismo, nel 1946 l’Italia riuscì a recuperare il Discobolo, insieme a molte delle opere d’arte trafugate dai nazisti, e anche la grande cupola dell’Osservatorio di Roma fu riportata in Italia e rimontata al suo posto.

I telescopi però non c’erano più.

Infatti, durante l’occupazione dell’URSS, i nazisti avevano sistematicamente distrutto tutti gli osservatori astronomici sovietici sui quali erano riusciti a mettere le mani o che erano nel raggio d’azione dei loro bombardieri.

Quando l’Armata Rossa arrivò a Jena, di conseguenza, tutti i telescopi che erano nella fabbrica Zeiss furono sequestrati come risarcimento dei danni di guerra, per andare a sostituire gli strumenti distrutti.

Il grande rifrattore da 65 cm andò a Pulkovo, dove ancora viene usato per studi su asteroidi e comete, lo Schimdt andò a Byurakan, dove fu impiegato dall’astronomo Markarian per la sua famosa survey di galassie attive, gli altri due telescopi in altri osservatori sovietici minori.

Così, l’Italia perse per sempre i “telescopi di Mussolini” (come questi strumenti sono ancora chiamati in Russia) e l’Osservatorio di Roma prese la sua strada che lo ha portato ad essere una delle istituzioni di punta dell’astrofisica italiana, prima come sede di importanti studi teorici, poi anche di ricerche osservative con strumenti sempre più grandi e moderni, situati nei luoghi più bui del pianeta o nello spazio.

Fin qui, è la storia.

Rimangono però diversi misteri che debbono essere ancora spiegati.

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