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La Mira Lanza, ex fabbrica di saponi nel cuore del quartiere Ostiense e gioiello dell’archeologia industriale, negli ultimi anni è protagonista di un’operazione particolare di rivalutazione edilizia.
Qui nel lontano 1924 le due più grandi società produttrici di candele, saponi e glicerina (che viene usata per la produzione di esplosivi) la romana Mira e la piemontese Unione Stearinerie Lanza, per contrastare l'avanzata dei concorrenti internazionali (le tedesche Benckiser e Henkel e l’americana Procter & Gamble), si fondono in questo immenso stabilimento tra la Piramide Cestia e le rive del Tevere.
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Ex Mira Lanza
A seguito della fusione lo stabilimento di Roma subisce molte trasformazioni dovute alle ottimizzazioni sinergiche.
La palazzina che ospita la direzione e gli uffici, non più necessaria poiché la sede della nuova società si trova a Genova, viene dismessa e ceduta al Comune di Roma che ne fa una scuola, tutt’oggi esistente (edificio 8 nella mappa).
Vengono inoltre costruiti nuovi edifici, non collegati alla produzione vera e propria ma più che altro alla logistica o ai servizi, come gli alloggi per gli operai, due dei quali sono ancora presenti, in stato di abbandono, in via dei Papareschi.
La Mira Lanza, nel periodo tra le due guerre, continua a crescere aumentando incassi e profitti. Durante il fascismo arriva addirittura a produrre per la concorrente Palmolive, che riesce così ad aggirare il protezionismo del regime.
La seconda guerra mondiale provoca una profonda crisi aziendale, dovuta alla carenza di mano d’opera e di materie prime.
Subito dopo il conflitto la Mira Lanza inizia a produrre i primi detersivi sintetici, non più basati su materie prime di origine animale.
Questo porta in breve tempo all’obsolescenza degli impianti di Roma la cui tecnologia era basata sull’utilizzo degli scarti di macellazione del vicino mattatoio: risulterebbe troppo oneroso riconvertirli.
Si arriva così alla chiusura dello stabilimento di produzione romano nel 1952.
La parte dello stabilimento vero e proprio viene ceduta la comune di Roma nel 1961 mentre gli edifici e i magazzini che affacciano su via Pacinotti saranno utilizzati ancora per molti anni per la distribuzione ai grossisti e per la gestione dei premi della famosa raccolta di figurine.
Attualmente una parte del nucleo originario della Società prodotti chimici colle e concimi è stata ristrutturata e recuperata e ospita il teatro India del Comune di Roma.
Gli edifici che affacciano su via Pacinotti, gli ultimi a essere dismessi negli anni ’70, sono oggi utilizzati dalla Croce Rossa Italiana.
Nel 2016 999Contemporary si rende protagonista di un interessante iniziativa con l’artista francese Seth: un area abbandonata viene trasformata in un museo “abusivo” grazie alle istallazioni e ai disegni di Seth.
Per visitare il museo occorre entrare abusivamente e illegalmente nell’area da un buco nella recinzione.
Vuole essere una provocazione per le istituzioni capitoline affinché si rendano parte attiva nel recupero dell’area.
Dal 2017 una famiglia Rom abita nel museo e Tito, il capo famiglia, ne è direttore e curatore.
Ex Mira Lanza | Edifici
- Magazzino (1919). E’ stato ristrutturato e attualmente ospita il teatro India
- Saponificio (1919). In abbandono, ospita l’Ex Mira Lanza Museum
- Caldaie ed estrazione grassi (1919). In abbandono
- Forni pirite e deposito acido solforico (1919). In ristrutturazione in carico al teatro India
- Deposito perfosfato (1907). Attualmente in dotazione alla Croce Rossa Militare
- Uffici e abitazioni (1899-1907). Attualmente in dotazione alla Croce Rossa Militare
- Portineria, infermeria, asilo, refettorio (1918).
- Direzione generale, uffici tecnici e laboratori chimici (1918). Venduto al comune di Roma ospita, dal 1924, la scuola Giovanni Pascoli.
- Area della Società Italoamericana del petrolio (1906).
- Stazione autocarri (1919). Attualmente in dotazione alla Croce Rossa
- Scuderie (1920).
- Alloggi. In abbandono
- Alloggi. In abbandono
- L’area, ora vuota, ospitava alcune parti degli impianti, tra cui: macchinario per il superfosfato, deposito acido nitrico, deposito solfato di rame, spogliatoio e mensa, portineria, raffinazione olii, impianto per la glicerina di liscivia. Sempre in quest’area avrebbe dovuto sorgere la centrale termoelettrica alimentata con gli scarti della sansa di oliva. Venne presentato il progetto con la richiesta edilizia al comune nel 1939 ma la guerra mondiale alle porte fermò la costruzione.