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L'Isola del Giglio a circa 3 ore da Roma è una perla nel Tirreno tutta da scoprire
L'isola del Giglio, a pochi kilometri di nave da Porto Santo Stefano e dall'Argentario, è un paradiso incontaminato da visitare almeno una volta nella vita. Prende il nome dall'omonima isola dell'arcipelago toscano e comprende anche Giannutri, situata alcuni chilometri a sudest.
Con i suoi 21 kmq di estensione l'isola del Giglio è il luogo ideale per una vacanza al mare a stretto contatto con la natura, dato che il 90% dell'isola è a tutt'oggi selvaggia e incontaminata - alternata a vigneti e frutteti - visitabile tramite antichi percorsi e sentieri (circa 60 km) a picco sul mare e ricchi di panorami mozzafiato. I fondali ricchi di pesci e il mare cristallino bagna una costa estremamente varia, che alterna spiagge e baie a calette di rara bellezza, meta indiscussa degli amanti delle immersioni.
Qui poco più di mille persone vivono tutto l'anno con dei ritmi di vita che infondono una pace e una tranquillità ineguagliabile, nel rispetto di antichi valori e tradizioni e nell'elogio della vita semplice.
La qualità della vita è altissima e certificata dalle 5 vele attribuite da Legambiente nella sua Guida Blu.
Sulle alture dell'isola si erge un suggestivo borgo medievale, Giglio Castello, mentre nella zona di Giglio Porto troverete un borghetto colorato e pittoresco che si specchia letteralmente su delle acque che così limpide non avrete mai visto in una zona portuale.
L'isola del Giglio deve il suo nome, sin dall'Antichità classica, alla presenza di capre (àighes): Aigylion (in greco: Αιγύλιον) con la successiva trasformazione latina Igilium che nel Medioevo diventò Gilio.
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Isola del Giglio | Storia
L’isola del Giglio offre ai visitatori innumerevoli paesaggi naturali affacciati sul mare ma, anche tantissime testimonianze storiche del suo passato.
L'isola del Giglio fu abitata fin dall'Età del ferro.
Più tardi fu probabilmente una base militare etrusca ed anche sotto la dominazione romana fu una base di una discreta importanza nel Mar Tirreno.
Fu proprio durante il dominio romano che l’isola visse il suo periodo di massimo splendore trasformandosi in un importante nodo marittimo, favorita dalla sua posizione geografica strategica.
All’epoca era di proprietà della nobile famiglia romana Domizi Enobardi che sull’isola fece costruire una meravigliosa villa patrizia i cui resti sono ancora oggi visibili nella località Castellari adiacente a Giglio Porto, leggermente al di sotto del livello del mare.
Si tratta di una vasta area che comprende una vasca a mare usata per la piscicultura, delle mura perimetrali e dei criptoportici, resti di opus sectile, mosaici, affreschi, una terrazza stellata di pertinenza, strutture lungo mare con serie di arcate e una lunga terrazza pensile
L'isola del Giglio è citata da Giulio Cesare nel De bello civili e dal poeta Claudio Rutilio Namaziano.
Carlo Magno nell’805 donò l’isola all’Abbazia delle Tre Fontane, nel 1269 passò alla famiglia degli Aldobrandeschi.
Pochi anni prima, nel 1241, al largo dell'isola la flotta pisana sconfisse quella genovese.
Successivamente al matrimonio di Margherita Aldobrandeschi con Nello Pannocchieschi l’isola divenne di quest’ultimi.
A causa delle seconde nozze di Margherita Aldobrandeschi con un altro membro della sua stessa famiglia, Papa Bonifacio VIII nel 1303 decise di toglierle l’isola e affidare quest’ultima a Goffredo Caetani.
Con il matrimonio di una Caetani con un membro della famiglia Orsini di Perugia il feudo passò a quest’ultimi.
Nel 1559 l’isola del Giglio venne acquista da Eleonora Toledo, moglie di Cosimo I della nobile famiglia fiorentina de Medici e poi inclusa nel Granducato di Toscana.
Nel corso del XVI secolo con l’espansione dell’impero Turco, l’isola fu più volte saccheggiata dai pirati turchi e nord-africani.
Nel 1544 il pirata turco Khayr al-Din Barbarossa saccheggiò l'isola, uccise chiunque si opponeva e deportò come schiavi più di settecento abitanti gigliesi.
In seguito a questa sanguinosa aggressione, il governo dei Medici ripopolò l'isola con persone provenienti dalle terre senesi. Le incursioni turche continuarono fino al 1799, a seguito della vittoria degli abitanti dell’isola sui pirati nord-africani tunisini. Ancora oggi sull’isola, nella Chiesa si San Pietro Apostolo sono custoditi alcuni dei cimeli sottratti agli invasori durante quello scontro.
L’isola del Giglio è stata il feudo di diverse famiglie importanti e presa di mira dai pirati che l’hanno più volte derubata e distrutta. Gli abitanti dell’isola non si sono mai arresi e hanno sempre saputo rialzarsi in piedi e ricominciare.
Da qui ebbe inizio un periodo di ripresa economica e sociale per l’isola che, tornò a dedicarsi all’attività di: agricoltura, pesca, estrazione mineraria del granito.
Si dovrà aspettare il 1962 e la chiusura delle miniere sull’isola, affinché il Giglio si trasformi in una destinazione turistica come lo è tutt’ora.
Un concentrato di bellezze naturali e architettoniche. Ancora è possibile vedere sull’isola tre delle torri saracene costruite a sua difesa: Torre del Saraceno in località Giglio Porto, Torre del Lazzaretto e Torre del Campese.
Isola del Giglio | Naufragio della Costa Concordia
Il terribile naufragio della Costa Concordia avvenne venerdì 13 gennaio 2012.
Alle 21:42, la nave da crociera Costa Concordia della compagnia Costa Crociere dell'americana Carnival, stava effettuando una crociera nel Mar Mediterraneo con scali previsti a Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia.
Nei pressi dell'isola urtò una roccia chiamata Le Scole e l'enorme falla prodotta sulla fiancata di babordo, lunga circa 70 metri, provocò un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del bassofondale a nord di Giglio Porto.
Nei primi momenti morirono 32 persone.
La mattina seguente la parte dello scoglio delle Scole ancora incastrato nello scafo fu ben visibile.
La nave rimase nella posizione dove si era incagliata e semiaffondata sino al 22 luglio 2014, quando venne rimorchiata e trasferita a Genova per la sua demolizione.
Medaglia d'oro al merito civile «In occasione del tragico naufragio di una nave da crociera, avvenuto in ore notturne in prossimità dell'Isola del Giglio, cittadini, amministratori ed istituzioni locali offrivano, con spontanea immediatezza, il loro determinante contributo ed incondizionato impegno in soccorso dei naufraghi. La comunità tutta, prodigandosi con generosa abnegazione nell'accoglienza e nell'assistenza di moltissime persone in condizioni di assoluto bisogno, offriva alla Nazione mirabile esempio di alto civismo e di ammirevole solidarietà»
Isola del Giglio | Flora
Come in quasi tutte le isole dell'Arcipelago toscano, la vegetazione dell'Isola del Giglio era costituita anticamente da leccete, che ricoprivano quasi tutta l'isola.
Fin dall'antichità, lo sviluppo dell'agricoltura, l'allevamento e gli incendi hanno alterato l'ambiente naturale e provocato la scomparsa di gran parte di questa vegetazione che oggi, con il passaggio da un'economia agricola al turismo, si sta lentamente ricostituendo.
L'antica vegetazione che dominava l'isola, caratterizzata da macchia mediterranea di lecci e sughere con erica e corbezzolo, caprifoglio (Lonicera implexa), strappabrache (Smilax aspera), robbia (Rubia peregrina) ciclamini (Cyclamen repandum e Cyclamen hederifolium), si trova ancora sul Promontorio del Franco lungo la costa occidentale a sud di Giglio Campese, oltre che sul versante est di Poggio del Castello e nella Vallata del Molino.
Negli anni cinquanta le pendici del Poggio della Pagana sono state rimboschite con pini domestici e marittimi. Fino a pochi decenni fa su quasi l'intera superficie dell'isola erano stati ricavati terrazzamenti con muri a secco di granito (detti greppe), alcuni dei quali sono ancora coltivati a vigneto per produrre il vino gigliese, che rientra nella medesima denominazione di origine controllata e nel relativo disciplinare di produzione dell'Ansonica Costa dell'Argentario.
La maggior parte dei terrazzamenti è stata tuttavia abbandonata e viene lentamente colonizzata da una bassa gariga ad elicriso e successivamente di cisto.
Isola del Giglio | Fauna
La fauna terrestre dell'isola non presenta grande varietà, limitandosi al coniglio selvatico, alla crocidura minore, al topo selvatico ed al muflone, importato di recente e poco diffuso.
Sono invece ben rappresentate le specie di pipistrelli (il molosso di Cestoni, il miniottero di Schreiber, il pipistrello nano, il pipistrello albolimbato, la nottola, il pipistrello di Savi, il serotino comune, l'orecchione bruno e l'orecchione grigio).
Tra le specie di uccelli nidificanti e svernanti sono da segnalare: il marangone dal ciuffo, l'albanella reale, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il gabbiano corso, il gabbiano reale, il beccapesci, il piccione selvatico, la tortora, il barbagianni, l'assiolo, la civetta, il succiacapre, il rondone pallido, la passera scopaiola, il sordone, il codirosso spazzacamino, il passero solitario, la monachella, la magnanina, il corvo imperiale e lo zigolo nero.
La fauna ittica è quella tipica del Tirreno, con ancora una popolazione ben conservata di Pinna nobilis (bivalve noto localmente come nacchera), qualche cernia, dentici, saraghi, ricciole e numerosi e multicolori Labridi.
Isola del Giglio | Cucina
Tra i prodotti tipici, spicca il panficato, un dolce i cui ingredienti principali sono i fichi, noci, marmellata, scorze di arancio e frutta (mela o pera) con una manciata di farina o pane.
All'isola del Giglio viene prodotto il vino Ansonaco.
L'Ansonaco viene coltivato nei minuscoli terrazzamenti a picco sul mare dell'isola fin dai tempi antichi.
Viene prodotto con un 90% di uva autoctona Ansonica.
Mentre la produzione al Giglio un tempo era abbondantissima e esisteva una florida esportazione, con l'arrivo del turismo è stata abbandonata non solo l'agricoltura ma anche la viticoltura.
Dopo gli anni 80 in quali solo pochissime persone curavano i loro piccoli vigneti per il proprio fabbisogno si vede ora i frutti del recupero degli antichi vigneti con terrazzamenti più grandi e un ottimo vino locale.
Per valorizzare la peculiarità del territorio è stato creato un vino ansonaco da primato chiamato Perseo & Medusa venduto sul mercato mondiale come vino tra i più costosi e ricercati al mondo.
Cosa vedere all'Isola del Giglio | Monumenti e luoghi d'interesse:
Isola del Giglio | Insenature
Cala degli Alberi, Cala dell'Allume, Cala Calbugina (corruzione toponomastica di Cala Elbigina, documentata dal XVII secolo e derivante dallo scontro tra elbani e gigliesi per accaparrarsi le reliquie di San Mamiliano), Cala delle Caldane, Cala delle Cannelle, Cala del Corvo, Cala Cupa, Cala dei Giudicelli, Cala del Lazzaretto, Cala di Pietrabona, Cala Saracinesca, Cala dello Schizzatoio, Cala degli Sparvieri, Cala Tamburata, Caletta, Fonte del Prete.
Isola del Giglio | Promontori
Punta dell'Arenella, Punta della Calbugina, Punta della Campana, Punta del Capel Rosso, Punta di Capo Marino, Punta di Castellare, Punta Corbaia, Punta delle Cote, Punta del Faraglione, Punta del Fenaio, Punta Gabbianara, Punta del Gesso, Punta del Lazzaretto, Punta di Mezzo Franco, Punta del Morto, Punta della Penna, Punta Pietralta, Punta di Radice, Punta della Rota, Punta dei Sabbielli, Punta delle Secche, Punta del Serrone, Punta della Smeralda, Punta Torricella, Puntale dei Greci.
Isola del Giglio | Rilievi
Poggio della Chiusa, Poggio Falcone, Poggio Giannello, Poggio della Pagana, Poggio del Sasso Ritto, Poggio delle Serre, Poggio del Serrone, Poggio Terneti, Poggio Zuffolone, I Castellucci.
Isola del Giglio | Isolotti
Le Scole, Isola della Cappa, Scoglio del Corvo, Faraglione, Secca di Mezzo Franco.
Isola del Giglio | Strutture difensive fortificate
- Mura di Giglio Castello, di origini medievali, racchiudono interamente il borgo di Giglio Castello situato su uno dei poggi più alti all'interno dell'isola. L'accesso al borgo era possibile attraverso la Porta della Rocca.
- Rocca aldobrandesca, situata a Giglio Castello, fu costruita dai pisani e ulteriormente fortificata dagli Aldobrandeschi. Si trova in posizione dominante lungo le mura perimetrali. Fornisce una vista su tutto l'arcipelago e sulla costa maremmana, nei giorni limpidi si scorgono nettamente anche l'isola d'Elba e la Corsica.
Isola del Giglio | Torri costiere
- Torre del Saraceno, di origini medievali, si trova all'estremità meridionale della baia di Giglio Porto, nei pressi di rovine di epoca romana.
- Torre del Campese, all'estremità settentrionale della spiaggia di Giglio Campese, fu fatta costruire nella seconda metà del Cinquecento da Cosimo I de' Medici con funzione di difesa anti-saracena, oggi restaurata ma adibita a residenza privata.
- Torre del Lazzaretto, situata lungo la costa orientale a nord di Giglio Porto, nacque come torre di avvistamento cinquecentesca per volere di Cosimo I de' Medici e successivamente trasformata in lazzaretto. Attualmente ospita una struttura ricettiva.
- Castellare del Giglio, fortificazione cinquecentesca oramai perduta che si trovava in posizione dominante sull'altura che chiude a sud la baia di Giglio Porto e che sovrasta la Torre del Saraceno.
- Forte della Scoperta, perduta struttura difensiva ottocentesca situata sull'isola di Giannutri.
Isola del Giglio | Fari
- Faro delle Vaccarecce
- Faro del Fenaio
- Faro di Capel Rosso
Isola del Giglio | Siti archeologici
- Rovine romane di Giglio Porto
- Villa romana di Giannutri, sull'Isola di Giannutri
- Porto romano di Giannutri, sull'Isola di Giannutri
- Chiesa di San Pietro a Giglio Castello, XV secolo.
- Chiesa di San Giorgio
- Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano a Giglio Porto
Isola del Giglio | Aree naturali
- Parco nazionale Arcipelago Toscano