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Ventotene
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Indirizzo:
Ventotene (LT) Ventotene, Mare vicino Roma, Vicino Roma
Descrizione:

Ventotene è una delle isole dell'Arcipelago delle Isole Ponziane nel Mar Tirreno, situata al largo della costa al confine tra Lazio e Campania, a circa 5 ore da Roma tra auto e nave.

Arcipelago delle Isole Ponziane
Ventotene - Arcipelago delle Isole Ponziane

L'isola di Ventotene ha origini vulcaniche, e fa geograficamente parte dell'arcipelago ponziano, di cui fanno parte Ponza, Gavi, Zannone, Palmarola e Santo Stefano ed è raggiungibile da Anzio, Formia e Terracina

E’ un’isola di piccole dimensioni (1,54 km²), e come Ponza, nasce a seguito di deposito di andesiti, basalti e tufi provenienti da effusioni ed esplosioni di vulcani sottomarini.

Ventotene infatti rappresenta la parte terminale di un vulcano sommerso che si eleva da un fondale marino profondo 700 metri.

Basta immergersi pochi istanti nelle sue limpide acque per restare incantati dallo scenario che ci appare davanti: spugne scarlatte che ricoprono le pareti delle grotte, gorgonie, formazioni di calcare viola e blu che appaiono come corallo tropicale, grappoli e anelli di uova di molluschi, corvine e castagnole.

Inoltre è ancora possibile l’osservazione di reperti archeologici da navi affondate in epoca romana, i più significativi oggi custoditi presso il Museo Archeologico comunale.

Ventotene ha una forma allungata, misura circa 1,9 chilometri ed un'altitudine massima di 139 metri, amministrativamente fa parte dell'omonimo comune (abitato da circa 600 persone) e della provincia di Latina.

L'Isola di Santo Stefano si trova a circa 2 chilometri ad est, mentre l'Isola di Ponza è a 40 chilometri a nord-ovest.
Ci vogliono circa 4h 48min per andare da Roma a Ventotene, compresi i trasferimenti.

L’Isola di Ventotene offre ospitalità balneare in due spiaggeCala Rossano nel bacino del porto nuovo e Cala Nave, di fronte alla quale si stagliano due grandi forme rocciose (Nave di Terra e Nave di Fuori) e il cosiddetto Scoglietello, di grande impatto scenico.

Altri tratti balneari, anche se di accesso meno agevole, si trovano a Cala Battaglia e a Parata della Postina a Sud, a Parata Grande e a Moggio di Terra a Nord-Ovest, e a Capo dell’Arco a Ovest.

La moderna Ventotene nasce nel ‘700 ad opera di Antonio Winspeare e Francesco Carpi e conserva il nucleo  urbano concentrato attorno alla Piazza del Comune o Piazza Castello, alla Chiesa di Santa Candida e a Piazza De Gasperi, con le due uniche strade che percorrono l’intera isola.

Dal punto di vista archeologico sono da ricordare, oltre al Porto Romano (I sec. a.C. – I sec. d.C.): il Pozzillo (forse il vecchio alaggio romano); la Peschiera Romana; i resti di Villa Giulia, presumibilmente edificata nel I sec. d.C., che occupava tutto il versante settentrionale fino a Punta Eolo; tratti di muraglioni in località Polveriera; i resti di una piccola necropoli a Cala Battaglia.

A Ventotene nacque il primo documento dell’europeismo italiano (oggi noto come “Il Manifesto di Ventotene”), scritto tra il 1941 e il 1942 da E.Spinelli, E.Rossi e E.Coloni durante il loro confino politico.

Un appuntamento da non perdere é quello del 20 settembre con la Festa della Protettrice Santa Candida, e con la Gara delle Mongolfiere, realizzate dai cittadini e studenti dell’isola, che tradizionalmente si tiene il giorno prima.

Il mare di Ventotene ha il riconoscimento di Bandiera Blu F.E.E.

A Ventotene appartiene amministrativamente l’isola di Santo Stefano, dominata dall’ex ergastolo borbonico realizzato nel 1795, oggi visitabile solo con guide. L’isolotto é raggiungibile solo con imbarcazioni proprie o a noleggio.

Ventotene
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Ventotene
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Storia dell'isola di Ventotene:

Ventotene era conosciuta già al tempo dei Greci e Romani, i quali usavano chiamarla Pandataria o Pandateria (Παντατήρια in greco antico).

Ventotene divenne famosa perché fu il luogo in cui prima, nel 2 a.C., Augusto esiliò la figlia Giulia, cui si accompagnò volontariamente la madre Scribonia (resti di villa Giulia a Punta Eolo), poi l'imperatore Tiberio esiliò la nipote Agrippina nel 29 d.C., che si lasciò morire di fame sull'isola nel 33 d.C., e più tardi, nel 62 d.C., l'imperatore Nerone esiliò la prima moglie Ottavia, dopo averla ripudiata con il pretesto di non avergli dato figli, ma in realtà per l'odio che egli provava per lei in quanto figlia di Claudio e beneamata dal popolo.

Del periodo romano a Ventotene sono rimaste diverse rovine di ville e acquedotti, il porto antico e le peschiere modellate nelle rocce vulcaniche di tufo.

Interessante l'evoluzione filologica del nome:

"… l'isola di Ventotiene (‘Ventotene’), chiamata nell’antichità greca e latina Πανδαταερíα e Πανδατερíα (‘colei che distribuisce tutto’), forse per la presenza di un tempio dedicato ad una perduta divinità locale, nome che fu poi trasformato in Bentitiene (‘isola dai fondali buoni tenitori’) o Bentitieni e anche Eutitieni, quest’ultimo in una singolare contaminazione tra greco e italiano…"

L'isola di Ventotene rimase prevalentemente disabitata fino al 1771, quando, per decreto di Ferdinando IV di Napoli, fu popolata da coloni provenienti dalla Campania, principalmente da Torre del Greco e Ischia.

Durante il periodo fascista, precisamente dal 1941 al 1943, sull'isola furono confinati numerosi antifascisti di tutte le tendenze, nonché persone considerate non gradite al regime: tra questi vi furono Sandro Pertini, Luigi Longo, Umberto Terracini, Pietro Secchia, Eugenio Colorni, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi.

Furono proprio questi ultimi due antifascisti a scrivere sull'isola, nella primavera del 1941, l'importante documento Per un'Europa libera e unita.

Progetto di Manifesto diventato noto come Manifesto di Ventotene.

Nel documento la federazione degli Stati d'Europa, sul modello statunitense, viene indicata come l'unica soluzione per la salvezza della civiltà europea: da allora in poi gli 'Stati Uniti d'Europa' cessano di essere un oggetto di interesse filosofico o culturale ma diventano obiettivo politico concreto.

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Ventotene | Fondali e immersioni

Dal punto di vista del turismo subacqueo Ventotene è frequentata per via delle belle immersioni sulla costa a ponente, all'interno dell'Area marina protetta, non troppo affollate e accessibili a tutti i sub con un minimo di esperienza.

"Punta Pascone", immersione facile con profondità massima di soli 15 metri.

A Ventotene il fondale di sabbia lavica nera è popolato da tracine e rombi.

Su di questo si apre un'ampia grotta, ricca di nudibranchi, molto suggestiva per la fotografia subacquea.

"Secca dell'Archetto", a circa 300 metri dalla costa dell'isola in mare aperto, immersione più impegnativa per via della profondità fino a 50 metri, ma comunque accessibile a tutti.

Un tunnel subacqueo, a profondità ancora ridotta, è ricco di spugne, di re di triglie e di anemoni di mare.

"Punta dell'Arco", fino ai 40 metri di profondità, caratterizzata da due grotte a 30 metri ricche di tunicati e di castagnole rosse.

Relitto della Santa Lucia, affondato il 24 luglio 1943 da un attacco aereo e posato sul fondale sabbioso di Ventotene da 39 a 46 metri di profondità.

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InfoPoint di Ventotene

L'InfoPoint di Ventotene si trova appena si sbarca al porto dal traghetto o dall'aliscafo.

Il locale che lo ospita è gestito dalla ProLoco di Ventotene ed è stato realizzato grazie alle risorse del progetto finalizzato al recupero e valorizzazione del carcere Borbonico di Santo Stefano coordinato dal Commissario straordinario, on. Silvia Costa.

Entrando nel locale, subito di fronte, si trovano dei pannelli in cui è rappresentata la storia e la struttura del carcere ed è descritto il Piano di recupero e valorizzazione che si va realizzando.

Nella parete opposta si trovano pannelli omologhi dove sono rappresentati i luoghi più significativi di Ventotene, dimostrativi della sua storia, dall'epoca romana fino al periodo del Confino e della formulazione del Manifesto, della cura che pone nella salvaguardia ambientale e della valorizzazione delle sue tradizioni.

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