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Villa Giustiniani al Laterano, detta anche "Casino Massimo Lancellotti" o "Villa Massimo al Laterano"
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Contact Information
Indirizzo:
Via Matteo Boiardo, 16, 00185 Roma RM
Descrizione:

Villa Giustiniani Massimo | Casino Massimo Lancellotti al Laterano

La villa Giustiniani Massimo al Laterano, detta anche "Casino Massimo Lancellotti" o "Villa Massimo al Laterano", dal nome dei successivi proprietari, è una sfarzosa villa edificata nel 1605, allora immersa in un contesto dal carattere agricolo tra le attuali via Merulana, via Tasso (Museo Storico della Liberazione di Roma), viale Manzoni e la cattedrale di San Giovanni in Laterano, concepita come luogo di riposo, di incontro e, soprattutto, come sede dove esporre parte della sua immensa collezione d’arte.

Nel 1802 la famiglia Massimo subentrò nella proprietà e, per questa via, nel 1848 la villa passò ai Lancellotti, che nel 1871, in seguito al progetto di lottizzazione dell'Esquilino, vendettero il vasto parco come area edificabile: mentre così il parco iniziò a scomparire sotto l'espansione della città, nel 1885 il monumentale portale del muro di cinta della villa venne ceduto allo Stato.

Villa Giustiniani al Laterano, detta anche
Villa Giustiniani al Laterano, detta anche "Casino Massimo Lancellotti" o "Villa Massimo al Laterano"

Villa Giustiniani Massimo | Gli affreschi letterari di Villa Giustiniani Massimo

Esso venne riposizionato nel 1931 come ingresso alla villa Celimontana al Celio, dove tuttora si trova.

Il complesso dal 1948 è proprietà della Custodia di Terra Santa, ordine fondato da San Francesco nel 1209, della quale ospita oggi la Delegazione per l'Italia.

Della collezione originaria dei Giustiniani, ora dispersa tra vari musei e raccolte private, rimane in situ la cosiddetta "statua di Giustiniano", un pastiche voluto nel 1638 dal principe Andrea Giustiniani, che commissionò ad Arcangelo Gonnelli un'opera che sottolineasse la pretesa discendenza della famiglia dall'imperatore Giustiniano.

Fu scelto un colossale torso acefalo di marmo greco, che venne integrato abbondantemente, mentre per la testa ci si rifece ad un ritratto giovanile di Marco Aurelio, trasformandolo nel personaggio eponimo, raffigurato nel fiore dell'età; la statua risultante, alta circa quattro metri, venne poi collocata nell'attuale posizione nel 1742 da Giovan Battista Giustiniani, come informa l'epigrafe murata sul lato meridionale del casino.

Sotto la proprietà dei Massimo, tra il 1817 e il 1829 le tre sale della dimora sul lato giardino vennero affrescate dai Nazareni con i celebri affreschi letterari di Villa Giustiniani Massimo.

Il soggetto degli affreschi realizzati dai Nazareni è diverso per ciascun ambiente, ma sempre nell’ambito del revival medievale e del poema cavalleresco che il Romanticismo sta portando con se.

Una sala sarà dedicata agli Episodi dell'Orlando Furioso (Stanza dell'Ariosto) da Julius Schnorr von Carolsfeld (1822-27), un'altra agli Episodi della Gerusalemme Liberata (Stanza del Tasso) da Johann Friedrich Overbeck con interventi del boemo Führich (1819-27); nella Stanza di Dante furono attivi Philipp Veit e Joseph Anton Koch (1818-28), autori della famosissima sintesi delle Tre Cantiche.

Al pian terreno ci sono anche altre stanze, attualmente non visitabili.

Una interamente decorata secondo lo stile pompeiano.

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Villa Giustiniani al Laterano, detta anche
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Villa Giustiniani Massimo | Le tre sale affrescate dedicate alla letteratura

La sala dedicata alla Divina Commedia colpisce per l’estrema precisione dei dettagli, tanto che si possono leggere i singoli versi delle cantiche che hanno ispirato le diverse scene.

Vi lavorano due artisti: Philip Viet, che confrontandosi con l’arte italiana umbra del Quattrocento, in particolare al Perugino, dipinge la volta della sala ispirandosi alle cantiche del Paradiso.

E Joseph Anton Koch, che sulle pareti dipinge episodi tratti dall’Inferno e dal Purgatorio con una partecipazione totale e totalizzante.

Immergersi nella sua pittura, circondati dalle masse dei tanti personaggi ritratti, fa capire quanto Koch avesse amato il poema di Dante.

D’altra parte le cronache riportano che ne sapesse a memoria interi canti.

La sua partecipazione assoluta al poema è talmente evidente da far percepire ancora di più la distanza dalla volta della sala, dipinta non solo con colori più freddi, ma anche in una maniera più didascalica dal suo collega Viet.

La sala dedicata all’Ariosto è dipinta da un unico artista, caso unico per il Casino Nobile di Villa Giustiniani Massimo.

Si tratta di Julius Schnorr von Carolsfeld, che affronta il tema assegnatogli dopo un lungo studio nel corso del quale aveva realizzato numerosi di bozzetti e cartoni preparatori.

Anche qui è possibile leggere, tra le masse di colore che definiscono le singole scene, gli episodi salienti dell’Orlando Furioso.

Tra i temi del poema di Ariosto, vengono illustrati i due principali momenti encomiastici in cui a Bradamante e Ruggiero viene predetto non solo che si sposeranno ma anche che daranno origine alla più grande e splendente dinastia mai apparsa sulla Terra: i d’Este.

Di seguito, si possono ammirare la battaglia tra i Cristiani e i Saraceni, i sei a Lipadusa, la presa di Biserta e l’assedio di Parigi. Con chiari riferimenti all’Incendio di Borgo di Raffaello e ad alcuni personaggi della Cappella Sistina di Michelangelo.

La “lettura” per immagini del grande poema cavalleresco prosegue con la pazzia di Orlando dopo la scoperta dell’amore di Angelica e Medoro, il ritrovamento del suo senno da parte di Astolfo e infine Carlo Magno che sancisce l’amore tra Bradimante e Ruggiero.

Si prosegue con la Gerusalemme Liberata di Tasso, il più tormentato dei tre geni poetici che ispirano le sale.

L’artista che mette mano agli affreschi è Friederick Overbeck, convertitosi al cattolicesimo proprio grazie alla sua amicizia con Philip Veit, si misura con la rappresentazione del poema filtrandola attraverso la sua personale esperienza esistenziale di conversione.

Sul soffitto della sala troneggia proprio la Gerusalemme Liberata.

Overbeck traferisce sulle pareti l’intero poema e le vicende legate al destino di una Gerusalemme prima occupata dagli Infedeli e poi, finalmente, liberata.

Dove, a far da cornice, si consumano le sofferenze d’amore di Tancredi e Clorinda, Armida e Rinaldo, Olindo e Sofronia.

Dove, alla fine, il monito è che la salvezza viene solo dalla fede in Cristo.

Nel corso dei lavori accade che Carlo Massimo il committente, muore.

E Friederick Overbeck sente venir meno quella sintonia tra opera, esecutore e committente che lo aveva sostenuto fino a lì.

Abbandona la decorazione della sala, ma prima introduce in una delle scene essenziali il ritratto del committente, di se stesso e di Torquato Tasso, i tre uomini senza i quali tutto quello non sarebbe stato possibile.

Se ne andrà ad Assisi a dipingere la facciata della Porziuncola nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Sarà Joseph von Fuhrich a dipingere le scene minori e la scena finale dove includerà anche i ritratti dei nuovi proprietari della villa, Massimiliano Massimo con sua moglie Cristina di Sassonia, i loro due figli Barbara e Vittorio, e Giuseppina Massimo Giustiniani mentre assistono alla vittoria di Goffredo di Buglione e al suo rendere grazie a Dio.

Villa Giustiniani al Laterano, detta anche
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Le Tre Cantiche di Veit e Koch nella Stanza di Dante | Villa Giustiniani Massimo al Laterano 

Philipp Veit dipinse il Paradiso sulla volta, invece Joseph Anton Koch realizzò l'Inferno ed il Purgatorio sulle quattro pareti della stanza.

Il primo episodio è Dante nella Selva con le Fiere e Virgilio.

Sono rappresentate due scene: una a sinistra, in cui Dante dorme, e l'altra nella parte centrale.

In quest'ultima scena vediamo Dante, circondato dalle Tre Fiere (la Lonza, il Leone e la Lupa) mentre cerca di scappare, e l'anima del poeta romano Virgilio che lo saluta e lo invita a viaggiare nell'Oltretomba.

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Segue l'Inferno, in cui vengono rappresentate diverse scene di tutta la cantica.

A sinistra si vedono gli Ignavi (che corrono dietro una bandiera senza insegna) e Caronte che sta traghettando gli Spiriti Dannati verso Minosse, il Giudice Infernale.

Minosse è proprio al centro della parete, con una coda di serpente, circondato da Spiriti Dannati terrorizzati.

In basso a destra, i Diavoli trascinano i Dannati nei Gironi Infernali, di cui si vedono le fiamme.

Poi, nuovamente a sinistra, c'è Cerbero, il cane a tre teste: siamo quindi nel terzo Girone, quello dei Golosi.

Il racconto prosegue in alto a destra con Dante e Virgilio che, per passare dal settimo all'ottavo Girone, cavalcano Gerione (il grande mostro con la testa umana).

In basso a sinistra ci sono i Ladri (ottavo Girone) che vengono continuamente morsi da tanti serpenti.

Infine, accanto ai Ladri, troviamo il Conte Ugolino della Gherardesca che morde il cranio dell'Arcivescovo Ruggieri, entrambi presenti nel nono e ultimo Girone.

Villa Giustiniani al Laterano, detta anche
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La cantica del Purgatorio nella sala di Dante è rappresentata in due pareti.

In quella accanto all'Inferno c'è l'affresco chiamato La nave del Purgatorio.

La scena iniziale occupa la parte inferiore della parete, dove vediamo la barca traghettata da un Angelo con gli Spiriti Penitenti (tra cui, con la cetra, Casella, grande amico di Dante).

Poi, a destra, Koch dipinse il racconto del soldato Buonconte da Montefeltro: quando morì, un Angelo e un Diavolo lottarono per la sua anima.

Vinse l'Angelo e il Diavolo gettò il corpo del soldato nel fiume.

A sinistra, invece, c'è la Valletta dei Principi in cui due Angeli stanno mandando via il serpente del Peccato originale con due spade.

Al centro, vediamo Dante e Virgilio inginocchiati davanti a un Angelo, con le chiavi della porta del Purgatorio.

Nell'affresco Il Purgatorio presente nella parete successiva, è rappresentato il Purgatorio vero e proprio.

Infatti, nell'affresco precedente, troviamo solo episodi avvenuti nell'Antipurgatorio.

In questo affresco, ci sono tutti e sette i Gradoni del secondo Regno dell'Oltretomba.

Il primo, quello dei Superbi, è in basso: uno spirito sta portando un macigno sulle sue spalle con su scritto TE DEUM LAUDAMUS.

Sempre nella parte inferiore, ma a destra, ci sono il secondo e il terzo Gradone, rispettivamente con gli Spiriti Invidiosi (che hanno gli occhi cuciti) e con gli Iracondi (immersi in una nebbia molto fitta, in cui sono raffigurati anche Dante e Virgilio).

Seguono, al centro, il quarto Gradone (con gli Accidiosi, a destra) e il quinto (con Avari e Prodighi, a sinistra).

In quest'ultimo gradone vediamo un Papa ed un re: il Papa è Adriano V mentre il re è Ugo Capeto.

Poi, nel sesto Gradone, sono presenti i Golosi (magrissimi, che cercano di cogliere i frutti da un albero) e, nel settimo, i Lussuriosi (avvolti dal fuoco).

Il sesto e il settimo Gradone sono nella parte alta della parete, rispettivamente a sinistra e a destra.

Infine, sulla volta della Stanza di Dante, Veit affrescò il Paradiso.

Il nome dell'affresco è I Cieli dei Beati e l'Empireo.

I Cieli sono raffigurati in senso antiorario e l'Empireo è al centro della volta.

Guardando il primo Cielo, quello della Luna, notiamo che c'è una nuova guida al posto di Virgilio: è Beatrice, la donna di cui Dante si era perdutamente innamorato morta prematuramente.

Il Cielo della Luna ospita gli Spiriti mancanti ai Voti: sono qui rappresentate Piccarda Donati, una donna fiorentina, e l'Imperatrice Costanza d'Altavilla, madre di Federico II.

Nel Cielo di Mercurio, il secondo, ci sono gli Spiriti attivi per la Gloria Terrena, tra cui Giustiniano, l'Imperatore Bizantino che voleva ripristinare l'Impero Romano; nel terzo Cielo, il Cielo di Venere, sono presenti gli Spiriti Amanti (tra cui Raab, la donna di Gerico che salvò i soldati di Giosuè).

Nel Cielo del Sole (il quarto), Dante e Beatrice sono raffigurati in mezzo agli Spiriti Sapienti, tra cui San Tommaso d'Aquino, all'estrema sinistra; il quinto Cielo è quello di Marte, con la Croce Latina formata dagli Spiriti Combattenti e Dante che dialoga con il suo antenato Cacciaguida.

Nel sesto Cielo, quello di Giove con gli Spiriti Giudicanti, ci sono l'Imperatore Traiano a sinistra e David, re d'Israele, a destra; il settimo Cielo è quello di Saturno, in cui ci sono gli Spiriti Contemplanti, tra cui San Benedetto da Norcia.

Infine, nel Cielo delle Stelle Fisse, Dante è inginocchiato davanti a San Pietro, San Giovanni Evangelista ed Adamo.

Non c'è il nono Cielo, il Primo Mobile.

L'Empireo è al centro: ci sono Dante e San Bernardo di Chiaravalle davanti a Maria ed alla Santissima Trinità.

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