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Antica Caere – Necropoli della Banditaccia - necropoli etrusca di Cerveteri
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Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri
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Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri
Antica Caere – Necropoli della Banditaccia - necropoli etrusca di CerveteriAntica Caere – Necropoli della Banditaccia - necropoli etrusca di CerveteriAntica Caere – Necropoli della Banditaccia - necropoli etrusca di CerveteriNecropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di CerveteriAntica Caere – Necropoli della Banditaccia - necropoli etrusca di CerveteriNecropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri
Contact Information
Indirizzo:
Via della Necropoli, 43/45, 00052 Cerveteri RM
Descrizione:

La “Necropoli della Banditaccia” a Cerveteri  è la principale area di sepolture dell'antica città etrusca di Caere e una delle più suggestive e grandiose dell’Etruria e di tutto il Mediterraneo.

La necropoli della banditaccia è sicuramente uno dei principali siti archeologici etruschi arrivati sino a noi.

Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri
Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri

La necropoli della banditaccia si estende per circa 2 km e 400 ettari.

Vi si trovano molte migliaia di sepolture (la parte recintata e visitabile rappresenta soli 10 ettari di estensione e conta circa 400 tumuli), dalle più antiche del periodo villanoviano (IX secolo a.C.) alle più "recenti" del periodo ellenistico (III secolo a.C.).

La sua origine va ricercata in un nucleo di tombe villanoviane nella località Cava della Pozzolana, e il nome "necropoli della Banditaccia" deriva dal fatto che dalla fine dell'Ottocento la zona viene "bandita", cioè affittata tramite bando, dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale.

Vista la sua imponenza, la Necropoli della Banditaccia è la necropoli antica più estesa di tutta l'area mediterranea.

Estesa su un pianoro tufaceo parallelo all'area urbana, la necropoli della Banditaccia ha restituito una serie di tombe di vario tipo, che vanno dal VII al I sec. a.C.

Al suo interno, infatti, abbiamo diversi settori corrispondenti ai nuclei in cui doveva essere articolata la necropoli.

L’area aperta al pubblico comprende il Vecchio e Nuovo Recinto e qui si possono ammirare i tumuli circolari con calotta emisferica di terra, le tombe “a dado” disposte in sequenze ordinate lungo via rettilinee e i grandi ipogei gentilizi del IV-III secolo nella zona cosiddetta “Del Comune”.
Un altro settore della Necropoli è detto dell’”Autostrada”, la strada asfaltata che porta verso Cerveteri.

A sinistra dell’Autostrada è particolarmente suggestiva la Tomba delle Cinque Sedie (terzo quarto del VII sec. a.C.), dal numero dei sedili intagliati nel tufo in uno degli ambienti, oggi inserita, grazie a scavi recenti, all'interno di un più ampio complesso monumentale.

A destra della stessa strada, di fronte all'ingresso del Recinto, è posizionata un'altra zona sepolcrale con tombe a camera e tumuli di epoca orientalizzante (area dei "Grandi tumuli").

L’importanza della Necropoli etrusca di Cerveteri è dovuta anche al fatto che fornisce importanti indicazioni sulla vita degli Etruschi e sulla struttura delle loro case.

Le tombe sono infatti costruite a imitazione delle case “dei vivi” con più ambienti con porte e finestre sagomate, colonne e pilastri, mobili, suppellettili, vasellame in metallo prezioso, oggetti provenienti dal Vicino Oriente e dalla Grecia.

Assolutamente da provare questo viaggio nella “città dei morti” e consigliamo anche una visita al Museo Nazionale Cerite che conserva numerosi reperti etruschi tra cui la celebre “Urna degli Sposi”.

Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri
Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri

Antica Caere – Necropoli della Banditaccia - necropoli etrusca di Cerveteri

Le sepolture più antiche sono villanoviane (dal IX secolo a.C. all'VIII secolo a.C.), e sono caratterizzate dalla forma a pozzetto, dove venivano custodite le ceneri del defunto, o dalle fosse per l'inumazione.

Dal VII secolo a.C., durante il Periodo orientalizzante si hanno principalmente tumuli di grandi dimensioni.

Le sepolture a tumulo sono caratterizzate da una struttura tufacea a pianta circolare che racchiude all'interno una rappresentazione della casa del defunto, con tanto di corridoio (dromos) per accedere alle varie stanze.

La dovizia di particolari dell'interno di queste sepolture ha permesso agli archeologi di venire a conoscenza degli usi casalinghi degli Etruschi.

Di questo periodo fanno parte la "Tomba della Capanna", il "Tumulo Maroi" e il "Tumulo Mengarelli".

Nel V secolo a.C. le tombe a tumulo furono sostituite da quelle "a dado".

Quest'ultime consistono in una lunga schiera di tombe allineate regolarmente lungo vie sepolcrali.

Nella parte visitabile della Necropoli della Banditaccia ci sono due di queste vie, via dei Monti Ceriti e via dei Monti della Tolfa, risalenti al VI secolo a.C..

Le sepolture più "recenti" sono del III secolo a.C., periodo dell'ellenizzazione etrusca.

La sepoltura più rappresentativa di questo periodo risulta essere la "tomba dei Rilievi", risalente al IV secolo a.C. e appartenuta alla famiglia dei Matunas, come si legge nelle iscrizioni: l'interno della tomba si è mantenuto in condizioni particolarmente buone, permettendo di osservare anche gli affreschi alle pareti e sulle colonne (per questo, infatti, questa tomba è l'unica della Banditaccia che non si possa visitare -ma l'interno è visibile attraverso un vetro-, a causa della particolare delicatezza degli affreschi).

Necropoli della Banditaccia - Antica Caere – Necropoli etrusca di Cerveteri
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Molti dei reperti trovati nella necropoli sono raccolti nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma ed in molti altri musei sparsi in tutto il mondo, mentre solo una piccola parte dei corredi funebri rinvenuti in loco è conservata nel Museo nazionale Cerite.

Dal luglio 2004 la necropoli della Banditaccia, insieme a quella dei Monterozzi di Tarquinia, entra a far parte della lista dei siti patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

Nel 2012 venne inserito un percorso di visita multimediale all'interno di alcune tombe, in modo da ricreare quello che era l'ambiente nell'antichità e nel periodo in cui furono scoperte.

Inizialmente nell’800 gli scavi furono compiuti da amanti dell’antiquariato ,con il fine di trovare oggetti preziosi per venderli al mercato .

Nel ventesimo secolo invece cominciarono ad essere regolarizzati, grazie all’archeologo Raniero Mengarelli, direttore dell’Ufficio Scavi dei Mandamenti di Civitavecchia e Tolfa, che portò avanti l’opera dal 1909 fino al 1936.

L’intento di questi scavi era quello di recuperare oggetti preziosi, tanto che si limitò allo sterro in quelle strutture più evidenti.

Nel 1927 portò alla luce quella che denominò Via degli Inferi, ossia la via principale dei sepolcri.

Mengarelli effettuò ulteriormente degli studi topografici e approntò una serie di interventi volti ad aprire l’area al pubblico, trasformando progressivamente l’antica necropoli in un sito archeologico.

A partire dal 1936 il sito venne abbandonato e approfittando di questa situazione di degrado, il luogo fu soggetto a numerosi scavi clandestini con lo scopo di trovare reperti archeologici da essere venduti privatamente ai collezionisti.

Le ricerche ripresero legalmente negli anni sessanta del 900 grazie a Mario Moretti, un archeologo collaboratore di Mengarelli.

Nominato direttore degli scavi di Cerveteri dal 1952, nel 1957 avviò le campagne di scavi per la Banditaccia, riportando in auge la zona ‘dei grandi tumuli’ e quella del ‘nuovo recinto’.

Negli anni 80 Mauro Cristofani operò nell'area dell'antica civita, lavoro che poi venne proseguito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con il comune di Cerveteri, la Fondazione Luigi Rovati di Monza e la onlus A.S.S.O.

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