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Basilica di Massenzio
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Indirizzo:
Clivo di Venere Felice, 00186 Roma RM
Tickets:
Descrizione:

L'imponente Basilica di Massenzio nel Foro Romano

Chi è già stato ai Musei Capitolini di certo avrà ammirato, nel cortile di Palazzo dei Conservatori, i frammenti di una statua colossale. Ma dove poteva entrare una scultura il cui solo piede misura 2 metri?

La risposta è semplice: nell’abside di un edificio alto 35 metri e lungo 100, ovvero nella grandiosa Basilica di Massenzio, uno dei più grandi monumenti del Foro Romano realizzato in età tardo-antica.

La basilica di Massenzio, più propriamente di Costantino, è l'ultima e la più grande basilica civile del centro monumentale di Roma, posta anticamente sul colle della Velia, che raccordava il Palatino con l'Esquilino.

Non fa parte del Foro Romano propriamente detto (pur rientrando oggi nell'area archeologica che lo comprende, estesa fino alle pendici della Velia), ma era nelle immediate adiacenze di esso.

Basilica di Massenzio
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Basilica di Massenzio | La Storia

Nelle fonti antiche la basilica di Massenzio è ricordata come Basilica Nova, o Basilica Constantini, o Basilica Constantiniana.

La basilica fu iniziata da Massenzio agli inizi del IV secolo (308-312), ma fu portata a termine con alcune modifiche progettuali dal suo vittorioso rivale Costantino in prossimità del tempio della Pace, già probabilmente in abbandono, e del tempio di Venere e Roma, la cui ricostruzione fece parte degli interventi massenziani.

La basilica è stata recentemente identificata come la sede della Prefettura Urbana, la più importante fra le cariche della città in età tardo-antica; nel IV secolo sarebbe stato qui trasferito il Secretarium Senatus, ovvero la sede del tribunale per i processi ai membri del Senato, in precedenza situato presso la Curia Iulia.

Sia gli scavi, sia la pianta della Forma Urbis Severiana hanno dimostrato come in questo punto sorgesse anticamente un grande complesso utilitario dell'epoca domizianea, simmetricamente contrapposto a uno analogo che sorgeva sull'altro lato della Sacra via summa (ampiamente manomesso durante gli scavi del XIX secolo perché scambiato per una costruzione medievale).

Una parte di questo edificio più antico era occupata dagli Horrea piperiana, i magazzini del pepe e delle spezie.

Della basilica si perse ben presto la corretta denominazione, e i colossali resti furono noti con la denominazione di Templum urbis.

Solo agli inizi del XIX secolo fu nuovamente identificata da Antonio Nibby, che sostenne in proposito una vivace polemica con Carlo Fea.

Durante le Olimpiadi di Roma del 1960, la Basilica di Massenzio ospitò le gare di lotta.

Lo schema costruttivo del gigantesco edificio (100 x 65 m), di cui resta oggi soltanto il lato settentrionale, presentava una navata centrale più larga e più alta (di base 80 x 25 m).

Basilica di Massenzio
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Basilica di Massenzio | Descrizione

Sulla navata centrale si aprivano, invece che le tradizionali navate minori, separate da quella centrale tramite file di colonne, tre grandi nicchie per lato, coperti da volta a botte con lacunari ottagonali ancora ben visibili nella parte superstite.

Gli ambienti erano collegati tra loro da piccole aperture ad arco.

La navata centrale era coperta da tre enormi volte a crociera in opus caementicium, alte circa 35 m che poggiavano sui setti murari trasversali che separavano gli ambienti laterali e sulle colonne di marmo proconnesio alte 14,5 m, ciascuna addossata alla loro terminazione.

Le colonne sono tutte scomparse: l'unica che ancora si conservava nel XVII secolo venne fatta collocare da Papa Paolo V in piazza di Santa Maria Maggiore nel 1613, dove tuttora si trova.

Sorreggevano una trabeazione marmorea, di cui restano resti dei blocchi parzialmente inseriti nella muratura.

Le dimensioni e il sistema costruttivo degli spazi interni sono del tutto compatibili con quelli delle grandi sale delle terme, che venivano di fatto chiamate pure "basiliche".

L'esempio più illuminante è la sala delle terme di Diocleziano, trasformata poi nella basilica di Santa Maria degli Angeli.

Sul lato corto occidentale, alla testata della navata centrale si apriva un'abside preceduta da due colonne.

Nell'abside venne collocata una statua colossale, acrolito costruito parte in marmo e parte in legname e bronzo dorato, alto 12 m.

La statua raffigurava in origine lo stesso Massenzio e in seguito venne rilavorata con i tratti di Costantino I.

Alcune parti marmoree superstiti furono scoperte nel 1487 e sono ora nel cortile del palazzo dei Conservatori sul Campidoglio (Musei capitolini).

La sola testa misura 2,60 m e il piede 2 m.

All'abside occidentale si contrapponeva l'originario ingresso dell'edificio, sul lato corto orientale, preceduto da una scalinata.

L'ingresso dava accesso ad un corridoio trasversale aperto sulla navata centrale mediante cinque aperture ad arco.

L'ingresso sul lato corto opposto all'abside rappresenta una disposizione che divenne poi tipica delle prime basiliche cristiane.

L'impianto originario subì in seguito alcune modifiche, tra cui l'apertura di un secondo ingresso sul lato meridionale, lungo la via Sacra, scoperto in scavi ottocenteschi.

Questo secondo ingresso era costituito da un portico tetrastilo con fusti in porfido, al quale si accedeva con una scalinata, costruita per superare il dislivello tra la via e la Velia.

Il nicchione centrale del lato settentrionale, opposto al nuovo ingresso fu arricchito nello stesso momento di una seconda abside sul fondo, forse destinata anche ad ovviare a problemi strutturali, coperta da una semi-cupola e con le pareti arricchite da nicchie destinate ad ospitare statue su due ordini.

Le nicchie erano inquadrate da edicole costituite da piccole colonne poggianti su mensole sporgenti dalla parete.

Sul fondo dell'abside era realizzato un podio in muratura destinato ad ospitare il tribunal dei giudici. Intervento, solitamente attribuito al completamento di Costantino, è invece probabilmente da considerare più tardo (probabilmente intorno alla fine del IV secolo), come sembra provare il livello più elevato delle fondazioni della nuova abside.

L'edificio era dotato anche di numerosi collegamenti verticali: all'interno della muratura all'angolo nord-occidentale era inserita una scala a chiocciola, di cui oggi restano cinque gradini; un'altra doveva trovarsi nell'opposto angolo sud-orientale.

Basilica di Massenzio
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Basilica di Massenzio | Fortuna

La Basilica rappresenta uno snodo nella storia dell’architettura, costituendo un traguardo per la costruzione romana e uno dei punti di riferimento per quella successiva. Tra Quattro e Cinquecento, il monumento è assunto tra i riferimenti progettuali di alcuni degli episodi architettonici, in maggioranza ecclesiastici, più cruciali nel panorama architettonico, come, ad esempio, Sant’Andrea a Mantova, i progetti per San Pietro, San Nicolò di Carpi, o le chiese palladiane.

A orientare l’attenzione verso la basilica massenziana sono in particolare problematiche progettuali legate ai limiti della grande scala - rispetto alle quali gli strumenti espressivi fino ad allora validi risultavano inadeguati, questioni legate ai sistemi di copertura voltati e le tecniche costruttive tipicamente romane, come l’opus caementicium, che fanno della basilica un terreno d’indagine privilegiato, benché non esclusivo.

Non secondariamente a giocare un ruolo nella grande fortuna del monumento è il suo accoglimento in un orizzonte cristiano attraverso la denominazione erronea di Tempio della Pace costruito dai Flavi per commemorare la vittoria su Gerusalemme e nel quale erano conservati gli spolia sottratti al Tempio.

Connessa con il monumento è, ad esempio, la leggenda di Augusto e la Sibilla, che vuole che un tempio (o una statua) pagano crolli il giorno che una vergine partorirà.

Basilica di Massenzio
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Basilica di Massenzio | Sito olimpico

Con l'assegnazione alla città di Roma dei Giochi della XVII Olimpiade, da svolgere in Italia dal 25 agosto all'11 settembre 1960, nel novembre 1959 furono prese le decisioni sulle soluzioni tecniche da adottare per l'utilizzo della Basilica di Massenzio come sede delle competizioni di lotta, in modo da rendere i giochi più spettacolari scenograficamente.

Sotto le volte dell'abside principale furono collocate tre pedane con materassi per le gare di lotta greco-romana e stile libero.

Di fronte alle pedane furono allestite piattaforme, tribune per il pubblico e la stampa.

I giornalisti erano provvisti di 20 cabine telefoniche; gli spogliatoi e i servizi per gli atleti (400 mq con 8 docce, 7 bagni e 5 lavabi) in una zona immediatamente a ridosso delle pedane mentre i servizi per il pubblico erano collocati sotto le varie tribune.

L'intero "impianto" fu dotato di uno speciale sistema di illuminazione per gli eventi serali, rendendo così lo spettacolo ancora più suggestivo.

Dal 26 al 31 agosto per quanto riguarda tutte le otto categorie della lotta greco-romana e dal 1º al 6 settembre 1960 per tutte le otto categorie della lotta libera.

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