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Museo Hendrik Christian Andersen
Il Museo Hendrik Christian Andersen si trova in Via Pasquale Stanislao Mancini 20 nel quartiere Flaminio a Roma.
Casa-museo dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen (Bergen, 1872-Roma, 1940), vissuto a Roma dalla fine del XIX secolo fino alla morte.
Di proprietĂ statale, dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attivitĂ culturali lo ha gestito tramite il Polo museale del Lazio, e dal dicembre 2019 attraverso la Direzione Musei statali di Roma.
Hendrik Christian Andersen, alla sua morte, avvenuta nel 1940, lasciĂ² allo stato, la sua collezione di statue con il suo studio-abitazione del quartiere Flaminio.
Tuttavia, solo dopo la morte di Lucia Andersen, avvenuta nel 1978 incomincia la vita pubblica dell'edificio.
Dapprima l'edificio fu del Genio Civile, indi della Soprintendenza ai Monumenti.
In seguito la Galleria nazionale di arte moderna ne ha in affido la tutela delle raccolte e anche dello stabile composto da un seminterrato-deposito, il piano terra con i due saloni-atelier in cui sono esposti le sculture dell'artista, il primo piano con terrazzo piĂ¹ altri due piani di abitazione.
Il palazzo fu costruito e decorato in stile eclettico neo-rinascimentale tra il 1922 ed il 1925 mediante un progetto disegnato dallo stesso Andersen e, nel 1935, soprelevato di un intero piano con una fascia di pitture allegoriche in stile neorinascimentale.
Il tipo dell'edificio è dello stile "palazzina con annesso studio di scultura".
Al piano terra due grandi atelier con le opere dell'artista, al primo piano la sua abitazione, ora utilizzata per mostre temporanee dedicate ad artisti stranieri dell'Otto e del Novecento fino alla contemporaneitĂ .
Nel Museo si conservano le opere dello scultore e pittore Hendrik Christian Andersen, oltre a quelli di altri artisti e fotografi contemporanei, suoi amici e conoscenti.
La collezione delle opere (oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni in gesso e bronzo; oltre duecento dipinti e oltre trecento opere grafiche) si segnala per la sua eccezionalitĂ essendo quasi interamente incentrata attorno all'idea utopica di una grande "CittĂ mondiale", destinata ad essere la sede internazionale di un perenne laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione, della cultura fisica.
I prospetti sono in stile neorinascimentale con motivi richiamanti gli affetti legati ad Andersen tra cui delle figure a forma di teste che ritraggono i familiari sui prospetti su Via Mancini e Via Pisanelli.
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Museo Hendrik Christian Andersen
Orario di visita: dal martedì al sabato ore 9.30 – 19.30; ultimo ingresso ore 19.00.
Per i gruppi fino a quindici persone con guida è prevista la prenotazione via mail da martedì a sabato.
Il contingentamento attuale prevede un massimo di 15 persone in co-presenza di cui dieci al piano terra e cinque al primo piano.
Il singolo utente puĂ² prenotare al massimo per altre tre persone (totale quattro).
Per i gruppi non possono essere superate le 15 persone compresa la guida turistica, con il rispetto delle norme di contingentamento tra il primo e il secondo piano, e il numero massimo di capienza per sala indicato all’ingresso del museo.
Per informazioni e prenotazioni:
tel.06 3219089
mail: [email protected]
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Chiusura: lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre salvo aperture straordinarie su progetto MiBAC come da  DM 330 30/06/2016, Criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali.
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Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20
00196 Roma
tel. +39 06 3219089
email: [email protected]
Hendrik Christian Andersen
Hendrik Christian Andersen (Bergen, 17 aprile 1872 – Roma, 19 dicembre 1940) è stato uno scultore, pittore e urbanista statunitense, di origine norvegese.
Andersen nacque a Bergen (Norvegia) nel 1872, ed emigrĂ² da bambino con la famiglia a Newport (Rhode Island) l'anno seguente.
Nel 1893, Andersen viaggiĂ² in Europa per studiare arte e finì per stabilirsi per il resto della sua vita a Roma.
Qui entrĂ² nelle grazie di altri artisti, come pure di diversi facoltosi espatriati, e potĂ© grazie a loro perseguire il suo lavoro.
La scultura di Andersen, i dipinti e gli scritti dimostrano una grande passione per opere grandiose, monumentali e di ispirazione classica, che Andersen credeva stimolassero nell'osservatore un desiderio di automiglioramento.
Gran parte del suo lavoro è stata svolta come preparazione al progetto di una perfetta World city, la "Città -Mondiale", colma d'arte, e che avrebbe motivato l'umanità a perseguire uno stato quasi utopico.
La sua filosofia urbanistica divenne evidente nel 1913 con l'opera A World Center of communication.
Questo enorme tomo del peso di oltre 5 kg, scritto con Ernest Hébrard, era l'evoluzione di uno scritto precedente di Andersen, The fountain of Life.
Il nucleo del lavoro di Andersen consisteva nella credenza che l'arte, e soprattutto l'arte monumentale, potesse portare al mondo pace e armonia.
Il progetto chiedeva la creazione di una capitale mondiale.
La cittĂ sarebbe stata:Â una fontana di conoscenza strabordante da nutrire con gli sforzi di tutto il mondo nell'arte, nella scienza, nella religione, il commercio, l'industria e la legge; in cambio avrebbe diffuso la conoscenza a tutta l'umanitĂ come se fosse un immenso, divino organismo concepito da Dio, il requisito vitale che ne avrebbe mantenuto la forza, protetto i diritti e permesso di raggiungere nuove altezze attraverso una concentrazione degli sforzi di tutto il mondo.
Ăˆ evidente nel trattato di Andersen la filosofia secondo cui l'arte puĂ² cambiare l'umanitĂ e produrre la perfezione.
Sebbene ampiamente criticati dagli altri urbanisti dell'epoca per la sua ingenuità politica unita a un'enfasi eccessiva sulla monumentalità , i suoi lavori dimostrano una comprensione dei conflitti sociali e politici conseguenti alla diffusione dell'aggressivo nazionalismo dei primi decenni del XX secolo, e cercava di usare l'arte per una ricerca di un mondo utopico.
La visione del potere dell'arte e dell'architettura nel trasformare la societĂ puĂ² essere vista come un'anticipazione di concetti simili avanzati nel XX secolo da diversi urbanisti come Le Corbusier nella sua "CittĂ Contemporanea".
Andersen è sepolto al cimitero acattolico di Roma.